domenica 18 gennaio 2015

Charlie Hebdo come cigno nero della sociologia

Buona domenica a tutti!

Prendo spunto da un servizio testé sentito su Radio 24, dove si parlava delle reazioni violente del mondo islamico alle vignette, e si commentava la "dichiarazione del pugno" del Papa.

Sono possibili almeno due livelli di analisi. Uno più squisitamente psicologico un po' lungo che, tiranno il tempo, ometterò.

Uno più strettamente sociologico che è condensabile in poche righe.

Nella società agricola era indispensabile che il cittadino credesse che il Governo fosse una manifestazione del Divino. Era fondante per l'autorità, che altrimenti non avrebbe potuto dare giustificazione di sè.

I primi cristiani sono stati perseguiti dai romani non perchè adoratori del loro dio, ma perché escludevano l'esistenza di altri dei e quindi potenzialmente minavano l'Autorità.

Una serie di evoluzioni ha permesso in seguito di creare una società più pragmatica dove l'accettazione di una serie di regole comuni, volte al progresso materiale, costituiva l'essenza del patto sociale.

Mi pare quindi di poter affermare che la società occidentale moderna (o industriale) sia fondata sugli ideali illuministici. 

Il patto sociale è tutt'ora molto zoppicante come è facile capire se ci si sofferma sullo studio delle devianze e delle minoranze.

Il compromesso sociale moderno ha molto vantaggi, ma non tiene conto che l'uomo si evolve molto lentamente. 

Quello che ritengo essere il punto è che per il credente ancora oggi è indispensabile pensare nello stesso modo in cui pensava Dante: è "l'Amor che move il sole e l'altre stelle..."

Se ai tempi di Dante e per molto ancora gli eretici erano (giustificatamente) degni del rogo, oggi invece sono "solo" mal sopportati. 

Giustamente i credenti non possono cancellare il proprio assunto di base. Tuttavia l'adesione ad una società industriale, ne ha modificato il comportamento, inserendo il dettame della tolleranza nel loro comportamento.

Tolleranza sembra una una bella parola, ma non lo è. Poiché racchiude un assunto implicito: IO tollero te. Ovvero IO ho ragione ma ti sopporto.   


Questo compromesso in genere funziona abbastanza bene. Ma se si oltrepassa il segno la reazione emotiva di chi crede in qualcosa (e tutti credono in qualcosa) non può non scattare. 

Esaminiamo adesso la posizione dei "credenti laici". Dei relativisti etici.
Anche costoro reagiscono con violenza alla violazione del loro principio fondativo, che potrebbe essere enunciato così: "tutto è relativo e quindi possiamo parlare di tutto ma non possiamo permettere che qualcuno non parli e sia violento". 

Sintetizzato come lo si sente dire in questi giorni: "Non si può essere tolleranti con gli intolleranti".  

Ecco quindi che gli intolleranti possono essere (giustificatamente) messi al rogo, come nuovi eretici.


Notazioni finali. 

La categoria dei credenti è molto ampia. Non solo contiene chi crede in un dio, ma anche chi crede ad esempio nel comunismo e più in generale chi propugna più o meno implicitamente l'evidenza della verità.

Cosa sia un cigno nero lo sa bene chi legge di finanza. E' un incidente particolarissimo ed eccezionale, che non sarebbe mai dovuto accadere secondo la modellizzazione della realtà.E invece avviene...

Concludo con una facile previsione. Le turbolenze aumenteranno. 
Noi occidentali viviamo in una società industriale molto imperfetta. Ma i nostri vicini - quelli che hanno risorse naturali, molti soldi, capacità tecnologiche simili alle nostre - vivono in una società decisamente più agricola dove le disparità sociali e di reddito consentono facilmente di reclutare martiri.

Per la nostra sicurezza occorrerebbe quindi non investire per alzare steccati e creare presunte isole felici. Ma creare le condizioni per cui anche nel Sud del Mondo se arriva un invasato che dice: "hai la grande opportunità di diventare un martire", l'interlocutore gli risponda: "ma de che".



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