lunedì 30 settembre 2013

La relazione tra lo spread e la Borsa - parte seconda

Post rapidissimo ed affannato, con dati presi al volo, e quindi impreciso.

Vi ricordate del mio post di agosto?

Adesso vi faccio vedere a cosa serve.

Un dato che ho omesso per non appresantire troppo l'esposizione è il valore del beta della regressione.

Il beta risponde ad una domanda molto importante.

Se lo spread scende o sale dell'1% quanto va su o giù l'indice di Borsa?

Il beta del 2012 è -9,647 ovvero ogni 100 punti di spread la borsa perde (guadagna)  circa il 9.5%.

Verifica empirica


Data Spread Indice Variazione % Indice Variazione spread  Teorico
26-set 251 17870
27-set 265 17654 -1,2% -0,14% -1,35%
30-set 283 17317 -1,9% -0,18% -1,74%

I dati del 30 settembre sono delle 10 del mattino circa.


lunedì 23 settembre 2013

Matricole e Meteore


Questa settimana per alleggerire un poco il clima di preoccupazione che ho forse creato con gli ultimi post riferirò di un ragionamento fatto con mio figlio, relativamente alle vicende umane.


Ricordate il programmino televisivo che presenta i video delle stelle dei media quando erano agli albori? E che propone anche chi è passato rapidamente sugli schermi senza poi lasciare traccia?

Qui trovate Sandy Marton ed Eros Ramazzotti agli esordi.

Ma chi era Sandy Marton? ahhhh era lui... L'equivalente umano di Filo Sganga.


La questione posta da mio figlio era: "come è possibile che certi cantanti facciano una canzone o due e poi scompaiano, mentre certi altri facciano carriere di moltissimi anni?".

Il quesito è interessante e trovare un abbozzo di spiegazione generale applicabile anche in altri campi della vita potrebbe essere utile. 

Mi sono interrogato spesso su queste questioni e, chi mi segue sa che, specie all'inizio del blog, i miei post erano relativi alla mia visione del mondo.

Chi avesse voglia di rileggerli può farlo, ad esempio, qui e qui.

Chi mi segue sa anche che spesso amo stilizzare la realtà con piani cartesiani. Così nell'illustrare la risposta che ho dato a mio figlio non mancherò di usarli.

Immaginiamo due assi: quello orizzontale della "competenza" e quello verticale della "fortuna".

Il nostro modello del mondo diventerà


A questo punto anche per il lettore diventa abbastanza facile rispondere alla domanda di mio figlio.

Due etichette delle quattro categorie sono state scelte prendendo a prestito un famoso aforisma di Einstein "Preoccupati di diventare un uomo di valore piuttosto che un uomo di successo"; un'altra, la più ovvia, è mia e l'ultima è mutuata da Verga.

Mentre ci vuole poco tempo per individuare un vinto è molto difficile discriminare l'appartenenza alle altre categorie, poiché vi sono spesso condizioni straordinarie, oggettive o soggettive, che impediscono di capire quale sia la situazione reale.

Così a volte ci si "innamora" di un leader sbagliato ed in virtù di una serie di coincidenze lo si crede un predestinato, un uomo protetto dall'Alto, quando invece è solo mediamente abile o mediamente intrigante MA particolarmente fortunato.

Pensiamo per esempio a Hitler e alla quantità straodinaria quantità di attentati ai quali è sfuggito "miracolosamente".

Nassim Taleb in "Giocati dal caso" ha analizzato le questioni relative a queste errate percezioni, sia nel campo degli investimenti che nelle vicende politiche.


Nel mio piccolo ho scritto anche io qualcosa, in Darvinismo all'Italiana e su come provare a discriminare la bravura dalla casualità qui.

























 

venerdì 20 settembre 2013

Com'è dura la duration


"Io ce l'ho profumato" diceva una vecchia pubblicità di una famosa mentina.


E il tuo portafoglio obbligazionario ce l'ha lunga o corta?

La duration, cosa avevi capito? 

Ma cos'è la duration?
E' l'inverso dell'elasticità della domanda (rispetto al prezzo) di un titolo (obbligazionario). 

Ma giova all'investitore sapere qual'è la duration del proprio portafoglio? 

Eh si, diversamente rischia di avere qualche brutta sorpresa.


Ma allora cos'è la duration?

E' un numero che dice
- quanti anni servono per riavere indietro i soldi investiti;
- quanto è sensibile il titolo (o il portafoglio) alle variazioni del tasso di riferimento.

Facciamo un esempio:
se compero un BOT ad un anno, pago oggi 98 e so che tra un anno riavrò 100.

La duration è 1.

Se compero un BTP che scade tra 10 anni la duration sarà 10? 

No, perché nel frattempo incasso le cedole e quindi avrò indietro il mio capitale prima della scadenza del titolo.

Un BTP a 30 anni potrebbe avere una duration intorno a 15.

Interessante direte, ma cosa me ne faccio di questo numero?


Meglio tenerlo in mente perchè indica quanto è ballerino il proprio portafoglio.


Ma come funziona?
Se avete tutti BOT a 3 mesi e domani i tassi salgono potrete dire "pazienza tra 3 mesi investirò a tassi maggiori, il danno è minimo". E se doveste vendere prima della scadenza, sul mercato troverete qualcuno che non vi chiede un grosso sconto per comperarli.

Ma perchè l'acquirente vi dovrebbe chiedere uno sconto per comperare i vostri BOT? Perchè l'alternativa, per chi ha il denaro in mano, è comperare i nuovi BOT che rendono di più. Quindi se voi gli fate uno sconto per lui è indifferente comperare i vostri vecchi BOT o i nuovi BOT.


Il discorso ovviamente non cambia con un titolo più lungo. Cambia invece lo sconto che dovrete fare. 

Avete un titolo comperato a 100 con duration 10 e i tassi salgono di un punto? Lo sconto che dovete fare è 10. Il mercato lo prezzerà 90. 

Direte. Ah, ma tanto lo tengo fino a scadenza e così non mi prendo la perdita.

Non vedete la perdita, ma se aveste i soldi liquidi potreste comperare un titolo che rende di più.

Ma si sa. occhio non vede cuore non duole.


Con questo post completo il quadro iniziato la settimana scorsa. 


L'altra volta abbiamo visto che i titoli obbligazionari di emittenti bancari in prospettiva potrebbero riservare qualche sorpresa. 


Adesso si scopre che anche avere un titolo lungo potrebbe serbare qualche sorpresa se i tassi salgono.

Insomma come perdere denaro anche con le obbligazioni chesecondo la vulgata sono investimenti  tranquilli




giovedì 12 settembre 2013

Il diavolo nei dettagli - Il gran ballo delle obbligazioni bancarie


Oggi, contrariamente alla tradizione della rubrica, ci occuperemo di una intera Asset Class e non di un singolo titolo.


Mi pare infatti che alcuni nodi si stiano approssimando al pettine, anche se non sono ancora conclamati.


Nell'immaginario dell'investitore medio le obbligazioni sono "sicure" e quando si comperano non si tende a sottilizzare.

Naturalmente le vicende Cirio, Argentina, ed i "titoli tossici" hanno contribuito a rendere questa certezza un po' meno forte, ma in fondo ci si fida ancora della propria banca e dell'obbligazione che ci viene proposta dall'"amico".
 

Specie se poi la banca è quella locale e non un Leviatano internazionale.

Così il "consulente", al momento del rinnovo del titolo scaduto, la butta lì: "Perchè non prende anche un po' delle nostre obbligazioni? Rendono come i titoli di Stato." (ovviamente se rendono di più batterà la grancassa e, se rendono di meno, sarà "per diversificare").

Naturalmente pochi al momento dell'acquisto baderanno a cosa firmano. E meno ancora sono in grado comunque di capire cosa stanno comperando.

Possiamo dire - certi di essere capiti da tutti - che comperare una obbligazione bancaria vuol dire dare i soldi alla banca perchè li usi per il suo business.


Qui inizia il difficile, però.

Infatti ci sono una infinità di "cassetti" dove la banca può mettere i soldi che gli prestate.
Alcuni sono più sicuri altri lo sono meno.


Pertanto alcuni bond assomigliano alle azioni (e per questo sono remunerati maggiormente).

Quindi se le banche sono in difficoltà alcune obbligazioni sono molto più pericolose di altre.


Ma tanto le banche sono stabili e sicure... o no?


Ecco la sintesi di un rapporto di Royal Bank of Scotland di alcuni giorni fa.





Il quadro generale

Secondo RBS da maggio 2012 le banche dell’Eurozona hanno già ridotto asset per  2900 miliardi di euro, in gran parte attraverso svalutazioni e perdite sui crediti.
 
Queste sono misure ancora insufficienti in quanto a fronte di attivi per 32.000 miliardi, più di tre volte il Pil europeo, il sistema dovrà tagliare altri 3200 miliardi di asset.
 
Lo scenario evidenziato si basa sui livelli più alti di patrimonio e di leva finanziaria richiesti dalle nuove regole di Basilea 3, che entreranno in vigore l’anno prossimo.
 
Agli istituti medio-piccoli, tocca dare una “sforbiciata” attorno ai 2,6 miliardi.
Tra gli istituti di credito che avranno necessità di un appoggio esterno per l’impossibilità di farcela con propri mezzi o tramite aumenti di capitale, troviamo banche di media dimensione italiane e spagnole.
 
Le grandi banche dovranno tagliare asset per 661 miliardi, tutto sommato una cifra “possibile”.


Banche Grandi
Sono in in vista gli stress test sui 130 istituti bancari più importanti dell’Eurozona, passaggio obbligato per il loro passaggio sotto la vigilanza bancaria unica europea.
Tra i grandi che non se la passano bene, a livello europeo si notano: 

Banca
Ipotesi di ricapitalizzazione  (mld euro)
Deutsche Bank
18
Credit Agricole
17
Barclays
12
Société Générale
6
Commerzbank
2


Banche piccole e medie
Dovranno diminuire il credito per rinforzare il capitale. Questa tipologia di istituto avrà grosse difficoltà a tagliare i crediti alle imprese, specialmente alle pmi.

Risulta quindi possibile un aumento di salvataggi pubblici. A farne le spese non saranno solo i contribuenti ma anche soci e risparmiatori in possesso di obbligazioni subordinate.




La domanda quindi è: "ma cosa sono le obbligazioni subordinate?" La risposta (molto semplicistica) è qui (non cliccate se avete già cliccato il link precedente).

Specifico, per amore di precisione, che la stabilità dell'Unicredito al momento è fuori discussione, a differenza di altre banche sulle cui difficoltà i giornali iniziano a raccontare. 

Chiedetevi adesso: 
I miei titoli sicuri sono veramente sicuri? 
Ma dove diavolo ho messo le carte relative ai bond che ho comperato?
Sono in grado di capire da solo quali sono i titoli sicuri?

Naturalmente per gli obbligazionisti c'è anche un altro pericolo in agguato, ma ne parleremo la prossima volta.

martedì 10 settembre 2013

Alle fonti della Perrier

Un post breve per segnalare un piccolo albergo lungo la direttrice Nimes Montpellier.

A Vergeze, dove c'è la fonte dell'acqua Perrier, ho dormito all'hotel la Passiflora.
Non è un locale sfarzoso, ma ha un tocco magico. 
Uno stabile d'epoca con un giardino interno coperto di rampicanti, che, sotto il cielo stellato di fine estate, fa veramente sognare. 
Il ristorante annesso è adeguato alle esigenze.

Consigliato non solo ai vacanzieri che girano per il Roussillon e la Linguadoca ma anche per una fuga romantica di inizio autunno, se per esempio avete promesso alla vostra fiamma di portarla a Sete a visitare l'Espace Brassens.

Poi, se siete arrivati fino a Sete, non perdetevi le ostriche di Bouzigues.

venerdì 6 settembre 2013

Banca Marche: ultimo episodio del male oscuro, ma non troppo, delle banche italiane

E' notizia recente che Banca Marche sia in difficoltà e notizia meno recente che Banca Carige navighi in acque tempestose, anche se è non è è per nulla evidente che sia instabile da un punto di vista patrimoniale.


La politica, quella più deteriore, si è infiltrata in ogni anfratto della vita italiana storpiando e dopando la realtà.

Molto noto è il caso MPS, meno noti sono poi i casi Popolare di Spoleto, Casse di Ferrara e Teramo...




Senza voler fare di ogni erba un fascio mi pare che in ogni caso valga ancora un mio post del 2009.