giovedì 9 ottobre 2014

Landini, cent'anni e... sentirli tutti

Ieri Landini ha minacciato l'occupazione delle fabbriche.
Roba che si faceva 100 anni fa.


Un gustoso aneddoto (abbiate pazienza per eventuali imprecisioni, vado a memoria) riporta che - quando gli operai intorno al 1920 occuparono fabbriche in tutta italia, compreso lo stabilimento di Mirafiori - il Senatore (Agnelli) chiese un colloquio a Giolitti.

Pare che si svolse più o meno così:

A: "Il Governo deve usare l'esercito per porre fine a queste occupazioni e sgomberare le fabbriche"
G: "Va bene darò ordine di iniziare dalla sua"

Poi come è noto non ci fu alcuna azione.

Implicitamente Giolitti aveva minacciato di creare un danno materiale molto maggiore rispetto a quello dell'occupazione.

Questo atteggiamento andava bene appunto 100 anni fa quando il mondo era affamato di produzione.

Oggi invece soffriamo di sovraproduzione e punire il "padrone" con il blocco delle attività fa ridere i cinesi o i tedeschi, che hanno certamente più spazio per le loro merci.

Quindi basta baggianate! Il blocco della produzione o l'autogestione sono chimere, forse potevano andare bene in un mondo meno sofisticato. Non oggi.

Il rovescio della medaglia è che la manodopera deve essere formata e coinvolta, in modo da partecipare al godimento dei cicli economici positivi e a sopportare la congiuntura negativa.

Se non si racconta per intero questa storia si resta fermi al secolo scorso, si pigliano in giro le persone.

E a quel punto diventa evidente che i sindacati impreparati imbolsiti dalle rendite di posizione preferiscono tutelare i vecchi lavoratori, quelli che tutti i mesi si vedono prelevati d'ufficio la quota di iscrizione al sindacato.

Pochi soldi ma sicuri.

2 commenti:

Unknown ha detto...

Gli Italiani si abbeverano solo alla TV e li hanno convinti che non vi siano più fabbriche ed operai. Invece l'Italia è il secondo Paese manufatturiero d'Europa dopo la Germania perché ha ancora una enorme produzione industriale, pur essendo diminuita del 25% dal 2007. State certi che il blocco delle fabbriche e gli scioperi generali saranno un'arma micidiale per un Governo che non può perdere neanche un punto di PIL se non vuole fare Default. Landini ha ragione a predisporre il blocco della produzione se questo Governo insiste nel demansionamento e nel controllo remoto della prestazione lavorativa. Avanti!

Guido Giaume ha detto...

Gwentile Roberto, grazie per il suo commento. Che l'Italia sia il secondo paese manifatturiero dell'UE è un fatto. Lungi da me l'idea di voler sminuire questo dato.
Circa il blocco delle fabbriche come arma contro il governo ho qualche dubbio.
1) la ricchezza privata in italia ammonta a circa 8mila mld di euro. Il debito pubblico a circa 2000 quindi il defaulto non è possibile, come implicitamente faceva notare a suo tempo Tremonti. Detta male basta espropriare 1/4 della ricchezza agli italiani per ripianare il debito.
Il mio pensiero è che la chiusura delle fabbriche porterebbe a conseguenze più gravi per i lavoratori che per i "padroni".
1) perdite e chiusura di imprese che oggi sopravvivono a stento.
2) Ulteriore delocalizzazione
3) Ulteriori esitazioni da parte di eventuali investitori esteri.

Siamo probabilmente tutti e due concordi sul fatto che così l'Italia non vada, ma gli schemi che forse nel passato potevano avere un senso adesso a me paiono superati.
Se la fabbrica è occupata difficilmente produce. E se il mercato richiede quel prodotto qualcun altro (tedesco o cinese) venderà al posto nostro...
Insomma l'occupazione oggi è un po' come tagliarsi i ...

Cordialmente