sabato 24 luglio 2010

Mangiare la polenta in un'oasi

Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM
Cari amici
mi congedo per la pausa estiva con una dritta per chi ha voglia di fare una gita.

Consiglio, a chi volesse fare una scampagnata a Courmayeur, in val d'Aosta, di allungare di un paio di chilometri e di andare a visitare la Val Ferret.

Non mi dilungo sulla spettacolarità del luogo poiché googlando potrete trovare ogni informazione e foto: chiunque non abbia una forte antipatia per la montagna non potrà che trovare bellissimo quel luogo.

Spendo invece due parole su alcuni dettagli utili che googlando non troverete.

1)
Dall'autostrada AO - Courmayeur si va in direzione del traforo ma poi si esce prima. Attenzione perché recentemente la viabilità è stata modificata.
2) Tradizionalmente la valle in estate è chiusa al traffico, nel senso che salgono le prime (per es. 500) auto e poi l'accesso viene impedito. Quindi, se volete salire con il vostro mezzo occorre essere molto mattinieri: diciamo che dopo le 10 del mattino non c'è modo di salire con il proprio mezzo.

3) C'è un buon servizio di bus che parte dal parcheggio delle auto a La Palud
(dove partono le funivie del M. Bianco).

4) In alternativa c'è un simpatico trenino DA NON PRENDERE. Questi signori ti fanno il biglietto di andata e ritorno (pelandoti), e ti dicono a che ora c'è l'ultima corsa. Però non specificano che, anche in caso di passeggeri con il biglietto già pagato, terminato l'orario non ripassano.
A me è capitato di farmela a piedi dal fondo della valle fino al parcheggio. Una corsetta di alcuni km sotto una lieve pioggia. Poco male per un adulto, molto male se si hanno bambini o anziani o se non si ha tempo.

5) Un modo per dribblare il blocco è prenotare il pranzo presso uno dei ristoranti: io vado all'Oasi, informale ma di sostanza.
E' talmente avviato che non solo non si fa pubblicità, ma è sempre piuttosto pieno anche se è quasi impossibile da trovare.
Prenotando il pranzo i proprietari comunicheranno ai vigili urbani il vostro nome, targa auto e potrete aggirare il divieto di accesso.
All'Oasi tra le altre cose potrete gustare una eccellente polenta concia e la crostata di frutta fatta da Silvia, la figlia del padrone, che è una bella ragazza e un valido ingegnere.

6) Per arrivare più facilmente segnalo che la stradina che porta all'Oasi si trova sulla sinistra salendo, dopo Planpincieux, 100 metri prima del golf club Grandes Jorasses. Se aguzzate la vista sulla destra troverete un cartello, mentre sulla sinistra c'è un grande masso a bordo strada.

Buone ferie a tutti!



RISTORANTE OASI
LOC. PONT PAILLET VAL FERRET
11013 COURMAYEUR (AO)
Tel. 0165.89186

mercoledì 14 luglio 2010

Il polpo e le chiavi della mia cantina

Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM
Ieri ho assistito ad un fatto raro: per accedere alla cantina dove metto a riposare le mie birre devo usare tre chiavi che si assomigliano.

Sebbene mio padre abbia sempre consigliato di marcarle diversamente, da buon pigro, piuttosto che comperare tre anelli di plastica di differenti colori nella ferramenta di fronte a casa, preferisco estrarle alla cieca.

La punizione media per questa mia pigrizia è la ricerca, che in genere dura un paio di tentativi, della chiave giusta.

Ieri ho aperto al sesto tentativo: sbagliare chiave per 5 volte di seguito avviene nel 13% dei casi.

A parte un ritardo di alcuni secondi ed una interiezione non in linea con il mio "bon ton" non è successo nulla di grave.

Ma allora perché scrivere un post su questo fatto?

Mi è tornato in mente che in questi giorni il polpo Paul passava per essere un eccellente pronosticatore di eventi calcistici. Sempre che non si tratti di una bufala, credo che il colore rosso attragga i polpi e di conseguenza il suo pronostico possa essere in realtà un meccanismo legato alla fisiologia di queste creature piuttosto che alla casualità.

Per completezza mi sento inoltre di rigettare l'ipotesi che il polpo possa essere più competente o intelligente di Biscardi.

Tornando al mio episodio che invece è autenticamente casuale, non ricordavo una sequenza avversa così prolungata.

Questo episodio mi ha fatto ricordare quanto sia importante il fattore "C", come lo chiama il nostro Presidente del Consiglio.

E' cioè molto difficile - specie nel breve termine - riuscire a distinguere la bravura dalla fortuna.

Non solo, è anche molto sgradevole per il nostro amor proprio dover riconoscere che è il caso e non la competenza (che ci auto attribuiamo) ad avere una grande influenza nella nostra vita.

Se invece gettiamo alle ortiche il nostro amor proprio possiamo osservare una pletora di persone che in buona fede credono di essere in gamba, mentre sono solo fortunate, e una schiera di persone che sfruttano consapevolmente la poca volontà altrui di approfondire gli aspetti casuali della realtà.

Così è possibile, ad esempio, millantare di essere esperti in un qualunque settore: dalla finanza, all'arte, al calcio (a proposito, Lippi era un genio o l'altra volta ha avuto solo fortuna?). E per una ristretta cerchia di fortunati è possibile vivere agiatamente tutta la vita convinti che la fonte sia la propria bravura.

Un esempio realmente accaduto: come convincere un gruppo di sempliciotti che si è “maghi della Borsa”.

Basta spedire molte lettere asserendo di essere eccellenti professionisti degli investimenti.
Alla metà di questi occorrerà predire che il mese prossimo la Borsa salirà; all’altra metà invece annunciare che scenderà.

Dopo un mese basterà inviare una lettera di uguale tenore solo più a chi aveva ricevuto la “previsione“ corretta, e così via fino a quando un ristrettissimo gruppo di persone stupefatte dalla successione positiva sarà presumibilmente disponibile a pagare per continuare a ricevere la newsletter.

Il cervello umano tende al piacere e pertanto è facile che accetti in modo acritico ipotesi piacevoli campate in aria piuttosto che valutare le ipotesi spiacevoli ma realistiche.

Forse un buon modo per valutare un consulente dovrebbe essere contare quante volte contraddice il cliente.

lunedì 5 luglio 2010

I mondiali di calcio tra JP Morgan e l’imperatore cinese

Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM
Forse non tutti sanno che alcune importanti istituzioni finanziarie si sono interessate ai mondiali, e che i loro uffici studi hanno effettuato previsioni in merito alle squadre vincitrici e sulle ricadute economiche della manifestazione.

Sinteticamente segnalo che secondo JP Morgan la vincitrice sarebbe stata l’Inghilterra; seconda la Spagna e terza l’Olanda.

Secondo UBS invece la classifica sarebbe stata: Brasile, Germania, Italia; Olanda, Francia, Argentina nei successivi tre posti.

Per Goldman Sachs: Spagna, Inghilterra, Argentina, Brasile, Germania quarta.

Infine Danske Bank prevedeva che la finale sarebbe stata disputata tra Brasile e Germania mentre Italia ed Inghilterra si sarebbero disputate il terzo e quarto posto.

In attesa di vedere cosa succederà mi pare di poter fare alcune considerazioni semplici.

Qual è il vero obiettivo di una previsione? Emozionare o essere al servizio della razionalità? Per stupire “basta” prevedere il vincitore. E in fondo molti di noi - per tacitare le proprie paure – spesso cercano un indovino. Non è un caso che l’imperatore, sia in Cina che in Giappone, venga visto come figura di collegamento tra il Cielo e la Terra, fungendo quindi da “parafulmine” tra gli uomini e l’ira degli dei.

Il problema è che per fare una buona previsione potrebbe bastare il caso; quindi non c’è modo di distinguere nel breve termine un professionista da un cialtrone.

Se invece vogliamo usare la razionalità non diventa più importante stupire, quanto fare previsioni che impediscono di incorrere in un disastro (per esempio perdere denaro in una scommessa che non frutta nulla).

Per affrontare il discorso delle scommesse come se fossero un investimento finanziario occorrerebbe introdurre qualche complessità - e adesso non ne ho il tempo – inserendo ad esempio anche le quote (ovvero quante volte viene pagata la cifra scommessa in caso di vittoria).
Tuttavia mi pare che si possa concordare che la previsione meno peggio sia stata formulata da JP Morgan: pur sbagliando sulla squadra vincitrice, piazza due team che almeno accederanno alla finale. Questo non avviene invece per le altre previsioni.

UBS oggi è invece candidata per indovinare il solo secondo posto (Germania) mentre le squadre previste al primo e terzo piazzamento sono già state eliminate.

GS potrebbe (ed io concordo, non per ragioni tecniche, ma di congiuntura economica e sociale) indovinare solo il vincente, la Spagna, ma le altre candidate sono già fuori.

Danske Bank sebbene sia stata meno deterministica nelle sue previsioni, non è comunque riuscita a dare indicazioni migliori, anche se la Germania vincesse.

Paradossalmente il cliente meglio servito rischia però di essere il meno soddisfatto.

Infatti se dovesse vincere la Spagna (o la Germania) il cliente di Goldman Sachs o al limite quello di Danske Bank o UBS potrebbero pavoneggiarsi dicendo che il proprio consulente li ha fatti vincere. Mentre se le previsioni di JP Morgan fossero esatte - al netto del primo posto - il proprio cliente rischierebbe di non essere così contento come quelli della concorrenza perchè non ha individuato il primo posto.

L’argomento affrontato oggi è inaspettatamente molto fecondo: si potrebbe infatti iniziare un secondo filone di considerazioni relativo alla psicologia della percezione degli eventi. Non solo, si potrebbe anche fare qualche disquisizione sulle cause della volatilità dei mercati finanziari, ma il tempo è veramente tiranno e lascio quindi il compito delle vacanze ai miei due o tre volenterosi lettori.

Concludo, mentre rileggo il post, specificando che non sto accusando di cialtroneria le banche che oggi hanno sbagliato previsioni. La finanza è infatti uno dei pochi ambiti (oltre alle competizioni sportive) dove sia possibile misurare con precisione i risultati e quindi è un ambito nel quale è veramente difficile nascondere le proprie responsabilità ed errori. Resta da capire solo perché Abete non sia neppure sfiorato dall’idea di dimettersi.