giovedì 24 dicembre 2020

sabato 21 novembre 2020

venerdì 13 novembre 2020

venerdì 30 ottobre 2020

venerdì 23 ottobre 2020

Infelici e vincenti

Esaminiamo l'effetto framing, quello che ci fa credere che stiamo perdendo anche quando non è vero... Un esempio molto approssimativo ma utile per introdurre il tema.


venerdì 2 ottobre 2020

Perchè non siamo tutti ricchi? - 1


Se anche non tutti possono essere ricchi tutti possono aspirare ad essere investitori di successo, purchè siano disciplinati

venerdì 18 settembre 2020

Un PAC sul Nasdaq? No Grazie!


 Dopo avere esaminato il meccanismo del PAC vediamo quali sono i suoi punti deboli e se il Nasdaq è proprio il mercato migliore per fare un PAC

venerdì 11 settembre 2020

Vi hanno proposto un PAC?

In questo periodo il PAC (piano di accumulo) sembra essere tornato di gran moda, così come anche i fondi comuni che investono progressivamente. Proviamo ad esaminare il meccanismo, e cerchiamo di capirne pregi e difetti


venerdì 24 luglio 2020

Siamo in bolla?




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Vi prego di seguire con un po’ di pazienza il mio ragionamento perchè parto da lontano ma poi arrivo ad una conclusione pratica.

In questi giorni un cliente mi ha chiesto se i mercati - attualmente - sono in bolla.
Il ragionamento che faceva non era per nulla campato in aria: se le banche centrali hanno immesso una quantità di liquidità pari alla somma dei precedenti interventi degli ultimi 10 anni, vuol dire che i prezzi attuali delle asset class sono gonfiati. La gente compera per disperazione perché non sa più dove mettere i soldi.

In effetti il ragionamento fila. E in effetti i rapporti Prezzo Utile delle azioni sono sui massimi storici.

Però… Come ha dimostrato all’inizio dell’anno, in modo straordinariamente nitido, il responsabile dell’Ufficio Studi della mia SIM è in atto uno shift verso l’alto del rapporto prezzo utili, che resteranno tali per un periodo non breve. A proposito se vi interessa quel documento chiedetemelo, che ve lo mando. E’ un po’ tecnico ma se masticate un po’ di tecnica lo troverete fantastico.

Ma torniamo a noi. E’ vero che adesso siamo in una situazione in cui il rapporto prezzo utili è ai massimi storici e quindi poichè è una grandezza mean reverting la statistica ci dice che ci si dovrebbe attendere un ridimensionamento, un ritorno sulla media. Ma siamo anche in un momento in cui le Banche centrali hanno dichiarato di voler mantenere bassi i tassi per un prolungato periodo di tempo. E questo vuol dire che le attività sicure hanno tassi negativi e che per cercare rendimenti occorrerà operare sulle attività rischiose.

Detta in una sola frase. C’è così tanto denaro in giro, immesso per volontà politica, che i prezzi delle azioni o, se preferite, i rapporti prezzo utile non caleranno per molto tempo anche se adesso sono sui massimi.

Quindi la risposta al mio cliente è stata. “No, non siamo in bolla perchè questi non sono momenti normali. Quando - tra molto tempo - la liquidità si ritirerà allora, saremo in bolla. Allora o le società faranno utili alla grande o i prezzi scenderanno”. Ma se per ipotesi domani le società tornassero a fare utili normali, pre covid per intenderci, i prezzi saliranno.

Ma perchè tutto questo ragionamento dovrebbe interessare anche chi mi ascolta?

Perché se da un lato il flusso di denaro alla ricerca di rendimenti non permetterà discese permanenti dei prezzi degli asset, dall'altro lato se si vorrà fare qualcosa di meglio del mercato occorrerà provare a selezionare i temi più redditizi.

A questo punto è legittima la domanda: ma perchè non accontentarsi del rendimento di mercato? Nel periodo 1997 - 2020 a fronte di una detenzione dell’indice SP500 di 10 anni (ovvero io compro e tengo per 10 anni) il rendimento minimo è stato -5% e il rendimento massimo oltre il 14%. E’ abbastanza.

Si ma quelli erano altri tempi. Adesso con l’abbondanza di liquidità presente e per la manifesta volontà di mantenere i tassi bassi per lungo tempo i rendimenti attesi saranno molto minori. Insomma si rischia di avere rendimenti di molto meno della metà, per il prossimo decennio.

Inoltre la volatilità aumenterà perchè i player del mercato nel tentativo di creare o trovare opportunità cercheranno di cavalcare situazioni che appariranno come promettenti, creando quindi estensioni artificiali del movimenti naturale del mercato.

Insomma saranno anni complessi e inesplorati, dove solo parte di quello che sappiamo servirà.
E quindi il consiglio è non affrontate un terreno inesplorato senza un compagno che almeno un po’ ne sappia.

venerdì 17 luglio 2020

Luca e il ponte verso la pensione




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Ho conosciuto una persona di 57 anni, appassionato di finanza e segue attentamente i propri investimenti. Dopo un po’ mi ha confidato di avere dubbi sulla possibilità di trovare un nuovo impiego, se l’azienda per la quale lavora, nei prossimi mesi dovesse chiudere.

Era piuttosto sconfortato, sebbene possieda un patrimonio finanziario di alcune centinaia di migliaia di euro, perché se da un lato era consapevole che in un modo o nell’altro avrebbe avuto di che sopravvivere durante i quasi 10 anni che lo separano dalla pensione, temeva che il capitale che gli sarebbe rimasto non sarebbe bastato per comprarsi una casetta e finalmente vivere in pace.

Il problema di come riuscire a crearsi una rendita periodica senza ricorrere ad una assicurazione è abbastanza comune. Un caso astratto lo avevamo già affrontato alcuni mesi fa. Vi lascio i link per rivedere le puntate.
Qui https://www.youtube.com/watch?v=8mGSK66vjC0&t=0s e qui https://www.youtube.com/watch?v=yOdUwzkppoU&t=0s

Questo è un problema che si potrebbe riassumere nella domanda: in questa situazione cosa mi posso aspettare per il futuro?

Per rispondere per prima cosa ho analizzato i suoi investimenti ed ho capito la sua ansia: negli ultimi 10 anni il suo patrimonio non era praticamente cresciuto, il che vuol dire il suo capitale si è svalutato di circa il 15 -20% in termini di potere di acquisto. Infatti anche se noi vediamo sempre la medesima rassicurante cifra, il potere di acquisto in 10 anni cala considerevolmente.

Interessante anche notare che, sebbene sia una persona tutt’altro che stupida e sia tutto sommato abbastanza pratico di banche ed investimenti non sia riuscito a cogliere un punto essenziale: occorre fare un programma e seguirlo. Occorre cioè stabilire quale è il tempo che ci dobbiamo dare per arrivare al risultato e avere la freddezza di continuare a implementare il piano anche in condizioni emotivamente avverse.

Ma perchè noi italiani non siamo abituati a fare investimenti di lungo termine?
Una volta era tutto molto più facile perchè i BOT ci hanno “insegnato” che scaduto un BOT se ne faceva un altro. Quindi investire per il lungo periodo - per la nostra esperienza - era solo una successione di investimenti di breve periodo. Ma quel tempo è finito.

Questo signore si è baloccato con i suoi soldi senza un piano preciso ed i danni li sta vedendo solo adesso. Per anni ha comprato i prodotti proposti di volta in volta dal suo “amico in banca” che gli ha venduto in perfetta buona fede certificati, assicurazioni infarcite di costi e ricarichi, pochi fondi, rigorosamente della casa e tutto quello che gli veniva di volta in volta indicato dalla direzione commerciale.

Risultato: 350 mila euro aveva 10 anni fa 350 mila euro ha adesso.

Gli ho detto che avremmo dovuto fare un piano. Abbiamo valutato insieme le sue necessità di cassa per i prossimi 10 anni, abbiamo visto quale era la sua propensione al rischio, in modo tale da poter organizzare un portafoglio che non lo facesse morire di paura se si presentasse (e credetemi si ripresenterà) un momento difficile come come il collasso dei mercati di marzo.

E sulla scorta di questi dati ho sviluppato un piano che alla fine è piuttosto rassicurante.

Investendo disciplinatamente ha i soldi per arrivare alla pensione, ha i soldi per comprare una casetta e ristrutturarla, e gli avanza ancora qualcosa.

A questo punto mi chiederete: ma come fai ad esserne sicuro?

Per due ragioni.
La prima: ho stilato un piano di sviluppo del capitale molto conservativo: per chi è un po’ più tecnico posso accennare che ho impostato due rendimenti medio del patrimonio: per il worst case pari al 10° percentile per il success al 40° percentile dei rendimenti storici degli ultimi 25 anni.
La seconda: abbiamo davanti 10 anni. Anche se non so cosa faranno i mercati tra un mese o un anno sono abbastanza confidente di poter avere ragione a lungo termine.

Mi spiego meglio. Scommettere giorno per giorno a testa o croce è il modo migliore per non avere risultati, ma scommettere che tra 10 anni la metà dei risultati sarà stata testa e l’altra metà sarà stata croce è una scommessa vinta.

Perché la media domini la varianza occorrono tempi lunghi.

venerdì 10 luglio 2020

Wirecard e l'ansia negli investimenti





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Forse avrete sentito che Wirecard, una importantissima società presente nell'indice di Borsa tedesco è passata da 150 euro a 3 euro per azione nel giro di poche settimane.



Questo avvenimento ci dà l'opportunità di fare molte considerazioni.

La prima è che c'è differenza tra una flessione, anche severa, e una perdita. La flessione implica un recupero, anche se forse in tempi lunghi, mentre la perdita non prevede un recupero perché ad es. la società fallisce.


Una persona mi ha recentemente chiesto se si possono evitare investimenti che comportino flessioni severe o perdite. La risposta è ni, anche se vi avevo detto, la settimana scorsa, che la specificità delle affermazioni distingue un professionista da un dilettante.


Anni fa un amico laureato in una materia scientifica mi disse “io da te mi aspetto delle previsioni esatte perché io che sono un dilettante posso sbagliarmi ma tu no”. E poi mi aveva chiesto cosa avrebbe fatto la borsa il giorno dopo.

Risposi che la sua impostazione era concettualmente corretta ma che occorreva mettersi d’accordo su cosa volesse dire “giusto” o “sbagliato”, perché quando si parla di argomenti ingegneristici o fisici due più due fa sempre quattro, ma le cose si complicano se si parla di fenomeni sociali, perché la finanza è un fenomeno sociale e il metodo delle scienze sociali è la statistica.


La statistica è nata cioè per descrivere fenomeni che non possono essere descritti in modo deterministico, inoltre per ragioni che sarebbe bello approfondire, ma che ci porterebbero troppo lontano, noi uomini pensiamo praticamente sempre in modo deterministico, perché è più pratico, meno faticoso e soprattutto riduce l’ansia.


Facciamo un esempio: se dico Rosso di sera… Cosa rispondete? Avrete certamente ricordato il famoso adagio. Concorderete, inoltre che il “si spera” sarà probabilmente stato aggiunto in seguito, quando ci si sarà resi conto che spesso, nonostante un tramonto rosso, il giorno successivo il tempo non era quello predetto.


Quindi a fronte dell'evidenza che il proverbio funzionava solo a volte, piuttosto che buttarlo via e non avere più una finta ma confortevole sensazione di poter prevedere il futuro si è preferito attenuarne il valore previsionale e mantenerlo. In definitiva la previsione sarà stata anche farlocca una volta su due, ma il senso di comfort di possedere un metodo per dominare il futuro è stato mantenuto, con tutto vantaggio per l'anima poiché l'incertezza crea ansia e l'uomo che ne è già sovraccarico la respinge in tutti i modi.


Ma allora cosa deve fare un professionista della finanza con il proprio cliente?

Deve indicare che gli obiettivi chiari e determinati sono possibili solo nel lungo periodo, perché la statistica non fa sconti. Quindi nel breve potrebbero capitare e capitano, eventi traumatici imprevedibili. Questo avvicina la gestione dei patrimoni all'arte della navigazione: occorre tracciare una rotta di massima e poi eseguire variazioni in base alle condizioni del momento.


Il punto è che il cliente, se lasciato a sé stesso, non ne vuole sapere di probabilità, vuole certezze e subito, anche finte, come quelle del proverbio.


Anche in questo caso la vita ci offre una coperta corta. O accettiamo l'ansia dell'incertezza di breve medio periodo, gestendo comunque i nostri investimenti in modo da fare si che la tensione emotiva sia sempre mantenuta ad un livello accettabile, o la rifiutiamo rifugiandoci in un mondo di soluzioni posticce, studiate apposta per eliminarla, al prezzo però di non guadagnare.


Quindi alla domanda: è possibile evitare brutte sorprese come il tracollo di Wirecard o di Parmalat o Argentina? La risposta è: si può fare qualcosa per ridurre i danni di un evento avverso, sia in fase di pianificazione sia in fase di gestione dell'evento, ma il solo metodo ragionevole per non buttare soldi dalla finestra non è cercare di evitare a tutti i costi il danno, perché alla fine porterebbe ancora più danni. È proficuo piuttosto immaginare preventivamente il caso avverso in modo che quando si verificherà non sia esiziale per il portafoglio.


venerdì 3 luglio 2020

Questa estate farà caldo




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Accettare la scommessa “Scommetto una pizza che quest’estate farà caldo” è ben differente dall’accettare “scommetto una pizza che domani a Torino alle ore 14 ci saranno 27 gradi e 85% di umidità”.

Nel primo caso è pagare una pizza ad uno scroccone, nel secondo caso è pagare una prestazione professionale ad un metereologo.

Infatti se una affermazione è molto specifica è sia facilmente verificabile sia poco probabile che avvenga per caso. Se invece una affermazione è poco specifica è probabile che si verifichi per caso e quindi dice poco circa le qualità professionali della persona che sta facendo quelle affermazioni.

Quindi sia quando parliamo con un decoratore sia quando parliamo con un consulente medico legale o finanziario occorre concentrarsi non su quanto ci fa piacere sentire ma su quanto ci viene detto in modo specifico.

Il problema è che per il cliente questo modo di procedere è faticoso perché ci impone di metterci anche un po’ nei panni del professionista.

Un medico vi farà fare 10 esami e solo alla fine dirà “hai questo”. Prima dei 10 esami sarà vago lasciandovi nell’incertezza e nello stress. Solo al decimo esame vi dirà quello che in fondo voi già “sapevate”. E vi direte tra di voi: “ma ci voleva tanto?” Eh, sì ci voleva tanto, per essere sicuri che fosse quello e non altro.

Un santone invece vi guarda in faccia e in base all’intuizione vi dirà “hai male alla pancia”. E voi gioirete e comprerete una cura di tisane per un mese nel quale o guarirete o peggiorerete.

Non si sa se avete male alla pancia perché avete preso freddo o avete un malanno serio. Lo scoprirete nel tempo. Intanto il beneficio è che non siete più stressati. Per questo i santoni sono popolari. Perché cercano popolarità e fanno calare lo stress. Non cercano cause o sicurezze.

Questo spiega perché c’è molta gente che va dal santone, anche se occorre dire anche che il medico moderno è preso un po’ dal delirio di onnipotenza e non guarda più negli occhi il paziente.
E poiché noi siamo umani ci risentiamo se chi si occupa di noi bada solo al nostro malanno e non a noi.

Quindi sia per i medici sia per altre categorie professionali è indispensabile recuperare l’aspetto relazionale, che però non deve costituire l’essenza della relazione di cura. Si tratta invece di trovare un equilibrio tra i bisogni materiali e dell’anima. Quanti sono gli anziani che vanno a farsi prescrivere medicine inutili solo perché il medico li ascolta e li conforta? Ma alla fine un medico che dà un placebo ad un malato immaginario sa cosa sta facendo, e se il malato andasse da un santone potrebbe finire peggio.

E questo ha a che fare con gli investimenti?

Certo perché a volte noi abbiamo a che fare con i santoni degli investimenti. Sia quelli che dicono tutto ed il contrario di tutto in cerca di popolarità sul web, sia quelli che facendo leva sugli aspetti umani e sul nostro desiderio di essere ascoltati ci rifilano più o meno consapevolmente delle fregature.

Non è un caso che all’inizio della mia carriera 30 anni fa venissi scaricato con la famosa frase “sai ho un amico in banca”. Il vento era già cambiato ma la gente non se ne era accorta e ci sono voluti anni per far capire a molti che non c’era più una risposta semplice alla domanda legittima “quanto rende il mio investimento?”. Una volta la risposta era facile: c’erano i BOT. Ma adesso la risposta a questa domanda deve essere data in modo differente, proprio perché il mondo è cambiato.

Però la risposta sincera potrebbe non piacere a chi è abituato ancora alla vecchia maniera. E questo li fa diventare facili prede.

Se vi presentassero un certificato e vi dicessero tu guadagnerai il 5% all’anno se queste azioni non scenderanno, voi vi soffermerete sulla percentuale che sperate di guadagnare e non sul fatto che è una scommessa.

La domanda giusta da fare al proponente sarebbe invece: "ma tu cosa ne pensi di queste azioni? Perché se sono buone ce ne compriamo direttamente un po’, se non sono buone meglio non comperare neanche il certificato perché tanto non prenderemo il 5%.".

Se il proponente ha strumenti tecnici adeguati per rispondere vi dirà se secondo lui le azioni che costituiscono il sottostante del certificato sono buone o meno. Poi potrete discutere se comprare il certificato o le azioni (io sono per l’acquisto delle azioni). Ma se invece inizia a cincischiare cose del tipo “...è per diversificare”… allora è meglio cercare di capire cosa vi sta dicendo tra le righe, e cioè “ma cosa diavolo vuoi che ne sappia di come sono quelle azioni. Questo ho e questo vendo”.

Come vedete fare un investimento senza avere una motivazione specifica ci riporta nell’ambito delle affermazioni del tipo "questa estate farà caldo".

venerdì 26 giugno 2020

Vi siete mai lanciati da un balcone?




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Certamente conoscerete una persona che ha venduto sui recenti minimi di marzo, perché non ce la faceva più, nonostante il suo consulente gli avesse detto di restare fermo.

Ma il consiglio è partito dal cervello razionale del consulente ed era diretto al cervello razionale del cliente, che non ha ascoltato.


Una persona che ha venduto sui minimi ha un doppio problema: non ha valutato bene il proprio grado di sopportazione del rischio e ha un consulente che forse non è completamente attrezzato per seguirlo.

venerdì 19 giugno 2020

Ecobonus pro e contro


#Ecobonus
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Molti video su questo tema vi spiegano i dettagli più minuti.
Questo video vi vuole dare due dritte su una serie di cose che in genere non vengono dette e che invece sono importanti.

Quando muoversi? Come scegliere la ditta? A cosa stare attenti?

venerdì 12 giugno 2020

Non accettate un 2,5% dagli sconosciuti





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Ci lamentiamo che i politici vadano dietro alle fantasie degli elettori, ma possiamo vedere che talvolta anche la crème del giornalismo italiano indugia nella stessa deriva.

Oggi faccio specifico riferimento all'articolo del 4 giugno di Angelo Drusiani comparso sul Corriere della Sera. Potete trovare il link di seguito.

Mi pare un'occasione per riflettere su un argomento non sempre riconosciuto: come interpretare i “consigli” offerti dai giornalisti economici?

L'articolo è miele per le orecchie del risparmiatore italiano: ancora nostalgico, nonostante Parmalat e Argentina - delle obbligazioni ad alto rendimento.
La domanda è sempre la stessa: "come posso far rendere i miei soldi con obbligazioni che danno il tot percento?"

Da un punto di vista strettamente legale non c’è dubbio che sia una attività permessa, ma qual’è il limite oltre il quale è lecito ed etico che un giornalista si spinga?

Il lettore vuole un bond che rende il 5%? Diamogli una cedola siffatta e non roviniamogli il sogno dicendo chiaramente che a quei rendimenti sono associati rischi elevati, che devono essere compresi e gestiti. Parliamo invece di "osare", di "pepe", ma non roviniamo il sogno.

Per salvare le apparenze basta inserire blande metafore circa il rischio che si corre, ma se un incauto lettore avesse lo sghiribizzo di seguire veramente i consigli dispensati rischia di incorrere in perdite non metaforiche ma reali.

Nell’articolo si mostrano una tabella, si parla di "proposte", è una attività paraconsulenziale ma senza responsabilità; perché al momento dell'acquisto i singoli firmeranno che sono consapevoli della propria scelta o, se sono fortunati, troveranno una persona che avrà l'ingrato compito di dover smontare il loro sogno.

Così nell'articolo, di metafora in consiglio, si arriva a suggerire, tra gli altri, un bond subordinato perpetuo Volkswagen, il cui grafico storico mostra chiaramente quanto sia bizzoso.

Se chi legge l'articolo si lascia sedurre dall’idea di avere un rendimento perpetuo del 2,5% senza capire quali siano i risvolti della propria scelta, magari tra alcuni anni - quando i tassi saliranno - potrebbe subire una minusvalenza simile a quella che gli infliggerebbe un titolo azionario, senza magari neanche ricordare per quale motivo li ha in portafoglio, quei titoli.

Quindi cari giornalisti economici non sarebbe meglio non parlare di titoli e spiegare invece che oggi il risparmiatore che parte dalla domanda "quanto mi rende all'anno?" ha molte più probabilità di veder diminuire il valore del proprio capitale, anziché incrementarlo?

Il perché è semplice: i rendimenti sono associati ad un rischio. I rendimenti “sicuri” oggi sono negativi. I rendimenti attraenti incorporano un rischIo che è elevato: o lo si conosce e lo si gestisce professionalmente o si sta comprando un biglietto della lotteria.

Alla lotteria si può vincere qualche volta, ma alla lunga è il banco che vince. E chi vuole fare informazione lo dovrebbe dire chiaramente altrimenti si passa dal business dell’informazione a quello della vendita degli spazi pubblicitari attorno all’articolo.

E voi come la pensate? Sono troppo severo? In qualità di utenti capite che si tratta di un articolo glamour o lo prendete sul serio?


venerdì 5 giugno 2020

Possiedi case e le affitti? Questa informazione potrebbe interessarti


Lo scorso autunno ho fatto alcune puntate sugli immobili. Ed oggi ci ritorniamo.

In autunno ho risposto alla domande che trovate qui sotto.

Gli immobili sono l’investimento del futuro?
Quanto rende una casa a Milano?
Quanto rende una casa a Torino?
Comprare azioni o affittare una casa? (parte 1)
Comprare azioni o affittare una casa? (parte 2)
Una casa a Cortina o a Courmayeur?

Inoltre chi mi segue da più tempo inoltre sa che ho creato il concetto di “imbuto immobiliare” 

Imbuto immobiliare vuol dire che a causa
- della elevata età media della popolazione,
- della polarizzazione della ricchezza,
- del basso tasso di natalità degli italiani,
- del grande patrimonio immobiliare disponibile,
per molto tempo sul mercato ci saranno più venditori che compratori di immobili e i compratori saranno prevalentemente “i nuovi italiani” i quali, loro malgrado, saranno acquirenti di immobili di fascia bassa.

Ma perché gli immobili potrebbero diventare un problema per le generazioni giovani?

E’ noto che gli immobili drenano liquidità, sia a causa delle tasse che a causa delle spese di gestione. Quindi se i giovani erediteranno più case di quelle che potranno usare, dovranno prevedere un cospicuo flusso di liquidità in uscita. Ma a differenza dei padri facilmente vivranno un periodo di crescita economica modesta e potrebbero avere difficoltà a reperirla.

Se dovesse capitare un periodo difficile sia collettivo che personale potrebbero non avere tutta la liquidità che serve per mantenere gli immobili, ed essere costretti a vendere rapidamente con un sacrificio di prezzo, avvilendo così gli sforzi dei genitori o dei nonni.

Insomma, anche se nel nostro cuore gli immobili sono sempre un ottimo investimento ci sono alcuni indizi che ci impongono di valutare più attentamente il loro peso all’interno del patrimonio familiare, perché in caso di crisi potrebbero diventare un problema.

Ovviamente vendere un immobile è una operazione difficile, sia dal punto di vista sentimentale sia dal punto di vista materiale. E’ quindi buona norma pianificare questa operazione per tempo, per evitare di vendere in fretta.

Adesso vi faccio la domanda importante di questa puntata.

Vi riconoscete nella descrizione che segue?
- Vostro nonno o vostro padre ha iniziato decenni fa a comperare case e affittarle.
- Possedete un buon patrimonio immobiliare, anche se minore di quello che valeva 10 anni fa.
- Questo patrimonio produce un certo reddito, però occorre detrarre le tasse e le spese di manutenzione e gli eventuali insolventi.

La domanda quindi è: "è ragionevole valutare con un esperto se sia opportuno o necessario iniziare a programmare una dismissione immobiliare, senza fretta, per vendere bene?"


Dopo le cattive notizie ecco quelle buone.

Avrete senza dubbio sentito parlare del “decreto rilancio” dello scorso maggio. Tra le misure prese c’è anche l’ecobonus 2020. Grazie al rimborso in 5 anni delle spese sostenute, l’ecobonus permette di effettuare in modo praticamente gratuito, e al limite senza neanche anticipare i soldi, alcuni importanti lavori di ristrutturazione energetica, come i tetti, i cappotti termici e gli impianti di riscaldamento. I limiti per unità abitativa sono piuttosto generosi: da 60 mila euro per l’isolamento delle superfici opache a 30 mila euro per unità, per la sostituzione degli impianti di riscaldamento.

Ma solo per le prime case e per i condomini.
A questo punto mi direte: “A me non interessa. Ho affittato tutte le mie seconde case”.

Vi invito a riflettere sul fatto che questa notizia in realtà interessa i vostri inquilini in quanto potenziali nuovi proprietari. L’ecobonus potrebbe quindi diventare la spinta giusta per far comprare loro la casa che adesso affittano.

Potrete avere una opportunità in più di smobilizzare parte del vostro patrimonio: gli inquilini - come neoproprietari di prima casa – potranno accedere al bonus: in sostanza è come se la comprassero con uno sconto che potrebbe arrivare anche a 90 mila euro.

É un’occasione che inizia a luglio di quest’anno e finisce a fine 2021.

A questo punto mi direte, come ha fatto un mio cliente. “Guarda che i miei inquilini sono persone ottime perchè pagano l’affitto regolarmente ma non sono in grado di comprarsela”.

L’ideale sarebbe avere degli inquilini che paghino il prezzo tutto e subito, ma se si stabilisce - con il proprio consulente patrimoniale - che ridurre il peso percentuale degli immobili sul proprio patrimonio globale è un obiettivo importante, si potrebbe valutare anche di fare credito agli inquilini senza ricorrere alla banca: fare loro un mutuo garantito da una ipoteca. Così periodicamente si riceverà una rata che non sarà più derivante dall’affitto ma da un prestito garantito.

Da un lato continuerete a ricevere un flusso di cassa come se l’alloggio fosse affittato, dall’altro avrete meno tasse e meno capitale immobilizzato.

Volete un esempio di rata? Un mutuo di 100 mila euro al 3 per cento in 20 anni vi farebbe ricevere circa 550 euro al mese.

Bene... Spero di esservi stato utile e seguitemi anche su Telegram.

venerdì 29 maggio 2020

Usciamo quando il mercato scende - Parte 2






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L’altra volta vostro cuggino vi aveva fatto vedere che con la media mobile pensava di poter filtrare i periodi di ribassi e rialzi.

La regola che aveva usato era: essere investito quando quando i prezzi sono sopra la linea della media mobile. E viceversa.

Alla fine però vi aveva presentato questa tabella dove si vedeva che era meglio comprare e tenere perché si ottiene di più e anche i ritracciamenti non sono percentualmente minori.

Il vulcanico cuggino nella notte ha avuto una pensata.

Visto che la regola di non essere investiti quando la media mobile è sopra i prezzi non funziona benissimo, la modifico un po’.

Invece di non essere investito completamente sono investito solo a metà. Quindi la nuova regola è: se sono sopra la media mobile sono investito a 100% se sono sotto la media mobile sono investito a 50%. In questo modo ce la posso fare a prendere almeno un po’ di ribassi.

Vediamo allora i titoli che avevamo già visto l’altra volta.

3M nuova regola



3M vecchia regola



GoldmanSachs nuova regola



GoldmanSachs vecchia regola



 Microsoft nuova regola

Microsoft vecchia regola


Quello che possiamo vedere è che il grafico dell’andamento del patrimonio con la regola nuova si avvicina sempre di più a quello senza regola. D’altra parte era evidente che non avrebbe potuto fare diversamente. Aumenta la percentuale di investito nel bene e nel male.

Ma se adesso vediamo la tabella riassuntiva possiamo vedere che il risultato complessivo migliora e siamo quasi vicini al risultato che si otterrebbe senza regole.



A questo punto il vulcanico cuggino dice, ma quasi quasi proverei a vedere se le cose vanno così anche su altri mercati, per esempio il mercato italiano.

A quel punto gli suggerite di usare i Google Sheets che hanno una funzione chiamata Google Finance che permette di richiamare in automatico le quotazioni di una infinità di titoli.

Mentre il cuggino si getta nell’impresa titanica a voi resta il dubbio che sia tempo perso perché pensate che se aumentando la percentuale di investito la linea del capitale gestito con la regola si avvicina alla linea del capitale non gestito vuol dire che la media mobile non è un indicatore o se preferite un filtro che può separare con certezza le fasi di rialzo da quelle di ribasso.

Il cuggino dopo un po’ vi annuncia che ha testato le migliori medie mobili, cioè quelle che storicamente hanno dato i migliori risultati nel passato sui singoli titoli. Il ragionamento che vi fa è brillante.

"Non esiste una taglia unica. Ad un titolo calza meglio la media mobile a 100 giorni piuttosto che quella a 200. Se io di volta in volta applico a ciascun titolo quella che è andata meglio nel passato e aggiorno costantemente il quadro ecco che ottengo dei segnali affidabili".

Nel frattempo voi avete incontrato un consulente finanziario che vi ha detto guarda che tuo cugino sta facendo una cosa molto pericolosa sta overfittando un trading sistem. Lascia perdere.

Voi non avete capito bene cosa fosse l’overfitting ma avete capito che il cuggino è meglio lasciarlo perdere.

A questo punto qualcuno potrebbe legittimamente chiedersi. Ma allora le ricerche algoritmiche e l’analisi tecnica sono tutte da buttare? No, non vuol dire che in modo molto cauto non ci si possa avvalere di una serie di regole complesse per provare a migliorare le prestazioni di un portafoglio aumentando o diminuendo le percentuali di investito, ma è una cosa completamente differente. Occorre molta prudenza, molta esperienza e molto disincanto. Insomma. L’esperienza è tutto e spesso non basta, perché si tratta di osservazioni empiriche che non sono facilmente testabili in senso stretto e scientifico del termine.
Si tratta quindi di applicare con buon senso una forma di arte. Ma soprattutto ricordate che è molto facile che chi vi propone di gestire un patrimonio con una regola facile vi propone al meglio il lancio di una moneta. Cioè vi offre di giocare a testa o croce con i vostri risparmi.

venerdì 22 maggio 2020

Usciamo quando il mercato scende - Parte 1


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Oggi avremo modo di toccare con mano la controintuitività della finanza.

Cosa vuol dire che la finanza è controintuitiva? Spesso in finanza si crede di applicare delle regole di buon senso, quando in realtà si stanno facendo cose pericolose senza saperlo. E' un po’ come quando si deve correggere la traiettoria dell’auto sul ghiaccio: occorre controsterzare, e non è intuitivo. Analogamente la controintuitività della finanza è la ragione per cui investire è molto difficile.

Iniziamo oggi con la madre di tutti i cattivi pensieri dell’investitore. “Quando scende usciamo”.

Perché è una proposta intrigante? Anzitutto le persone in genere soffrono il doppio quando il proprio investimento scende. Il dolore della perdita è mediamente doppio rispetto al piacere del guadagno. Quindi è affascinante immaginare di poter evitare il dolore. Anche perché al dolore sono associati i cattivi pensieri che fanno perdere. E sono del tipo ”Ma sono così scemo? Era evidente che…”, “Adesso mia moglie mi pianta le paranoie”, “il mio collega ha guadagnato di più”. E così via.

Quindi fin dall’alba degli investimenti azionari, ovvero dal secolo dell’assolutismo in Europa o per quello che riguarda il Giappone dell’epoca Edo, gli uomini si industriano per trovare modi di prevedere cosa succederà al prezzo di un titolo. E tra questi c’è anche l’astrologia!

La domanda che vi pongo oggi è: esistono criteri che indicano con regolarità (consistenza) se è ora di entrare o di uscire da un titolo? Notate non sto dicendo criteri per indicare se un titolo sia buono da comperare perché sottovalutato. Intendo dire un criterio semplice, quasi meccanico, per decidere quando comperare o vendere? Ci sono molti pensieri in merito. Oggi iniziamo ad esplorare il più classico di tutti: le medie mobili.

Immaginate vostro cuggino che vi mostra questo grafico e vi dice: “la linea più nervosa è l’andamento del titolo XXX e la linea più morbida è la media mobile dei prezzi”.




E prosegue “Noi da adesso compriamo questo titolo solo quando i prezzi stanno sopra la media mobile. E lo venderemo quando i prezzi vanno sotto” Voi guardate la regolarità stupefacente del grafico, annuite e vi vedete ai Caraibi.

Vostro cuggino poi vi spiega come si costruisce la media mobile. Prendiamo ad es. un prezzo al mese, l’ultimo prezzo del mese e facciamo la media semplice. Poi il mese dopo dopo buttiamo via il prezzo più vecchio e ci mettiamo il prezzo nuovo e rifacciamo il calcolo. Una cosa facile, che con un foglio di calcolo si fa in due minuti. Inoltre ci dà poco stress e facciamo poche operazioni. Possiamo farlo la sera, di un venerdì senza sbattimenti.

Date 100 euro a vostro cuggino e per 10 anni seguite il metodo: dopo 10 anni andate a casa sua con il trolley e la bottiglietta di abbronzante, pronti per andare ad Antigua. Ma vostro cuggino vi dice, “guarda che andremo a Riccione”.

"Ma come? Ma abbiamo guadagnato o no?"
"Certo che abbiamo guadagnato. Ma è capitata una cosa curiosa. Sarebbe andata meglio molto se avessimo lasciato stare la regola.".


Guarda: in rosso ecco il grafico dell’andamento dei 100 euro investiti su questo titolo, solo comprando all’inizio e tenendo, senza fare nulla. Qui invece in verde vedi l’andamento degli altri 100 euro applicando la regola.
 

"Ma è andata bene!" Dite voi.

"Abbiamo avuto fortuna. Guarda gli altri titoli."

"Ecco un altro titolo fortunato.".


"E un altro.".
"Ma se guardi tutti i titoli comprare e tenere pare meglio".

Però poi avete un lampo. “Cuggino, ma la regola che abbiamo usato non fa impiegare il capitale per tutto il tempo. Mentre il "compra e tieni" sì. Hai decurtato il capitale  dell'altro investimento in modo da tenerne conto? Diversamente hai avvantaggiato la concorrenza” (immaginando inoltre che dividendi e interessi sul capitale non usato più o meno si pareggino).

Lui risponde: "Sì nel calcolo ne ho tenuto conto. Nel senso che ho ridotto il capitale impiegato nel "compra e tieni" in proporzione al tempo nel quale il sistema dava indicazione di acquisto. Per esempio se l’indicazione era di stare comperati 7 anni su 10, ho ridotto del 30% il rendimento del capitale dell’investimento "compra e tieni"".

Guarda adesso questa tabellina. 



"Ci sono quasi tutti i titoli americani che compongono l’indice Dow Jones 30 e vedi che dopo 10 anni di applicazione della regola, mediamente non conviene applicarla perché si guadagna di più comprando e tenendo."

"Sì, ci sono dei titoli con i quali la regola funziona, cioè dei titoli dove ha senso applicarla, ma non pare possibile determinare a priori dove la regola funzionerà".

A questo punto il cuggino prosegue: “Almeno ho evitato i ribassi più duri”.

Voi fate un conto ad occhio sui grafici e vedete che le discese percentualmente sono simili. E glielo fate notare.

A quel punto il cuggino vi dice: "pare che la media mobile non permetta di separare nitidamente le fasi di rialzo da quelle di ribasso, anche se a occhio pareva di sì. MA allora sai cosa proviamo a fare?".

Per oggi ci fermiamo qui. Se vorrete sapere cosa si inventerà vostro cuggino la prossima volta dovrete aspettare la prossima puntata.


Se vorrete verificare direttamente i numeri basta che mi scriviate per averli.
I dati sono di Google Finance e le elaborazioni sono mie. 

venerdì 15 maggio 2020

I rimborsi delle banche fallite


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Come ricorderete non troppo tempo fa sono fallite Banca Etruria, Banca delle Marche, Carichieti, Cariferrara, Popolare di Vicenza e Veneto Banca ma anche Banca Padovana, BCC di Pelaco, Banca Popolare delle Province Calabre, BCC Banca Brutia e Credito cooperativo Interprovinciale Veneto.

Mi ha recentemente cercato una persona che preciso non è mia cliente e che cercava un aiuto perché suo padre le ha lasciato in eredità una obbligazione di una di queste banche. Solo che il padre non aveva fatto nulla per essere risarcito.

venerdì 8 maggio 2020

Il prezzo del petrolio e Trump


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Il prezzo del petrolio è un argomento delicato sia dal punto di vista economico sia da quello politico.

Recentemente abbiamo visto che certi contratti futures del petrolio (pochi in verità) erano andati in negativo. Come è logico adesso sono tornati positivi, ma restano a bassi livelli di prezzo perché il rallentamento del ciclo economico fa consumare meno energia.

In uno scenario di prezzi bassi le conseguenze sono diverse, non solo per i paesi produttori ma anche per noi investitori, come vedremo.


venerdì 1 maggio 2020

Non sempre ciò che fa paura fa anche male


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Dice un adagio dei programmatori “Garbage in garbage out”. Ovvero “Dai dati sbagliati si giunge a conclusioni sbagliate”. Funziona per i PC ma anche per la mente. Anche quando siamo convinti di agire razionalmente in realtà per decidere utilizziamo poche informazioni, le componiamo in modo arbitrario le interpretiamo in base al nostro vissuto. Nessuno di noi per quanto colto ed intelligente è esente da errori percettivi.

Prendete un foglietto e una matita
.

venerdì 24 aprile 2020

venerdì 17 aprile 2020

Iperprossimità


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La fiducia una volta si conquistava con piccoli esperimenti che permettevano di prendere confidenza, ma oggi è una formula ancora valida? Quali sono le differenze tra vedere fisicamente una persona e dirsi “mi fido” o vederla su uno schermo e dirsi “mi fido”? Quali sono  gli step che permettono di generare la fiducia on line che poi diventerà iperprossimità?

venerdì 10 aprile 2020

Cresci o muori


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Quando un governante o un aspirante tale dice: “I soldi per 
fare questo ci sono” afferma che o l’economia è in crescita e 
allora i soldi per fare quello che dice ci potrebbero essere, si 
tratta di fare i conti se bastano; o l’economia non è in 
crescita e allora per fare quella certa cosa o si taglia altrove o
si fa debito.

venerdì 3 aprile 2020

Pandemic Bond piccoli piccoli


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Tipico pippone da complottista:
L’epidemia è scoppiata e guarda caso sono stati emessi nel 2017 300 milioni di pandemic bond”.

Cerchiamo di capire cosa sono i Pandemic Bond e a cosa servono.

venerdì 20 marzo 2020

Nulla di nuovo


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Questi sono giorni difficili sui mercati finanziari, e non solo. 

E ogni volta che c’è un momento difficile sento da più parti chi mi dice: 

“ Ma questa volta è diverso!” 

Sia chiaro: questo pensiero non è solo una inclinazione del pubblico: a volte capita anche agli addetti ai lavori. Memorabile il caso del 2000 - in piena bolla tech - quando tra professionisti si iniziò a disquisire, per giustificare i livelli delle quotazioni, se le azioni delle dotcom fossero delle opzioni reali, cioè un caso molto particolare di uno strumento particolare. Quelli erano abbagli tecnici grossi come una casa fatti da gente che era molto in gamba, ma che comunque stava sbagliando grossolanamente. 

Ma al di là delle diatribe tra gli addetti ai lavori, vorrei contestualizzare i recenti avvenimenti in modo comprensibile per i non addetti

In un certo senso oggi, senza dubbio, la pressione psicologica dei recenti rovesci dei mercati è maggiore rispetto ad altre volte, perché tutti noi temiamo per la nostra salute e quella dei nostri cari. 

Ma restando sul piano strettamente tecnico, queste sono situazioni mai viste?

Per rispondere ho scaricato i dati di tre indici: quello americano dal 1979 quello francese dal 1990 e quello tedesco dal 1988...

venerdì 13 marzo 2020

venerdì 6 marzo 2020

I rischi nascosti - Il lato oscuro del certificato


E’ poco noto anche a loro stessi ma molti risparmiatori si sono trasformati in questi anni - loro malgrado - in scommettitori.

Forse lo siete anche voi?
Vi hanno mai offerto un certificate?

Un oggetto che vi avranno descritto più o meno così:
“C’è un paniere di 5 azioni. Se nessuna va al di sotto di una certa soglia il certificato pagherà una cedola periodica del x%. Se invece il prezzo di una di quelle azioni scende sotto un certo livello, il detentore del certificato perde una cifra pari al calo dell’azione”.
 

Si chiama Evento Barriera e anche se capita di rado è talmente potente che spesso spazza via non solo tutti i guadagni che avete fatto ma anche il capitale.
In questi giorni ne stanno avvenendo molti a causa dei cali recenti.


Ebbene, anche se il comportamento del certificate è fatto apposta per assomigliare un po’ a quello di una obbligazione, perché sembra che paghi una cedola, in realtà chi lo compera sta scommettendo (per. es.) sull’andamento di un paniere di azioni.

Le implicazioni di questa scelta non sono banali: chi offre un oggetto simile sta facendo leva sulle emozioni del cliente e sulla bassa capacità di stimare correttamente le opportunità reali di guadagno. Fa leva sull’emozione di comprare qualcosa che assomiglia a un oggetto che già si conosce e che fa “abbassare la guardia”.

La differenza è che le azioni con il tempo risalgono, un certificato che ha un "evento barriera" consolida la perdita

Un consiglio non proprio disinteressato

Vi hanno offerto dei certificates? Avete fatto caso che vi offrono solo quelli di nuova emissione?

Perché non offrire un certificato già esistente? Sono quotati sull’apposito segmento della Borsa Italiana, non sono irraggiungibili. E’ un caso? No! Sulle nuove emissioni c’è in genere una “commissione di ingresso” nascosta, non inferiore al 3% del capitale investito, mentre sui certificati già quotati non c’è più perché il mercato “ha fatto giustizia” del sovrapprezzo iniziale. E così per un venditore non c’è convenienza a proporre certificate già quotati.

Per verificare la mia affermazione basta andare a vedere

  • il prospetto informativo (KIID) di un qualsiasi certificato.
  • La quotazione, che scende immediatamente dopo il collocamento, del 3-5% (ceteris paribus).

Il 3% di 10 mila euro è 300 euro. Su 100 mila sono 3000. Una bella commissione non troppo in evidenza che paga lo stipendio del vostro “amico”. (Qui c’è un mio video)

Mi stai leggendo dal telefonino?
Hai una domanda? Vuoi farmela via Whatsapp? Clicca qui.

La parola al gestore - Febbraio 2020



Ascoltate l'audio QUI
Il mese di febbraio è stato piuttosto movimentato sui mercati: il #coronavirus ha complicato la vita dei gestori. Cosa hanno fatto in Cellino e Associati SIM?

venerdì 14 febbraio 2020

Chi ti cura?


"Curare", in italiano è un verbo che viene usato genericamente. Altre lingue sono più precise. Ad esempio in inglese ci sono due verbi: "Cure" e "care". Partendo da questa osservazione mostro che una volta in banca 30 e rotti anni fa c'era cura per il cliente mentre adesso le condizioni sono cambiate ed è strutturalmente quasi impossibile averne.

https://youtu.be/clcr8MayCUE

domenica 2 febbraio 2020

venerdì 24 gennaio 2020

Guadagnare scommettendo con una moneta truccata


Per ascoltare l'audio cliccare qui
 
Immaginate che un tizio vi dica: “C’è un tavolo di testa o croce - in un casinò - dove c’è una moneta sbilanciata. Esce testa poche volte in più rispetto a quanto esca croce

Anche se sembra poco, questo è un vantaggio incredibile: basta scommettere sempre su testa e alla fine si vince più di quanto si perda.
Questo metodo lo sto già usando per i miei soldi e se mi paghi una commissione ti faccio entrare nel business.”.

Fate qualche verifica e scoprite che la persona in questione non è un truffatore e inoltre vi mostra i risultati storici del casinò: in effetti incredibilmente testa esce un po’ di più di croce.

A questo punto - poiché avete tempo e non avete voglia di pagare la commissione al tizio - indossate lo smoking, prendete l’auto e andate al casinò; entrate nel salone e procedete fino al tavolo.

Iniziate a puntare sul testa e dopo un po’ vi accorgete che stare seduto tutto il tempo ad aspettare che escano testa o croce è una noia mortale. Inoltre dopo un po’ iniziate a notare che le serie di testa e croce escono creando delle “strisce” o dei grappoli seguendo regole che vi pare di avere compreso. 

Iniziate così a dirvi: “So che testa esce un po’ più frequentemente ma cosa c’è di male se punto su croce secondo questa regoletta che ho ricavato osservando il gioco e che funziona?

Puntate con il vostro metodo e vincete. Rincuorati dalla vittoria iniziate a pensare: “ma cosa mi importa di giocare solo su testa se posso seguire questa semplice regoletta con la quale sicuramente arrotondo? Al peggio posso perdere qualche puntata dove esce testa ed io ho puntato croce, ma è poca cosa”.

Dopo un po’ avete sete e lasciate il tavolo per andare a bere un’acqua tonica.
Non solo, mentre siete con il vostro bicchiere in mano vedete le slot machines e ci mettete qualche moneta.

Anche qui - come in certi film - c’è un finale multiplo.

Finale 1)
Avete accumulato un po’ di soldi grazie ad un paio di colpi fortunati con le slot e puntando anche su croce, oltre che su testa. Quindi avete iniziato a dirvi che i soldi veri non si fanno con testa o croce ma con le slot e anche puntando su croce. Credo che possiate immaginare cosa succeda in seguito.


Finale 2)
Avete meno soldi di prima, andate dal tizio e gli dite: “Guarda che il tuo metodo non funziona. Sei un truffatore!”

Lui invece di offendersi dice. “Mi racconti esattamente cosa hai fatto?”.
Tutto arrabbiato iniziate a raccontare, quando lui vi interrompe e chiede: “Sei andato tutte le sere al casinò? Anche il giorno del tuo compleanno, anche saltando le ferie, anche quando eri malato? E hai giocato sempre o ti sei alzato per andare a bere o ai servizi? E hai sempre solo giocato a testa o croce puntando solo su testa o hai fatto altro?

Rispondete: “In effetti sono andato a bere, poi il giorno del compleanno di mia moglie non sono andato al casinò… e sì ho fatto anche qualche altra puntata, ma si tratta di poca cosa”.

Il tizio in questione vi risponde: “Guarda che lo scarto tra testa e croce è piccolo: se anche solo vai a bere e perdi una giocata rischi di compromettere il metodo. Ho calcolato che basta non puntare il 2% delle volte e sei fritto.”.

Lo guardate un po’ incredulo e gli chiedete di mostrarvi di nuovo i conti: effettivamente non c’è bisogno di perdere facendo una scommessa sbagliata, basta anche solo astenersi dal giocare poche volte per mettere a rischio il risultato finale. Non solo, occorre anche giocare abbastanza a lungo perché non si sa quando uscirà testa o croce di volta in volta. Si sa solo che testa uscirà qualche volta in più di croce.

A quel punto la massa delle persone va a giocare alle slot, che almeno si diverte di più e può andare sia in ferie che al compleanno della moglie. Una parte non giocherà mai più e un’altra parte riterrà vantaggioso pagare la commissione e aspettare tutto il tempo che serve.

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venerdì 17 gennaio 2020

venerdì 10 gennaio 2020

Quello schermo gronda sangue

Per ascoltare l'audio cliccate qui

Qual'è la percentuale di persone che guadagnano con il trading? Vale la pena di fare da sè per investire?

venerdì 3 gennaio 2020