mercoledì 6 luglio 2011

Un bel regalo alle banche: il superbollo sul depositito titoli


Stavo per scrivere un'invettiva su una obbligazione legata all'oro, emessa da una banca americana - pesantemente pubblicizzata in questi giorni - quando il nostro Governo mi ha imposto di cambiare programma.

Non vi sarà certamente sfuggita la notizia della tassazione dei depositi titoli, che prevede il passaggio dell'imposta di bollo da 34 a 120 euro per quest'anno e il suo successivo aggravio fino a 380 euro sui conti oltre 50 mila euro.

Come direbbe Di Pietro: "Che c'azzecca? Il superbollo sui depositi titoli lo incassa lo Stato. Le banche invece devono pagare l'Irap che è stata loro aumentata.".

Capezzone aggiungerebbe: "Il superbollo lo pagano i ricchi, i detentori di titoli, mentre l'aumento dell'Irap sulle banche serve per punire gli speculatori, quelli che imperversano sui mercati finanziari, quelli che affamano i popoli e mandano in default intere nazioni per avidità.".

Quale potrebbe essere invece l'effetto del superbollo?

Sarebbe curioso se scoprissimo che l'aumento del bollo è un grosso regalo alle banche. Quasi da pensare che sia stato fatto apposta per compensarle dell'aumento dell'Irap.


Vediamo come.

Le banche hanno almeno due tipi di "deposito" titoli.
1) La "rubrica fondi" che serve per contenere i fondi comuni, non soggetta a bolli, e che ragionevolmente continuerà ad essere esente;
2) il deposito propriamente detto.

Il gioco delle banche sarà dunque spingere la massa dei piccoli e medi detentori di capitali - per far loro risparmiare il superbollo - verso i fondi comuni, depositabili sulla apposita rubrica esente.

Ai grandi detentori di patrimoni - ai quali peraltro 380 euro non sposteranno la vita - verrà, in parte o totalmente, offerto un abbuono di quell'importo.


Suppongo infine che con un cavillo gli ETF - ovvero i fondi comuni che danno il miglior rapporto tra costi e prestazioni - non saranno ricompresi tra i valori depositabili nelle rubriche titoli. Aggiungo che il cavillo è già usato per sfavorirli nella tassazione.

Questo spingerà i risparmiatori che oggi hanno BOT a non rinnovarli ed a comperare fondi comuni o aprire conti di deposito.

I fondi, specie quelli obbligazionari, hanno la spiacevole caratteristica di essere - salvo risibili eccezioni - distruttori di valore: (tra le altre cose) si fanno pagare circa l'UNO per cento del capitale per tenere in pancia gli stessi BOT che i risparmiatori potrebbero autonomamente tenere sul deposito titoli.


Ma chi guadagna vendendo e gestendo tali fondi? Le banche, che vedranno così aumentare i profitti derivanti dalla (mediocre) gestione del risparmio.

Non solo: queste avranno anche buon gioco a depistare parte degli investimenti in titoli verso i depositi bancari, la cui tassazione è inoltre stata ridotta. Quindi il costo della provvista bancaria verrà diminuito e per converso aumenteranno i profitti.


Ultime notazioni:

1) i risparmiatori chiuderanno parte dei depositi titoli per risparmiare, quindi da un lato il gettito del superbollo diminuirà nel tempo invalidando la manovra.

2) Entro certi limiti è meglio avere più depositi piccoli piuttosto che uno grande.

3) Anche applicando l'imposta alla rubrica fondi l'effetto non cambierebbe perchè si spingerebbe la pressione ancora di più verso i depositi bancari.

Temo quindi che in buona sostanza l'Irap bancaria verrà pagata dai risparmiatori.

1 commento:

Guido Giaume ha detto...

Segnalo che il caso della c.d. rubrica fondi ad oggi parrebbe essere ricompreso nella super tassazione