Era un po' che ci pensavo ma il tempo è sempre tiranno, quindi sintetizzo un bell'articolo del collega che scrive sul blog "la banca del risparmio".
Pare che il governo voglia incrementare dal 11,5 al 20% l’aliquota di imposta sui Fondi Pensione.
Solo tre paesi tassano i rendimenti dei fondi pensione: Italia,
Danimarca e Svezia. In questi ultimi due la tassazione è del 15%.
Tutti gli
altri paesi preferiscono prelevare una volta sola: al momento
dell'erogazione della prestazione pensionistica aggiuntiva. Il motivo è
semplice: tassando il risparmio previdenziale nel periodo della sua
formazione, si penalizza la fase di accumulo riducendo più che
proporzionalmente.
La direttiva europea 41 del 2003, recepita in Italia (dlgs 28/2007)
consente di aderire ai fondi pensione costituiti all'estero. Si rischia
quindi un esodo del risparmio italiano? Il rischio può esserci
soprattutto per i fondi pensione aperti, soprattutto alla luce di una
nuova normatica europea sui prodotti di lungo risparmio in fase di
definizione a Bruxelles.
Detto altrimenti
1) chi ha le mani legate dal fondo di categoria viene tosato meglio;
2) la politica fiscale danneggia, riducendo i
redditi dei risparmiatori;
3) questa politica sposta le società e quindi il lavoro
all'estero;
4) e sposta anche
gli utili e quindi le tasse sulle società di gestione con sede
all'estero.
Poi la Camusso dovrà proporre una tassa su grandi patrimoni come le pensioni per ottenere fondi per produrre a debito altri posti di lavoro.
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