venerdì 29 luglio 2011

Un pensiero per l'estate

Lite al semaforo: 71enne sperona e uccide scooterista

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_luglio_26/lite-semaforo-sperona-uccide-motociclista-1901173435420.shtml

L'estrema conseguenza di una società che prevede nei palinsesti i litigi in TV; che vede come necessario e accettabile ogni mezzo per prevalere.

Dove l'assunzione di cocaina o quanto meno di viagra è diventato necessario.

Dove la politica predica che è lecito sparare sui barconi di disperati; dove, se non sei a Porto Cervo su uno yacht non sei nessuno.

Dove pur di non perdere privilegi si diventa complici.

E poi ci si stupisce se qualche banchiere figlio dei tempi (e di p....a) fa qualche centinaio di miliardi di titoli tossici?

E ci si stupisce se si trovano delle persone che opportunamente indottrinate si fanno esplodere?

domenica 17 luglio 2011

Pagare il bollo sul deposito titoli? Solo se è necessario

In Italia la Legge è uguale per tutti, ma a volte si scopre, ex post, che qualcuno è più uguale di qualcun altro.

E' facile prevedere che la partita a scacchi recentemente aperta tra il Fisco e gli investitori non si esaurirà oggi, poiché vi sono molte questioni aperte.

Il testo licenziato non cambia molto la situazione rispetto a quanto già sapevamo dall'inizio della settimana: chi possiede un portafoglio titoli inferiore ai 50 mila euro continuerà a pagare circa 34 euro l'anno. Sopra questa soglia, la somma cresce.

Le questioni rilevanti sono invece altrove, poiché la legge apre una serie di interrogativi.

Un primo punto sta nell'aver legato il pagamento del bollo all'invio della comunicazione al cliente: questa scelta comporta effetti differenti in base al tipo di investimento scelto.

Chi compera un CTZ sa che, se il valore di rimborso supera una certa soglia, è soggetto ad una certa aliquota, e salvo casi eccezionali non vi saranno grandi variazioni di valore.
Chi invece ha un portafoglio che risente della volatilità dei mercati osserverà oscillazioni, anche forti, sul valore del deposito, che potrebbero influire sulla tassazione da applicare.

Non solo, la valorizzazione del deposito e quindi l'imposta potrebbe dipendere anche dalla scelta della periodicità della comunicazione, mensile, trimestrale o annuale.

Chi è avverso al rischio dovrebbe scegliere una comunicazione mensile (che resta più aderente al valore medio nell'anno) e chi, invece, è propenso "a giocarsela" dovrebbe scegliere una comunicazione annuale.


Vi sono poi alcune questioni più specifiche: ad esempio chi possiede solo

1) fondi comuni;
2) Titoli di Stato italiani;
3) obbligazioni emesse dalla banca stessa;
4) ETF

cosa deve fare? Quanto pagherà? E' obbligato ad avere un deposito titoli?

Ed ancora:
- è meglio avere più depositi titoli o uno solo?
- è possibile evitare la tassa in qualche modo?

l'argomento è vasto, ma in estrema sintesi:

1) i fondi comuni sono depositabili sulla cosiddetta "rubrica" che non essendo un "deposito titoli" è esente da bollo; tuttavia per una serie di ragioni tecniche spesso le banche, specie da quando non distribuiscono più solo i fondi della casa, possono trovare comodo imporre al cliente l'apertura di un deposito.

Detto altrimenti, per ragioni organizzative alcune banche potrebbero essere tentate di scaricare sui clienti un onere che deriva da scelte organizzative interne.
I clienti potrebbero quindi entrare in lite con il proprio istituto e poiché la probabilità di veder affermati i propri diritti è elevata immagino che gli organismi di conciliazione e l'Ombdusman bancario, http://www.conciliatorebancario.it/ombudsman.html si ritroveranno presto alquanto ingolfati di ricorsi.

2) Un tempo una banca presso la quale avevo il conto mi permetteva di depositare Titoli di Stato o almeno i BOT sulla "rubrica"; non escluderei che sia ancora oggi possibile farlo, ma in linea generale direi che se vi chiedono di aprire un deposito titoli anche solo per un BTP o un CTZ le banche siano nel giusto.

3) Sono invece convinto che, in base ad una disposizione del 1997 che non mi risulta abrogata, le banche non possano obbligare i clienti a tenere aperto un deposito titoli solo per detenere obbligazioni bancarie "della casa".

4) Gli ETF invece, sebbene abbiano le funzioni di un fondo comune, sono assimilati alle azioni e pertanto concorrono alla formazione del valore del deposito titoli.

Occorre infine notare che al momento non è così scontato (anche solo per ragioni tecniche, quali gli aggiornamenti dei software) che se in un deposito titoli vi siano valori mobiliari di differente natura, il valore dei titoli "esenti" (per es. fondi od obbligazioni della casa), non concorra a determinare il valore sul quale si pagherà l'imposta di bollo.


In relazione poi alla questione della numerosità dei depositi titoli al momento parrebbe conveniente avere una pletora di depositi di importo esiguo piuttosto che possederne uno solo "cicciotto", anche se siamo sicuri che a breve verrà emesso un provvedimento "anti elusione", che comporterà ulteriori costi e complicazioni per banche e clienti.

Circa il trasferimento dei titoli presso una banca estera affermo che il problema va studiato attentamente, poichè le banche estere non solo non sono a buon mercato, ma occorre anche compilare il quadro RW della dichiarazione dei redditi. E il commercialista potrebbe costare più del superbollo.

Segnalo infine che - allo stato attuale della normativa - nei prossimi giorni annuncerò ai miei clienti che, molto probabilmente, non pagheranno il superbollo.



mercoledì 6 luglio 2011

Un bel regalo alle banche: il superbollo sul depositito titoli


Stavo per scrivere un'invettiva su una obbligazione legata all'oro, emessa da una banca americana - pesantemente pubblicizzata in questi giorni - quando il nostro Governo mi ha imposto di cambiare programma.

Non vi sarà certamente sfuggita la notizia della tassazione dei depositi titoli, che prevede il passaggio dell'imposta di bollo da 34 a 120 euro per quest'anno e il suo successivo aggravio fino a 380 euro sui conti oltre 50 mila euro.

Come direbbe Di Pietro: "Che c'azzecca? Il superbollo sui depositi titoli lo incassa lo Stato. Le banche invece devono pagare l'Irap che è stata loro aumentata.".

Capezzone aggiungerebbe: "Il superbollo lo pagano i ricchi, i detentori di titoli, mentre l'aumento dell'Irap sulle banche serve per punire gli speculatori, quelli che imperversano sui mercati finanziari, quelli che affamano i popoli e mandano in default intere nazioni per avidità.".

Quale potrebbe essere invece l'effetto del superbollo?

Sarebbe curioso se scoprissimo che l'aumento del bollo è un grosso regalo alle banche. Quasi da pensare che sia stato fatto apposta per compensarle dell'aumento dell'Irap.


Vediamo come.

Le banche hanno almeno due tipi di "deposito" titoli.
1) La "rubrica fondi" che serve per contenere i fondi comuni, non soggetta a bolli, e che ragionevolmente continuerà ad essere esente;
2) il deposito propriamente detto.

Il gioco delle banche sarà dunque spingere la massa dei piccoli e medi detentori di capitali - per far loro risparmiare il superbollo - verso i fondi comuni, depositabili sulla apposita rubrica esente.

Ai grandi detentori di patrimoni - ai quali peraltro 380 euro non sposteranno la vita - verrà, in parte o totalmente, offerto un abbuono di quell'importo.


Suppongo infine che con un cavillo gli ETF - ovvero i fondi comuni che danno il miglior rapporto tra costi e prestazioni - non saranno ricompresi tra i valori depositabili nelle rubriche titoli. Aggiungo che il cavillo è già usato per sfavorirli nella tassazione.

Questo spingerà i risparmiatori che oggi hanno BOT a non rinnovarli ed a comperare fondi comuni o aprire conti di deposito.

I fondi, specie quelli obbligazionari, hanno la spiacevole caratteristica di essere - salvo risibili eccezioni - distruttori di valore: (tra le altre cose) si fanno pagare circa l'UNO per cento del capitale per tenere in pancia gli stessi BOT che i risparmiatori potrebbero autonomamente tenere sul deposito titoli.


Ma chi guadagna vendendo e gestendo tali fondi? Le banche, che vedranno così aumentare i profitti derivanti dalla (mediocre) gestione del risparmio.

Non solo: queste avranno anche buon gioco a depistare parte degli investimenti in titoli verso i depositi bancari, la cui tassazione è inoltre stata ridotta. Quindi il costo della provvista bancaria verrà diminuito e per converso aumenteranno i profitti.


Ultime notazioni:

1) i risparmiatori chiuderanno parte dei depositi titoli per risparmiare, quindi da un lato il gettito del superbollo diminuirà nel tempo invalidando la manovra.

2) Entro certi limiti è meglio avere più depositi piccoli piuttosto che uno grande.

3) Anche applicando l'imposta alla rubrica fondi l'effetto non cambierebbe perchè si spingerebbe la pressione ancora di più verso i depositi bancari.

Temo quindi che in buona sostanza l'Irap bancaria verrà pagata dai risparmiatori.