mercoledì 30 marzo 2011

Il Madoff dei Parioli



Non si è spento l'eco dell'originale che subito qualcuno si fa sotto per emularlo e... trova clienti!!


Qui un riassuntino della cronaca

Si tratta del solito tremendo equivoco: qualcuno disposto a credere alla magia si trova sempre.

Ma poichè non esiste il pasto gratis, neppure in finanza, ecco che quando vengono offerti rendimenti del 15%-20% occorrerebbe stare un po' attenti.


Un titolo greco o del Portogallo rendono di meno!

Senza dubbio il Madoff originale è stato più accorto. Offriva rendimenti bassi.


Ma si sa in questa Italia siliconata occorre offrire l'improbabile per avere successo.
Poi se è effimero tanto peggio per chi ci ha creduto.


Le violazioni non solo del buon senso ma anche della normativa, da parte non solo degli operatori ma anche dei clienti sono state infinite.

Ed è giusto che il risultato sia questo.

Segnalo i post relativi all'anatomia delle truffe finanziarie che avevo fatto tempo addietro.

Un giorno se avrò il tempo scriverò alcune riflessioni sulla psicologia del cliente che si fa truffare.

mercoledì 23 marzo 2011

La dimensione conta?

E' importante l'aspetto dimensionale per fare una buona consulenza finanziaria?

Ieri sera ho partecipato come relatore ad una conferenza presso Manageritalia Torino.

C'erano anche un consulente del lavoro e Roberto, un amico consulente finanziario indipendente.

Il mio intervento verteva su alcuni aspetti generali della politica di investimento, mentre l'intervento di Roberto è stato molto analitico, tra le altre cose, sui costi procurati dalla cattiva gestione.

E' stato così efficace che se non lavorassi per la mia SIM - che per filosofia ha da sempre risolto a favore del cliente i nodi da lui descritti - che diversamente mi sarei rabbuiato per le sue (peraltro corrette) osservazioni.


Al termine della relazione mi è arrivata una domanda che, solo in seguito, ho potuto classificare come maliziosa: infatti sono stato successivamente informato che il mio interlocutore era promotore di una banca piemontese di medie dimensioni.

La domanda tendeva a volermi mettere in imbarazzo e a farmi denunciare che la mia è una SIM piccola, con l'implicito presupposto che essere piccoli era negativo.

La questione è interessante, pertanto intendo affrontarla brevemente con un argomento semplice.

Vi sono settori nei quali l'intensità di capitale è cruciale, e Marchionne lo sa bene.
Così oggi i produttori di auto nel mondo si contano sulle dita di due mani.


Occorre invece un millepiedi per contare le società che gestiscono investimenti.

Non solo, non ci sono indizi che autorizzino a pensare che le strutture più grandi eccellano per prestazioni.

Per sincerarsene in modo semplice basta scorrere il sito Morningstar e appurare che i fondi con le migliori prestazioni sono distribuiti in modo poco correlato con le dimensioni della casa madre.


Qual'è il vantaggio di essere grandi?

Ovviamente le risorse da investire in marketing e pubblicità, il potersi riempire la bocca dicendo di essere presenti in molti paesi nel mondo.

Ma se questo avesse un riscontro effettivo nell'efficacia ci sarebbero in tutto il mondo 10 case di investimento, un paio americane un paio tedesche e così via.


Come dicevo ieri sera, spesso l'acquirente inesperto non ha un criterio razionale per valutare ciò che compera e si affida agli aspetti emotivi o che è in grado di percepire, senza peraltro comprendere se siano rilevanti.

E le persone maliziose ne approfittano...

Vi segnalo per chiudere un post che trovo ancora attuale.

martedì 15 marzo 2011

Offro in garanzia la casa del MIO VICINO


Quando andiamo a chiedere un prestito, la banca ci chiede cosa possiamo offrire in garanzia.

Se rispondessimo che come garanzia offriamo la casa del vicino, l'addetto sarebbe in dubbio tra metterci alla porta o chiamare il 118.


E a nessuno sembrerebbe un comportamento strano, immagino.

Ora, capisco che gli eventi giapponesi abbiano catalizzato la nostra attenzione, tuttavia nello scorso fine settimana è capitato grosso modo questo, senza che alcuno abbia dato segni di reazione.

I nostri governanti, raggianti, hanno fatto gran proclami perchè hanno fatto passare il concetto che - per valutare la solvibilità di uno Stato - occorre non solo considerare il rapporto debito pubblico / PIL ma anche la ricchezza privata dei suoi cittadini.


Così passiamo dall'ultimo posto al secondo dietro la Germania!

La ricchezza privata dei cittadini è quanto NOI possediamo in case e titoli.

Sarebbe a dire che lo Stato, per poter emettere dei nuovi titoli di debito, implicitamente dichiara all'Europa ed al Mondo: "Non posso offrirti garanzie che con le mie sole forze potrò rimborsare il debito che contraggo, tuttavia pagherò in un modo o nell'altro.".

Capisco che gli investitori siano tranquilli ed i governanti siano raggianti per il risultato ottenuto, in fondo per questi ultimi si tratta di un bel grado di libertà in più.
Certo vista da parte dei cittadini la prospettiva cambia un tantinello... In caso di guai oltre a pagare le tasse risponderemo anche con il nostro patrimonio privato.


giovedì 10 marzo 2011

L'importanza dell'equilibrio

L'anno scorso sono stati impiegati fiumi di inchiostro per mettere in evidenza che il periodo 2000 - 2010 era passato senza che gli indici azionari dei paesi occidentali avessero fatto nuovi massimi. Pertanto le tradizionali attese degli investitori in capitale di rischio erano state tradite.

Oggi la situazione è di massima incertezza, come sempre, d'altra parte.

Diventa quindi utile poter disporre di uno strumento per ragionare su quale percentuale di azioni e di obbligazioni il cliente desidera detenere in portafoglio nel lungo periodo.

Ai clienti che hanno un orizzonte temporale di 10 anni mostro una tabella simile a questa.



Le quattro colonne (75-25; 50-50; 25-75; 0-100) rappresentano differenti mix di portafoglio: tutto a destra c'è il portafoglio 100% obbligazionario. Spostandoci via via a sinistra si incrementa la quantità di azioni del 25% (riducendo ovviamente quella di obbligazioni).

La colonna più a sinistra, quella con le percentuali che variano dal +25% al -25%, rappresenta il livello di rendimento medio annuo del mercato azionario. Tale livello non è previsivo, è ipotetico.

Sulle righe della tabella in corrispondenza al rendimento azionario prescelto si trovano i valori del montante relativo a quel mix di portafoglio.

Mi spiego meglio.

La tabella risponde a questa domanda: "Cosa succede al mio portafoglio investito in X% di azioni e Y% di obbligazioni nell'ipotesi che il mercato azionario renda lo Z% tutti gli anni per 10 anni?".

Ammettiamo
per esempio di aver scelto un mix di 25% di azioni e 75% di obbligazioni e di decidere che il mercato azionario faccia 0 per 10 anni. Tra 10 anni avremo un capitale di 134, generato interamente dalla componente del reddito fisso, poichè il 25% azionario per ipotesi non ha prodotto alcunché.

Se immaginiamo per lo stesso portafoglio (25% azionario) un rendimento del 10% all'anno il montante (capitale + interessi) sarà 174. Se invece immaginiamo il rendimento azionario pari a -10% all'anno (tutti gli anni) il montante sarà 118.
Se il mix tra azioni e obbligazioni sarà invece 50% in quest'ultimo caso il montante sarà 90.
Si sarà cioè perso il 10% del capitale iniziale.

Interessante notare che in questo decennio orribile il FTSE MIB ha perso il 7% circa all'anno tutti gli anni.

Pertanto con una bilanciatura prudente si sarebbe il montante sarebbe stato positivo o poco negativo, nonostante tutto.