lunedì 20 luglio 2015

Sgravio fiscale sulla prima casa? NO grazie!

Questa proposta è idonea a "lisciare il pelo" all'elettorato, e questo potrebbe essere interpretato come un segnale che Renzi non si sente politicamente sicuro e sta iniziando la sua campagna elettorale.

Ma al di là di questo, perchè, anche se ci fossero le coperture finanziarie, è sbagliato eliminare la tassazione sulla prima casa?

Per questi motivi

1) effetti distorsivi del processo (democratico) di allocazione delle risorse;
2) effetti negativi sulle aziende e sull'occupazione;
3) spinta verso la centralizzazione della finanza locale, ovvero una sottrazione di diritti ai cittadini.


1) Senza evocare i princìpi per i quali è stata fatta una rivoluzione in America, basta notare che si spezza e si distorce (ancora una volta) la catena tra chi decide come spendere e chi paga.

Mi spiego meglio.
Gli amministratori locali decidono - in ultima analisi - come stanziare le risorse disponibili.
Ma chi li elegge? Chi possiede una prima casa.
Chi possiede una seconda casa o un immobile industriale deve solo pagare.
Domandatevi: "come decideranno i politici locali sapendo che una categoria conta e una non conta?"
Come accade da me in montagna: anche se la Legge permetterebbe una differente distribuzione dei carichi, pago la TARSU come chi risiede stabilmente, anche se risiedo - e quindi pruduco spazzatura - per meno di un mese all'anno.

E domandatevi ora: se si devono spendere soldi per nuove inziative a chi saranno rivolte? E da chi si prenderanno i soldi?

2) E' immaginabile che a fronte di un vincolo di bilancio difficilmente ci sarà l'interesse da parte degli amministratori locali ad implementare in via prevalente azioni volte all'insediamento di aziende e a fortificare la competitività economica del territorio. Piuttosto si favoriranno i servizi ai cittadini. Questo naturalmente inciderà sulla redditività delle imprese e quindi sul tasso di occupazione. Ma ovviamente non sarà un demerito EVIEDENTE degli amministratori locali che sarano dunque incentivati a deprimere le attività economiche del proprio territorio.

3) Infine una notazione per i federalisti cacio e pepe.
In buona parte del mondo la tassazione sugli immobili finanzia le risorse delle amministrazioni locali.
Poichè gli enti locali non possono smettere di funzionare avranno necessità di ricevere finanziamenti dal "centro".
Quindi la sparizione della tassa sulla prima casa dovrà essere coperta da trasferimenti dal centro, che sono potenzialmente poco efficienti sia nella raccolta che nell'impiego, a causa dell'allungamento della catena burocratica. Non solo questi, facilmente, saranno soggetti a valutazioni "politiche" proprio da parte del "centro". Le decisioni passeranno sopra la testa dei cittadini ai quali i servizi sono indirizzati. Insomma si ritorna al punto 1 del ragionamento.

Mi si dirà: ma in questo caso il finanziamento della detassazione avviene per causa di una migliorata efficienza della macchina pubblica. E allora? Non sarebbe meglio trovare il modo di rimettere in circolo questi soldi creando meno distorsioni e potenziali clientelismi? Si, ma se così si facesse ci sarebbe una collisione con l'obiettivo di essere rieletto.

Ma allora se l'efficenza collide con la rielezione non viene il dubbio che ci sia una falla nel ragionamento che si possono abbassare le tasse sulla casa per via dell'efficentamento dello Stato? Non sarà invece solo un taglio di servizi verso chi non ha modi per esprimere il proprio dissenso?

E naturalmente le opposizioni si accoderanno e diranno: "lo avevamo già fatto noi. Ci state copiando".

BUFFONI a destra e a sinistra.





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