sabato 27 dicembre 2014

Investimenti: la rappresentazione del rischio attraverso una metafora attuale


La recente approvazione del job act  mi ha portato a fare un parallelismo tra le macrocategorie dei lavoratori italiani (autonomi e dipendenti) e le macrocategorie degli investimenti (azioni ed obbligazioni).

Credo che sia una metafora utile ad un investitore digiuno di strumenti idonei alla comprensione formale del rischio finanziario. Ma non solo...

Il reddito generato da un autonomo è variabile: dipende dal contesto economico, se espansivo o recessivo, dal settore, dalla specializzazione, e da quanto tempo è in affari.

Non solo: anche quando i flussi economici sono buoni, la propria professionalità potrebbe diventare rapidamente obsoleta, a causa di una variazione del contesto, e potrebbe essere necessario riconvertirsi, ovviamente a proprie spese.

Questo implica che il lavoratore autonomo deve essere molto più consapevole del proprio ruolo e del contesto in cui vive. Analogamente, l'investitore in azioni deve capire profondamente le implicazioni delle proprie scelte.

Circa la variabilità del sistema economico amo questo esempio: immaginate la crisi e il trauma subito dai maniscalchi con l'avvento dell'automobile. Una categoria utile il cui business era stabile da secoli. Tuttavia dai primi del novecento sono diventati una categoria in declino, senza speranze di rilancio.

A questo proposito riporto un aneddoto gustoso sulla efficacia delle previsioni di lungo periodo.

Alla fine dell'Ottocento c'erano foschi orizzonti per la città di NY, poiché proiettando la crescita della popolazione ed il rapporto tra uomini e cavalli si era calcolato che entro i primi anni Venti del secolo successivo la città sarebbe stata sommersa dallo sterco di cavallo. Poi nell'arco di due decenni, che hanno invertito un trend secolare, l'avvento dell'automobile dispensò la Grande Mela dal diventare una sorta di putrida Venezia (o se preferite uno humor più greve di diventare la Grande M...a).

Tornando a noi. Per queste ragioni mi pare equo e comprensibile che il flusso reddituale per gli autonomi sia più abbondante nei momenti favorevoli.

Tuttavia dal punto di vista della “percezione sociale” gli autonomi sono invidiati nelle fasi di espansione del ciclo economico e dimenticati - perchè meno visibili - in quelle di recessione.

Ammettiamo infatti di avere due gruppi: uno di autonomi ed uno di dipendenti. Immaginiamo che il reddito del gruppo sia pari a 100 in entrambi i casi.

Se il contesto economico si deprime ed il reddito si dimezza, gli autonomi restano formalmente occupati e mediamente guadagnano 50. Al contrario è facile che tra i dipendenti la metà sia stata licenziata: la metà licenziata è molto visibile e la metà occupata potrebbe essere poco consapevole del rischio corso.

Tuttavia nell'immaginario collettivo la memoria dei flussi reddituali percepiti dagli autonomi delle fasi positive resta molto impressa e pertanto la categoria viene sovente indicata dagli arruffapopolo come il “giusto” bersaglio per eventuali recrudescenze fiscali.

Un lavoratore dipendente ha avuto invece una vita molto meno densa di sbalzi emotivi e materiali. Il lavoratore italiano che mediamente firmava un contratto, 30 anni fa, sapeva che se non avesse commesso errori gravissimi sarebbe stato praticamente a posto per la vita. Sebbene il flusso reddituale in genere non sia mai stato esaltante, il sistema di relazioni sindacali, l'anzianità, le ferie, il welfare statale con l'eventuale cassa integrazione, gli hanno permesso di non essere quasi mai troppo sotto pressione.

Una sola evenienza ha potuto turbare il dipendente di una volta: una crisi aziendale protratta nel tempo.

Le pressioni delle riorganizzazioni, i tentativi della direzione aziendale di migliorare i margini non sono facilmente visibili dall'esterno, anche quando sono estremi: in questi giorni un amico mi ha raccontato che tra i suoi colleghi, negli ultimi mesi, sono aumentati in modo drammatico i casi di infarto, ma questo non trapela, e lui continua a ricevere lo stipendio regolarmente.

Ma anche quando iniziavano le ristrutturazioni, spesso - sebbene ci fossero presagi funesti - non si avevano avvvisaglie concrete dell'imminente sciagura. Si riceveva lo stipendio fino all'ultimo e si capiva di essere nei guai nel momento della ricezione della lettera di messa in mobilità o quando non si riceveva più la busta paga.

Analogamente avviene negli investimenti obbligazionari per i casi di default del debitore. L'Argentina ha pagato le cedole fino all'ultimo, anche quando la gente era in piazza, e poi... ha ristrutturato.

In questo senso l'investimento obbligazionario è molto più traditore per l'investitore l'inesperto.


Per concludere rapidamente.

Circa gli investimenti azionari, la massa si sente naturalmente cauta: fin troppo se si volesse impostare razionalmente una strategia di investimento. Questo perchè in qualche modo si percepisce che si tratta di un settore soggetto a sbalzi. E poiché non è facile per il profano capire come regolare il rischio, preferisce esagerare con la prudenza, salvo poi accelerare quando invece sarebbe ora di essere prudenti.

Nel caso di un lavoratore dipendente a meno di non essere esperti ad es. di relazioni sindacali diventa molto difficile e quasi innaturale percepire il rischio. E quando lo si subisce in modo traumatico si è maggiormente propensi a ritenere di essere vittime di circostanze eccezionalmente ingiuste. Proprio come gli investitori con il default dell'Argentina.

Un lettore attento potrebbe osservare: “Che dire della flessibilità introdotta negli anni recenti e in questi giorni?”

C'è una categoria di strumenti finanziari ibridi, che assomigliano un po' ai lavoratori di questi tempi. Ma proseguire il paragone è poco utile.


Siamo sempre più esposti agli effetti del ciclo economico, sia come lavoratori sia come investitori. Per questo sarebbe opportuno avere non solo un sindacato di fiducia ma anche un gestore di patrimoni (poco tanto che sia) al quale affidarsi.

domenica 21 dicembre 2014

I neet, Amazon ed il futuro lavorativo

Riprendo volentieri la tradizione natalizia che mi vedeva comporre in questo periodo post stralunati e affabulatori (qui e qui) sulle prospettive di lungo periodo del mondo.

 Di recente ho incontrato una persona assai brillante, che, nel corso della sua relazione, ha detto una frase che riconosco come vera ed essenziale.

Questi all'incirca affermava che la differenza tra una macchina ed un uomo è che la macchina risponde alle situazioni in base alla programmazione che ha ricevuto, un uomo può farlo, ma può anche inventarsi un contesto differente....

Un corollario di questa affermazione interessa i nostri figli e forse anche alcuni di noi.

Grazie alla tecnologia, nel futuro ci saranno due tipi di lavori. Quelli automatizzabili e quelli non automatizzabili. 

Solo i lavoratori che si occuperanno di questi ultimi saranno importanti perché faranno un lavoro che nessuna macchina potrà mai fare: creare nuovi contesti.

Gli altri lavoratori, quelli che fanno lavori automatizzabili saranno più o meno fungibili: o con altri lavoratori meno pretenziosi o con macchine via via sempre più sofisticate.

La conseguenza è che nel futuro quindi vi saranno due tipi di lavoratori. Quelli che programmeranno le macchine e quelli che prenderanno ordini dalle macchine.

A questo punto credo che sia piuttosto evidente cosa c'entri Amazon in tutto questo.

Molti dicono che il sistema Amazon è antietico per il livello di stress che impone ai dipendenti. Basta googlare un po' per documentarsi.


Non voglio entrare nel merito dell'etica in questa sede, anche se non ho dubbi che i lati oscuri di questo sistema siano molti. Faccio tuttavia osservare a chi si straccia le vesti che il "metodo Amazon" potrebbe essere considerato la prosecuzione del colonialismo con altri mezzi; giusto per parafrasare un famoso generale prussiano.

Prego tuttavia anche i sostenitori di quel filosofo che diceva di voler combattere "lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo" di non sentrsi autorizzati ad essere nè ottimisti nè migliori della controparte. La storia ha mostrato ampiamente anche i limiti di quelle baggianate.

Lo so che a Natale sarebbe bello avere una prospettiva rosea, ma questo è quello che vedo oggi. E forse in qualche modo lo "sentono" anche i nostri ragazzi, che preferiscono godere oggi - mentre qualcuno li foraggia - sicuri che in ogni caso per la massa di loro le cose non potranno che peggiorare.

venerdì 5 dicembre 2014

Accadde ieri - 7/12/1941

E' arcinoto che questa è la data dell'attacco del Giappone alla base americana di Pearl Harbour.

E' un po' meno noto che
- l'attacco fosse stato ideato proprio per avvenire di domenica;
- la dichiarazione di guerra sia stata consegnata nei minuti dell'attacco.

E' noto solo ai cultori della Borsa che il giorno dopo, lunedì 8/12 l'indice Dow Jones segnò il minimo del ciclo ribassista1937-1941. Iniziò così il ciclo rialzista 1941 -1945.

La cosa più incredibile è però la risposta alla domanda "Quale fu il settore che segnò i maggiori rialzi nel periodo del conflitto?"

Le ferrovie!

Questo fa capire come la finanza sia controintuitiva.



E tanto per dare una idea della potenza americana una domanda di storia militare.

Quante furono le portaerei prodotte dal Giappone nel corso del conflitto?
Meno di 10.

Quante quelle costruite dagli americani?
Ho sentito dire di recente oltre 90.

Quanti furono i carri pesanti tedeschi prodotti nel conflitto?
1300 (modello Tigre).

E quanti carri americani?
47.000 (M47)

Buona Immacolata a tutti.


domenica 30 novembre 2014

Virus sul PC

Buongiorno vi segnalo che sta circolando un virus che manda una mail che ha come oggetto l'indirizzo email del mittente e ha come testo un link (immagino ad un sito farlocco).

Dal 28/11 ad oggi 30/11 ho ricevuto 5 mail da conoscenti. Mi pare un attacco assai pesante.

State all'occhio.

Qualora doveste fare un upgrade valutate di passare a linux. Gratis e virtualmente privo di virus (è infettabile, naturalmente, ma è un tale trigo che agli hacker passano le fantasie, in rapporto al numero di utenti infettabili).

sabato 22 novembre 2014

Double - Datemi una leva e... mi farò del male

Buongiorno!
oggi un post breve perché sono di nuovo impegnato.

Nonostante la scarsità di tempo tratteremo un tema assai denso di conseguenze.

Molti avranno notato come ieri la Borsa ha avuto una prestazione molto brillante.

A questo punto ci sarà qualcuno che deciderà di essere aggressivo per sfruttare questo momento e di utilizzare alcuni strumenti a leva, come gli ETF che raddoppiano le prestazioni dell'indice di riferimento.

Ad esempio come questo.

Questi oggetti hanno però alcune proprietà decisamente controintuitive sulle quali è necessario soffermarsi.

La prestazione promessa è il raddoppio dell'indice giornaliero. Questo vuol dire che se in un trimestre la Borsa fa una performance del 20% usando questo strumento non avrete necessariamente ottenuto il 40% dal vostro portafoglio. Dipende da "come si arriva" a questo risultato.

Guardate questo esempio di fantasia con numeri buttati giù al volo.





Ebbene sia l'indice A che B arrivano alla fine al medesimo risultato +25% ma con due differenti volatilità (oscillazioni).

Il risultato è differente!

Non solo: se prendete in considerazione anche l'assunto che le perdite sono doppiamente dolorose rispetto ai guadagni, vi immaginate che saliscendi emotivo dovrete affrontare nel periodo considerato?

Siete sicuri di essere pronti a pagare così tanto?


E adesso un altro grafico. Questa volta un caso reale.

Siete sicuri che questo strumento sia uno strumento di lungo periodo? Ovviamente no. Ma guardate cosa è successo ad un ipotetico investitore che ha comperato l'indice o che ha comperato uno strumento double daily nel periodo

30/12/2009  Indice FTSE MIB 23.248    Indice=100     Indice double =100
30/09/2014  Indice FTSE MIB 20.892    Indice=89,86  Indice double =57,82




Mica male come discrepanza vero?


mercoledì 12 novembre 2014

Minoli mix 24 sul mercato dell'arte

Molto istruttivo

http://audio.radio24.ilsole24ore.com/radio24_audio/2014/141112-mix24.mp3

minuto 11.44 il mercato viene gonfiato...
minuto 12.40 c'è un mercato sempre più ricco (in termini di milioni di euro) ed un'altro sempre più in difficoltà
minuto 14.10 falsi
minuto 15 giudizi farlocchi dei più insigni storici dell'arte (alla faccia delle polemiche sugli economisti che non prevedono la crisi)
minuto 17.30 non c'è la certezza di comperare un originale
minuto 18.11 artisti costruiti a tavolino (intesi come truffe)

Il ruolo del sindacato al tempo della società liquida


Il mestiere del promotore finanziario è talvolta curioso: in trenta anni ho raccolto qualche gustoso ricordo che diventa degno di essere interpretato.

Per fortuna solo poche volte, durante l'approccio con potenziali clienti ho ricevuto dinieghi aprioristici decisamente aggressivi: "Non mi interessa, preferisco sbagliare da solo".


O provocatoriamente: "Accetto solo proposte che partano dall'assunto: ti pagherò solo se mi farai guadagnare."

Anni fa, inoltre, osservavo con il fondatore della Cellino e Associati (un Agente di Cambio) che poteva capitare che un (potenziale) cliente avesse un atteggiamento sensibilmente più aggressivo quando trattava con me o con un mio collega, piuttosto che con lui.

Ma non solo. Nel 2002 stavo casualmente chiacchierando in una lussuosa località di villeggiatura con un anziano signore mai vista prima. Dopo aver dichiarato la mia professione mi sono preso una serie di rimbrotti sullo stato dei suoi investimenti e "...sul casino che avevamo combinato".

Un'altra volta un anziano "barone" che curava mio padre, al momento di conoscermi esordì con: "Una volta avevo conosciuto un consulente che è scappato con dei soldi".
Solo in quel caso in cui ebbi la prontezza di rispondere: "Ed io ho conosciuto più di un medico che ha accoppato dei cristiani". 

Infine, ricordo uno psicologo che mi disse: "Mi sono laureato in medicina oltre che in psicologia perchè un medico che fa lo psicologo è diverso da uno psicologo".

Nel tempo mi sono periodicamente chiesto: perchè talune persone si permettono con me atteggiamenti che con un altro professionista probabilmente non si permetterebbero?
Naturalmente occorrerebbe nettizzare la questione in relazione alla maleducazione del singolo, ma non sono in grado di farlo. Posso solo dire che la totalità degli episodi che riporto erano accaduti con persone apparentemente "ammodo".


In definitiva mi chiedo: chi mai - incontrando uno sconosciuto che dice di essere medico - 
esordirebbe con un: "Ma lo sa che anche Mengele era un medico?"

Perché si verificano queste situazioni?

Credo che questo atteggiamento sia in parte dovuto alla memoria storica, ovvero ad un retaggio culturale.

Ci si è dimenticati del medico - barbiere rinascimentale che procurava più danni della malattia o della ferita. Ci si è dimenticati del fatto che la disinfezione è stata introdotta alla fine dell'ottocento e che di febbre puerperale si moriva, mentre è vivo il dolore creato dalla distruzione di ricchezza dei recenti disastri finanziari.


A causa del tempo che ha favorito questo oblio, gli esercenti delle professioni liberali "ordinate" sono oggi parte del panorama sociale. E tra i vantaggi acquisiti con lo status c'è anche quel sentimento comune che impedisce di rivolgersi a loro in modo "disinvolto".

A mio parere è estremamente interessante un dettaglio della vicenda Stamina - Vannoni.

Fino a quando tutto sembrava funzionare si parlava del "dottor Vannoni". Solo dopo si è iniziato a dire che Vannoni era laureato in lettere. Una ablazione effettuata per rimuovere il corpo estraneo dalla categoria coloro-i-quali-fanno-di-tutto-per-salvarti?

Ora, se non la cortesia, almeno la ragione vorrebbe che a parità di titolo di studio e analogia di funzione anche chi non è titolare di una attività professionale tradizionale dovrebbe godere del rispetto che è offerto ai suoi "colleghi" professionisti.

Questo argomento lo avevo in parte già sviluppato tempo addietro. Vi rimando così alle considerazioni sulla differente accezione che viene data in italiano alle parole professional e professionista


In sostanza nel pubblico c'è una differenza di percezione tra l'esercente una professione liberale classica e l'esercente di una nuova professione.

Poiché talvolta le barriere all'ingresso in queste ultime possono essere minori rispetto a quelle delle professioni classiche (a proposito, quanti avvocati sono andati a dare l'esame,  in Spagna o in Calabria?) può esserci nella nuova categoria professionale uno standard qualitativo disomogeneo. E l'inefficienza del sistema (anche giudiziario) tarda a ripulire l'ambiente.

Non solo, è prevedibile che lo Stato sarà per sua natura sempre molti passi indietro rispetto alla realtà. Il ruolo delle associazioni e dell'autodisciplina diventeranno sempre più rilevanti.

La superficialità pubblica genera quindi l'opinione che una certa categoria sia composta  da persone che hanno una modesta professionalità.

Probabilmente è questa condizione che in qualche modo "autorizza" i comportamenti disinvolti nelle persone che non hanno il tempo e la voglia di riflettere.


Poiché il mondo è in evoluzione esponenziale è sempre più probabile per il consulente di una neonata disciplina il rischio di sentirsi trattare con supponenza, per il semplice fatto di essere il rappresentante di una disciplina giovane.


Ogni organismo vivente interagisce con quel poco o tanto che riesce a percepire.

La misura della nostra percezione può dunque essere dedotta dall'attenzione che ci viene data: si stanno combattendo battaglie di retroguardia a scapito di chi è senza rappresentanza.

Perchè quindi un professional dovrebbe oggi spendere qualche euro al mese ed aderire ad una organizzazione di rappresentanza?
Per farsi curare gli interessi?
Per negoziare al meglio le previdenze sanitarie e pensionistiche?
Per spuntare minimi salariali?
Ahimè no. Siamo ad un livello ancora più basso. Per farsi vedere.

giovedì 6 novembre 2014

Relazione di fine mandato

Buongiorno
forse qualcuno di voi sa che sono rappresentante degli Executive Professional di ManagerItalia Torino
Approfitto del mio blog per pubblicare la succinta relazione di fine mandato che leggerò ai colleghi lunedì.
La "relazione" di inizio mandato la trovate qui

Invito tutti i professional iscritti a partecipare o a mandare una delega




Relazione di fine mandato

Gentile collega,
sono Guido Giaume ed in occasione della scadenza del mio mandato di rappresentante degli EP di ManagerItalia Torino ti invio un succinto resoconto della mia attività, affinchè tu possa valutarla.

Si è trattato fino ad ora di attività poco visibili, ma indispensabili per strutturarci adeguatamente e poter gradualmente iniziare con l'erogazione dei servizi agli associati.

L'obiettivo dichiarato a suo tempo dalla Federazione era di fornire agli EP un modello di rappresentanza confacente alle specifiche esigenze della categoria. Per questa ragione è stato necessario non solo adattare la realtà di ManagerItalia alla realtà degli EP ma anche di immaginare nuovi contesti.

Quindi, oltre ad offrire l'operatività classica di ManagerItalia, abbiamo pensato di servire gli EP creando nuovi plus:
  • la riconoscibilità delle professionalità dell'EP attraverso la certificazione della carriera. E' ormai evidente che la vita lavorativa di ciascuno di noi sarà caratterizzata sempre di più dall'osmosi tra le differenti categorie rappresentate in MIT. Quindi per rendere tracciabile tutta la vita professionale occorre uno strumento che eviti che il periodo speso come EP non “sparisca”, non diventi un fiume carsico.
  • Il miglioramento delle competenze. Oggi uno degli sforzi dell'EP è di restare sempre competitivo. L'obiettivo è quindi definire - con la presenza del nostro marchio sul mercato delle professioni - lo stato dell'arte qualitativo nelle professionalità autonome.
  • La creazione di un mercato delle opportunità professionali, ovvero la capacità di creare relazioni e nuovo business, che non sono solo vitali per la categoria degli EP ma sono indispensabili per ciascun manager di successo.

Dopo aver finalmente definito in maggio il profilo degli EP ed avere anche stabilito i criteri di ammissione alla categoria - in modo tale che non si possa confondere un EP con un semplice detentore di Partita IVA, procederemo a breve:
  • nella stesura del documento per l’attivazione della Certificazione di Esperienza EP;
  • entro gennaio 2015 termineremo la prima fase dell’indagine online sull’identità degli EP già iscritti e ne analizzeremo i risultati;
  • sperimenteremo subito dopo alcuni casi di Certificazione di Esperienza.

Questo a livello nazionale.

A livello locale ho il piacere di annunciare che (e colgo l'occasione per ringraziare il Presidente per il suo indispensabile supporto) sto attivando un circolo di relazioni per promuovere il business: sto cercando di creare una sorta di Business Club permanente.
I primi risultati in via di conseguimento sono:
  • entro novembre ci sarà il varo della prima fase del progetto “rent a manager” rivolto all'estero, nel quale saranno coinvolti anche dirigenti prosecutori volontari.
  • E' già operante un insieme di relazioni che sta permettendo ad alcuni associati di aumentare il proprio fatturato, se EP, o di risolvere problemi aziendali se manager.
  • La collaborazione avanzata con un partecipante al recente Business Club per trovare un nuovo socio
A costo 0 per l'Associazione abbiamo creato opportunità non solo per gli EP ma anche per i colleghi dirigenti.
Il mio impegno, se verrò riconfermato, sarà la prosecuzione di questi progetti con particolare attenzione alla creazione di un sistema di relazione tra di noi.

Tuttavia caro collega la cosa che maggiormente mi preme è di invitarti a partecipare all'Assemblea che si terrà il 10/11.



Nuova tassazione sui Fondi Pensione... e io pago!

Era un po' che ci pensavo ma il tempo è sempre tiranno, quindi sintetizzo un bell'articolo del collega che scrive sul blog "la banca del risparmio".

Pare che il governo voglia incrementare dal 11,5 al 20% l’aliquota di imposta sui Fondi Pensione.

Solo tre paesi tassano i rendimenti dei fondi pensione: Italia, Danimarca e Svezia. In questi ultimi due la tassazione è del 15%.

Tutti gli altri paesi preferiscono prelevare una volta sola: al momento dell'erogazione della prestazione pensionistica aggiuntiva. Il motivo è semplice: tassando il risparmio previdenziale nel periodo della sua formazione, si penalizza la fase di accumulo riducendo più che proporzionalmente.

La direttiva europea 41 del 2003, recepita in Italia (dlgs 28/2007) consente di aderire ai fondi pensione costituiti all'estero. Si rischia quindi un esodo del risparmio italiano? Il rischio può esserci soprattutto per i fondi pensione aperti, soprattutto alla luce di una nuova normatica europea sui prodotti di lungo risparmio in fase di definizione a Bruxelles.

Detto altrimenti
1) chi ha le mani legate dal fondo di categoria viene tosato meglio;
2) la politica fiscale danneggia, riducendo i redditi dei risparmiatori;
3) questa politica sposta le società e quindi il lavoro all'estero;
4) e sposta anche gli utili e quindi le tasse sulle società di gestione con sede all'estero.

Poi la Camusso dovrà proporre una tassa su grandi patrimoni come le pensioni per ottenere fondi per produrre a debito altri posti di lavoro.

mercoledì 5 novembre 2014

Corso base di fortuna


Stavo leggendo un manuale di statistica dove il concetto di media era presentato come riassunto di una situazione variegata. Però, aggiungeva il professore, poichè nessun pasto è gratis esiste un prezzo da pagare per avere questo comodo riassunto. Il "prezzo" è l'imprecisione relativa alle singole misurazioni. E introduceva così il concetto di varianza.

Questa presentazione così semplice ma così geniale mi ha portato ad una serie di rilessioni che intendo condividere con voi.

Come sempre occorrerebbe scrivere un libro, ma non solo non ne ho il tempo, penso che mi manchi anche la stoffa... Quindi vi toccherà integrare in autonomia queste riflessioni.

La fortuna esiste?
E come agisce sulla nostra vita?
E se non esiste come si può spiegare la vita incredibile di certe persone?
E qual'è il prezzo che noi paghiamo a fronte di avvenimenti casuali?


Dichiaro subito che a mio avviso la fortuna intesa come capacità di attrarre avvenimenti positivi (o respingere quelli negativi) non esiste.

Già sento qualcuno che dice:
"Bravo Guido fai un corso su una cosa che non esiste! Sei pronto per andare al governo".

Ma se non c'è un disegno superiore esiste invece una certa casualità.
Immaginiamo di avere un'urna equamente divisa tra palline bianche e nere, corrispondenti a eventi della vita. Tutti i giorni ciascuno di noi estrae la pallina del giorno.

Ovviamente la mia è una semplificazione esagerata perchè la pallina nera media in Italia è ben differente dalla pallina nera media di un abitante della Siria.

Ma vi prego di essere generosi e lasciar passare questa approssimazione.

Il caso più semplice è quello della combinazione estrema. Un uomo può estrarre consecutivamente una serie esageratamente lunga di palline bianche o nere.

Occorre ricordare che la casualità sommata alla modesta lucidità con la quale percepiamo la realtà tira brutti scherzi.

Così a volte, quando si verificano una serie di avvenimenti estremi le persone che ne sono protagoniste possono arrivare alla convinzione assolutamente soggettiva di essere "predestinate" o "maledette". Facendo la fortuna (nel secondo caso) di cialtroni come maghi e sensitivi.

Ad esempio Hitler era convinto di essere l'uomo del destino, perchè per un insieme di casi fortunati è scampato a moltissimi attentati.

E' banale ma utile ricordare che se fosse morto la prima volta che gli hanno teso un agguato noi oggi non conosceremmo il suo nome e il suo ultimo pensiero forse sarebbe stato "azz... non sono il prescelto".


Poi c'è un secondo caso molto interessante.
Gli stessi errori commessi in differenti fasi della nella vita non hanno il medesimo peso.

Un errore grave fatto quando ci sono ancora tempo ed energie è più facilmente rimediabile rispetto a quando queste risorse scarseggiano.

Mi pare che in questo senso ci siano analogie tra la gestione della occasioni della vita e la gestione di un investimento rischioso.

Per questo i ragazzi ed i giovani possono permettersi di rischiare facendo scelte azzardate, hanno la risorsa necessaria per recuperare, se vogliono.

Poichè il peso di un errore aumenta in modo più che proporzionale rispetto al fluire del tempo, diventa necessario nel tempo ridurre le opzioni di rischio.



Quindi ammettendo che
1) esistano differenti distribuzioni delle (potenzialmente) medesime possibilità,
2) che queste vengano estratte in modo casuale,

il "fortunato" è tanto la persona posta dal caso sulla coda della gaussiana, quanto la persona che casualmente nella prima parte della propria vita o in un periodo particolare ha avuto modo di raccogliere molte palline bianche. 

Il rischio del non essere consapevoli di questa situazione è quella che viene definita overconfidence. Il fortunato della situazione, credendo di essere il prescelto o di essere bravo facilmente "si schianterà contro un muro" a causa della propria imprudenza.

C'è infine un terzo caso. Quello della persona consapevole della situazione o quello della persona che pur non essendone conscia ha una forma di intuito che lo guida verso la prudenza dopo aver avuto uno più colpi di fortuna. 

In questo senso l'avversione al rischio è quindi una risorsa importante ed è quindi vero che essere fortunati può essere una attitudine.

mercoledì 29 ottobre 2014

MPS... ed io pago!

Buongiorno a tutti

Ecco la mia interpretazione super-telegrafica della situazione del mercato azionario domestico.

Dopo le tensioni sul ciclo economico USA e sui tassi (saliranno o no?) la Fed facilmente stasera o domani dirà che non saliranno.

E allora perché noi abbiamo il mal di pancia?

IMHO per il Monte Paschi.

Questa banca è un chiodo: brucia letteralmente miliardi.


Da una parte c'è gente che è appena entrata pagando un euro per azione e adesso c'è bisogno di altro capitale.

A mio parere nessuno la vuole, Se qualcuno dovrà papparsela sarà controvoglia (sarà una grande banca italiana o estera?) Ma per accollarsela la vorrebbe in regalo.
In regalo significa che si considera 0 il suo valore attuale. Ma questo non rende felice chi è entrato recentissimamente a 1 euro.

Quindi abbiamo da una parte una banca che affonda malamente, ancora una volta troppo grande per fallire. Ma non solo. Lo Stato non ha soldi per salvarla.

A proposito vi ricordate le tensioni tra Profuno e la Fondazione? Quando Profumo aveva minacciato le dimissioni per i dissapori sull'aumento di capitale?

Dall'altra una banca (la banca X) che se la deve beccare. Il profilo della banca X è: ha passato bene gli stress test, che ha capitale ed è sensibile alle pressioni nazionali.

Inoltre si dovranno creare le condizioni affinchè la Banca X a cui verrà ceduto il MPS non si possa rifiutare.

E ancora una volta - come è capitato dalla Banca Romana in poi, passando per Credieuronord (ve la ricordate?) - il costo dell'operazione salvataggio ovvero il regalino che renda apetibile l'operazione per X, in qualche modo sarà spalmato su di noi.

domenica 19 ottobre 2014

Matrimoni gay e dintorni

1956
Mentre l'Italia si accalca nei bar per vedere "lascia o raddoppia", il 12/8 a Prato si sposa esclusivamente con rito civile la prima coppia italiana.

E tale resterà per molti anni.

Il vescovo li definisce pubblici peccatori, si becca una querela per diffamazione e perde la causa.
 

2014
Oggi si dibatte sui diritti delle coppie gay, i senzadio di questo tempo.

Adesso è di grande attualità - come sempre in Italia i dettagli sono fondamentali - la registrazione. 

Ma per carità possibile che non riusciamo ad avere  una classe politica meno che conigliesca?

Quei corruttori che dirigono la Findus - che ha una lunga tradizione di icone gay,  poichè sono anni che ci ha abituati all'inquietante presenza di un capitano per lo meno ambiguo - bastoncino dopo bastoncino ci hanno portato (o hanno colto per primi che i tempi erano maturi?) alla pubblica rappresentazione di una coppia "differente". O, se preferite, per primi hanno rappresentato su un mass media la corruzione morale più totale nella quale siamo piombati.

E' evidente che per ritornare alla moralità dei tempi antichi (mi perdonino gli antichi greci) occorre tornare allo stocafisso, unico alimento per uomini veri, oppure restare in trepida attesa di vedere due uomini che si tengono per mano e si giurano NUTELLA in eterno (meno male che mia nonna è morta quando il cioccolato era ancora bello duro, perchè me lo diceva che la Nutella è una roba da femmine).

And, in the frattemp (come dicono gli inglesi), l'Italia è in crisi da 7 anni e siamo alla 100 settinama decisiva per abolire le provincie...

Insomma anche questa volta ci faremo dire dall'Europa cosa dobbiamo fare. Me lo vedo Alfano che dopo aver diramato circolari a mitraglia annuncerà affranto che il suo fortino a difesa della moralità è stato espugnato dai Lanzichenecchi, e memore del bel gesto del re del Belgio si dimetterà per un giorno.

Sono soddisfazioni.

domenica 12 ottobre 2014

La scuola, il trading ed il successo nella vita

L'estate scorsa avevo annunciato che non potevo scrivere questo post, a causa degli impegni pressanti.

Ebbene adesso il momento è giunto, complice una zanzara che si è rifugiata nella mia camera da letto e che assolutamente non riesco a liquidare.


Chi di voi non ha mai sentito l'adagio "ultimo a scuola primo nella vita"?

Ovviamente questa frase viene presa come provocazione.

Tutti sanno che un allievo diligente preparandosi diventerà un professionista di successo e guadagnerà molto.

Poi ogni tanto ci sono le eccezioni: gli "asini" di successo, che mettono in crisi il teorema Studio = successo, serenità, avvenire.


La mia domanda quindi è:

esiste una teoria che spieghi perchè certi "asini" abbiano successo?
E' solo frutto un caso? 


La mia risposta è che il caso sia un fattore importantissimo ma che non possa spiegare tutto (vi invito caldamente a leggere post relativo). Vi sono cioè delle abilità naturali positive che non solo la scuola non sviluppa ma che inconsapevolmente danneggia.

Tale affermazione - per essere spiegata - transita attraverso una osservazione derivante dal mio ambito professionale.


Chi è un trader?

E' quel soggetto che scommette e guadagna puntando sulla previsione corretta dell'andamento futuro di un titolo.

Oggi questi operatori effettuano studi complessi che permettono loro di elaborare una metodologia profittevole.

La cosa interessante e controintuitiva è che avere una teoria che permettere di fare moltissime previsioni corrette non è necessaria, e addirittura potrebbe essere dannosa.

Perchè? Spesso gli aspiranti trader hanno sperimentato che bastano uno o due scommesse disgraziate per dilapidare il patrimonio accumulato con le operazioni positive.

D'altra parte una strategia profittevole potrebbe essere implementata anche con 8 operazioni debolmente in perdita e 2 operazioni estremamente positive.

Detta in questo modo sembra una banalità. Ma non la è per nulla.

E non sto alludendo al fatto che è difficile - da un punto di vista pratico - realizzare algoritmi profittevoli (e credetemi, lo è).

Lo scoglio maggiore è la difficoltà culturale di concepire correttamente l'attività di trader e sostenere psicologicamente il fatto di essere quasi perennemente in perdita.

Mi spiego meglio.

Immaginiamo che vostro figlio alla fine dell'anno scolastico venga da voi decisamente soddisfatto e vi dicesse.

Papà guarda la mia pagella:

Italiano 5
Scienze 5
Geografia 5
Ginnastica 5
Religione 5
Comportamento 5
Storia 10
Matematica 10

Immagino che la primissima reazione sarebbe quella di dare un ben assestato ceffone al pargolo.

Eppure questo è uno dei possibili atteggiamenti del trader di successo. Deboli perdite per la maggior parte del tempo e due successi macroscopici.

Cosa non funziona?

Il nostro sistema scolastico ci impone fin dalla più tenera età di fronteggiare un elevato numero di prove o argomenti e dovremo saperne una quantità "sufficiente", altrimenti verremo bocciati.

Analogamente per un compito in classe.
Non è possibile superarlo se non si sanno 8 domande su dieci e invece si sanno benissimo due domande.


La stratificazione nel profondo di questo concetto implica che il nostro sistema scolastico impedisce la formazione di trader.

Immagino che qualcuno possa pensare "beh, poco male!"

Mica tanto. Si genera una lacuna della percezione, una sorta di nevrosi collettiva. Si riducono le scelte degli allievi e quindi le possibilità di avere comportamenti adeguati.

Attualmente solo i ribelli possono essere in grado di diventare così forti da abbandonare lo schema educativo che viene proposto a scuola.

Ma solo alcuni avranno così tanta autostima per non autorappresentarsi come reietti e quindi non sentirsi "obbligati" a fallire.

Essere ribelli è un buon viatico per il successo? Non credo, se non altro perché anche tra loro alcuni non sono abbastanza intelligenti, mentre altri ancora sono oggettivamente sfortunati.


Sarebbe dunque importante che il sistema scolastico si renda conto che possono esistere differenti strategie vincenti per vivere la vita e che non tutte passano attraverso lo standard educativo attuale. Solo ridefinendolo si potrà dare a ciascun allievo l'opportunità di scegliere l'atteggiamento più adatto alla propria indole.

giovedì 9 ottobre 2014

Landini, cent'anni e... sentirli tutti

Ieri Landini ha minacciato l'occupazione delle fabbriche.
Roba che si faceva 100 anni fa.


Un gustoso aneddoto (abbiate pazienza per eventuali imprecisioni, vado a memoria) riporta che - quando gli operai intorno al 1920 occuparono fabbriche in tutta italia, compreso lo stabilimento di Mirafiori - il Senatore (Agnelli) chiese un colloquio a Giolitti.

Pare che si svolse più o meno così:

A: "Il Governo deve usare l'esercito per porre fine a queste occupazioni e sgomberare le fabbriche"
G: "Va bene darò ordine di iniziare dalla sua"

Poi come è noto non ci fu alcuna azione.

Implicitamente Giolitti aveva minacciato di creare un danno materiale molto maggiore rispetto a quello dell'occupazione.

Questo atteggiamento andava bene appunto 100 anni fa quando il mondo era affamato di produzione.

Oggi invece soffriamo di sovraproduzione e punire il "padrone" con il blocco delle attività fa ridere i cinesi o i tedeschi, che hanno certamente più spazio per le loro merci.

Quindi basta baggianate! Il blocco della produzione o l'autogestione sono chimere, forse potevano andare bene in un mondo meno sofisticato. Non oggi.

Il rovescio della medaglia è che la manodopera deve essere formata e coinvolta, in modo da partecipare al godimento dei cicli economici positivi e a sopportare la congiuntura negativa.

Se non si racconta per intero questa storia si resta fermi al secolo scorso, si pigliano in giro le persone.

E a quel punto diventa evidente che i sindacati impreparati imbolsiti dalle rendite di posizione preferiscono tutelare i vecchi lavoratori, quelli che tutti i mesi si vedono prelevati d'ufficio la quota di iscrizione al sindacato.

Pochi soldi ma sicuri.

sabato 4 ottobre 2014

L'associazione in partecipazione ed le sue cugine


Siete neoimprenditori e avete bisogno di personale, ma non avete modo di farvi carico dei relativi costi fissi?

Siete lavoratori in gamba? Potreste lavorare ma non riuscite a trovare il modo di farvi assumere?

Ebbene non assumete!
Non fatevi assumere!


Oggi vi segnalo uno strumento che ho suggerito ad un amico pochi giorni addietro, per risolvere una sua situazione.

E' vostro interesse provare a giocarvi una certa occasione? Sapete che il vostro interlocutore è una persona sincera?

Un modo per provare a quadrare il cerchio esiste.



L'associazione in partecipazione.

Tratto da Wikipedia

Una parte (l'associante) attribuisce ad un'altra (l'associato) il diritto ad una partecipazione agli utili della propria impresa o, in base alla volontà delle parti contraenti, di uno o più affari determinati, dietro il corrispettivo di un apporto da parte dell'associato.

Tale apporto, secondo la giurisprudenza prevalente, può essere di natura patrimoniale ma potrà anche consistere nell'apporto di lavoro, o nell'apporto misto capitale/lavoro.

Naturalmente il caso specifico deve essere attentamente studiato con l'aiuto di un professionista, ma potrebbe valere la pena di tentare.




Non solo.
Ci sono anche altri due contratti alquanto interessanti.

La cointeressenza propria ed impropria.

Dal sito altalex.com

La cointeressenza impropria è quel contratto che attribuisce al cointeressato, a fronte di un apporto, la partecipazione agli utili di un’impresa (ma anche, secondo una lettura sistematica, di uno più affari, come specificato nell’art. 2549 c.c.) ma non la partecipazione alle perdite.

La cointeressenza propria è invece quel contratto che attribuisce al cointeressato la partecipazione sia agli utili sia alle perdite dell’impresa dell’associante ma senza il corrispettivo di un determinato apporto. E' quindi un contratto para assicurativo.

Non intendo dilungarmi, anche perchè non è il mio settore.

Spero di aver aggiunto lievito alla vostra farina.























domenica 28 settembre 2014

I vulcanelli, gli hedge fund ed i cigni neri

Buongiorno a tutti.

Un post semplice ma spero non troppo banale, tiranno il tempo, come sempre.

E' notizia di ieri che un vulcanello ha ucciso due bambini.

Drammatico notare come il padre fosse animato da eccellenti intenzioni: per il compleanno del maggiore, non aveva portato i figli al mare o allo stadio, ma in un luogo di istruzione...

Vedremo come la Magistratura tratterà il caso.

Immagino che la linea difensiva delle persone chiamate a rispondere della morte di quei bambini sarà relativa all'impossibilità di prevedere un simile catastrofico evento, mai occorso a memoria d'uomo e quindi imprevedibile.

Ci sono alcuni punti su cui riflettere in merito.

1) L'occorrenza di una simile tragedia e quindi il ricorso alla memoria storica è fallace. L'evento non è funzione della semplice attività geologica, ma anche dell'attività turistica.

L'evento osservato è il frutto di due casualità: una geologica ed una sociale. Questa combinazione rende l'evento rarissimo.

Se l'evento geologico fosse avvenuto di notte o anni addietro, quando non c'era turismo di massa (o una rete di rilevamento dei fenomeni), un evento di grande magnitudo facilmente non sarebbe stato registrato. Quindi probabilmente non sarebbe ricaduto nelle statistiche che servono per stabilire il valore della distanza di sicurezza.


2) Il valore massimo osservato di un evento è il massimo valore possibile?

Scusate il gioco di parole, ma questo è il punto.

Possiamo immaginare una tabella compilata con le osservazioni statisticamente fondate delle esplosioni dei vulcanelli negli ultimi n anni.

L'intensità avrà un valore minimo ed uno massimo.

Ma il valore massimo osservato è una ragionevole distanza di sicurezza?

Non è possibile dirlo senza fare un conteggio.

Se molti sanno che esiste un oggetto che si chiama media aritmetica molte meno persone sanno che esistono anche misure della dispersione dei dati attorno alla media.

Una di queste misure ha come sigla la lettera greca sigma.

Facilmente vi ci siete imbattuti anche voi almeno una volta. Quando leggete una misurazione potete leggere per es. "questo sacchetto pesa : 10 grammi più o meno 1" quell'1 è il valore del sigma. 


La notizia importante è che (a determinate condizioni) non è possibile che esista un evento che valga 10 più o meno 3.

In altre parole il peso minimo del sacchetto potrà essere 7 ed il peso massimo 13.

E sarà già un caso più che raro, perchè la maggioranza dei sacchetti peserà tra i 9 e gli 11 grammi e qualche sacchetto peserà 8 o 12 grammi.

Tornando al vulcanello, quindi non è possibile senza fare dei calcoli dire se l'evento era realmente imprevedibile. La memoria d'uomo non basta.


Cosa ha a che fare questo con gli hedge fund?

L'assunto base del mio ragionamento è che il fenomeno dei vulcanelli si comporti secondo un certo modello che fu studiato sistematicamente da Gauss.

Questo modello oggi viene applicato diffusamente anche "stiracchiandolo" perchè è molto comodo da usare.

Così a volte le strategie di investimento degli hedge fund - ma non solo - sono calcolate con formule che si basano sull'assunto questionabile che i fenomeni osservati sono assimilabili a quelli studiati da Gauss.

Il punto è che la finanza non è un fenomeno naturale ma sociale. Quindi questa regola non è applicabile con leggerezza. Ovvero funziona fino a quando funziona. Poi dopo ci sono i casi limite... e questi sono abbastanza frequenti ed esiziali. I famosi cigni neri.

Un caso celeberrimo di cigno nero è avvenuto quando è fallito il fondo LTCM che aveva tra i fondatori due premi Nobel.

Se non ci fosse stato un deciso e competente intervento delle autorità di vigilanza mondiali avrebbe comportato molti più danni di 10 Cernobil e Fukushima.

Ma si sa la gente non percepisce il rischio, fino a quando non ce l'ha sotto il naso ed è tardi.

Quindi spesso è redditizio fare i ribaldi e poi in caso di evento estremo allargare le braccia e dire: "E chi mai avrebbe potuto prevedere un evento che a memoria d'uomo non si era mai verificato?".


venerdì 26 settembre 2014

Haiku





Il Giappone del 1600-1700 ha prodotto non solo le candele giapponesi ed i futures sulle merci. Ma anche una forma poetica che ha a che vedere con l'ermetismo.
Anche se alcuni canoni la rendono più affascinante e difficile.


Una cosa di me che pochi sanno è che sono un (pessimo) autore di haiku.


La trasposizione in lingue differenti dal giapponese (che non conosco) impone inoltre una serie di modifiche rispetto ai canoni previsti in origine.

Certamente Kerouac era molto più bravo.

"Neve nelle mie scarpe"
"Abbandonate"
"Nido dello sparviero"



Ecco invece una prova della mia modesta inventiva.

Come ragni
danziamo sulla tela scossa
dal vento della vita.


Buona giornata.

martedì 9 settembre 2014

Pagare (legalmente) meno capital gain

Un post di servizio ultrarapido

Dal 1 luglio di quest'anno per molti titoli è aumentata l'aliquota della tassazione dal 20% al 26%.
 
Entro il 30 settembre i risparmiatori che detengono tali titoli - nel regime di risparmio amministrato - potranno comunicare per iscritto al proprio intermediario finanziario l'intenzione di affrancare i plusvalori latenti alla data del 30 giugno 2014.
 
Il vantaggio di tale operazione è quello di far ricadere il maggior carico fiscale solo sulle plusvalenze maturate dopo il 1 luglio.
 
La scelta di affrancare o meno il proprio portafoglio dipende da valutazioni di carattere sia oggettivo che soggettivo, ed è complicata dall'obbligatorietà dell'affrancamento di tutti i titoli detenuti presso lo stesso intermediario.
 
Pertanto, rivolgetevi ai vostri consulenti per ulteriori informazioni. 
Se poi scopriste che non vi avevano avvisati sentitevi liberi di rivolgervi a me... ma con sollecitudine.

martedì 5 agosto 2014

Di chi è questo?

Chi ha più di 40 anni si ricorderà di sicuro a quale Pubblicità Progresso appartiene questa frase...

Oggi voglio esprimere una riflessione sulla vicenda dei bambini scambiati a Roma.

In un ospedale è stato impiantato l'embrione "sbagliato" nel grembo di una donna che lo partorirà e che se lo vuole tenere. Tuttavia anche la madre biologica lo vuole "indietro".

A giorni un giudice dovrà emettere una sentenza sul caso, ovvvero stabilire di in quale famiglia dovrà crescere il bambino.



Prevedo che il piccolo diventerà maggiorenne e la battaglia legale sarà ancora in corso.

Sebbene non sia un giurista voglio dire la mia.


Pare che la legge affermi che il figlio è di chi lo partorisce.
Quindi allo stato attuale parrebbe che la donna che lo partorirà se lo potrà "tenere".

A mio avviso il giudice dovrebbe invece imporre la "restituzione".

Lo spirito della Legge prevede che il figlio sia della madre che lo partorisce per creare un legame diretto, a favore del bambino.

Questo legame può essere rescisso ma solo con l'assistenza di un tribunale apposito e con opportune procedure che tutelino gli interessi del minore.

Quando la Legge è stata fatta non si poteva prevedere questo caso, ma da un punto di vista logico non è rilevante.

Si sposta solo "a monte" la  questione.

L'atto della nascita era una pietra miliare perchè la tecnologia non permetteva la fecondazione in vitro. Ma il punto che pare degno di tutela per il legislatore è quello del legame "di sangue".

Questo legame esiste ed è rivendicato da una donna che solo accidentalmente non è colei la quale partorirà.

Ma non solo: se il giudice dovesse sentenziare a favore della donna che partorirà butterà alle ortiche una larga fetta della attuale tutela legislativa dei minori, tribunali dei minori compresi (almeno per le adozioni).

Se oggi infatti è prevista la tutela dei legami di sangue, che - come dicevo prima - possono essere recisi solo con modalità speciali, una sentenza differente da quella che ritengo coerente con questa logica negherà questa impostazione e affermerà che un bambino è di chi se lo prende.

Questa sentenza sconfesserebbe l'operato di quei tribunali che ad esempio avevano imposto l'allontanamento dei minori dalle famiglie "adottive" qualora fosse stato accertato che in realtà queste avevano comperato il piccolo (chi ricorda il caso di Serena Cruz?).




giovedì 31 luglio 2014

Parole, parole: ovvero la derivata seconda di un discorso.

Sono da lungo tempo convinto che le parole siano lo specchio dell'anima.
La gente dice VERAMENTE quello che pensa.


In questo senso mi ha molto colpito l'affermazione di un sociologo di fama nazionale intervistato da Radio 24 sul maltempo. L'ho sentita ieri e stamattina al GR.

Questi ha detto all'incirca "è l'estate più democratica degli ultimi 100 anni: ricchi e poveri sono costretti a non fare le vacanze".

Una frase da far accapponare la pelle.

Immagino che l'intento di una intervista ad un sociologo sia quello di cercare una voce che analizzi il comune sentire degli italiani.

Ebbene l'unintended consequencie di questa intervista è mostrare una delle cause fondanti del malessere italiano e della nostra non competititvità.

Si mostra in modo chiaro il nesso causale che gli italiani hanno in testa tra democrazia e povertà.

Democratico = nessuno fa le vacanze.

Sarebbe stato bello invece se l'affermazione fosse stata: "Questo è l'anno più democratico perchè tutti si sono potuti permettere una vacanza".

Ma da noi la democrazia è intesa come un livellamento verso il basso. Come la famosa livella di Totò.

Questa è l'eredità dei nostri 50 anni di democrazia. Un bello schifo!





Altre parole.
E' notizia di ieri che all'Indesit di None gli operai hanno tre scelte. Prendere 30 mila euro lordi e licenziarsi; andare a lavorare ad Ascoli; iniziare una causa contro la società.

Noi sappiamo che l'euro non è una area monetaria ottimale, ovvero che ci sono alcune rigidità strutturali che rendono l'euro una moneta "difficile".

Tra queste l'impossibilità di un lavoratore di cercare lavoro in altri Paesi dell'Unione, anche a causa dei vincoli culturali e linguistici.

Ebbene la rigidità che vediamo è molto maggiore: un piemontese non se la sente di andare a lavorare ad Ascoli, non ad Amsterdam.

Gli operai sono 120, non sono pochi. Se ci fosse stato uno sforzo finalizzato da parte dell'azienda a creare veramente un flusso verso Ascoli i risultati avrebbero potuto essere differenti.

120 lavoratori che si muovono non sono pochi. Hanno un discreto potere economico e contrattuale nella ricerca di abitazioni ed opportunità lavorative dei coniugi.

E dall'altra parte non c'è la cultura del lavoro. Il lavoratore pensa (anche a causa di un sindacalismo becero) "Io il lavoro lo voglio sotto casa e basta. E qualcuno - non importa chi - me lo deve garantire".

Ecco l'altra faccia delle cause della povertà nella quale siamo piombati.



mercoledì 23 luglio 2014

Ri-costituenti

"Era un mondo adulto... si sbagliava da professionisti"

Tutti oggi si stracciano le vesti perchè Schettino è stato invitato ad una festa. Il solo torto di Capitan Codardo è di essere chiaramente collegabile ad una disgrazia ben precisa ed evidente.

E' invece più sfumato collegare Berlusconi, D'Alema, e gli altri al declino morale e materiale del Paese.

Di certo i giornalisti che oggi si stracciano le vesti sull'inopportunità dell'invito di Schettino richiedono all'ospite una sensibilità morale maggiore di quella dei parlamentari, i quali nel tempo non si sono affatto preoccupati di votare l'invotabile, di accettare di sedersi accanto ad infami e di seguirli.

Insomma che volete da un povero padrone di casa? Che non si adegui alla musica che viene dal Palazzo?



Ma basta con le considerazioni serie. Che di Gramellini c'è n'è uno e non vorrei rubargli il posto da Fazio.


"Razzi su Tel Aviv"
"Io non credo, ho prenotato anche quest'anno nella mia amata Svizzera"

"La spiaggia sul Po"
Con il solito culo di Fassino abbiamo beccato l'estate più piovosa degli ultimi 130 anni.

martedì 22 luglio 2014

Un parlamento di creduloni

Dopo la minorenne nipote di Mubarak, i festeggiamenti per l'innocenza di un vecchio satiro ingiustamente perseguitato adesso un tale afferma che gli americani non sono mai atterrati sulla Luna.

Ha ragione: io me lo ricordo nitidamente. Al momento di atterrare, con una manovra malestra gli astronauti si sono messi a cavalcioni della falce, ferendosi l'inguine. Mi ricordo perfettamente anche il tono di voce di Armstrong: ha iniziato la sua epica frase con voce profonda ma l'ha terminata in falsetto.

... e se gli anelli di Saturno fossero un piercing?

Meno male che sono impegnati  a fare le riforme altrimenti Verne, Asimov e Clarke sarebbero presto surclassati.


Il caso dell'insegnante lesbica a Trento.
Il ministro Giannini afferma: "saremo severissimi", in altri casi sono stati... Severino.


lunedì 21 luglio 2014

Rigalleggiamento

Dopo un lungo periodo trascorso in semi-immersione il simbolo dell'Italia riprende il suo cammino.
E le polemiche sulle differenti destinazioni non si placano. C'è chi asserisce che basti una riverniciata per  ricominciare le crociere, come se nulla fosse. C'è chi vorrebbe invece trainarlo ai Caraibi per smantellarlo.
Una cosa è certa: italiani attenti quando vi inchinate.

E oramai l'unica che crede ancora alla colpevolezza di Berlusconi è la povera Veronica, ma si sa è stata traviata da Cacciari.


C'era una volta un volpone
     DO7              FA       RE-
che aveva una macchia nera sulla fedina 
      SOL-       DO7             FA
e una grande villa in Sardegna 
    RE-   SOL-        DO7             FA
e che a momenti rischiava di vedere il cielo a scacchi... 
FA       RE-      SOL-
E se qualcuno cantava 
   DO7             FA      RE-     SOL-
la volpe se la faceva sotto ed una manetta 
DO7           FA
scendeva vicina vicina
    RE-     SOL-   DO7           FA
poi gli sorrideva e se ne tornava su.
 

giovedì 17 luglio 2014

Emergenza estate

Vista la situazione difficile situazione per l'elezione della Mogherini, Renzi si dovrà rivolgere alla... Charicas.

Un affettuoso saluto. Domani conto di essere a mollo alle terme di Pré S. Didier.

mercoledì 16 luglio 2014

A gestire la Juventus non c'è mica Verdini

Oggi sono molti i pensieri che si affastellano.

L'insegnante di Saluzzo patteggia due anni per aver fatto sesso con le allieve.
Manco fossero state le nipoti di Mubarak!

Dimissioni di Conte: tutti a gridare per lo stupore.
Il barbiere me lo aveva detto  in maggio che probabilmente se ne sarebbe andato perché non gli davano i giocatori per vincere.
Chiarificatore infine il fuori onda di Andrea Agnelli: "A gestire la Juventus non c'è mica Verdini"

Continuiamo con i filopalestinesi.
Mi è abbastanza chiaro perchè gli isreaeliani abbiano chiuso il valico verso Gaza; lo è molto meno perchè anche gli egiziani abbiano chiuso il loro. E soprattutto mi chiedo per quale ragione non se lo chiedano anche i palestinesi.

Proseguiamo con i filoisraeliani: il termine "eccesso colposo di legittima difesa" vi dice qualcosa?

Infine SEL: i 6000 emendamenti presentati sulle riforme mi fanno correre il pensiero sul fatto che Vendola sia il capo di una "Hamas de noantri": Lanciati 6000 razzi e no effect, salvo irritare Golda-Renzi.

(A scanso di equivoci puntualizzo che il "fuori onda" che attribuisco ad Andrea Agnelli è ovviamente inventato di sana pianta)

martedì 15 luglio 2014

Simpatici come... parte seconda

La devo smettere di prendere troppe droghe, e tutte insieme.

Iniziano le allucinazioni.

Oggi, ascoltando Radio 24, verso la fine del giornale delle 13, hanno parlato del rientro trionfale della Germania: sfilata alla Porta di Brandeburgo di fronte a 400 mila supporter in agitazione.

Ebbene, vuoi per l'assonanza con supporter, vuoi per la simpatia o per le sostanze psicotrope,  ho avuto un flash: visti i colori della maglia tedesca ho allucinato nitidamente la parata trionfale: i giocatori sfilavano tra 400 mila supposte in delirio.

I gestori delle spiagge, la direttiva Bolkenstein e la vicenda Etiad

Buongiorno a tutti.
Per varie ragioni non ho potuto essere presente sul web.
Una sola domanda mi è sorta spontanea in questi giorni mentre ascoltavo Radio 24.

Ascoltavo la vicenda dell'applicazione della direttiva Bolkenstein sulle spiagge. Un problema tutto italiano, perchè in Francia - dove di spiagge evidentemente non ce ne sono - questo problema non lo hanno.

La sola domanda che non ho sentito porre durante tutta la trasmissione, da parte del conduttore, è:
"ma non sarà mica che il governo è un po' in difficoltà ad applicare la nota direttiva - il cui intento è aumentare la concorrenza e la qualità dei servizi offerti - visto che per sbolognare Alitalia deve ridurre la concorrenza alla nascente compagnia? Infatti tra le condizioni per l'accordo c'è l'intesa di rendere più difficile la vita alle compagnie low cost, e di far assorbire perdite e costi per 4 mld alle casse pubbliche"


giovedì 10 luglio 2014

Partitona!

Ieri Argentina Olanda era così interessante che

- non ho resistito: ho rivisto un VHS con le migliori tribune politiche condotte da Ugo Zatterin.
- ho sperato che perdessero entrambe...
- credevo che entrambi gli allenatori fossero parenti di Ingroia
continuate voi....

mercoledì 9 luglio 2014

Simpatici come...

Filipao Scolari poco prima di uscire dagli spogliatoi. "Cazzo raga, chi ha rotto 'sto specchio?"

Filipao Pisapiao: "mi scuso per l'esondazione ma ci hanno avvertito in ritardo e abbiamo dovuto scegliere alla svelta tra il Seveso ed il Reno (quello grosso)".

Filipao Renzao: "Il Reno (quello piccolo) è esondato, ma facciamo finta che non sia accaduto".




Simpatici come una rettoscopia.

Chiunque abbia sfogliato un manuale di sociologia sa che la grande differenza tra una civiltà agricola ed una industriale sta nella modalità di relazione tra i membri.

Nella civiltà agricola, sono importanti sia la posizione sia la persona. Per cui a parità di condizioni materiali la posizione occupata può portare a risultati molto differenti rispetto alle condizioni materiali. Insomma è perfettamente normale che, a fronte del medesimo reato, il figlio di un principe la faccia franca e che il figlio di un servo passi un guaio.

L'opposto avviene in una società industriale, conta l'oggettività della situazione.

Ieri abbiamo avuto una serie di splendide manifestazioni di questo fatto.


La Germania in preda a quello che per noi poveri latini è furore manicheo ha spianato oltre ogni limite gli untermensch brasiliani. E al di là del risultato la cosa degna di nota è stato l'intervento duro di un giocatore tedesco verso la fine (sul 6 a 0), che ha esasperato la reazione di un brasiliano; per non parlare dell'incazzatura di Noyer per il goal subito.

La partita di ieri fa capire fino in fondo questa differenza. E perché avere a che fare con i tedeschi (o gli italiani) sia un problema (per gli italiani o per i tedeschi).

Ma una altra splendida manifestazione della nostra mentalità agricola ce l'ha data il premier Renzi che ha invitato Errani a rimanere. Quando Guido Westerwelle l'ex ministo della difesa tedesco si è dimesso per aver copiato la tesi di laurea.

E, ancora una volta, se fosse stato un personaggio di centrodestra ad essere condannato al posto di Errani e Berlusconi gli avesse chiesto di restare non si sarebbe scatenato il putiferio?

Qualche domanda per concludere.

Il furore tedesco nell'applicazione (sugli altri) della disciplina di bilancio o calcistica è indice di forza o di debolezza?

L'eredità che deriva da questo atteggiamento è vantaggiosa o no?

Ma Renzi non doveva essere il rottamatore della vecchia politica? E intona Errani ritorna?

martedì 8 luglio 2014

sapessi com'è strano...

Buongiorno a tutti.
Oggi anche grazie al maltempo solo evergreen, manco fossimo in Irlanda.

Musica di Memo Remigi (innamorati a milano)
Testo mio

Sapessi
com'è strano
avere l'acqua alta
a Milano
senza fiori
senza verde
senza cielo
senza niente
fra la gente
con il giubbotto salvagente...



Ieri poi uno studio di Gartner ha detto che nel 2015 si venderanno più tablet che PC. Poichè scrivere anche solo un pensiero con il tablet è una impresa epica direi che quello che conta ancora una volta è essere connessi, più che dire qualcosa.
Insomma, insostenibile leggerezza dell'essere... connessi a FB. Un altro evergreen.


Infine ieri Renzi ha fatto il duro e i 5 stelle hanno abbozzato. Confermando così la mia intuizione


Update

Lieve malore per Calderoli. Preceduto fa un attimo di consapevolezza di sé


Update 

I mercati ballano . Una chiave di lettura interna potrebbe essere questa. "Dopo aver battuto la destra adesso Renzi ha di fronte il vero Leviatano del conservatorismo e rischia di esserne sconfitto: il PD"

lunedì 7 luglio 2014

gadanate del 7 luglio

Oppido Mamertina: la statua della Madonna fa l'inchino davanti alla casa del boss.

Alfano raggiante annuncia: "Indagheremo la Madonna per concorso esterno in associazione mafiosa"


Nuova linea difensiva di Schettino: "Ho visto la Madonna"

sabato 5 luglio 2014

Estate gadana

Buongiorno a tutti.

A causa del surmenage lavorativo la possibilità di scrivere qualche pensiero strutturato è diminuita notevolmente.

Ad esempio ho in mente da una decina di giorni una interessante riflessione tra il sistema scolastico, il successo nella vita ed il trading, ma decisamente ci vorrebbe un momento di tempo per argomentarlo e quindi resterà un mistero, per vostra fortuna. 

Naturalmente i maligni sono invece autorizzati a pensare che il mio solo neurone si sia fritto. 

Visto dunque che non posso continuare nella direzione finora mantenuta nella gestione del blog ho deciso - anche dietro incauta sollecitazione di qualche  amico - di battere (termine non usato a caso) nuove strade.

Insomma allarghiamo il famoso epsilon, ma di tanto.

Per un periodo che per adesso è confinato all'estate invece di scrivere riflettendo, scriverò di getto le sciocchezze che finora avevo dedicato al mio wall di Facebook.

Che Dio ve la mandi buona.


martedì 17 giugno 2014

Motta Visconti, Yara ed il femminicidio in genere: una chiave di lettura

Buongiorno

ho notato come molte persone, anche a me vicine siano rimaste sorprese e sgomente dal recente triplice omicidio di Motta Visconti.

Oggi senza ovviamente avere pretese di esaustivita' e completezza voglio riferirvi il mio pensiero in merito.

E' naturale che anche io sia colpito di fronte a tanta violenza specie se esercitata su bambini in tenera eta'.

Tuttavia non sono particolarmente stupito, e riesco a leggere dietro a questo gesto un disegno razionale, ovviamente una razionalita' malata.


Nel misero post del mese scorso ho fatto riferimento ad Eric Berne e alla sua teoria del Genitore, del Bambino e dell'Adulto.

Ebbene il caso di Motta Visconti e' un esempio lampante di "Bambino in azione".


E' ampiamente risaputo come i bambini, sotto l'impulso del narcisismo primario, agiscano senza moralita'.

Quello che vogliono lo prendono. Desiderano la morte di chi li contrasta. Persino Freud ne scriveva gia' all'alba dei propri studi.



Solo nel tempo impariamo a limitare il Bambino e ad usare l'Adulto ed il Genitore.


Ma non smettiamo di usarlo, il Bambino. Sia quando ci divertiamo sia quando affrontiamo ad una situazione emotivamente carica.


Quindi ecco che in situazioni particolari, nel senso di rare (ovvero quando una personalita' non cresciuta e' posta di fronte ad una situazione estrema) si scatena il dramma (dal litigio all'omicidio).


Il Bambino desidera a tal punto un oggetto (non si pensa all'altra persona come ad un essere umano altrimenti non si arriverebbe alla sua morte) che per ottenerlo farebbe di tutto, anche compromettere la propria vita.

In questo senso vanno quindi interpretati anche gli omicidi-suicidi, ma anche gli stupri. Come quelli che in questo periodo "vanno di moda" in India, a dispetto della pena di morte.

In quel caso la dinamica sociale impone una emancipazione del ruolo femminile.

Il maschio abituato ancestralmente ad una posizione dominante non ha gli strumenti culturali per decodificare ed accettare queste istanze. Quindi la sua razionalita' va in crisi e si attiva il Bambino, che reagisce come sa.



Una descrizione un po' stringata ma credo comprensibile.


martedì 3 giugno 2014

Una osservazione banale sul capital gain

Buongiorno a tutti.
un post ultrarapido per non far morire del tutto il blog.

D'altra parte morte sua vita mia, ché con i carichi di lavoro derivanti dai recenti lieti sviluppi il tempo per pontificare è minimo.

Tutti voi sapete che tra un mesetto l'aliquota del capital gain passa dal 20% al 26%.

Chi ha un portafoglio sottoposto ad un regime fiscale di risparmio gestito non deve fare nulla. Ma chi ha un portafoglio "autonomo" (regime di risparmio amministrato), e che possiede titoli, dovrebbe valutare come affrontare questo cambio di aliquota.

Il risparmiatore ha tre opzioni.

1) Non si fa nulla. In tal caso la nuova aliquota verrà applicata anche per le plusvalenze maturate prima del 30/6;

2) Prima del 30/6 si vende e si ricompra il medesimo titolo.

3) Si chiede al proprio intermediario di pagare la tassa al 30 giugno con la vecchia aliquota e di rettificare i prezzi fiscali di carico.

Non esiste in astratto una opzione migliore:

la soluzione n. 3 può essere interessante, ma occorre che abbiate la liquidità per  pagare il  capital gain maturato.

La soluzione 2 nvece nasconde qualche insidia, non evidente.


Un esempio

Ho una plusvalenza di 10.000 euro. Cosa faccio?

Ovvio vendo e ricompro!


A si?

Calcoliamo:


Quantità di azioni        10.000
Prezzo carico               10
Prezzo odierno               11
Plusvalenza "visibile"        10.000
Cap. Gain oggi          2.000
Cap. Gain "domani"          2.600
Differenza             600
Costo di transazione             550

E notate che per il calcolo del costo di transazione ho applicato è il 2.5 per mille.

Spesso in pratica è maggiore (minimi e spese accessorie, tobin tax, spread denaro lettera...)

Come mai avviene questo paradosso?

Perché l'aliquota del capital gain è applicata sulla plusvalenza, mentre il valore della commissione di transazione è calcolato su tutto il valore del portafoglio.

Una regola spannometrica potrebbe essere: "Sotto il 10% di plusvalenza meglio stare fermi".

In un contesto di aumento di tasse c'è comunque una notizia positiva: potete valutare la solerzia e la professionalità del vostro intermediario.

Vi ha cercato per fare questo ragionamento?


PS per i fondi comuni e per gli etf non c'è problema. Si paga sempre: anche se avete una minusvalenza da titoli.

















domenica 11 maggio 2014

Gli stati dell'io e la politica italiana


Mi scuso per la rarefazione dei post, ma il lavoro non mi lascia tregua. D'altra parte qui vedrete che le mie giustificazioni non sono fuffa.


Qualche lettore sa che alcune intuizioni mi vengono mentre mi rado.

Oggi ho deciso di giocarmi la mia già modesta reputazione mettendovi a parte di una recentissima "intuizione da Philips".


Rimugino periodicamente sui temi trattati da Bobbio in "Destra e Sinistra" ma anche sull'impostazione berniana della psicologia.

Un accenno a questo autore l'ho gia fatto qui.


In estremissima sintesi Eric Berne afferma che al nostro interno vivono un Genitore un Adulto ed un Bambino. La loro interazione genera i nostri comportamenti. Naturalmente queste interazioni valgono anche in ambito sociale.

Il Genitore è un recipiente bifronte. Dr. Jeckill e Mr Hide. E' tutto quello che ci hanno insegnato per "comportarci bene in società"; di come le cose dovrebbero essere; ma è anche la voce che ci redarguisce quando commettiamo qualche "marachella" e il Genitore può essere anche cattivo ed ossessionante.

L'Adulto è il computer: relativamente privo di emozioni vuole solo ottenere l'obiettivo. E', per usare un esempio, il Principe ideale di Machiavelli.

Il Bambino è la sede delle emozioni del divertimento ma anche della scorrettezza, del broncio e della ribellione.

Chi volesse approfondire troverà materiale a iosa, in rete e non.


Arriviamo dopo questo preambolo all'intuizione profumata di dopobarba.

Sarebbe interessante farne un libro, ma occorrerebbero tempo e risorse per fare test psicometrici e metterli insieme, quindi lancio la provocazione nella speranza che possa essere raccolta.


In modo estremamente grossolano ritengo che ai tre stati dell'io rappresentati da Berne corrispondano tre scelte politiche differenti.


Il motore della Sinistra è il Genitore. Sostanzialmente benevolo nelle intenzioni, è convinto che il popolo non possa guardarsi da solo e che quindi che abbia necessità di una guida.

Il motore della Destra liberista è l'Adulto. Ciascuno è libero e deve cavarsela da solo. Il Governo serve solo per distribuire servizi collettivi e non per guidare, altrimenti non ci sarà la crescita e giustizia.

Infine è il Bambino il motore dei movimenti "antagonisti". Troviamo anarchici, estremisti di entrambi i fronti, ma anche i grillini ed i leghisti.
Lo slogan è: "Tu hai fatto questo casino e noi ci ribelliamo".


Trovo particolarmente interessante questa intuizione perché "spiega" bene le dinamiche proprie di questi gruppi. Ad esempio per quale ragione nonostante l'apparente forza dei movimenti di protesta questi poi non concludano un bel nulla: i bambini sognano, non realizzano.


La prima obiezione che mi viene in mente è che questa teoria non ho un posto chiarissimo per le dittature. E in effetti senza addentrarsi troppo nella trattazione berniana ho poco da dire.


Sono entrambe un differente mix di Bambino e di genitore "cattivo". C'è l'illusione che un superuomo (a destra) o un ordine superiore (a sinistra) possano risolvere i problemi al posto nostro, e che per ottenere il risultato sia giustificata la violenza.


 
Ebbene, anche se il profumo del dopobarba svanisce in una giornata spero che questi pensieri durino almeno quanto un taglio di capelli.





lunedì 28 aprile 2014

La passerella sull'Orrido di Pre Saint Didier


Oggi un argomento turistico.
Ma non per chi soffre di vertigini.

Vi avevo già parlato delle terme di Pre S. Didier anni addietro. Adesso vi parlo di una costruzione che è già attiva ma non è stata ancora inaugurata ufficialmente.

La passerella a strapiombo che sovrasta la spaccatura della montagna dove transita la Dora di Verney.


Si tratta di un ardita costruzione in metallo che permette una ampia visuale sull'Orrido, come testimonia questa foto.

Ai fotografi consiglio di andare la mattina perchè avranno il sole alle spalle, se vogliono fotografare la Catena del M. Bianco. E in effetti quello è il solo soggetto interessante, perchè la visuale in direzione di La Thuile è decisamente povera.


Tuttavia - per chi volesse una visuale insuperabile di tutta la Valdigne - consiglio di andare a colle S. Carlo, tra la Thuile e Morgex, parcheggiare all'albergo la Genzianella (mia fornitrice di ghiaccioli e gelati dal 1964) e fare poche centinaiai di metri a piedi. 

Tornando a noi, circa la visuale del Monte Bianco non aspettatevi un granché. La foto che vedete è presa da un operatore appeso ad un cavo che attraversa l'Orrido. Per questa ragione l'intrepido fotografo gode di una posizione migliore rispetto a quella dell'utente della passerella.


Come arrivarci.

A piedi dallo stabilimento termale: si va verso le Vecchie Terme (la cascata); mettendosi di spalle al ponte di pietra si vede il sentiero che copre i circa 200 metri di dislivello che portano alla passerella.

La cattiva notizia per i pigri è che la pendenza è notevole: infatti la distanza topografica tra l'inizio del sentiero e la passerella non è tanto superiore ai 100 metri. 



In auto.

Direzione La Thuile, dopo la prima galleria c'è una deviazione a destra (occhio che quasi non la si nota se non all'ultimo) con l'indicazione del Parco Avventura.
Parcheggiate e troverete un sentiero quasi pianeggiante che porta alla passerella.

Il mio consiglio è di programmare una lunga sosta anche al Parco: divertimento assicurato anche per gli adulti che, come me, amano giocare a fare Tarzan, in tutta sicurezza.
Se vorrete potrete fare uno spuntino o un pranzetto (però prenotate) al simpatico bar ristorante del Parco. La proprietaria è una tipa sveglia e gentile.



 

 

giovedì 3 aprile 2014

La congettura di Giaume sull'insaputa

Cantor ha dimostrato che esistono infiniti ordini di infinito.

Io congetturo che esistano differenti ordini di "insaputa".

Un primo ordine è quello di Scaiola, che non ha presenziato all'atto di acquisto della sua casa e non sa chi gliel'ha pagata. Una insaputa grigia.

Quella appena citata è certamente una insaputa di ordine differente rispetto all'insaputa dell'operaio delle ferrovie che aveva in casa i due quadri milionari ritrovati nei giorni scorsi. Tuttavia con le informazioni offerte dai media non siamo in grado di capire a quale ordine di insaputa appartenga quest'ultima.

Sappiamo infatti che l'operaio ha avvisato la Polizia, però non sappiamo se lo ha fatto non appena ha appreso che aveva in casa della refurtiva; in questo caso si tratterebbe di una insaputa rosa.

Però potremmo anche ipotizzare che l'operaio ha provato prima a vendere i quadri, e constatato che il boccone era troppo grande per lui e ha ripiegato sulla riconsegna e la ricompensa. In questo caso si tratta di una insaputa verde.

Poichè i colori sono pressochè infiniti congetturo che anche le insapute siano infinite, ed ambisco ad un sistema politico che eviti almeno quelle grigie.

domenica 30 marzo 2014

30 anni


Buongiorno a tutti!
Il primo aprile (incredibile l'
ironia della vita) saranno 30 anni che lavoro nel settore bancario / finanziario.

Questo post tuttavia non vuole essere autocelebrativo, che proprio non è il caso.



Anzi il protagonista della mia vita - ben lungi dall'essere io - è stato appunto il caso.

Sono casualmente un baby boomer. Pertanto, quale reduce di una infanzia vissuta in un periodo di sostanziale espansione economica, quando ho iniziato a lavorare pensavo che, applicandomi con impegno un
avrei ottenuto un buon successo, esattamente come a scuola.
In fondo era questo il messagggio educativo che molti di noi hanno ricevuto.

Poi casualmente il crollo del muro di Berlino ha cambiato la mia vita, ridisegnando le dinamiche economiche del mondo. Ma naturalmente
nel 1989 non lo immaginavo... E a ben vedere neppure nel 1999 non lo avevo ancora capito veramente.

E neppure nel 1980, vedendo il primo computer, avevo lontanamente immaginato che potesse servire per fare qualcosa di differente dal giocarci. Figuriamoci poi se avevo capito che connettere un paio di PC tra due oceani sarebbe stato vitale.

Dopo una serie di avventure sono poi casualmente finito dove lavoro oggi e, nonostante gli alti ed i bassi presenti in ogni matrimonio, da 4 lustri sono lieto di avere intorno le stesse persone.

Ma, di nuovo, non l'avevo minimamente previsto che certi fattori sarebbero stati importanti.

Senza saperlo ho seguito il consiglio di Steve Jobs. Sono stato e sono tuttora  autenticamente foolish e hungry, però vuoi perché non sono un genio, vuoi perché l'Italia non è un ambiente per innovatori mi domando ogni giorno se non sarebbe stato meglio seguire il consiglio della maglietta "keep calm and look for a civil servant place".

lunedì 3 marzo 2014

Ucraina - Vediamo quanto "ci prendo"


Due pensieri a caldo sui mercati (ore 10 di lunedì 3/3/2014).

La considerazione generale è che gli shock esogeni (se temporalmente limitati) in genere non interrompono l'andamento di medio lungo termine.

Una "dimostrazione" intuitiva di questa affermazione si può derivare osservando un grafico dell'11 settembre 2001 o ancor prima il grafico della crisi del 1998.

Questa situazione quindi potrebbe essere vista come una occasione di ingresso: se questo fosse invece un segnale di inversione di tendenza, immagino che ce ne saranno altri prima di un cedimento sostanziale.

Il  mercato italiano pare al momento quello che risente di meno della situazione. Quello tedesco maggiormente, come è logico che sia.

Allo stato attuale una guerra mi pare improbabile e quindi il nervosismo mi parrebbe destinato a rientrare. 

Putin cerca lo scontro per ragioni sia interne sia strategiche: la Crimea è uno dei pochi sbocchi sui mari caldi e la politica espansionistica da Pietro il Grande in avanti ha portato la Russia ad una espansione media giornaliera di 100 kmq al giorno.

Non reagendo alle provocazioni l'Ucraina sta facendo la cosa giusta: impedisce a Putin di avere una giustificazione per un massiccio intervento armato, come avvenuto in altre regioni meridionali (Caucaso).

Le opzioni degli occidentali sono poche sia dal punto di vista economico (servirebbero almeno 40 mld di usd per sostenere l'Ucraina) e meno ancora dal punto di vista militare.

Da un punto di vista politico la situazione a medio termine è come sempre impredittibile. Da un lato Putin incassa l'appoggio della Cina, molto preoccupata dalle manifestazioni delle forze centrifughe, ma di certo i vicini della Russia iniziano a capire che con Putin non si tratta, se non da posizioni di forza. Questo nel lungo termine è uno svantaggio politico non banale per i russi.

Dall'altro lato questa potrebbe essere la volta buona per regolare i conti all'interno dell'UE. Se la Germania ha tutta l'intenzione di gettare acqua sul fuoco come dai tempi della realpolitick, i paesi mediterranei potrebbero irrigidirsi anche strumentalmente per poter vendere a miglior prezzo la loro solidarietà alla Germania.  

Senza consierare che la Ashton non sta facendo un buon lavoro e che è della nazionalità "sbagliata". 

In questo senso - se ho ragione - questa crisi è un ulteriore elemento di crisi anche per l'Unione Europea. E ovviamente l'Ucraina è andata...