lunedì 20 aprile 2015

Varoufakix e la pozione magica dei greci

Chi ha la mia età ha letto - e forse possiede ancora - i meravigliosi libri della saga di Asterix ed Obelix.

Mi permetto oggi di fare un po' il verso all'attualità accomunando gli irriducibili galli ai greci.

Entrambi sono accomunati dalla ferrea volontà di non cedere al potere centrale.

Circa i greci, sappiamo che l'Europa non ha la forza di obbligarli a fare le riforme e non ha neppure la convenienza ad vederli uscire.

Infatti in questo caso inizierebbe il gioco del "chi sarà il prossimo?".
E sarebbe la fine (disordinata) dell'euro.

Proprio questo fantasma, evocato dal ministro greco dell'economia, ha generato le turbolenze che abbiamo visto in questi giorni.


Siamo in stallo, e a mio parere la cosa durerà a lungo.

Detto altrimenti, il trend crescente delle Borse assicurato dal QE, sarà come da tradizione interrotto dai periodici acquazzoni che permetteranno di entrare/prendere profitto.

I greci, come in tutti i conflitti asimmetrici, hanno una sola strategia praticabile: la guerriglia. Proveranno a creare turbolenze sui mercati finanziari senza mai voler dichiarare di uscire dall'euro, nella speranza di infiacchire il nemico.

Gli europei tamponearanno prontamente colpo su colpo ogni tentativo di destabilizzazione di portata maggiore, e stanno attendendo che la liquidità dello stato greco termini (per avere una posizione contrattuale più forte).

Chiunque abbia visto il calendario dei pagamenti e delle trattative può rilevare da solo tale strategia.

Si tratta di una corsa di resistenza, ma i ribelli hanno una pozione magica.

Sono convinto che a breve, per pagare i dipendenti pubblici e per le necessità interne, la Grecia emetterà cambiali denominate in euro.

In pratica il governo di Atene emetterà (SOLO per pagare i suoi creditori interni) pagherò in euro. E userà gli euro "veri" per pagare i debiti esterni.

La scadenza dei pagherò potrebbe essere a due anni. 

Questo permetterebbe ai greci di proseguire le trattative e lasciare aperte le porte ad ogni esito.

Per certi versi potrebbe essere una soluzione non troppo sgradita anche alla controparte.

Se tutto andrà "bene" i pagherò verranno onorati in euro, diversamente saranno convertiti in "nuova dracma" e tra due anni la Grecia lascerà l'Eurozona, senza troppi scossoni.

A quel punto sarà evidente a tutti che restare o meno nell'euro dipenderà dalla reale convenienza e non più da un dogma.