mercoledì 31 marzo 2010

Cosa è un prezzo

Tutti sanno che il mercato è il luogo dove si incontrano domanda ed offerta e che l'incontro dei flussi genera il prezzo.

Quest'ultimo è un oggetto che siamo abituati a trattare con sufficienza poiché ci è familiare.

Eppure il prezzo ha un suo fascino: sebbene spesso non ce lo rammentiamo rappresenta il valore attuale di ogni reddito futuro generato dal bene (in vendita).

Tanto un box auto quanto un titolo sono venduti ad una certa cifra perchè quella è la stima (del venditore) circa la somma degli infiniti flussi di cassa che può generare, riportati ad oggi.

Se vi fosse un unico modo di stimare i flussi di cui sopra vi sarebbe un solo prezzo e quindi i mercati mostrerebbero ben poca effervescenza.

Fortunatamente vi sono molti modi per stabilire i redditi futuri di un bene e molti parametri da assegnare, così al di là dei casi di vendita per necessità di realizzare liquidità, il mercato diventa il luogo di incontro di persone che vendono perchè ritengono che un bene sia equamente valutato e viceversa altre che comperano per il motivo opposto.

Una considerazione conclusiva.

Il mercato finanziario che risulta essere - agli occhi della massa - il luogo pericoloso per definizione, è in realtà il mercato più sicuro: tutti gli oggetti transati sono valutati da decine e decine di esperti, e il processo di formazione del prezzo è formalizzato ed attentamente seguito dalle autorità di controllo dei mercati.

Per contro il mercato immobiliare che non ha di certo questa trasparenza, proprio per questo non viene percepito come pericoloso: i prezzi delle case sono scesi recentemente, ma nessun giornale ha mai aperto titolando "Bruciati ieri 150 miliardi".

mercoledì 24 marzo 2010

Il prosciutto, la Destra e la Sinistra

Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM
In un film di molti anni fa un comico proponeva una tassonomia dei salumi: il prosciutto crudo era di destra, la mortadella di sinistra e la finocchiona radicale...

Questo ricordo mi offre il destro per proporre una riflessione che prende spunto da un libro datato ma ancora valido: "Destra e Sinistra" di Bobbio.

In estrema sintesi si asseriva che la Destra considera le differenze sociali come il motore del mondo e del progresso: il desiderio di avanzare socialmente avrebbe spinto i migliori elementi delle classi sociali inferiori verso quelle superiori.

Infatti i newcamers per affermarsi avrebbero dovuto essere sostanzialmente migliori di coloro che occupano già la classe superiore, pertanto avrebbero portato nuova e migliore linfa vitale al sistema.

In questo senso il sistema sociale inglese è di destra, poichè indipendentemente dalle condizioni originarie, chi frequenta certe istituzioni scolastiche (le carissime public schools) ha la quasi certezza di entrare nella classe dirigente del Paese, mentre ciò non avviene frequentando le state schools.

Una situazione di destra deteriore è quella fotografata attualmente da noi, dove un istituto demoscopico italiano ha dichiarato che negli ultimi 15 anni il miglior predittore per il futuro posizionamento sociale del figlio è quello del padre, indipendentemente dal titolo di studio.

La Sinistra - sempre secondo Bobbio - ritiene invece che debbano essere offerte le medesime opportunità a tutti e che la selezione degli elementi migliori debba avvenire solo sulla base delle prestazioni oggettive. E' cioè missione dello Stato eliminare tutti gli elementi sfavorevoli che le differenze sociali o economiche possono generare.

Il mondo del lavoro, specie quello americano, è pertanto di sinistra, poichè se non raggiungi il budget non fai carriera.

Il 18 politico all'Università è invece un modo deteriore di intendere questo pensiero, poichè dare le medesime opportunità è ben altro che dare gli stessi premi.

A mio avviso è più razionale avere un atteggiamento di sinistra (alla Bobbio) ma ovviamente chi ha una posizione dominante non concorda e si trincera dietro motivazioni fumose per mantenere il vantaggio.

In ambito economico molti si guardano dal negare la necessità della concorrenza ma in ambito sociale molti (anche insospettabili) si adoperano per il mantenimento dello status quo.

Nei sistemi di governo, fin dall'antichità per motivi di stabilità, c'è la tendenza a preferire la fedeltà all'efficienza; pertanto non da oggi, tutti i partiti, nei fatti sono spesso attuatori di politiche di destra.

Concludo con la considerazione che da noi vi sono schieramenti di destra e sinistra trasversali rispetto agli schieramenti politici di facciata. Mi pare che siamo in presenza di due partiti conservatori (di interessi differenti) che al loro interno hanno tuttavia sia genuine correnti di rinnovamento sia ampie schiere di conservatori.

ll mio auspicio elettorale è che vinca una sinistra genuina e moderata.

mercoledì 17 marzo 2010

Aggregato sociale? No persone!

Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM
La vita è generosa.
Questa settimana non avevo ancora avuto il tempo di scrivere e il Fato mi ha soccorso:

Mi sono imbattuto nella lettera che un alto esponente bancario ha mandato ai suoi dipendenti nel giorno del suo insediamento.

http://lospiffero.com/index.php?option=com_content&view=article&id=304:il-piccolo-scrivano-senese&catid=4:buco-della-serratura&Itemid=2

Devo dire che, mentre scrivo, mi interrogo sulla possibilità che questa comunicazione non sia vera.

mercoledì 10 marzo 2010

Il “sushi for dummies” e la bolla del Nasdaq

Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM

Ho appreso che in Italia stanno aprendo molti locali di stile giapponese dove è possibile mangiare pesce crudo. Abbastanza curiosamente la maggioranza di questi ristoranti è gestita da cinesi.

Un amico mi parlava delle cause di questa piccola rivoluzione:”I cinesi hanno il fiuto per gli affari e sono pronti a cavalcare le mode: hanno capito che il loro ristorante tipico sta ristagnando, anche a causa dei pregiudizi sulla pulizia e sul fatto che la loro cucina oramai non è più una novità.”.

Continuava asserendo che il sushi preparato da un cuoco giapponese era però molto differente da quello di un cuoco genericamente orientale. Pertanto è facile trovare locali mediocri, per una serie di ragioni che hanno a che fare con la freschezza del pesce, con il modo di tagliarlo, la stagione…
La salvezza è che la gente non sa che sapore dovrebbe avere veramente quello che sta mangiando.

Poiché, anche in questi mercati la moda costituisce uno stimolo potente, molti si sentono autorizzati ad improvvisare. C’è chi diventa itamae (il cuoco del sushi) dopo aver letto “sushi for dummies” e c’è chi diventa connoisseur senza neppure aver letto il manuale. Questi ultimi frequentano i locali, pagano i conti e fanno la loro bella figura con gli amici: il loro ego è appagato, in genere impunemente.

Cosa c’entra con il sushi con il Nasdaq?

Questo mese “festeggiamo” il decennale della bolla sui titoli internet.

Ricordo molto bene il clima di euforia di quel periodo: ho perso un cliente perché “non avevamo guadagnato abbastanza” e con altri le discussioni sulla comprensione del fenomeno internet erano animate.

Ricordo pure la sicumera di una giornalista economica che apostrofava il nostro capo gestore e che ha investito una bella cifra - contro il nostro consiglio - nel giorno del massimo storico del mercato, falcidiandola.

Nonostante avessimo visto giusto non ne sono compiaciuto. Il sentimento che provo ancora oggi è lo stesso che mi coglie quando penso a Redipuglia o ad “Omaha beach”.

Oggi guardando un grafico, rileviamo che il Nasdaq 100 è arrivato nel 2007 al 60% del picco del 2000, mentre lo S&P500, sempre nel 2007 lo aveva superato di poco.

Oggi anche i non esperti possono constatare che quando si è in “bolla” la regola “compera e tieni” non funziona.

Se il rischio di affidarsi ad un sushi bar mediocre è modesto, altrettanto non si può dire quando ci si affida ad un consulente poco solido o se si pretende di fare da sé con l’aiuto dell’”amico” in banca.

Il link su come selezionare un consulente è sempre il medesimo.
http://www.giaume.it/semaforo/Importanza.pdf

mercoledì 3 marzo 2010

Misuriamo il rischio della Grecia

Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM
I rendimenti dei titoli greci sono molto allettanti, ma quanto si rischia a comperarli?

In questo articolo intendo offrire spunti di riflessione per chi vuole capire che relazione c’è tra rischio e rendimento.

Ho avuto modo di parlare il 18 febbraio scorso del tasso privo di rischio
http://epsilon-intervallo-grande.blogspot.com/2010/02/la-grecia-e-lo-sconosciuto-conosciuto.html ed oggi posso aggiungere che, per definizione, chi offre ai creditori un tasso maggiore del risk free lo fa perché ha un merito di credito inferiore al massimo.

La teoria finanziaria dice (all’incirca) che la differenza tra il rendimento offerto ed il risk free è la misura della probabilità del fallimento dell’emittente.

Per esempio, se il tasso risk free in euro è l’1% annuo, chi offre il 4% ha una probabilità di fallire del 3% nei prossimi 12 mesi.

Su un portafoglio di 100 titoli non correlati che offrano il 4% l’investitore deve avere l’aspettativa che nei prossimi 12 mesi tre andranno in default.

Che situazione fotografa il mercato dei bond europei oggi, martedì 2/3/2010? Alle 14.30, ho rilevato questi dati




Ho scelto arbitrariamente due scadenze, (2012 e 2019) e alcuni emittenti.

Mediando i rendimenti della Bei e dell’OAT si può stimare il valore del risk free in euro. Per la prima scadenza questo vale intorno a 1,05%; per la seconda è circa 3.3%.

Visto che i rendimenti offerti dai titoli italiani non si discostano troppo dal risk free possiamo desumere che ad oggi non siamo considerati particolarmente a rischio default.

Alla Grecia viene invece assegnata una probabilità (annua) di fallimento stimabile sul (5.58-1.05)= 4.5% a breve e sul (5.7 – 3.3)= 2.4% a 9 anni.


Concludo ribadendo che
1) I calcoli effettuati sono approssimativi, quello che mi premeva era dare una percezione del fenomeno.
2) Un portafoglio reale composto da più titoli è correlato e pertanto non è possibile fare calcoli semplici per stimare il suo rischio globale: astenetevi dal fare stime sui vostri portafogli usando questo esempio come traccia.
3) Una vera diversificazione è un imperativo per tutti gli investitori.
4) Chi volesse comperare titoli greci deve controllarli quotidianamente perché ovviamente le notizie influiscono e i mercati tendono ad incorporarle molto velocemente.