venerdì 8 gennaio 2016

Sul film "La grande scommessa": Tranquilli, pippone, ma no spoiler

Nei confronti dei film che hanno come argomento la finanza ho sempre sentimenti duali.

Li vedo, anche con piacere, ma poi mi in...zo. Anche quando sono confezionati con talento e mi fanno passare un paio d'ore spensierate.

A questo punto mi si dovrebbe chiedere: "Che vuoi di più? Hai avuto un corrispettivo per il prezzo del biglietto".


Quando mi irrito? Quando verso la fine della narrazione, si arriva alla presunta morale. In automatico mi arriva la botta di bile.

Perchè mi arrabbio? Non certo per i personaggi stereotipati.

Quello che mi fa montare il sangue è il passaggio dalla falsificazione grossolana ad uso delle narrazione - che è lecita - al suggerimento in salsa pseudo-moralista.


Notate anche solo l'impostazione del trailer del film in uscita in questi giorni.

"Un gruppo di outsider che prende a calci le banche".

Ma chi sono in fondo gli outsider? Sono l'equivalente dei ribelli di Star Wars.
Chi sarebbe mai così folle da vedere Star Wars e parteggiare per l'Impero?
E chi oggi non vorrebbe dare un calcio alle banche?
O per gettarla sul politicamente scorretto. Chi in Germania nel 1935 non avrebbe dato volentieri un calcio nel culo ad un ebreo?

Ma questo in fondo fa parte delle necessità della vendita del prodotto. Ed è una piaggeria perdonabile.

La domanda che mi viene spontanea però è: "Questi pretesi outsider vengono dai campi dello Iowa o hanno fatto le stesse scuole di chi sta dall'altra parte?"
Se sono degli outsider, che ci fanno nel cuore pulsante del sistema?

Secondo la filosofia di "Una poltrona per due" basta essere seduti al posto giusto per fissare prezzi di acquisto o vendita e fare soldi: persino il povero Reginald era diventato capace di farlo.

Ora, non c'è dubbio che la posizione sociale iniziale conti, ma se c'è un ambiente veramente meritocratico è la finanza: il 90% dei titoli azionari che componevano lo S&P500  nel 1950 oggi non ne fanno più parte.

I "guru" della finanza hanno una emivita assimilabile a quella degli isotopi radioattivi. Soros è forse il più conosciuto anche ai non addetti. Ma ne avete sentito parlare negli ultimi 10 anni?


L'altra mistificazione del trailer è ancora più becera:
"Una intuizione basta per diventare ricchi"

L'intuizione è fondamentale, ma come diceva Edison "essere inventori richiede 1% ispirazione e 99% traspirazione". Quanti anni sono stati spesi da questi "outsider" a studiare cose altamente astratte e a sperimentare le sensazioni fisiche che si accompagnano inevitabilmente a quel lavoro?


In questo filone segnalo anche la pubblicità più ingannevole che abbia mai udito:
"chiunque può diventare un vero trader con XX".

Insomma basse barriere di accesso, estrema difficoltà della materia ed elevato grado di astrazione, permettono una banalizzazione dell'argomento talmente spudorata che è infamante - per gli addetti ai lavori - qualto per noi tutti lo stereotipo dell'italiano - mafia - spaghetti - mandolino.

Concludo con una ultima provocazione.

In questi tempi si fa un gran parlare di profili di rischio e delle emissioni di bond truffa.

Non c'è bisogno di fare un profilo Mifid agli investitori. Basta mandarli al cinema a vedere il prossimo film di finanza. Se ne escono "illuminati" - per la loro incolumità - devono essere condannati a fare i BOT a vita.