venerdì 20 marzo 2020

Nulla di nuovo


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Questi sono giorni difficili sui mercati finanziari, e non solo. 

E ogni volta che c’è un momento difficile sento da più parti chi mi dice: 

“ Ma questa volta è diverso!” 

Sia chiaro: questo pensiero non è solo una inclinazione del pubblico: a volte capita anche agli addetti ai lavori. Memorabile il caso del 2000 - in piena bolla tech - quando tra professionisti si iniziò a disquisire, per giustificare i livelli delle quotazioni, se le azioni delle dotcom fossero delle opzioni reali, cioè un caso molto particolare di uno strumento particolare. Quelli erano abbagli tecnici grossi come una casa fatti da gente che era molto in gamba, ma che comunque stava sbagliando grossolanamente. 

Ma al di là delle diatribe tra gli addetti ai lavori, vorrei contestualizzare i recenti avvenimenti in modo comprensibile per i non addetti

In un certo senso oggi, senza dubbio, la pressione psicologica dei recenti rovesci dei mercati è maggiore rispetto ad altre volte, perché tutti noi temiamo per la nostra salute e quella dei nostri cari. 

Ma restando sul piano strettamente tecnico, queste sono situazioni mai viste?

Per rispondere ho scaricato i dati di tre indici: quello americano dal 1979 quello francese dal 1990 e quello tedesco dal 1988...

venerdì 13 marzo 2020

venerdì 6 marzo 2020

I rischi nascosti - Il lato oscuro del certificato


E’ poco noto anche a loro stessi ma molti risparmiatori si sono trasformati in questi anni - loro malgrado - in scommettitori.

Forse lo siete anche voi?
Vi hanno mai offerto un certificate?

Un oggetto che vi avranno descritto più o meno così:
“C’è un paniere di 5 azioni. Se nessuna va al di sotto di una certa soglia il certificato pagherà una cedola periodica del x%. Se invece il prezzo di una di quelle azioni scende sotto un certo livello, il detentore del certificato perde una cifra pari al calo dell’azione”.
 

Si chiama Evento Barriera e anche se capita di rado è talmente potente che spesso spazza via non solo tutti i guadagni che avete fatto ma anche il capitale.
In questi giorni ne stanno avvenendo molti a causa dei cali recenti.


Ebbene, anche se il comportamento del certificate è fatto apposta per assomigliare un po’ a quello di una obbligazione, perché sembra che paghi una cedola, in realtà chi lo compera sta scommettendo (per. es.) sull’andamento di un paniere di azioni.

Le implicazioni di questa scelta non sono banali: chi offre un oggetto simile sta facendo leva sulle emozioni del cliente e sulla bassa capacità di stimare correttamente le opportunità reali di guadagno. Fa leva sull’emozione di comprare qualcosa che assomiglia a un oggetto che già si conosce e che fa “abbassare la guardia”.

La differenza è che le azioni con il tempo risalgono, un certificato che ha un "evento barriera" consolida la perdita

Un consiglio non proprio disinteressato

Vi hanno offerto dei certificates? Avete fatto caso che vi offrono solo quelli di nuova emissione?

Perché non offrire un certificato già esistente? Sono quotati sull’apposito segmento della Borsa Italiana, non sono irraggiungibili. E’ un caso? No! Sulle nuove emissioni c’è in genere una “commissione di ingresso” nascosta, non inferiore al 3% del capitale investito, mentre sui certificati già quotati non c’è più perché il mercato “ha fatto giustizia” del sovrapprezzo iniziale. E così per un venditore non c’è convenienza a proporre certificate già quotati.

Per verificare la mia affermazione basta andare a vedere

  • il prospetto informativo (KIID) di un qualsiasi certificato.
  • La quotazione, che scende immediatamente dopo il collocamento, del 3-5% (ceteris paribus).

Il 3% di 10 mila euro è 300 euro. Su 100 mila sono 3000. Una bella commissione non troppo in evidenza che paga lo stipendio del vostro “amico”. (Qui c’è un mio video)

Mi stai leggendo dal telefonino?
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La parola al gestore - Febbraio 2020



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Il mese di febbraio è stato piuttosto movimentato sui mercati: il #coronavirus ha complicato la vita dei gestori. Cosa hanno fatto in Cellino e Associati SIM?