giovedì 11 dicembre 2008

La violenza e gli investimenti



E’ fruttuoso e sensato cercare legami tra la furia omicida e un investimento finanziario?

La mia risposta è positiva, e per dimostrarlo osservo anzitutto che c’è un legame tra il potere e la parola: i potenti “nominano” i sottoposti; Adamo, impose un nome a tutte le creature di Dio; i genitori impongono il nome ai figli.

Per converso non si domina ciò che non si nomina. Forse non è un caso che non si possa nominare Dio (“invano” per i cristiani; tout court per gli islamici ed ebrei) e che nei “I promessi sposi” tra i personaggi malvagi vi sia “l’Innominato”.
Non solo, Ulisse, denominandosi “Nessuno”, alterò in modo a lui favorevole il processo di comunicazione tra Polifemo ed i suoi fratelli, scampando così alla loro vendetta.

Adesso che siamo maggiormente consapevoli dell’importanza del linguaggio, suggerisco di vedere se, analizzandolo, si riesce a svelare qualche informazione celata nell’animo di chi comunica. In questo senso segnalo un libro molto interessante: Bandler - Grinder, “La struttura della magia”, ed. Astrolabio.

Farò un esempio mettendo in evidenza un assunto che potrebbe stare “a monte” di una certa affermazione.

In questo periodo, spesso, dopo un ribasso borsistico, i giornali, recitavano: “Bruciati X milioni“ e nel successivo rialzo proclamavano poi: “Recuperati Y milioni”.

Mi chiedo: perché “recuperati” e non “creati”? Per coerenza il contrario di “bruciare” dovrebbe essere “creare”.

Ma se ipotizzassimo che il giornalista fosse coinvolto emotivamente nella notizia? Se cioè fosse stato un investitore? In questo caso si potrebbe spiegare la formula usata immaginando che in quelle condizioni di stress abbia espresso il sollievo di poter recuperare qualcosa del proprio patrimonio. E l’ha riflessa nel titolo.

Possiamo allora giungere all’osservazione che le notizie - per quanto apparentemente erogate con obiettività – sono ammantate di emotività, che viene diffusa assieme alla notizia.

Il denaro è un oggetto altamente simbolico, incorpora cioè desideri e speranze; così i mercati finanziari sono investiti non solo dalle aspettative razionali ma anche - e in certi momenti soprattutto - da quelle irrazionali. In qualche modo dunque il prezzo di un valore mobiliare, incorpora anche un quid relativo ai sentimenti dei suoi possessori.

I mercati finanziari sono soggetti a tensioni possenti, che sono in parte della stessa natura di quelle che scorrono nell’animo umano. Tuttavia se i sentimenti distruttivi di tipo personale sono stati storicamente tenuti a freno tramite l’educazione - così da evitare, il più delle volte, atti di violenza sui propri simili - sul mercato finanziario, che è troppo giovane in termini antropologici, questo non avviene. Le emozioni allora, libere dai tabù, ricadono sulle nostre teste.

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