domenica 21 dicembre 2014

I neet, Amazon ed il futuro lavorativo

Riprendo volentieri la tradizione natalizia che mi vedeva comporre in questo periodo post stralunati e affabulatori (qui e qui) sulle prospettive di lungo periodo del mondo.

 Di recente ho incontrato una persona assai brillante, che, nel corso della sua relazione, ha detto una frase che riconosco come vera ed essenziale.

Questi all'incirca affermava che la differenza tra una macchina ed un uomo è che la macchina risponde alle situazioni in base alla programmazione che ha ricevuto, un uomo può farlo, ma può anche inventarsi un contesto differente....

Un corollario di questa affermazione interessa i nostri figli e forse anche alcuni di noi.

Grazie alla tecnologia, nel futuro ci saranno due tipi di lavori. Quelli automatizzabili e quelli non automatizzabili. 

Solo i lavoratori che si occuperanno di questi ultimi saranno importanti perché faranno un lavoro che nessuna macchina potrà mai fare: creare nuovi contesti.

Gli altri lavoratori, quelli che fanno lavori automatizzabili saranno più o meno fungibili: o con altri lavoratori meno pretenziosi o con macchine via via sempre più sofisticate.

La conseguenza è che nel futuro quindi vi saranno due tipi di lavoratori. Quelli che programmeranno le macchine e quelli che prenderanno ordini dalle macchine.

A questo punto credo che sia piuttosto evidente cosa c'entri Amazon in tutto questo.

Molti dicono che il sistema Amazon è antietico per il livello di stress che impone ai dipendenti. Basta googlare un po' per documentarsi.


Non voglio entrare nel merito dell'etica in questa sede, anche se non ho dubbi che i lati oscuri di questo sistema siano molti. Faccio tuttavia osservare a chi si straccia le vesti che il "metodo Amazon" potrebbe essere considerato la prosecuzione del colonialismo con altri mezzi; giusto per parafrasare un famoso generale prussiano.

Prego tuttavia anche i sostenitori di quel filosofo che diceva di voler combattere "lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo" di non sentrsi autorizzati ad essere nè ottimisti nè migliori della controparte. La storia ha mostrato ampiamente anche i limiti di quelle baggianate.

Lo so che a Natale sarebbe bello avere una prospettiva rosea, ma questo è quello che vedo oggi. E forse in qualche modo lo "sentono" anche i nostri ragazzi, che preferiscono godere oggi - mentre qualcuno li foraggia - sicuri che in ogni caso per la massa di loro le cose non potranno che peggiorare.

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