giovedì 31 dicembre 2015

La volatilità come cifra del futuro

Buongiorno e buon anno!
Continuo la tradizione natalizia: post frammentari ed affabulatori, suggestioni per una visione di lungo periodo (ne trovate anche qui e qui).

Ieri sera riflettevo con mia moglie sulla mia idiosincrasia per la guida delle auto. Le annunciavo che avrei comperato una automobile che si guida da sola, non appena sarà disponibile.

Abbiamo quindi iniziato a ragionare su quante cose sarebbero cambiate con l'avvento di una simile tecnologia.

Le considerazioni che abbiamo fatto sono molto più ampie, ve ne riporto pochi stralci.

In futuro, con le auto che guidano da sole, saranno disponibili anche le app per "chiamarle", per farsi venire a prendere. Ma poichè è poco razionale far aspettare per ore o giorni il proprio veicolo, facilmente, al possesso si sostituirà l'affitto; quindi è ragionevole attendersi una estensione del servizio di car sharing.

La tecnologia "self drive" ridurrà dunque la necessità di autisti.

Questo avrà svariate implicazioni.

I taxisti saranno ancora una volta a rischio di estinzione, con buona pace dei politici oscurantisti che li hanno appoggiati nella crociata anti Uber: stavolta però la categoria si scontrerà con il settore automotive e prevedibilmente faranno la fine del topo.

Le attività di autoriparazione e ricambistica saranno profondamente riviste, e da artigianali diventeranno industriali, con il crescere delle società di car sharing.

Poichè le auto dialogheranno tra di loro e con l'ambiente circostante i trasporti dovrebbero diventare più sicuri e veloci: le assicurazioni RCA smetteranno di essere un ramo in perdita per le assicurazioni.

Salvo che in zone meno coperte dai servizi di mobilità collettiva, avere la patente e guidare personalmente sarà una eccezione. Quindi i taxisti si dovranno spostare in aree rurali se vorranno sopravvivere. Saranno quasi delle guide alpine...

Per contro nelle aree urbane guidare personalmente potrebbe diventare socialmente poco accettabile: si potrebbe essere percepiti come persone che per mania di protagonismo mettono a rischio la pubblica incolumità.

Peggio ancora: avere la patente potrebbe essere un indicatore di pericolosità sociale. Si potrebbe diventare potenziali sospettati di essere autori delle poche rapine che verranno ancora perpetrate (ve li vedete i rapinatori fuggire - dopo il colpo - su una Google car?)

I minori, gli anziani malati ma deambulanti ed i soggetti privi di patente potranno usufruire di un servizio di trasporto personalizzato per le proprie mete. Avere ospedali centralizzati e una utenza diffusa non sarà più un grave disagio.

Ma ci sono anche implicazioni sugli investimenti.

Con meno auto in circolazione alcuni evergreen non saranno più redditizi: i box auto, che specie nei centri delle città hanno garantito per decenni elevate redditività del capitale investito, diventeranno poco apetibili.

Quindi le amministrazioni comunali che si stanno finanziando oggi con la vendita dei diritti di superficie per la costruzione di box pertinenziali stanno agendo sagacemente... 

Grazie alle innovazioni tecnologiche, all'aumentata interconnessione sociale ed economica e alla oramai chiarissima connessione ecologica tra tutti noi il nostro futuro diventa sempre meno prevedibile.

Se fino a ieri un nazionalista avrebbe potuto affermare - senza troppo timore essere spernacchiato - che l'inquinamento cinese non è affar nostro, prevedo che presto gli occidentali saranno lieti di contribuire economicamente alla messa in sicurezza delle industrie del terzo mondo. E questo avrà inevitabilmente ricadute economiche e sugli investimenti.

Ma perchè la turbolenza prospettica è oggetto di discussione su un blog di finanza?

Perchè - se la tubolenza che abbiamo sperimentato in questi anni è un fenomeno destinato a permanere - le implicazioni per l'industria del risparmio gestito non saranno banali.

I modelli attuali basati sul passato potrebbero dover essere profondamente rivisti a causa di un aumento strutturale della varianza ed una minore significatività delle condizioni storiche del mercato.

In tali condizioni gli investimenti classici "a benchmark" come un fondo comune che segue un settore o un'area geografica potrebbe essere una scelta poco sagace.

Infatti anche con un ciclo economico ben impostato un investimento che si basa solo e sempre su una media dei titoli potrebbe esporre l'investitore a volatilità tali da renderlo insoddisfatto e ansioso, e spingerlo a comportamenti irrazionali, ovviamente nel momento sbagliato.


Idealmente il futuro del risparmio gestito si deve indirizzare verso la capacità di decidere di volta in volta
-  quando sia il caso di scoprire le "storie" singole o di affidarsi al movimento corale del mercato (meglio avere un forte sovrappeso su Apple o avere un ETF?);
- se sia necessario prendere profitto, infrangendo la regola aurea dello stare sempre investiti.

Detto altrimenti: il modello classico media-varianza nei prossimi anni sarà probabilmente sottoposto ad esami molto severi.

E sia i consulenti che gli investitori devono esserne consapevoli.



mercoledì 16 dicembre 2015

Come selezionare un consulente finanziario?

Buongiorno a tutti

E' facile predicare bene e razzolare male. Io lo sto facendo adesso.

Infatti da circa un'ora mi sto arrabattando per trasferire il file che vi voglio offrire.

Un esperto lo avrebbe fatto ad occhi chiusi.

Nonostante sia evidente che non sono troppo attrezzato per questo genere di lavori qualcosa mi trattiene dall'affidarmi ad un professionista.

Il dubbio atroce è: ma se liguadagnerà i soldi che gli devo dare?

In genere la risposta ci sembra "no". Ma solo fino a quando non scoppiano i guai.

Solo nei momenti di crisi si capisce quanto sarebbe stato meglio pagare un professionista per non preoccuparsi.

Ecco allora un agile documento che mi auguro possa darvi alcuni spunti di riflessione su come selezionare il professionista che vi possa aiutare ad investire.



lunedì 14 dicembre 2015

Gli Executive Professional di Manager Italia

Buongiorno!
Forse alcuni di voi sapranno che sono il rappresentante degli Executive Professional di Manager Italia Torino.

Manager Italia è l'associazione di categoria che rappresenta gli interessi dei dirigenti del terziario ma anche dei quadri di ogni settore e degli Executive Professional.

Se ne sapete poco e avete voglia di guardare un video, qui trovate una intervista al nostro Presidente.
Se poi avete una fretta pazzesca e volete solo sapere chi sono gli E.P. guardate i miei interventi ai minuti 3-8-16.

Chi vuole saperne di più può anche leggere queste mie riflessioni, che sono il manifesto del gruppo Linkedin "Professional Piemonte".


domenica 29 novembre 2015

La Gabanelli e le truffe finanziarie. Si sta aprendo un nuovo periodo di amare scoperte?

Buongiorno!

Nel 2009 ho scritto un post sulle truffe finanziarie (qui e qui) che resta ancora oggi  valido.

Vi invito a leggere anche l'articolo sul paradosso di Condorcet, che trovo ancora molto interessante, sebbene tratti di tutt'altro.

Perchè ritorno sul tema delle truffe? In fondo avevo già detto tutto.

Farò una piccola integrazione dopo che un amico mi ha recentemente segnalato l'esistenza di una indagine di Report (Rai 3) che faceva riferimento ad una possibile truffa finanziaria perpetrata attraverso l'oro.


Quando scoppiano i bubboni delle truffe?
Non voglio fare una casistica dettagliata perchè non ne ho il tempo, ma in prima approssimazione direi che "aiuta" un periodo di prolungato ribasso del bene oggetto dell'investimento (truffaldino).


Mi spiego meglio.
 
Non solo chi si occupa di finanza comportamentale, ma anche chi si occupa di analisi tecnica dei mercati finanziari riconoscerà questi meccanismi.
La psicologia degli investimenti è fatta a livelli "barriera".
Se si guadagna un po' la gente vuole portare a casa "il regalino".
Se si guadagna molto la gente vuole tenere investito per sognare la villa.

Se invece si perde, l'investitore ha prima un momento di irrigidimento. Non vuole prendersi una perdita. Per lui è solo una flessione temporanea.
Poi quando le perdite sono rovinose vuole uscire a qualsiasi costo.


Quindi cosa succede sui mercati declinanti? In caso di ribasso la fase finale è quella che fa registrare il maggior numero di "morti e feriti":

E nel caso di una truffa che è legata ad un finto investimento su un bene dal prezzo declinante?

Se
- si tratta di una truffa modello "Stangata" (rif. ai miei post) il meccanismo di raccolta si inceppa e non c'è più la possibilità di continuare a raccogliere ulteriori soldi: quindi i truffatori spariscono con il bottino.

- si tratta di una truffa di tipo "difficoltà temporanea" il declino dei prezzi impedisce la ripresa degli affari della società e quindi  si ha il crack defintivo.

Insomma il risultato è sempre il solito.




Ma come evitare tutto questo?

Premesso che nella vita, e quindi anche nella finanza, evitare le perdite è impossibile, ci sono almeno due vie.

1) Provare a fare i furbi. Se si sospetta di aver investito in una truffa è necessario uscire dopo aver guadagnato un po'. Consolidare un guadagno correlato alla mera fortuna è razionale. Si consolida prima di perdere quello che la sorte ha elargito.

Quando invece si è convinti della bontà del metodo di investimento "consolidare" in assenza di una chiara indicazione metodologica è una sciocchezza. Si tratta di una botta di emotività, che fa sempre danni.

2) Non prendersi mali di pancia e fare investimenti con tutti i crismi di Legge.

Oggi è più facile di un tempo. Rivolgetevi a Promotori Finanziari: le società sono solidalmente responsabili delle azioni dei rispettivi PF e vigilano. Quindi siete garantiti.

Non cedere alle lusinghe di chi vi propone scorciatoie apparentemente vantaggiose vi esporrà al solo rischio di perdite dovute alla volatilità del mercato. che possono essere ragionevolmente ridotte.




venerdì 23 ottobre 2015

Il diavolo in cattedra: conti di deposito. Quando le banche sono "trasparenti" come i diamanti


Negli ultimi anni mi sono più volte scagliato contro l'investimento in diamanti (anche qui).

Ma non l'ho fatto per odio verso quei bei sassolini. La mia è una avversione generica agli investimenti poco trasparenti.

In altre parole è bene sapere quanto si rischia prima di investire.
Chi vuole capire il perchè di queste mie affermazioni deve leggere due post: cosa è un prezzo e quello dove "spiego" come la struttura di mercato influisce sui prezzi.

Per riassumere invece il concetto in una battuta: se c'è un mercato efficiente dove le informazioni circolano liberamente c'è vantaggio per tutti. Altrimenti c'è vantaggio solo per alcuni (e questi in genere non sono i miei lettori).
 
Gli ultimi che hanno imparato a loro spese la lezione sono gli azionisti della Popolare di Vicenza.
Hanno comperato fuori mercato a
circa 60 euro circa una azione che forse vale un quarto di quel prezzo.


Capite quindi che un mercato dove le notizie circolano poco, possa - anche in assenza di profili di rilevo penale - essere svantaggioso per molti e vantaggioso per pochi.



Dopo questa lunga ma necessaria premessa arrivo all'argomento odierno.

Tutti noi sappiamo come funzionano i conti di deposito.

Si vincola una somma per alcuni mesi e si ottiene un tasso di rendimento più o meno allettante.

Certi Istituti offrono di più, altri di meno.
Tendenzialmente siamo spinti a scegliere il rendimento maggiore.

Ma è corretto scegliere basandoci
solo sul rendimento offerto?

La questione è che ad ogni rendimento è associato un rischio.

Quindi sarebbe giusto ordinare i rendimenti correggendoli per il rischio.

La domanda quindi è: "Come avere una idea almeno spannometrica dei rischi che si corrono affidando i propri risparmi ad una certa banca?"
Esiste (mi perdonino i lettori più tecnici) un "numeretto" che indica la solidità della banca. Si chiama CET1 ed è un rapporto tra il capitale ed i prestiti della banca. Più il coefficiente è alto e più la banca è sicura.

In verità esistono anche altri metodi per stimare il rischio di una banca, ma sono ancora di più per addetti ai lavori.


Notate anche che non sto parlando della sicurezza di una banca in quanto depositaria dei vostri titoli obbligazionari o azionari, sto parlando proprio e solo dei soldi che affidate alla banca nei conti correnti e nei conti di deposito.

Ebbene non è possibile fare una classifica delle banche più solide perchè i risultati dei test che producono il CET1 sono un dato riservato.

I coefficienti elaborati dalla BCE sono confidenziali, ovvero è facoltà della banca comunicarli o meno.

Insomma proprio l'opposto di come la banca tratta voi quando andate a chiedere un prestito: vuole sapere tutto, non solo di voi ma anche dei vostri familiari. 

E visto che è facoltà degli istituti diffondere il proprio CET1 chi lo comunicherà?

Chi è nei guai, ma non troppo, per far vedere che in fondo non va così male.
E i primi della classe.

Gli altri non avranno incentivi a dare informazioni chiare sulla loro stabilità e quindi voi non avrete idea se l'offerta di una frazione di punto percentuale in più valga la candela.


Vedete come è importante la simmetria nel mercato? Quando prestate i soldi alla banca non potete avere le stesse informazioni che la banca pretende da voi, nel caso opposto.
Una mentalità medioevale.


A questo punto qualcuno potrebbe dire: "Ma che importa, tutti i depositi sono garantiti per Legge dallo Stato fino a 100 mila euro, per intestatario e per banca".

Vero. Ma 

1) se si hanno più di 100 mila euro?
2) Vi piace così tanto trattare con chi vi tratta in modo asimmetrico?

Non solo. Le leggi cambiano. Immaginate se ci fosse una crisi bancaria grave. Non sarebbe possibile per il politico di turno decidere di tutelare solo 100 mila euro in TUTTO il sistema bancario e non più i 100 mila per OGNI banca?

Ci sarebbe una rivoluzione? Dite?

L'impatto di un tale provvedimento sarebbe molto conveniente per lo Stato.
Ma anche molto popolare perchè si "fregherebbero i ricchi".

Il governante di turno direbbe: "Ho cambiato la regola perchè non è giusto che in questo momento io vi aumenti le tasse per rifondere i ricchi: costoro hanno depositato i loro soldi nelle banche meno sicure per guadagnare di più. Loro lo sapevano che non correvano un rischio perchè in caso di guai avreste pagato voi con le vostre tasse. Ma io vi ho difeso".

Fantascienza? In Austria è già successo qualcosa di simile a gennaio di quest'anno.

Insomma la direttiva Cipro si avvicina e il pubblico italiano non ha ancora capito che le banche hanno "cambiato pelle" da anni. 

mercoledì 23 settembre 2015

Primi in classifica!




La classifica di Milano Finanza al 30 giugno ci pone al primo posto.

La ragione che ci ha permesso di fare bene, doppiando il benchmark, è riconducibile all'applicazione ai mercati finanziari di un modello matematico molto innovativo basato sulla teoria dell'unificazione. Ulteriori riferimenti all'utilizzo in finanza di questa teoria li potete trovare qui
 
Per capire se questa gestione possa esservi utile vi invito a contattarmi.

martedì 22 settembre 2015

Le emissioni inquinanti e la schedina del giorno dopo

La recentissima vicenda delle emissioni di fumi inquinanti ha molti interessanti risvolti. Taluni non sono propriamente diretti, ma non per questo sono da meno.

Un primo risvolto è relativo ad una polemica affatto nuova. "Eh, ma questa cosa si sapeva da tempo...".

Guarda caso DOPO tutto si sapeva da tempo.

Le uniche due eccezioni che ricordo riguardano la teoria della relatività e il crollo dell'URSS.
Anche se nei primi anni ottanta del secolo scorso un libro di un economista - conti alla mano - prevedeva entro un decennio il crollo dell'Unione Sovietica.
Tuttavia fu una voce isolata.

Il fatto è che la mente non è per nulla razionale e neutrale nel catalogare i ricordi e nell'interpretarli dopo averli ricordati.

Si tratta dei famosi "bias" che - applicati alla finanza - hanno portato Kahneman al premio Nobel.

Sono gli stessi "bias" che fanno dire alla zia Carlotta "eh... si vedeva che Franca non era la donna per te". Frase alla quale occorrerebbe replicare sempre: "Allora zietta, la prossima volta per favore avvertimi prima in modo chiaro, evita di cercare di farmelo capire."

Il fatto è che i media non sono nel business dell'informazione, ma in quello della vendita degli spazi pubblicitari. Così siamo investiti da una massa tale di notizie (o presunte tali) e non possiamo tenere conto di tutto quanto si dice e spesso non siamo neppure attrezzati per farne una cernita razionale.

Si finisce DOPO con il ripescare - ex post - solo le notizie che ci fanno piacere o comodo.
Prendono così forma tutti quei fantasmi che albergano nelle zone meno battute dalla nostra coscienza.

Per questa ragione anni addietro ho dovuto talora sorbirmi clienti che si lamentavano (in perfetta buona fede) del fatto che (ex post) era chiaro che le cose sarebbero andate in un certo modo.
Poi per fortuna almeno i miei clienti sono migliorati e da un po' di anni non sento più questi spropositi.

Una consolazione potrebbe essere il pensiero che tutto questo è relegato al mondo delle auto.
La finanza per esempio invece è molto più controllata...

Eppure un caso di emissioni truccate in finanza c'è eccome. Ne avevo già parlato.

Un medesimo investimento finanziario se è venduto come "fondo comune" deve contabilizzare le performance in un certo modo e se invece (si badi bene: il medesimo oggetto) viene venduto come "polizza vita" ha il permesso di contabilizzare la performance in modo totalmente differente, e più favorevole.

Stesse "emissioni" due valori....

lunedì 31 agosto 2015

Il diavolo nei dettagli - L'evento barriera

Buongiorno a tutti e buon anno!

E' vero che l'anno civile inizia il 1 gennaio ma è anche vero che l'anno lavorativo inizia il 1 settembre. Colgo quindi l'occasione per augurare a tutti una buona ripresa lavorativa.

La tradizione vuole che ad inizio anno si faccia la lista dei buoni propositi. Mi permetto quindi di suggerirvene uno. 

"Pensare 10 volte prima di investire in un prodotto finanziario (un certificato) che sia soggetto ad un evento barriera"

Ma cos'è questo evento?

Dal sito di una primaria banca italiana: l'Evento Barriera si verifica "...quando il valore del titolo sottostante al certificate, in un giorno di negoziazione compreso tra il primo giorno di negoziazione e la data di scadenza, risulta pari o inferiore al livello della barriera predeterminata al momento dell’emissione del Bonus Certificate.".

Detta così sembra solo una tecnicalità inoffensiva, mentre invece è il giorno nel quale (se avete investito in un bonus certificate) vi sfilano i soldi dalla tasca.

Ma facciamo un passo indietro.

Intorno al gennaio di quest'anno vi sono scaduti dei BOT e avete appreso con un certo disappunto che la nuova emissione rendeva lo 0,5% lordo.

E a quel punto - dietro suggerimento del vostro "amico" - avete comperato un mix di obbligazioni bancarie (possibilmente della banca) e inoltre avete investito su "una roba" legata ad una azione che però dava un rendimento annuo di almeno il 10%.

L'unico patto contrattuale che è stato menzionato durante la firma era che, per riavere indietro tutto il capitale investito, il prezzo dell'azione non sarebbe dovuto scendere al di sotto di una certa cifra. La barriera appunto.

Ma d'altra parte l'"amico" aveva argomentato che, con il Quantitative Easing della BCE alle porte e con una barriera che era sotto del 20% rispetto al prezzo corrente si poteva dormire sonni tranquilli. E incassare il 10% non era mica male. Insomma avete firmato una montagnola di documenti relativamente tranquilli che, poiché non ci sarebbe stato un tracollo economico, l'evento barriera non si sarebbe verificato.

Ma esattamente cosa avete fatto quando avete comperato un certificato?

Le varianti sono pressoché infinte, ma è facile che di questi tempi abbiate siglato un contratto dove voi eravate venditori di una opzione. Ovvero, a fronte di una "cedola paffuta" vi siete accollati il rischio di diventare coattivamente compratori di una certa azione. Detto altrimenti: siete diventati "l'assicurazione sulla vita" del portafoglio di qualcun altro.

Questa è dunque l'origine del flusso di cassa che vi ha attratto.

Il punto è che i flussi che vengono offerti per compensare il rischio di volatilità dei mercati sono calcolati da operatori specializzati che hanno tecnologie e informazioni molto più accurate delle vostre, per valutare le probabilità che si verifichi un "evento barriera".

La montagnola di carta che avete firmato serviva proprio a farvi dichiarare che eravate consapevoli che stavate acquistando un siffatto strumento.

Come peraltro avevo già avuto modo di spiegare qui.

Ad evento barriera avvenuto il vostro portafoglio si trasforma, o meglio si palesa per quello che è veramente: un portafoglio azionario la cui gestione non è semplice, sia per ragioni oggettive che soggettive. E il suo valore non è stabile.

Qualora vi riconosceste in questa succinta descrizione vi suggerisco di iniziare a prendere le distanze dall'"amico" che vi ha consigliato, per quanto possa aver agito in buona fede.

Una nota in conclusione. Perché cadiamo in queste trappole?

La percezione comune è che un investimento azionario possa oscillare poco intorno alla propria media e quindi che un evento che comporti un calo di prezzi del 20% sia uno scenario compatibile solo con un disastro epocale.
Purtroppo o per fortuna non è detto che le cose debbano sempre andare così.

 





lunedì 20 luglio 2015

Sgravio fiscale sulla prima casa? NO grazie!

Questa proposta è idonea a "lisciare il pelo" all'elettorato, e questo potrebbe essere interpretato come un segnale che Renzi non si sente politicamente sicuro e sta iniziando la sua campagna elettorale.

Ma al di là di questo, perchè, anche se ci fossero le coperture finanziarie, è sbagliato eliminare la tassazione sulla prima casa?

Per questi motivi

1) effetti distorsivi del processo (democratico) di allocazione delle risorse;
2) effetti negativi sulle aziende e sull'occupazione;
3) spinta verso la centralizzazione della finanza locale, ovvero una sottrazione di diritti ai cittadini.


1) Senza evocare i princìpi per i quali è stata fatta una rivoluzione in America, basta notare che si spezza e si distorce (ancora una volta) la catena tra chi decide come spendere e chi paga.

Mi spiego meglio.
Gli amministratori locali decidono - in ultima analisi - come stanziare le risorse disponibili.
Ma chi li elegge? Chi possiede una prima casa.
Chi possiede una seconda casa o un immobile industriale deve solo pagare.
Domandatevi: "come decideranno i politici locali sapendo che una categoria conta e una non conta?"
Come accade da me in montagna: anche se la Legge permetterebbe una differente distribuzione dei carichi, pago la TARSU come chi risiede stabilmente, anche se risiedo - e quindi pruduco spazzatura - per meno di un mese all'anno.

E domandatevi ora: se si devono spendere soldi per nuove inziative a chi saranno rivolte? E da chi si prenderanno i soldi?

2) E' immaginabile che a fronte di un vincolo di bilancio difficilmente ci sarà l'interesse da parte degli amministratori locali ad implementare in via prevalente azioni volte all'insediamento di aziende e a fortificare la competitività economica del territorio. Piuttosto si favoriranno i servizi ai cittadini. Questo naturalmente inciderà sulla redditività delle imprese e quindi sul tasso di occupazione. Ma ovviamente non sarà un demerito EVIEDENTE degli amministratori locali che sarano dunque incentivati a deprimere le attività economiche del proprio territorio.

3) Infine una notazione per i federalisti cacio e pepe.
In buona parte del mondo la tassazione sugli immobili finanzia le risorse delle amministrazioni locali.
Poichè gli enti locali non possono smettere di funzionare avranno necessità di ricevere finanziamenti dal "centro".
Quindi la sparizione della tassa sulla prima casa dovrà essere coperta da trasferimenti dal centro, che sono potenzialmente poco efficienti sia nella raccolta che nell'impiego, a causa dell'allungamento della catena burocratica. Non solo questi, facilmente, saranno soggetti a valutazioni "politiche" proprio da parte del "centro". Le decisioni passeranno sopra la testa dei cittadini ai quali i servizi sono indirizzati. Insomma si ritorna al punto 1 del ragionamento.

Mi si dirà: ma in questo caso il finanziamento della detassazione avviene per causa di una migliorata efficienza della macchina pubblica. E allora? Non sarebbe meglio trovare il modo di rimettere in circolo questi soldi creando meno distorsioni e potenziali clientelismi? Si, ma se così si facesse ci sarebbe una collisione con l'obiettivo di essere rieletto.

Ma allora se l'efficenza collide con la rielezione non viene il dubbio che ci sia una falla nel ragionamento che si possono abbassare le tasse sulla casa per via dell'efficentamento dello Stato? Non sarà invece solo un taglio di servizi verso chi non ha modi per esprimere il proprio dissenso?

E naturalmente le opposizioni si accoderanno e diranno: "lo avevamo già fatto noi. Ci state copiando".

BUFFONI a destra e a sinistra.





lunedì 6 luglio 2015

la nuova dracma

Un post di fantascienza prima di andare ad aprire la saracinesca.

Anno 2040, rincitrullito ma ancora attivo aiuto mio nipote a studiare storia moderna.

Gli faccio un Bignami di poche righe sui fatti del 2007 - 2015.

La moneta di allora si chiamava Euro (oggi come sai abbiamo un sistema binario rublo - dhiram).

Il fatto è che con l'euro, i Paesi che lo costituivano erano troppo differenti e la cosa non ha funzionato.

Dopo una grave crisi dovuta alla cupidigia di alcuni, la ricetta di austerità imposta da una guida politica cieca e folle le rispettive rigidità politiche hanno portato ad una progressivo sfaldamento dell'area. I primi furono i greci, che iniziarono a stampare la loro moneta provvisoria nel luglio 2015. Poi piano piano la Spagna il Portogallo, Irlanda e Italia.

D'altra parte non era difficile prevederlo

domenica 5 luglio 2015

perchè hanno vinto i no

Buongiorno a tutti
un post ultrarapido prima di andare in piscina, in questa mattinata della domenica di fuoco.

Un commento ex ante sul risultato del referendum di Atene.

Sebbene sia irrazionale, anzi proprio perchè irrazionale , hanno vinto i no.

Come si spiega?

La finanza comportamentale ci viene in aiuto.

L'uomo ha una preferenza asimmetrica nei confronti del rischio.
Bassa nel semiasse positivo alta in quello negativo.

Lo spiego con un quiz.

Sei obbligato a partecipare e a rispondere a una batteria di due domande.

A) Preferisci vincere 10 certamente e subito o vincere 20 con una probabilità del 50%?
La risposta della massa è 10 subito.

B) Preferisci perdere 10 subito o perdere 20 con una probabilità del 50%?
La massa risponde 20.

Da un punto di vista razionale il quesito è identico in entrambi i casi, perchè il valore atteso della perdita è il medesimo.

Ma l'uomo medio preferisce vincere subito e provare a "giocarsi" la perdita.

Poichè credo proprio che il greco medio non abbia una percezione chiara delle disgrazie che comporta l'uscita dall'euro per lui il quesito è stato percepito come:"Vuoi sofferenze subito o vuoi provare a vedere se c'è una alternativa?"

E a nulla è valsa la strategia della Banca Centrale che ha pilotato la chiusura delle banche per dare un assaggio di quello che poteva capitare.






giovedì 11 giugno 2015

Il diavolo nei dettagli: Non partire è un po' morire

Buongiorno
un post ultraveloce perchè non ho tempo.
E una musica appropriata!

In questo periodo vedo molti colleghi che sbandierano un argomento che a me pareva così ovvio che non l'avevo neppure preso in considerazione tra i possibili temi da approfondire.

Anche perchè l'avevo già fatto un paio di anni addietro. Qui (Si tratta di una descrizione semplicissima per capire cosa succede ai portafogli obbligazionari quando i tassi di interesse salgono).


Pare che oggi sia di gran moda la domanda:

I tassi sono a 0. Ho un portafoglio di BTP 2025 con una buona cedola. Sto fermo e me li porto a scadenza incassando le cedole, o li vendo adesso?
Pro. Incasso una buona cifra.

Contro. Poi non so cosa fare perchè se li vendessi adesso poi dovrei comprare titoli che rendono 0. Quindi sono scontento perchè prima rendevano bene e adesso non so cosa fare.

Poichè l'investitore medio segue la pancia, e la prima regola della pancia è evitare di recriminare, si aspetta la scadenza (e ci si espone a un rischio).

In realtà da un punto di vista economico vendere no è (abbastanza) ininfluente, se si è certi di poter attendere la scadenza.

Il rischio risiede nell'eventualità di dover essere obbligati a vendere prima della scadenza: in questo caso si realizza un minor incasso rispetto al prezzo di vendita attuale. Ma questo fatto viene oscurato alla coscienza dal fatto che è (ancora) una vendita sopra la pari.

I casi sono 3
a) Se si attende la scadenza si incasseranno le cedole nei tempi giusti e il capitale alla fine.
b) Se si vende (per disgrazia) a metà strada si perde la differenza tra il prezzo di vendita attuale e quello di allora, meno le cedole incassate.
c) Se si vende oggi si incassano subito (quasi) tutte le cedole future fino alla scadenza.

In sostanza se si incappa nel caso b) si perde un guadagno che vendendo adesso si potrebbe incassare con certezza. O per dirla diversamente se non si vende adesso si rischia di perdere un incasso che oggi è certo.

Sarebbe come se un inquilino ti offrisse l'affitto anticipato di tre o più anni e tu dicessi: "no dammelo mese per mese".

Quindi il comportamento avverso al rischio in realtà è vendere ora e tenere il malloppo sotto una mattonella e lasciar brontolare la pancia.

[Se poi uno ha voglia potrebbe anche investire una frazione qui, finchè è in tempo, perchè stiamo per limitare pesantemente le sottoscrizioni.]

Ma la cosa soprendente è che qualche "amico in banca" possa dire: il suo fondo comune obbligazionario euro di medio (lungo) termine è sceso.

Quindi visto che è conveniente perchè non ne compra un'altro po'?

A meno che non sia un fondo monetario la perdita è certa.

martedì 26 maggio 2015

Cosa faccio con i miei soldi? E quanto rischio veramente?


Buongiorno a tutti.
A causa dei miei problemi di salute non ho molte forze da dedicare al blog, per questo riprendo un vecchio argomento che mi pare interessante ed ancora attuale.

Pongo la domanda tipica dell'investitore di questi tempi.
Visto che i titoli di Stato rendono poco cosa posso fare? E quanto devo rischiare? E come?

Per dare una risposta veramente completa occorrerebbe scrivere un libro.

Invece per dare una risposta breve possiamo dire: 1) devi rischiare, 2) devi mixare asset rischiosi e asset meno rischiosi.

Proviamo a stilizzare una situazione con una tabella.

Per semplicità assumiamo
- un solo orizzonte temporale: 5 anni.
- che il rendimento dell'obbligazionario sia 0.

Immaginiamo quindi di mettere il 90% o l'80% o il 70% del nostro patrimonio "sotto una mattonella" a rendimento 0, con una perdita certa: quella dell'inflazione.
Ipotizziamo poi che il complemento alla percentuale messa sotto la mattonella venga investita in un asset rischioso per esempio un ETF azionario.

Nella colonna di sinistra della tabella vediamo i rendimenti annuali ipotetici dell'investimento rischioso.

La matematica finanziaria ci darà quindi un risultato finale (al 5° anno) in base alla percentuale investita a rischio e alla ipotesi di rendimento annuale dell'investimento rischioso.











Vedete che se l'investimento rischioso rende il 20% all'anno ed io ho investito il 10% del mio patrimonio, alla fine del periodo (5 anni) il patrimonio sarà quasi 115 che, (molto) malcontato fa il 3% all'anno.

Il problema è assegnare una probabilità a ciascuna di queste ipotesi di rendimento. Ma per farlo occorre avere a disposizione strumenti molto sofisticati, che l'investitore non supportato non può avere.

Dunque il singolo che da solo vuole avere un primo orientamento dovrebbe domandarsi: "Mi sta bene rischiare di avere 115 contro un rischio di avere 93?"

Il benefit di un intervento tecnico dovrebbe permettere di dare delle probabilità ai valori.

A questa rappresentazione banale della realtà si potrebbe obiettare che ci sono asset che rendono più di 0; ovvero ci sono strategie (e fondi) basati (ad es.) sul valore relativo, che offrono volatilità contenute e rendimenti superiori allo 0.

Quindi non necessariamente si deve assumere che la massa del patrimonio non renderà. Pertanto non si deve necessariamente investire una piccola parte del patrimonio ad alto rischio. Si potrebbe investirne una grande parte a medio rischio e una parte ancora minore ad alto.

Verissimo. Senza entrare nei dettagli di queste strategie che sono veramente molto tecniche, ho una osservazione molto semplice.

Se si vuole avere una visione chiara di quanta parte del patrimonio è a rischio questa strategia lo evidenzia chiaramente.
Se si ha la massa dei soldi sotto una mattonella e se sei ansioso dormi più tranquillo.

Nell'altro caso ti devi fidare di qualcuno al quale hai dato la massa del patrimonio. In realtà spessissimo ti devi fidare di uno che si deve fidare di un'altro (il gestore della strategia).


Se poi avete ancora un momento leggete questo articolo, che potrebbe essere di ispirazione su come allocare una quota della parte rischiosa del patrimonio.

sabato 16 maggio 2015

Bad Banks e Bad Girls

Chi ha qualche anno sulle spalle certamente ricorderà un epico album di Donna Summer.

Chi ha meno anni avrà almeno sentito il detto "le brave ragazze vanno in paradiso, le cattive ragazze dappertutto".

Cosa hanno dunque in comune le bad girls e le bad banks?

Se le bad girls e le bad baks fanno danni solo a loro stesse o a chi le frequenta "sono nel loro". Se invece fanno danni anche a chi non le frequenta ovviamente no.

E' recente la storia della bad bank austrica fallita.

Il rischio che temo è che le bad banks facciano danni a noi tutti.

Cosa è una bad bank? Una banca che compera i crediti incagliati di altre banche e li detiene fino a quando la situazione si è risolta, in un modo o nell'altro.

Ma con quali soldi? Bella domanda. Se la banca è pubblica o semipubblica i soldi saranno in tutto o in parte provenienti dalle nostre tasche.

E che male c'è a fare una bad bank con i soldi pubblici? In questo modo si rilanciano le altre banche, quelle che adesso non possono erogare denaro alle imprese. Insomma la bad bank aiuta la ripresa economica.

Si, ma chi determina il valore del credito incagliato? Questo è il punto nevralgico.

Se il valore del credito incagliato è più alto del dovuto la banca che vende se ne avvantaggia. E se chi compera spende soldi pubblici vuol dire che ancora una volta si privatizzano i guadagni e si pubblicizano le (potenziali) perdite.

Se le cose andranno bene ed i crediti verrano poi rimborsati nessuno si accorgerà di nulla ma se invece le cose dovessero andare male - come nel caso della bad bank austriaca - saranno i contribuenti a pagare, almeno in parte.

Poichè in Italia l'azzardo morale con i soldi pubblici è uno sport molto ben praticato, mi viene da pensare che la creazione della bad bank italiana sarà una ottima occasione per aiutare gli amici, alle spalle dei contribuenti.





lunedì 4 maggio 2015

I bias comportamentali, dalle locomotive agli investimenti

La mente - per ridurre la fatica - tende ad essere conservatrice: una volta che ci si è formati una idea la si mantiene a lungo, anche a dispetto dei gravi indizi che si possano accumulare contro di essa.

Non è dunque un caso che le nostre nonne ci consigliassero di fare una bella "prima impressione".

Il senso di smarrimento di fronte ad episodi epocali, a tecnologie o eventi disruptive fornisce esempi eclatanti.

Stephenson jr creò la sua locomotiva Rocket nel 1829: era il primo mezzo che poteva superare i 50 km/h. Una velocità mai raggiunta prima di allora.

In quel tempo svariati esperti affermarono (ex ante) che l'uomo non poteva respirare a simili velocità e pertanto i passeggeri di un tale aggeggio sarebbero morti per asfissia o per l'esplosione dei polmoni.

E' noto inoltre che Einstein non ha preso il Nobel per la teoria della relatività, ma per gli studi sull'effetto fotoelettrico.

Ma non solo. Nei giorni successivi allo sbarco in Normandia lo Stato Maggiore tedesco si attendeva ancora lo sbarco "vero" a Calais.



Che l'uomo sia irrazionale anche in economia è talmente evidente che quando è stata concepita una astrazione che rappresentasse un agente economico razionale (il famoso "uomo economico") è stato necessario etichettarlo per bene, proprio per rendere ben evidente che non si trattava di un uomo "normale".

Negli ultimi anni l'atteggiamento irrazionalmente inerte dell'investitore è stato illustrato bene anche dalla finanza comportamentale.


Per mia fortuna sto assistendo a qualcosa di simile. Abbiamo una tecnologia di investimento così differente dalle altre, che crea una sorpresa ai limiti dell'imbarazzo.

Così alcune settimane addietro esponevo ad un signore - che ha avuto una brillante carriera imprenditoriale - i risultati di una nostra gestione. E questi preso dallo sconcerto obiettò che "rendeva troppo".


Ma la cosa incredibile(?) è che lo sconcerto coglie anche gli "esperti".

I giornalisti di una importante testata, messi al corrente della nostra prestazione sono rimasti talmente presi di contropiede che - nel titolo dell'articolo che doveva parlare anche del nostro lavoro - invece di evidenziare  la nostra prestazione doppia rispetto al benchmark hanno preferito evidenziare la prestazione del secondo classificato!

Che oggetto fantastico la mente umana!

venerdì 1 maggio 2015

Black bloc, isis e fascisti sono la stessa cosa

Un post al volo, per non far morire di inedia il blog.

Oggi giochiamo tra il rosso ed il nero, alla faccia di Stendhal.

Esiste un fil rouge che lega le tre sfumature di nero succitate?

Ci sarebbe un interessante discorso psicologico sul colore nero, inteso come colore della costrizione. Interessante notare - per esempio - come venisse usato un fazzoletto di quel colore per coprire il seno delle puerpere e quindi indurre allo svezzamento i poppanti più pigri.

Percorrere quella strada però ci porterebbe a fare un giro molto ampio e la sera del primo maggio preferisco la scorciatoia, usando la tesi di un libro di Karl Popper. "La società aperta ed i suoi nemici".

Cosa accomuna secondo Popper queste tre manifestazioni putrescenti?

Riprendo ancora una volta un concetto che per i due o tre che mi seguono da più tempo a questo punto sarà super evidente (per es. qui): dico a costoro di smettere di leggere, tanto avete capito dove voglio andare a parare.


Popper sostiene che la verità non sia evidente.
Se lo fosse, negarla equivarrebbe a dichiarare di avere un vantaggio nel farlo (o se si preferisce la si negherebbe perché “posseduti dal demonio” o perché “ebreo” o “nemico del popolo”).
Viene da sé che per contrastare tali categorie la soluzione necessaria per ristabilire la Verità transiterebbe attraverso le “maniere forti”.


Nel libro citato, la "società aperta" è quella che incoraggia - sia nella formazione intellettuale sia nelle dinamiche della vita civile e politica - la critica e la verifica dei fatti come unica procedura ammissibile. E il ricorso alla violenza è limitato alla neutralizzazione di chi si dimostri irragionevolmente violento.

Per contro la società chiusa è quella fortemente ideologizzata che non permette la critica al pensiero mainstream. IN tale contesto sono previste sanzioni fisiche per chi non la pensi in modo ortodosso.

Ecco dunque cosa accomuna i tre fenomeni citati nel titolo. Sono tre esempi di pensiero chiuso e violento contro chi la pensa diversamente. E anzi paradossalmente è più aperta e liberale la società che i black bloc combattono.


lunedì 20 aprile 2015

Varoufakix e la pozione magica dei greci

Chi ha la mia età ha letto - e forse possiede ancora - i meravigliosi libri della saga di Asterix ed Obelix.

Mi permetto oggi di fare un po' il verso all'attualità accomunando gli irriducibili galli ai greci.

Entrambi sono accomunati dalla ferrea volontà di non cedere al potere centrale.

Circa i greci, sappiamo che l'Europa non ha la forza di obbligarli a fare le riforme e non ha neppure la convenienza ad vederli uscire.

Infatti in questo caso inizierebbe il gioco del "chi sarà il prossimo?".
E sarebbe la fine (disordinata) dell'euro.

Proprio questo fantasma, evocato dal ministro greco dell'economia, ha generato le turbolenze che abbiamo visto in questi giorni.


Siamo in stallo, e a mio parere la cosa durerà a lungo.

Detto altrimenti, il trend crescente delle Borse assicurato dal QE, sarà come da tradizione interrotto dai periodici acquazzoni che permetteranno di entrare/prendere profitto.

I greci, come in tutti i conflitti asimmetrici, hanno una sola strategia praticabile: la guerriglia. Proveranno a creare turbolenze sui mercati finanziari senza mai voler dichiarare di uscire dall'euro, nella speranza di infiacchire il nemico.

Gli europei tamponearanno prontamente colpo su colpo ogni tentativo di destabilizzazione di portata maggiore, e stanno attendendo che la liquidità dello stato greco termini (per avere una posizione contrattuale più forte).

Chiunque abbia visto il calendario dei pagamenti e delle trattative può rilevare da solo tale strategia.

Si tratta di una corsa di resistenza, ma i ribelli hanno una pozione magica.

Sono convinto che a breve, per pagare i dipendenti pubblici e per le necessità interne, la Grecia emetterà cambiali denominate in euro.

In pratica il governo di Atene emetterà (SOLO per pagare i suoi creditori interni) pagherò in euro. E userà gli euro "veri" per pagare i debiti esterni.

La scadenza dei pagherò potrebbe essere a due anni. 

Questo permetterebbe ai greci di proseguire le trattative e lasciare aperte le porte ad ogni esito.

Per certi versi potrebbe essere una soluzione non troppo sgradita anche alla controparte.

Se tutto andrà "bene" i pagherò verranno onorati in euro, diversamente saranno convertiti in "nuova dracma" e tra due anni la Grecia lascerà l'Eurozona, senza troppi scossoni.

A quel punto sarà evidente a tutti che restare o meno nell'euro dipenderà dalla reale convenienza e non più da un dogma. 

martedì 31 marzo 2015

Diamanti, diamanti

Qualcuno forse si ricorderà dei miei post relativi ai diamanti e alle considerazioni relative alla struttura del mercato. Chi non se li ricordasse li trova comunque qui  qui e qui.

E' notizia di oggi (del sole 24 ore) che la De Beers adotterà regole più severe per ammettere una società ad essere la sua controparte  ovvero essere uno delle poche decine di ammessi agli incontri privati in cui si vende il 90% dei diamanti estratti.

Il "bla bla" ve lo vedete nell'articolo.

A me interessa farvi notare 

1) Le nuove regole creano un collo di bottiglia. Intuirete a favore di chi.
2) "...Abn Amro e Standard Chartered nel frattempo hanno ridotto l’esposizione al settore, considerato troppo rischioso [finanziamento del commercio di diamanti], 
3) "...nell’ultimo trimestre del 2014 i prezzi delle gemme grezze sono diminuiti del 6,9%, il calo più forte da oltre due anni. 
4) "...L’industria soffre anche per la crescente diffusione di diamanti sintetici"

Buona Pasqua investitori in beni rifugio...

mercoledì 25 marzo 2015

La propensione al rischio di Angelina Jolie

E' notizia di questi giorni che Angelina Jolie ha subito un nuovo intervento: questa volta le hanno asportato le ovaie.

Non voglio entrare nel merito della sua scelta, come peraltro avevo già fatto la prima volta che ne avevo parlato.

Anche oggi la cronaca è uno spunto per parlare d'altro.

Direi che la Jolie ha un atteggiamento atipico rispetto al rischio.
E questo fa di lei una buona investitrice in asset rischiosi.

Mi spiego meglio. E' noto che in genere le persone hanno una struttura asimmetrica rispetto al rischio.

Facciamo un piccolo test

Segnatevi le vostre risposte.

Preferite

a) un guadagno certo di 10 o un guadagno possibile al 50% di 20? Ovvero preferite avere subito 10 euro in tasca o lanciare una moneta e se vi va bene guadagnare 20 e se va male non avere nulla?

b) perdere certamente 10 o perdere 20 con una proabilità del 50%? Ovvero preferite perdere subito 10 euro o lanciare una moneta e se vi va male perdete  20 e se va bene non perdete nulla?

Mediamente si preferisce un guadagno inferiore certo e si preferisce una perdita eventuale maggiore.

Si hanno cioè preferenze asimmetriche a seconda che il dominio sia positivo o negativo.

Questa asimmetria è quella che impedisce alla maggioranza delle persone di agire correttamente quando gestisce un portafoglio azionario: si incassano subito i profitti e si lasciano correre le perdite. Esattamente l'opposto di quello che è ragionevole fare.

La Jolie invece ha addirittura un atteggiamento aggressivo in senso inverso: taglia (in senso letterale) le perdite probabili per sperare di continuare a godere dei benefici attuali.

domenica 8 marzo 2015

Vienna, la capitale di Cipro

Buon pomeriggio a tutti.

Continuo con il letimotiv di questo periodo.

E' pericoloso approfittare di occasioni di investimento che offrono rendimenti attraenti senza mostrare chiaramente il rischio che si corre.

Così se da un lato continuo a rimandare il sequel di "attenzione al cedolone" dall'altro vi segnalo una notizia che ha una discreta importanza.

Temo che per rilevanza sia simile a quella - data con un anno di anticipo sui fatti - relativa al default di un bond della Carige.

Ecco la notizia:

L'Austria - in forza di una direttiva europea - ha deciso di non salvare una "banca pattumiera" (tecnicamente "bad bank") che conteneva i crediti incagliati della Hypo Alpe Adria Bank.
Cos'era successo? La banca HAAB che andava così male che per salvarla è stata creata una banca-discarica per contenere i suoi crediti farlocchi.

Questa bad bank era stata creata con un intervento del governo Austriaco, e i soldi necessari per comperare i crediti incagliati erano in parte stati raccolti con emissioni obbligazionarie.

Le obbligazioni erano poi state vendute a mezzo mondo: da Pimco a Deutsche Bank ed UBS per esempio.

E cosa è successo di recente? Che il governo austriaco ha deciso di lasciar fallire la  bad bank in forza di una direttiva europea che permette di far pagare non solo gli azionisti ma anche gli obbligazionisti in caso di problemi.

Insomma si tratta del "modello Cipro" in azione.

D'altra parte l'alternativa sarebbe stata presentare il conto ai contribuenti austriaci. E in questi tempi di spending rewiew evidentemente il governo ha deciso di lasciar perdere.

Domandatevi dunque: visto che i Titoli di Stato rendono 0 (o giù di lì) da dove derivano i rendimenti del fondo /titolo High Yield che mi stanno presentando? Perchè mi pagano? Non sarò mica la "presa di terra" di qualcuno?

E adesso facciamoci una nuova domanda.
Si parla di fare una "bad bank" italiana.
Questa farà le stesse cose di quella austriaca.

E voi (visto il bilancio pubblico italiano) sareste disposti a comperare i suoi bond visto che renderanno così bene?

martedì 3 marzo 2015

Perchè l'Ucraina non è più un problema per i mercati finanziari

Un anno fa scrivevo che l'Ucraina era andata.

Adesso scrivo che non è più un grosso problema.

Il ragionamento che segue è molto semplicistico(!).

Il disappunto dei russi, se vogliamo definirlo così, derivava dal fatto che c'è sempre stato un flusso di merci ucraine verso il loro mercato interno. I prezzi erano molto, molto ridotti ed il volume totale era circa un paio di mld di euro all'anno.

Se l'Ucraina avesse cambiato orbita - oltre allo scorno politico - questo flusso si sarebbe inaridito, con gravi conseguenze per il governo.

Quindi secondo la migliore tradizione c'è stato un colpo di mano.
Il pretesto per l'intervento è stato generato da una eredità del sistema sovietico.

In epoca sovietica i quadri degli impianti industriali - anche fuori della Russia propriamente detta - erano russi. Questo era necessario per garantire una certa omogeneità qualitativa (!) e fedeltà.

Quindi, nel tempo, si sono generate molte grandi comunità russofone fuori dai confini russi. E il pretesto (o la necessità effettiva) di tutelarle ha permesso alla Russia di esercitare pressioni anche militari molto forti sui suoi vicini ex sovietici.

C'erano dunque obiettivi contrastanti tra i contendenti. Quello irrinunciabile da parte occidentale era di portare l'Ucraina nell'orbita europea mentre da parte russa l'obiettivo minimale era di assicurare la continuità del flusso di merci.

Per evitare una guerra era necessario che nessuno perdesse troppo la faccia e che ciascuno ottenesse il minimo di quanto voleva.

Non è quindi un caso che gli ucraini abbiano perso il nodo di Debaltzevo dopo la tesissima riunione franco russo tedesca, dove probabilmente il punto peggiore è stato calmare gli ucraini e i filorussi.

Così era necessario che la linea di confine salvaguardasse entrambi gli obiettivi delle potenze in gioco. Quindi doveva includere nel territorio ad influenza russa anche la sola strada che congiunge le due aree industriali occupate inizialmente. Il solo possesso delle aree industriali non sarebbe stato soddisfacente. 

Una volta preso il nodo stradale di Debaltzevo - sacrificando alla realpolitik la vita di alcune decine di ragazzi - tutto è andato a posto.

Chi ha perso molto sono stati gli ucraini ed in particolare Poroscenco, che era formalmente appoggiato dagli occidentali, che di certo non erano desiderosi di assisterlo in una escalation militare. Quindi immagino si sia sentito dire: "Ringraza il Cielo che la maggior parte del tuo Paese potrà entrare nell'orbita europea".

I vicini dei russi sono tutti ovviamente preoccupati perchè è palese che con questa Russia si può solo negoziare da posizioni di forza. E questo è probabilmente un danno grave nel lungo termine per la diplomazia russa.

PS Mariupol e bla bla vari saranno aggiustamenti...

Il Cepu come giustificazione per togliere tutte le pensioni ai politici

In realtà sono molti giorni che dovrei trovare la voglia di scrivere un articolo che è la continuazione di "attenzione al cedolone": l'analisi di una serie di strumenti di BNP Paribas che sono stati emessi in questi giorni, e che sono perfettamente didascalici di quanto intendevo in quel post.

Tuttavia per decenza dovrei almeno scorrere il prospetto informativo, anche se è pacifico che sia Adamo che Eva non avessero bisogno di un atlante degli animali per riconoscere un serpente.

Ma proprio non ne ho voglia di smazzarmi quel bolo immondo.

Così - fulminato sulla via... Cavour - per evitare di lasciar passare troppo tempo vi proprongo provocazione.

Chi è uno speculatore? Una persona che vede una inefficienza e si organizza per trarne profitto.

La brava massaia vede due banchi che vendono i fagiolini allo stesso prezzo e acquista dove sono più freschi, ovvero sfrutta una asimmetria informativa generata dalla sua esperienza.

Tutti hanno fatto il pieno il giorno prima che aumentasse la benzina,anche in questo caso c'è un utilizzo di una informazione a fini di lucro.


Oggi ho visto un cartellone pubblicitario, anzi più di uno: il Cepu insegna, aiuta a pianificare gli esami, offre agli studenti un metodo.

La struttura del Cepu è ampia: non si tratta di una organizzazione estemporanea ma di una struttura articolata. E' a tutti gli effetti una grande azienda di servizi

Un imprenditore ha intuito una situazione e si è attrezzato per soddisfare questa domanda di educazione.

Ok ma allora le scuole medie a cosa servono? A far crescere i ragazzi fino a quando non sono pronti per andare alla Cepu?

Mi direte ma gli "asini" ci sono sempre stati. Vero ma (leggo dal sito) Cepu ha 120 centri in tutta italia. Costi fissi mica da ridere. Chi investirebbe così tanto senza una ragionevole aspettativa di vedere un ritorno stabile nel tempo  sull'investimento?

Ora, è facile buttare tutta la croce addosso ai professori. Certo ce ne sono di mediocri, ma in un guazzabuglio dove il bravo viene trattato come il fagnano solo pochi hanno la forza di mantenere la schiena dritta. E poi per cosa?

Per sentire i genitori che - se il figlio prende un votaccio - se la prendono con loro e fanno ricorso al TAR o gli tagliano le gomme?

Così dall'asilo all'università lo studente la cui formazione è avvenuta o in una scuola che non lo ha formato o al Cepu arriva in caduta libera nella società degli adulti. E così si leggono titoli di questa forza: "Ragazzo di 32 anni accoltella la fidanzata che lo ha lasciato..."

32 anni? Ragazzo?

Ascoltavo un "ragazzo" che è AD di una Autorità di un paese balcanico. Determinato e proattivo. La fame evidentemente rende tosti. Loro, i cinesi e gli indiani ci faranno a fette senza neanche accorgersi che ci sono passati dentro. 

Come diceva Conte in una sua canzone "era un mondo adulto: si sbagliava da professionisti"


sabato 21 febbraio 2015

Statalismo barcaccesco

Avete sentito della richiesta di risarcimento a carico dello stato Olandese dei danni subiti dalla Barcaccia?

E' stata una grande occasione per dimostrare all'estero - qualora ve ne fosse stato bisogno - che i nostri governanti sono confusi ed inaffidabili e che i nostri Maître à penser - anche quelli pretesi di destra sono intrisi della stessa confusione statalista.

Non ho udito voci scagliarsi contro la richiesta fatta al governo olandese di rimborsare i danni subiti.

E questo perchè? Perchè evidentemente a tutti pareva una cosa normale.

Cosa c'è di più normale in Italia che un privato faccia un casino e lo Stato se ne accolli i costi?

Un mese fa parlavo delle due fighette che abbiamo recuperato in Siria, ma si potrebbero portare infiniti altri esempi.

La risposta dell'Olanda è stata troppo sintetica per essere educativa.
Non se ne parla. Esiste una responsabilità individuale e collaboreremo per accertare i fatti ed individuare i colpevoli.

Non metto in dubbio che gli olandesi abbiano avuto buon gioco a deflettere la richiesta, quindi non li metto sul piedestallo. Anzi adesso li attendo al varco per capire quali provvedimenti saranno presi. Mi aspetto che la squadra del Feyenoord sia penalizzata non tanto per i fatti di cui sono stati protagonisti alcuni loro tifosi, quanto per non averli ripudiati.



lunedì 16 febbraio 2015

OVS: conviene aderire all'OPA?

Buongiorno a tutti.

Un post ultrarapido per NON rispondere alla domanda posta nel titolo.

Da sempre sono contrario alla partecipazione dei singoli (specie se non accompaganti) alle OPA.

Non so se l'OPA di OVS sia una offerta vantaggiosa o meno.
Non ho letto una riga sull'argomento.
Non so di come vadano i conti dell'azienda e di quali siano le prospettive del settore.

La questione è molto differente.

Come in altri casi si tratta della compravendita di un oggetto. 

Una parte (la proprietà) sa tutto di quell'oggetto. L'altra parte sa quello che la proprietà gli fa sapere in base agli obblighi di legge.
Non solo, decide anche il prezzo di vendita. Il cliente  può solo decidere se aderire o meno.

Mica male come asimmetria.
Anche se ci fosse una clausola di "lock in" per il collocatore ti puoi aspettare che chi vende cerchi di massimizzzare il profitto di breve periodo: quindi vorrà vendere al prezzo massimo possibile affinchè tutta la tranche in vendita sia assorbita dal mercato. 

Se le cose stanno così è ragionevole attendersi che nel breve periodo non ci dovrebbero essere grosse possibilità speculative.

E nel lungo periodo? Può darsi che l'azione salga in base al mercato favorevole. O se sono proprio dei draghi sale anche in caso di mercato sfavorevole.

Ma chi lo decide ex ante che sono bravi o che il mercato sarà favorevole? Un tecnico.
E il tecnico prenderà quote di OVS significative in rapporto al proprio portafoglio? Non so...

E se non le prende un tecnico le vuoi prendere tu?

E se nel lungo periodo ci sono aspettative positive perchè aderire all'offerta iniziale? Il mercato azionario è volatile magari trovi um momento di ingresso migliore.

Inoltre se non sei uno speculatore perchè ti prendi un rischio specifico? Se sei positivo sul mercato prenditi un fondo, un etf, un paniere di titoli...

Ma l'ENI era andata bene...
Vero. Non ho pretese di scrivere il Vangelo. Nel lungo periodo l'ENI è andata molto bene.

sabato 14 febbraio 2015

Gli sdraiati: oltre il mal olandese?

Qualcuno ha letto il vecchio post nel quale immaginavo il declino dell'Europa come una sorta di quieto viale del tramonto?

Ebbene, temo di essermi sbagliato. Credo che potrebbe andare molto peggio.

Allora non avevo piena consapevolezza delle conseguenze dell'esistenza degli sdraiati (un sinonimo di NEET).

Il termine indica la generazione di giovani disimpegnati che ha fatto della famiglia il proprio stabulario e dell'inerzia il proprio modo di essere.

La traumatica consapevolezza di questa realtà mi ha fatto riflettere.

Così - tra le altre cose - ho trovato un filo rosso che collega una serie di argomenti apparentemente distanti. E il ragionamento mi ha portato a conclusioni contrarie a quelle che sono le mie convinzioni "emotive".

Le parole chiave di questo sermone di fantasociologia sono:

I giovani
L'idealismo
La socialdemocrazia malata
Il capitalismo di relazione
Il capitalismo vero


La mia riflessione è molto più ampia, ma oggi mi interessa esporre solo quella relativa ai destini dell'Italia / Europa.

Occorre quindi aprire la discussione con una domanda la cui risposta potrebbe essere contenuta in un libro.

Qual'è la funzione di uno Stato?

Molto spannometricamente direi che è quella di "tramandare valori e comportamenti sociali coerenti con le origini culturali della popolazione, con il vincolo di un adattamento all'evoluzione dei tempi.".

Detto altrimenti, nonostante le origini cristiane della nostra civiltà sono convinto che il divorzio sia sacrosanto, che non sia giusto fare le crociate, che l'esistenza del numero 0 sia palese e che le donne abbiano un'anima (alla faccia di Cocciante)...

E se uno Stato si "dimentica" questo cosa succede? Direi che - in quanto organizzazione di uomini - non ci sarebbe da stupirsi se venisse sostituito con una organizzazione che rappresenti idee e credenze di quella fetta di popolazione che ha credenze più forti.



Com'è la situazione oggi in Italia?

A giudicare dall'ondata di disimpegno dei giovani dire che andiamo male.

Non sono in grado di fare una statistica, ma parlavo con una professoressa di matematica: mi accennava che non si sogna di dare ai suoi allievi un carico di lavoro simile a quello di 10 anni fa.

Parlavo anche con un dirigente che mi confessava che i colloqui di selezione per la copertura di posizioni lavorative, anche relativamente modeste sono la fiera della vacuità.

Noi genitori siamo i responsabili sia dei nostri figli che del nostro Paese. Siamo dunque i responsabili di questo sentire dei nostri figli.

Con il nostro modo di essere abbiamo permesso che i nostri figli introiettassero alcune "sicurezze".

1) a me il pane non mancherà mai;
2) se non conosci nessuno e non sei nel "giro" non vai da nessuna parte [corollario per gli ambiziosi: vale la pena di fare qualsiasi cosa,  pur di essere nel giro].


L'inutilità dell'impegno e della serietà è diventata palese.

Vedete come diventa chiaro quanto il capitalismo di relazione, il modus operandi politico italiano degli ultimi 30 - 50 anni, ovvero il metodo dei sussidi a pioggia, dell'egualitarismo ideologico, delle decisioni economiche "socialmente efficienti" abbia fatto danni?

Niente "ascensore sociale" legato al merito.

E non è stupefacente che oggi il miglior predittore di una carriera non sia più il proprio titolo di studio, ma quello del padre.

Non c'è più relazione tra quello che si fa e ciò che si ottiene.
Siamo al giansenismo sociale. Ecco cosa è stato inculcato ai nostri figli DA NOI.

E perchè non dovrebbero essere sdraiati?  Esserlo è perfettamente razionale.


E altrove?

Se si allunga lo sguardo verso realtà differenti come la Cina (e basta frequentare un ristorante cinese, non c'è mica bisogno di andare in Cina), si vede l'altra faccia della medaglia.

Detto diversamente: fuori dalla nostra culla ci sono ragazzi attivi con un senso di ambizione e determinazione sconosciuto ai nostri giovani. Hanno il sangue agli occhi e il coltello tra i denti. E non si faranno scrupolo di usarlo.

E a proposito di coltello, non dimentichiamoci che ci sono giovani che fanno sacrifici ben più estremi dello studio o del lavoro intenso. Quelli che combattono una (folle) guerra santa a costo della vita.

Lasciamo stare chi in nome di ideologie o religioni pretende sacrifici estremi.

Restiamo in ambito occidentale: una delle critiche che ho sempre mosso al sistema americano è che circa il 30% della popolazione vive intorno alla soglia della povertà.

Una cifra decisamente inaccettabile per un paese civile. E in questo senso vedevo di buon occhio i programmi sociali tipici dei governi socialdemocratici europei.

Ebbene, temo di avere avuto torto. La povertà e la forte differenza sociale sono in un certo modo didattiche.

Temo che per la massa di noi, molto più dei discorsi teorici valga l'esempio: la vocina interna che recita: "se non ti darai da fare finirai come..." (e qui deve seguire una faccia nota, non il nome generico di una intera popolazione lontana).

Occorre quindi piantarla di demonizzare le differenze nei risultati. Un buon risultato quando è conseguito correttamente è un grande valore.

In questo senso il sistema americano è più adeguato alla competizione rispetto a quello europeo.

Una sua grave pecca è però di non essere efficace nel dare a tutti le medesime opportunità.

Uno Stato che indugi nel mortificare la meritocrazia finirà per anestetizzare i propri cittadini, ovvero - visto che le idee viaggiano sulle gambe della gente - per tagliare le gambe alle idee che riteniamo degne di essere tutelate e diffuse e per le quali ci siamo appunto costituiti in Stato.


Diversamente facciamo il gioco di chi vuole (lecitamente) sostituire i suoi valori ai nostri.

Un'ultima considerazione. La rigidità ideologica, l'isolazionismo non sono  praticabili. Solo folli, ignoranti e arruffapopolo predicano di erigere steccati pensando di vincere o di sopravvivere senza cambiare un po'.

Ma per cambiare occorre essere consapevoli di chi si è.


Non abbiamo altra scelta che raccogliere la sfida e dimostrare tramite i nostri figli che il nostro sistema è ugualmente o maggiormente competitivo rispetto a quello dei nostri sfidanti.

Diversamente il destino dell'Europa sarà di essere una colonia.

lunedì 26 gennaio 2015

Il diavolo nei dettagli - Attenzione al cedolone!

Buongiorno a tutti.

Il QE produrrà almeno due effetti. Uno certo ed uno sperato.
Quello sperato è l'aumento delle quotazioni azionarie. Quello certo è un lungo periodo nel quale i tassi degli investimenti obbligazionari sarà minimo.


Situazioni di tassi di interesse ai minimi si sono già verificate nel passato.

Il dilemma dell'investitore (ma anche delle reti commerciali di Banche e SIM) è: "cosa faccio (propongo) per i soldi che deriveranno dalla prossima scadenza dei titoli?


Anche in finanza sono possibili 50 sfumature di grigio, per cui ci sono molte differenti risposte.

La risposta che preferisco è manichea.

Gli asset sono sostanzialmente due. Le azioni e le obbligazioni. Quindi caro cliente occorre trovare un mix che offra un rendimento adeguato in relazione alla tua capacità di sopportare i saliscendi del capitale. Nella massima chiarezza concettuale. Poi proveremo a "manovrare" un po'.

Poiché per fare una proposta come questa occorre introdurre il cliente al concetto di rischio - parola alla quale molti sono invece irragionevolmente e visceralmente allergici - taluni preferiscono offrire una visione più "morbida". Man mano che la "morbidezza" aumenta, si rischia sempre di più di doversi trovare poi a raffazzonare giustificazioni.

Ecco dunque alcune delle possibili cinquanta sfumature di investimento.


Non mi occupo di assicurazioni per cui non sono in grado di offrire una informazione aggiornata: tuttavia credo che ancora oggi, come una volta, era consentito alle Società di assicurazione di contabilizzare in modo "particolare" i rendimenti dei patrimoni in gestione.

Questo ha portato nel passato (e forse ancora oggi è possibile) al paradosso che nello stesso periodo il rendimento di due portafogli obbligazionari perfettamente identici (uno gestito da un intermediario finanziario e l'altro da una assicurazione) offrissero rendimenti radicalmente differenti. Al limite uno positivo ed uno negativo. Sarebbe interessante (prima di firmare) chiedere spiegazioni in merito.


Un altra bellissima sfumatura di grigio è costituita dalle obbligazioni strutturate.

Sono quei titoli attraenti che comprate solo in sottoscrizione dal vostro "amico" ("le quoteremo in seguito, quindi poi saranno vendibili"). In genere nei periodi come questi ce ne sono di due tipi.

Il primo: "ti abbaglio e ti inghippo"

Il titolo decenale offre cedole del 5% fisso per i primi due anni; poi le altre cedole sono indicizzate alla differenza tra il tasso marziano meno il doppio del tasso IRS a 5 anni dello swap Klingoniano. E se per caso foste un po' perplessi a causa della struttura leggermente incomprensibile, l'"amico" aggiunge con fare astuto: "Te lo prendi adesso e poi tra due anni - incassate le cedole - puoi rivenderlo".

L'"amico" dimentica o non sa che il valore di mercato di questi oggetti tende a decrescere dopo lo stacco delle cedole: dopo il secondo stacco il valore del titolo comprato a 100 piomba sotto i 90. Ovvero si scala il valore delle cedole incassate. Il mercato è pieno di questi titoli che salvo rarissime eccezioni piombano immancabilmente sotto la pari non appena quotate.

A quel punto non vendete per "non prendervi la perdita" (anche se la perdita l'avete presa nel momento della firma) e decidete di attendere fino a quando non saranno salite un po'.
Per un tecnicismo che ometto, questi titoli ritorneranno ad un livello attraente quando saranno in prossimità della scadenza.


Il secondo: la scommessa "sicura" sui mercati azionari.

Un titolo a reddito fisso, sempre di lunga durata, che in qualche modo scommette sulla fase positiva dei mercati azionari.

Il titolo, rimborsato a 100 alla scadenza, garantisce contro le eventuali cadute del mercato azionario e la "scommessa" incorporata instilla la speranza che - se i mercati azionari andranno bene - voi guadagnerete.

Ho già spacchettato qui questo titolo.

Il concetto è sempre quello di prima. Grazie al meccanismo di costruzione della scommessa è facilissimo guadagnare poco anche con i mercati azionari che salgono vigorosamente.


Infine accenno ad una macrocategoria gigantesca: micidiali strumenti derivati travestiti da scommesse poco rischiose.

Ad esempio. Se vi dicessero: "Eh! ha ragione. Lo so che adesso i BOT rendono poco. Guardi, per diversificare le offro un certificato che stacca rendimenti periodici dal 6% al 16%. Si tratta di un certificato legato ad una azione (un basket di azioni), ma lei l'azione non la compera.

Se l'azione resta ferma o sale lei incassa. Se sale oltre un certo limite il contratto si chiude in automatico e le ridiamo i suoi soldi in anticipo.

Poi nell'improbabile caso in cui il prezzo dovesse scendere oltre il 25% le diamo indietro il suo patrimonio, decurtato di una  differenza che è proporzionale alla discesa. Ma sa, deve scendere del 25% almeno, tantissimo di questi tempi, grazie al QE della BCE.

Non solo! Lei consideri che avrà incassato anche la cedola e quindi in realtà ci perderebbe poco.

Non solo!! Se le cose dovessero andare di sfortuna le proporrei di comperare l'azione oggetto del certificato: e poichè quasi sicuramente si tratterebbe di una flessione temporanea - grazie al QE della BCE - presto lei riavrebbe tutti i suoi soldi".

Attraente vero? Abbagliato dalla buona "cedola" l'acquirente del certificato ha dimenticato (o non si è accorto) che lui l'azione la compera solo se scende! Per questo lo pagano. E' la "presa di terra" di qualcun altro!

In realtà questo certificato di fatto vi rende venditori di opzioni azionarie.

Qui siamo nell'ultimo stadio delle 50 sfumature: entrate legati e bendati in una delle arene più tecniche e difficili della finanza. Andreste a competere contro la stessa categoria di personaggi che hanno prodotto anche le prime due offerte obbligazionarie.


Ora, è sempre possibile che ciascuno dei singoli oggetti che ho additato al pubblico ludibrio sia in realtà venduto "bene", ma questo implica che il venditore abbia approfondite conoscenze in merito e che il cliente riesca a capire veramente cosa sta comperando.

Purtroppo avere a che fare con una persona che sia solo onesta in questo caso non vi protegge, perchè è necessario che costui capisca anche cosa vi vende e non si fidi di quello che gli viene detto.

Le persone competenti si trovano, non v'è dubbio, sinceratevi di trovarne una, prima che un venditore trovi voi.

giovedì 22 gennaio 2015

Che differenza passa tra un esperto ed uno sprovveduto?


Buonasera a tutti

Per quanto ci si possa sforzare di fare scelte sagaci il processo di scelta è irto di trabocchetti.

Ritengo molto utile iniziare riproponendovi un vecchio post

Immaginiamo che il potenziale cliente di una banca. il dottor Agnelli, fresco di pensione (beato lui) si sia lungamente documentato sulle condizioni contrattuali ed abbia poi deciso di aprire un conto, anche per operare on line.

Il dottor Volponi - consulente alla clientela - gli magnifica le qualità e la modernità della piattaforma di trading adottata dall'istituto. Agnelli resta impressionato. Si convince e apre il conto.


Oggi il povero Agnelli sperimenta con notevole disappunto che - in concomitanza con il discorso di Draghi, il suo trading on line è andato in tilt.

Aveva necessità di operare sulla scorta dei dati che otteneva abitualmente dalla piattaforma ma non ha potuto farlo.

Quest'oggi è finita bene, ma sarebbe potuto capitare il finimondo (come è accaduto per la Leheman). Tuttavia lui, cliente di una primaria banca, non avrebbe potuto farci nulla, esponendosi a perdite e/o a mancati guadagni, in teoria anche molto consistenti.




Questo "cigno nero" si è verificato - probabilmente - a causa di un evento economico raro e di una leggerezza nella valutazione delle potenzialità delle infrastrutture informatiche.

Ad essere maliziosi si potrebbe anche immaginare che non ci sia stata leggerezza nella valutazione delle potenzialità della struttura informatica ma che ci sia stata una scelta consapevole tra il costo certo necessario per evitare il verificarsi di un evento raro ed il minor guadagno eventuale generato dai clienti delusi che possono chiudere il conto in seguito a tale delusione.

Questa sera il dottor Agnelli medita su quanto costi realmente avere un intermediario che è solo mediamente affidabile.

Ma il suo tarlo non è tutto qui. Naturalmente gli hanno anche venduto una serie di prodotti della casa. Prodotti descritti sommariamente da Volponi, anche se ha dovuto firmare un documento di decine di pagine.

Diceva Volponi: "Non si preoccupi, Agnelli, sono tutti prodotti a capitale garantito".

Stasera Volponi sta pensando a due cose:
- Garantito al 90% o al 95% o al 99% dei casi?
- Come posso fare per distinguere se ho  di fronte uno che conosce veramente il prodotto o se è stato istruito a vendermi un prodotto?"




domenica 18 gennaio 2015

Charlie Hebdo come cigno nero della sociologia

Buona domenica a tutti!

Prendo spunto da un servizio testé sentito su Radio 24, dove si parlava delle reazioni violente del mondo islamico alle vignette, e si commentava la "dichiarazione del pugno" del Papa.

Sono possibili almeno due livelli di analisi. Uno più squisitamente psicologico un po' lungo che, tiranno il tempo, ometterò.

Uno più strettamente sociologico che è condensabile in poche righe.

Nella società agricola era indispensabile che il cittadino credesse che il Governo fosse una manifestazione del Divino. Era fondante per l'autorità, che altrimenti non avrebbe potuto dare giustificazione di sè.

I primi cristiani sono stati perseguiti dai romani non perchè adoratori del loro dio, ma perché escludevano l'esistenza di altri dei e quindi potenzialmente minavano l'Autorità.

Una serie di evoluzioni ha permesso in seguito di creare una società più pragmatica dove l'accettazione di una serie di regole comuni, volte al progresso materiale, costituiva l'essenza del patto sociale.

Mi pare quindi di poter affermare che la società occidentale moderna (o industriale) sia fondata sugli ideali illuministici. 

Il patto sociale è tutt'ora molto zoppicante come è facile capire se ci si sofferma sullo studio delle devianze e delle minoranze.

Il compromesso sociale moderno ha molto vantaggi, ma non tiene conto che l'uomo si evolve molto lentamente. 

Quello che ritengo essere il punto è che per il credente ancora oggi è indispensabile pensare nello stesso modo in cui pensava Dante: è "l'Amor che move il sole e l'altre stelle..."

Se ai tempi di Dante e per molto ancora gli eretici erano (giustificatamente) degni del rogo, oggi invece sono "solo" mal sopportati. 

Giustamente i credenti non possono cancellare il proprio assunto di base. Tuttavia l'adesione ad una società industriale, ne ha modificato il comportamento, inserendo il dettame della tolleranza nel loro comportamento.

Tolleranza sembra una una bella parola, ma non lo è. Poiché racchiude un assunto implicito: IO tollero te. Ovvero IO ho ragione ma ti sopporto.   


Questo compromesso in genere funziona abbastanza bene. Ma se si oltrepassa il segno la reazione emotiva di chi crede in qualcosa (e tutti credono in qualcosa) non può non scattare. 

Esaminiamo adesso la posizione dei "credenti laici". Dei relativisti etici.
Anche costoro reagiscono con violenza alla violazione del loro principio fondativo, che potrebbe essere enunciato così: "tutto è relativo e quindi possiamo parlare di tutto ma non possiamo permettere che qualcuno non parli e sia violento". 

Sintetizzato come lo si sente dire in questi giorni: "Non si può essere tolleranti con gli intolleranti".  

Ecco quindi che gli intolleranti possono essere (giustificatamente) messi al rogo, come nuovi eretici.


Notazioni finali. 

La categoria dei credenti è molto ampia. Non solo contiene chi crede in un dio, ma anche chi crede ad esempio nel comunismo e più in generale chi propugna più o meno implicitamente l'evidenza della verità.

Cosa sia un cigno nero lo sa bene chi legge di finanza. E' un incidente particolarissimo ed eccezionale, che non sarebbe mai dovuto accadere secondo la modellizzazione della realtà.E invece avviene...

Concludo con una facile previsione. Le turbolenze aumenteranno. 
Noi occidentali viviamo in una società industriale molto imperfetta. Ma i nostri vicini - quelli che hanno risorse naturali, molti soldi, capacità tecnologiche simili alle nostre - vivono in una società decisamente più agricola dove le disparità sociali e di reddito consentono facilmente di reclutare martiri.

Per la nostra sicurezza occorrerebbe quindi non investire per alzare steccati e creare presunte isole felici. Ma creare le condizioni per cui anche nel Sud del Mondo se arriva un invasato che dice: "hai la grande opportunità di diventare un martire", l'interlocutore gli risponda: "ma de che".



venerdì 16 gennaio 2015

Vanessa, Greta e le sopracciglia del padre, ovvero una Fiat piccola piccola


In questo periodo ho seguito distrattamente la vicenda delle due cooperanti.

Una delle cose che mi colpiva maggiormente quando focalizzavo l'attenzione su di loro era l'iconografia.

Mi sono sempre domandato se quelle due fossero gemelle siamesi. Impossibile vederle fisicamente staccate.

E' vero che la malizia è sempre nell'occhio di chi vede. E' vero che sono un aspirante satiro di mezza età, ma non ho potuto fare a meno di pensare che le foto a corredo delle ANSA su di loro avevano un sottile glamour ambiguo e avrebbero potuito tranquillamente essere messe all'inizio di una gallery di foto soft lesbo. 

La cosa mi irritava un po' perchè di gente "con le palle" che va ad aiutare i disgraziati e che si rappresenta in modo sobrio ce n'è.

Ieri ho visto il padre di una delle due eroine ed ho avuto una illuminazione.

Sopracciglia depilate, garrulo davanti alle telecamere. Insomma il degno padre  di un tale circo mediatico.

Ecco il mio pensiero, per non farla troppo lunga:

Le due signorine "montano una bella bicicletta" mediatico-umanitaria. Se le cose vanno bene sono delle eroin-fighette. Se le cose vanno male ci pensa lo Stato.

Vi ricordate la Fiat dei "tempi d'oro" che esternalizzava le perdite e privatizzava i profitti?  

Non è cambiato nulla.

Saviano può anche dire che sono delle eroine e che chi le critica è un mediocre. Senza entrare nel merito di quello che ha fatto lui posso dire che loro non mi paiono un modello.

Vuoi fare del bene? Ottimo, fatti le ossa in una organizzazione che opera da decenni. 
Insisti? Vuoi fare da te ed hai fatto una megacazzata? Ok ti vengo a prendere. Ma per favore non facciamole diventare due star!

E comunque se io fossi il capo del gruppo che ha ricevuto il riscatto farei un cazziatone al mio consulente finanziario. Il riscatto lo dovevano chiedere in franchi svizzeri, non in euro.



giovedì 8 gennaio 2015

Charlie Hebdo, l'islam e gli investimenti

Un post ultrarapido che sono di fretta. Ma non per questo spero meno interessante.

Sentivo a Radio 24 Padellaro il direttore del Fatto Quotidiano e devo dire che trovo sorprendente che abbia fatto la solita tiritera gomblottista: era EVIDENTE che avrebbero colpito Charlie Hebdo e LORO ci hanno messo solo due poveri poliziotti.

Francamente di tutti questi Soloni che fanno dell'evidenza della verità una religione laica ne ho gli zebedei pienissimi.

Se le cose della vita fossero realmente evidenti ex ante le cose andrebbero diversamente.

Invece persino un sistema così pervasivo come il vecchio blocco sovietico non è riiuscito a prevedere il proprio crollo!

E che c'entra questo con gli investimenti?

In gioventù sopportavo con fastidio qualche persona che "dopo" mi veniva a dire che era evidente che le cose sarebbero andate così.
Adesso sono decisamente molto meno disponibile.

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Una riflessione veloce anche sul perchè gli islamici o i credenti in genere si incacchiano se qualcuno raffigura / nomina la loro divinità.

L'uomo è un animale simbolico e gestisce quello che riesce a nominare. Non è un caso che Dio abbia dato ad Adamo il potere di nominare tutte le cose del creato. E non è un caso che il terrorista dei Promessi Sposi fosse l'Innominato.

Se sei di fronte ad un ordine superiore e ti devi chinare a lui è bene non nominarlo. Altrimenti rischi di poterlo gestire e di scoprire che puoi fare a meno della sua volontà.