domenica 12 ottobre 2014

La scuola, il trading ed il successo nella vita

L'estate scorsa avevo annunciato che non potevo scrivere questo post, a causa degli impegni pressanti.

Ebbene adesso il momento è giunto, complice una zanzara che si è rifugiata nella mia camera da letto e che assolutamente non riesco a liquidare.


Chi di voi non ha mai sentito l'adagio "ultimo a scuola primo nella vita"?

Ovviamente questa frase viene presa come provocazione.

Tutti sanno che un allievo diligente preparandosi diventerà un professionista di successo e guadagnerà molto.

Poi ogni tanto ci sono le eccezioni: gli "asini" di successo, che mettono in crisi il teorema Studio = successo, serenità, avvenire.


La mia domanda quindi è:

esiste una teoria che spieghi perchè certi "asini" abbiano successo?
E' solo frutto un caso? 


La mia risposta è che il caso sia un fattore importantissimo ma che non possa spiegare tutto (vi invito caldamente a leggere post relativo). Vi sono cioè delle abilità naturali positive che non solo la scuola non sviluppa ma che inconsapevolmente danneggia.

Tale affermazione - per essere spiegata - transita attraverso una osservazione derivante dal mio ambito professionale.


Chi è un trader?

E' quel soggetto che scommette e guadagna puntando sulla previsione corretta dell'andamento futuro di un titolo.

Oggi questi operatori effettuano studi complessi che permettono loro di elaborare una metodologia profittevole.

La cosa interessante e controintuitiva è che avere una teoria che permettere di fare moltissime previsioni corrette non è necessaria, e addirittura potrebbe essere dannosa.

Perchè? Spesso gli aspiranti trader hanno sperimentato che bastano uno o due scommesse disgraziate per dilapidare il patrimonio accumulato con le operazioni positive.

D'altra parte una strategia profittevole potrebbe essere implementata anche con 8 operazioni debolmente in perdita e 2 operazioni estremamente positive.

Detta in questo modo sembra una banalità. Ma non la è per nulla.

E non sto alludendo al fatto che è difficile - da un punto di vista pratico - realizzare algoritmi profittevoli (e credetemi, lo è).

Lo scoglio maggiore è la difficoltà culturale di concepire correttamente l'attività di trader e sostenere psicologicamente il fatto di essere quasi perennemente in perdita.

Mi spiego meglio.

Immaginiamo che vostro figlio alla fine dell'anno scolastico venga da voi decisamente soddisfatto e vi dicesse.

Papà guarda la mia pagella:

Italiano 5
Scienze 5
Geografia 5
Ginnastica 5
Religione 5
Comportamento 5
Storia 10
Matematica 10

Immagino che la primissima reazione sarebbe quella di dare un ben assestato ceffone al pargolo.

Eppure questo è uno dei possibili atteggiamenti del trader di successo. Deboli perdite per la maggior parte del tempo e due successi macroscopici.

Cosa non funziona?

Il nostro sistema scolastico ci impone fin dalla più tenera età di fronteggiare un elevato numero di prove o argomenti e dovremo saperne una quantità "sufficiente", altrimenti verremo bocciati.

Analogamente per un compito in classe.
Non è possibile superarlo se non si sanno 8 domande su dieci e invece si sanno benissimo due domande.


La stratificazione nel profondo di questo concetto implica che il nostro sistema scolastico impedisce la formazione di trader.

Immagino che qualcuno possa pensare "beh, poco male!"

Mica tanto. Si genera una lacuna della percezione, una sorta di nevrosi collettiva. Si riducono le scelte degli allievi e quindi le possibilità di avere comportamenti adeguati.

Attualmente solo i ribelli possono essere in grado di diventare così forti da abbandonare lo schema educativo che viene proposto a scuola.

Ma solo alcuni avranno così tanta autostima per non autorappresentarsi come reietti e quindi non sentirsi "obbligati" a fallire.

Essere ribelli è un buon viatico per il successo? Non credo, se non altro perché anche tra loro alcuni non sono abbastanza intelligenti, mentre altri ancora sono oggettivamente sfortunati.


Sarebbe dunque importante che il sistema scolastico si renda conto che possono esistere differenti strategie vincenti per vivere la vita e che non tutte passano attraverso lo standard educativo attuale. Solo ridefinendolo si potrà dare a ciascun allievo l'opportunità di scegliere l'atteggiamento più adatto alla propria indole.

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