mercoledì 8 maggio 2024

Gigi ha sfruttato la nuda proprietà e fa il crocerista


Gigi era in pensione, aveva sistemato i figli e voleva togliersi qualche sfizio, ma la pensione non gli permetteva di fare tutto quello che aveva sempre sognato. E non voleva di certo fare debiti.

Poiché Gigi segue il mio canale Youtube Finanza Serena ha visto un mio video sulla nuda proprietà  ha capito il meccanismo e ne ha approfittato. Ma forse tu non sai che esiste una cosa che si chiama nuda proprietà.

Mi spiego meglio senza addentrarmi nel linguaggio giuridico. 

Immagina di avere due auto e che tuo figlio invece non ce l’abbia. Tu gliene cedi una e gli dici “Io te la lascio ma pensa tu a tutto: alla benzina, all’assicurazione alle riparazioni”. 

Ebbene tu sei ancora proprietario dell’auto ma in pratica ne usufruisce tuo figlio.

Questo ci fa notare che la proprietà di un oggetto può essere divisa tra due soggetti. Uno che la usa ed uno che ne è proprietario. E possono non essere la stessa persona.

Si lo so, è un po’ strano ma è legale. Anzi se parliamo di case la questione è regolamentata in modo chiarissimo. 

Facciamo un esempio immobiliare. Tu potresti restare proprietario di una casa e darla in usufrutto a tuo figlio. Quindi tu saresti il nudo proprietario (nudo perché non la usi, sei il proprietario “sulla carta”) e tuo figlio l’usufruttuario perché non la può vendere ma la usa come se fosse sua.

Insomma, noi non ce ne accorgiamo ma quando comperiamo una casa comperiamo nello stesso momento due cose separate. L’usufrutto e la nuda proprietà.

A questo punto mi chiederai perché ti sto facendo tutto questo pippone para-giuridico. 

Perché ti voglio mandare in crociera.

Se hai una casa dove abiti puoi vendere la nuda proprietà, continuerai ad usarla per il resto della tua vita e dalla vendita potrai ricavare il gruzzolo che ti serve per toglierti qualche sfizio.

Facciamo un esempio concreto. 

Vivi in un appartamento che vale 100 mila euro ed hai 65 anni.

Le tabelle ministeriali indicano che il prezzo dell’appartamento si divide al 50% tra il valore della nuda proprietà e quello dell’usufrutto.

Vendendo la nuda proprietà si può restare dentro casa propria per tutta la vita e ricevere un assegno da 50mila euro per fare quello che si vuole. Per esempio andare in crociera o investirli per ottenere un reddito aggiuntivo. 

Naturalmente è opportuno valutare attentamente questa scelta e condividere con i familiari queste decisioni perché l’usufrutto si estingue (ad esempio) con la morte dell’usufruttuario, sono cioè scelte importanti e definitive.

In sostanza il nudo proprietario compera una casa con uno sconto che è tanto maggiore quanto minore è l’età del venditore. E questo è giusto perché se il venditore vende la nuda proprietà a 90 anni userà la casa per un tempo più breve rispetto ad uno che vende la nuda proprietà a 65 anni. 

Il nudo proprietario molto probabilmente potrà usare la casa prima e quindi la paga di più. 

In certe situazioni la cosa potrebbe essere interessante. Non ti pare?

Ma questo non è che uno dei vantaggi della nuda proprietà. La prossima volta vedremo come questi meccanismi potrebbero difenderci da un eventuale inasprimento della tassa di successione. 


domenica 28 aprile 2024

Business difesa



Analizziamo le cause e vediamo se ci sono opportunità interessanti per gli investitori


1) Vladimir #Putin si trova attualmente nel suo massimo apice di potere, con la prospettiva di governare fino al 2030. La macchina mediatico-propagandistica russa ha instillato un clima di mobilitazione bellica e anti-occidentale che non si vedeva dai tempi dell'era sovietica.

2) Recentemente, il presidente francese #Macron ha ribadito a Putin che anche Parigi è una potenza nucleare. Tuttavia, il messaggio sembra essere stato principalmente diretto all'Europa, per serrare i ranghi e creare una industria della difesa europea, cosa che interessa anche la Germania che sta ancora cercando soluzioni per reindirizzare la propria produzione industriale, dopo la perdita delle prospettive di partnership con Russia e #Cina.

3) Inoltre siamo al corrente da tempo della rivalità strategica tra #StatiUniti e #Cina (di questo ho anche trattato nel mio canale YouTube "Finanza Serena").

Il panorama politico è critico ma offre agli investitori opportunità interessanti, che possono essere sfruttate con l'ETF VanEck Defense, che propone una esposizione al settore della difesa.

Oggi esamineremo alcuni aspetti legati a questo investimento, consapevoli che questa analisi non costituisce né un invito né una sollecitazione all'investimento e che vi invito a fare affidamento esclusivamente sulle vostre proprie valutazioni delle condizioni di mercato nel decidere se effettuare un’operazione finanziaria e se essa soddisfa le vostre esigenze. Pertanto la decisione di effettuare qualunque operazione finanziaria è a vostro rischio esclusivo.

Come ogni ETF anche questo diversifica gli investimenti e quindi riduce il rischio rispetto ad un investimento su un numero limitato di titoli . Inoltre dalla sua creazione ha generato una performance superiore al mercato azionario più ampio. 

La liquidità poi è un altro punto a favore, poiché essendo quotato su Borse regolamentate, come Milano, consente agli investitori di entrare e uscire con facilità.

Tuttavia, è importante considerare le implicazioni etiche legate alla produzione e alla vendita di armi. Questo settore solleva dubbi morali legati a conflitti e sofferenze umane, che richiedono una seria riflessione da parte degli investitori.

Anche l'impatto ambientale è un aspetto da considerare attentamente. Nonostante alcuni investimenti in tecnologie per la riduzione dell'impatto ambientale, l'industria della difesa può comunque avere un impatto significativo sull'ambiente.

In conclusione, questo ETF è una interessante soluzione per chi cerca esposizione al settore della difesa, i cui budget sono previsti in crescita , ma è fondamentale valutare attentamente rischi e implicazioni etiche prima di investire. 

martedì 23 aprile 2024

Il Giro d'Italia e le Azioni

Sta per iniziare la stagione del ciclismo e voi volete scommettere sul #Giro d’Italia. Potete pensare di fare le vostre scommesse senza avere una classifica generale? Credo di no.

Oggi vedremo come sia possibile fare questo con le azioni. 

Immaginiamo che un ciclista abbia due qualità: la forza nelle gambe e la capacità di tenere la strada, ovvero di non sbandare, di stare nella traiettoria giusta.

Abbiamo due concorrenti: Alfa ha forza 8 e stabilità 7 e beta ha forza 10 ma stabilità 5, quindi anche se ha più forza è più propenso a sbandare. Su chi puntare? É più facile che Beta vinca perché ha più forza? Ma che dire della sua instabilità? Siamo poi sicuri che alla lunga vinca la competizione? O forse potrebbe vincere Alfa che è più regolare?

Se passiamo alle azioni abbiamo la possibilità di fare una operazione simile. Misurare sia la forza sia la capacità di tenuta della traiettoria di ogni singola azione. Poi possiamo fare una classifica.

E’ bene però sapere che nel settore degli investimenti i criteri basati sui prezzi per definire forza e tenuta sono più arbitrari che in fisica.

Adesso vi presenterò una possibilità tra le tante di vedere come era la situazione a fine febbraio.


Vedete che ho messo anche l’indice di riferimento, che è un po’ il baricentro del nostro gruppone ciclistico. 

Se poi prendiamo l’indice FTSEMIB e facciamo uno schemino sui 4 assi cartesiani dove l’indice è il riferimento relativo, cioè il MIB vale 0 le cose risultano ancora più chiare. 



Perché abbiamo a sinistra la zona dove ci sono azioni che hanno reso meno dell’indice e altre, a destra che hanno reso più dell’indice. Poi ci sono azioni che hanno una tenuta di strada maggiore dell’indice e altre, poche, che hanno una tenuta peggiore dell’indice, sotto.

Quali sono le azioni che interessano noi? Dipende dalla nostra strategia. Facciamone una semplice. Vogliamo uno azione che vada più forte dell’indice. Basta spostarci nel quadrante a destra. In evidenza c’è Leonardo. 

Vogliamo invece una  azione che ha perso molto perché riteniamo che abbia finito di prenderle? La troviamo nel quadrante a sinistra. Per es. A2A o ENEL

Vorrei farvi notare alcune cose. Una delle azioni che ha reso di più nel periodo considerato è Leonardo, che è sulla linea del +30% di rendimento e del 6% di volatilità. E dalla parte opposta abbiamo Italgas che ha perso il 10% con una volatilità veramente bassa, meno di quella dell’indice.  

Vedete che c’è anche una linea che passa attraverso la nuvola dei punti? E’ una - chiamiamola - specie di media.  Cosa ci dice questa linea? Che all’aumentare del rendimento aumenta anche la perdita della tenuta di strada. E un po’ come se il ciclista preso dallo sforzo di pedalare non badasse più di tanto all’assetto. 

E questo però crea due problemi. Il primo è che perdere l’assetto potrebbe farlo scendere in classifica del rendimento. Vedete Ferrari? Ha un rischio non lontano da Leonardo ma un rendimento molto minore. Il secondo è che a causa degli scossoni noi che investiamo potremmo farci prendere dallo sconforto e abbandonare la scommessa. 

Un po’ come quando abbiamo una fidanzata molto attraente ma che ci fa uscire matti.

Per questa ragione i professionisti degli investimenti sono sempre molto attenti al rapporto tra il rischio ed il rendimento, o se preferite cercano di selezionare quelle che chiameremo acque chete, quelle che non si fanno notare.


martedì 16 aprile 2024

Tuo padre ha molti immobili? Potresti diventare la vittima delle sue scelte

 


Oggi vi propongo di vedere gli immobili come un problema invece che un investimento ed esamineremo perché potrebbe essere necessario cambiare mentalità per affrontare l'eredità immobiliare che prima o poi ci lasceranno i nostri genitori.

Un mio cliente mi ha raccontato delle notevoli difficoltà che sta affrontando nel tentativo di vendere la casa di suo padre, nonostante sia un attraente immobile situato nella suggestiva campagna astigiana. 

Nel corso degli anni, ha avuto un solo potenziale acquirente, che aveva chiesto uno sconto del 10% durante la trattativa, ma lui gliel’ha negato e di conseguenza la casa è ancora sul mercato.

Alcuni potrebbero chiedersi: ha senso generalizzare il caso? Io ho immobili in città...

Circa due terzi della ricchezza privata italiana è legata agli immobili, una cifra doppia rispetto al debito pubblico. Tuttavia, i tempi cambiano, e dobbiamo esaminare i fattori di lungo periodo che minacciano il tradizionale ruolo delle case come strumento per accumulare e trasmettere ricchezza.

Il fattore demografico è significativo: la domanda di abitazioni era in crescita durante la nostra giovinezza, ma ora il termine "boomers" è associato agli anziani. 

La riduzione della natalità comporta una diminuzione della domanda di case, e i "nuovi italiani" non hanno un reddito sufficiente per supportare la richiesta di abitazioni di qualità. Inoltre l’invecchiamento porta in prospettiva a concentrare le proprietà nelle mani di pochi giovani, creando ciò che definisco sull mio canale YouTube Finanza Serena l’"imbuto immobiliare".

È essenziale poi considerare anche che le nostre abitazioni sono energivore, e dovremo investire notevoli risorse per affrontare la transizione energetica.

Queste criticità da sole non sono sufficienti per giustificare la mia visione pessimistica. È necessario considerare anche la dinamica economica italiana: un paese con dinamiche retributive piatte, tasse orientate prevalentemente sul lavoro e bassa competitività. 

La volontà e la forza politica dei governi sembrano insufficienti a promuovere un cambiamento significativo che riporti l'Italia al ruolo di motore dell'economia europea. Le riforme necessarie sarebbero così impopolari da costituire un suicidio politico per chi le proponesse: tassazione della ricchezza a favore del lavoro, revisione ed efficientamento della Pubblica Amministrazione, creazione di condizioni concorrenziali specialmente nei servizi.

Inoltre la produttività del capitale immobiliare è bassa, e i redditi derivanti sono spesso assorbiti dalle spese di gestione dell’immobile e dalle tasse. 

Quindi lo scenario prospettico è di un calo della domanda a causa della bassa dinamica demografica ed economica, con una dinamica salariale piatta. In queste condizioni giovani a basso reddito erediteranno immobili che generano richieste significative di liquidità e quindi avranno poche opzioni rispetto a vendere rapidamente parte del patrimonio di famiglia, diventato un fardello.

Sebbene le zone rurali saranno le prime a subire queste dinamiche, le città, anche capoluoghi di provincia o regione, delle aree economicamente meno dinamiche, seguiranno lo stesso destino, a meno che l'Italia non subisca una significativa rivitalizzazione.

In conclusione, in modo provocatorio, potrei suggerire che vendere un appartamento in una città di provincia per acquistare un box a Milano o Cortina potrebbe essere una scelta più vantaggiosa.

Occorre quindi organizzarsi per evitare una corsa alla vendita in condizioni emergenziali.

lunedì 1 aprile 2024

Patrimoni: il Paradiso non sarà per sempre


Immaginate di avere ricevuto una cospicua eredità? Sareste contenti immagino. 

E se vi dicessi che invece potrebbe diventare un guaio? 

Oggi la pianificazione dell’eredità non viene considerata importante ma presto le cose potrebbero cambiare.

In Italia per i risparmiatori la vita è stata facile: immobili poco tassati, Titoli di Stato con alti interessi, basse imposte di successione. In queste condizioni accumulare e tramandare un patrimonio non era una missione impossibile. 

Ma oggi il risparmiatore deve fronteggiare uno scenario di opportunità investimento mobiliare molto più complesso di un tempo; gli investimenti immobiliari sono insoddisfacenti per la dinamica dei prezzi, appesantiti da un crescente carico fiscale ma anche dalle avvisaglie della transizione energetica. E - come se non bastasse quanto appena indicato - occorrerà iniziare a focalizzarsi non solo sull’accumulazione, ma anche sulla salvaguardia del patrimonio nel momento in cui lo si tramanderà.

Infatti l'Italia è un paradiso fiscale per le successioni. Ecco pochi numeri che permettono di inquadrare la situazione.

In Italia ci sono franchigie elevate le successioni. Il coniuge e ciascun figlio non pagano imposte sul primo 1 milione ereditato, mentre in Francia si paga dopo i primi 100 mila euro e in Germania dopo i 500 mila per la moglie e meno ancora per gli altri parenti

Aliquote basse: l'aliquota impositiva italiana per le successioni oltre la franchigia è del 4% per il coniuge e i figli, e del 6% per i fratelli e le sorelle. L'aliquota sale all'8% per gli altri eredi.

In Germania le aliquote vanno dal 7% al 30% e in Francia dal 5% al 45%

Possiamo quindi affermare che l’Italia non ha una tassazione successoria allineata con il resto dell’Europa.

A questo aggiungiamo che - non sorprendentemente - il recente report dell'OCSE sui problemi strutturali dell'Italia offre un quadro critico della situazione economica del Paese, sottolineando la necessità di affrontare le sfide, per evitare ulteriori declini e crisi. 

A fronte di una crescita strutturalmente debole da decenni, un altro punto cruciale evidenziato riguarda le finanze pubbliche, con un richiamo alla necessità di affrontare il debito elevato e la necessità di raggiungere obiettivi minimi, come l'eliminazione degli schemi di pensionamento anticipato e l'introduzione di una tassa di solidarietà sulle pensioni calcolate con il sistema retributivo.

l'OCSE infine sottolinea l’esistenza di un'alta ricchezza privata, ovvero l’entità ragguardevole dei nostri patrimoni personali, che sono circa tre volte il debito pubblico, e poiché la transizione verso una economia più moderna ed energeticamente sostenibile non potrà essere fatta con nuovo debito pubblico la soluzione transiterà – sperabilmente in condizioni non emergenziali – anche tramite un riassetto successorio.

A questo punto è legittima la domanda: cosa fare

Naturalmente non esiste una risposta adeguata senza una analisi personalizzata, ma due direzioni possono essere facilmente indicate. 

1) La prima è che i nostri eredi saranno soggetti all’imbuto immobiliare, ovvero per le dinamiche demografiche pochi figli erediteranno le case di molti parenti anziani. Di questo fenomeno ho già ampiamente parlato sul mio canale “finanza serena”. Quindi un programma ragionato di alleggerimento dagli immobili ha un senso.

2) E poi il riassetto dell’imposizione successoria non potrà prescindere da una revisione del trattamento di favore nei confronti dei titoli di Stato.

E appena passate le elezioni di giugno credo che ne sentiremo parlare.

giovedì 30 marzo 2023

Giaume vs Chat GPT, per adesso resisto

Questo dialogo rende evidente che - se non si padroneggia la materia - cercare risposte su internet può essere un tantino pericoloso, al netto della veridicità dei dati, che non ho controllato. 

Poi lo so che tra un anno o due mi fregherà alla grande quindi sostenitori della IA rassicuratevi non sono un neo luddista 

Giaume Quale è la cifra equivalente oggi di 1000 dollari del 1920? 

CHAT Per convertire il valore di 1000 dollari del 1920 in dollari odierni, dobbiamo tenere conto dell'inflazione. Utilizzando un indice di inflazione degli Stati Uniti, possiamo calcolare che il potere d'acquisto di 1000 dollari nel 1920 corrisponde a circa 13.245 dollari nel 2023. Si noti che questo è solo un calcolo approssimativo, in quanto l'inflazione non è uniforme in tutti i settori dell'economia e non tiene conto di altri fattori che potrebbero influenzare il valore reale del denaro nel tempo. 

Giaume Quanto varrebbero oggi 1000 dollari investiti sullo sp500 nel 1920 

CHAT Se 1000 dollari fossero stati investiti nello S&P 500 nel 1920, il loro valore attuale sarebbe molto elevato grazie alla crescita del mercato azionario nel corso del tempo. Tuttavia, il calcolo preciso dipende da molti fattori, come ad esempio il tasso di interesse, la tassazione e la gestione degli investimenti nel corso degli anni. Per dare una stima approssimativa, possiamo fare riferimento a dati storici sulle performance dello S&P 500. Secondo questi dati, il tasso di rendimento medio annuale dello S&P 500, al netto dell'inflazione, è stato di circa il 9,8% tra il 1926 e il 2022. Se utilizziamo questo tasso di rendimento per calcolare il valore attuale di 1000 dollari investiti nel 1920, considerando anche l'effetto dell'inflazione, si arriva a una cifra di circa 6.763.225 dollari nel 2023. Tuttavia, è importante notare che questo è solo un calcolo approssimativo e che il valore reale potrebbe essere influenzato da molte variabili. Inoltre, gli investimenti in azioni comportano sempre un certo rischio e il rendimento passato non garantisce il rendimento futuro. 

Giaume E al lordo dell'inflazione? 

CHAT Se consideriamo il valore di 1000 dollari investiti nello S&P 500 nel 1920 al lordo dell'inflazione, allora dobbiamo utilizzare il tasso di rendimento nominale dello S&P 500, che non tiene conto dell'effetto dell'inflazione. Il tasso di rendimento nominale dello S&P 500, che comprende anche i dividendi, è stato in media del 10,2% dal 1926 al 2022. Utilizzando questo tasso di rendimento per calcolare il valore attuale di 1000 dollari investiti nel 1920, si arriva a una cifra di circa 532.073 dollari nel 2023. Tuttavia, come ho già menzionato, è importante notare che il rendimento passato non garantisce il rendimento futuro e che gli investimenti in azioni comportano sempre un certo rischio. Inoltre, questo calcolo non tiene conto dei costi associati all'investimento, come le commissioni di negoziazione o i costi di gestione del portafoglio. 

Giaume Non sono convinto di questa ultima risposta perché nella risposta precedente 1000 dollari del 1920 adesso sarebbero 6763225 con un tasso del 9.8%. Poi dici che dal 1926 al 2022 con un tasso del 10.2% 1000 dollari sarebbero 532073 dollari. La differenza è troppo grande tra i due importi per essere una risposta corretta. Una delel due è falsa 

CHAT Mi scuso per la confusione nella mia risposta precedente. Hai ragione, c'è una discrepanza significativa tra le due risposte che ho fornito. Vorrei correggere la mia risposta precedente con i calcoli corretti: Utilizzando il tasso di rendimento nominale medio annuo dell'S&P 500 del 10,2% dal 1926 al 2022, e senza considerare l'effetto dell'inflazione, 1000 dollari investiti nel 1920 sarebbero equivalenti a circa 4.226.589 dollari nel 2023. Utilizzando invece il tasso di rendimento reale medio annuo dell'S&P 500 del 7,5% dal 1926 al 2022, che tiene conto dell'effetto dell'inflazione, 1000 dollari investiti nel 1920 sarebbero equivalenti a circa 130.600 dollari nel 2023. Mi scuso ancora per il mio errore nella risposta precedente e spero che questa risposta sia più accurata. 

Giaume Non sono convinto che l'ultima affermazione "Utilizzando invece il tasso di rendimento reale medio annuo dell'S&P 500 del 7,5% dal 1926 al 2022, che tiene conto dell'effetto dell'inflazione, 1000 dollari investiti nel 1920 sarebbero equivalenti a circa 130.600 dollari nel 2023" perché 1,075 elevato a 96 che è il numero di anni che passano tra il 1926 ed il 2022 è di oltre 1000 quindi il risultato dovrebbe essere oltre un milione di dollari 

CHAT Mi scuso nuovamente per l'errore e confermo che hai ragione riguardo al calcolo con il tasso di rendimento reale medio annuo dell'S&P 500. Il tasso di rendimento reale medio annuo dell'S&P 500 dal 1926 al 2022 è stato del 7,5%, e questo tasso tiene conto dell'inflazione. Quindi, se avessi investito 1000 dollari nello S&P 500 nel 1920, al netto dell'inflazione, il valore di quei dollari sarebbe pari a circa 1.021.000 dollari nel 2023. Mi scuso per la confusione e per qualsiasi inconveniente causato dalle mie risposte precedenti. Grazie per avermi fatto notare l'errore e per avermi dato la possibilità di correggerlo.