giovedì 19 febbraio 2009

La bussola dell’investitore

Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM
Le crisi possono essere momenti fecondi, poiché se si riesce a fare serenamente una revisione del proprio operato, facilmente si potrà evitare di ripetere i medesimi errori.

Propongo quindi, in questo tempo così propizio, un modello molto semplice per riflettere sul proprio comportamento finanziario.

Il modello copre tre aree
- il controllo;
- l’orizzonte temporale;
- l’aggressività;


Controllo

Sembrerà strano o scontato, ma è il più vitale e disatteso, poiché la delega in bianco, l’assenza di visione generale e un controllo saltuario della gestione possono essere catastrofici per il proprio patrimonio.

- Ogni quanto tempo faccio il punto della situazione?
Due volte all’anno è la misura ottimale. Di più potrebbe creare ansia e solo gli specialisti o gli investitori più “attrezzati” dovrebbero procedere in quella direzione; di meno potrebbe creare ritardi eccessivi nel prendere provvedimenti.

- Quanta parte degli investimenti è allocata in azioni? E quanta in obbligazioni?
- Quanto pesa il patrimonio finanziario rispetto a quello immobiliare?
Non saper rispondere con un piccolo margine di errore a queste ultime due domande indica una pericolosa assenza di visione generale della propria situazione patrimoniale.

- Esiste un “diario” cartaceo delle decisioni prese e risultati ottenuti?
La memoria inganna e distorce a proprio vantaggio i fatti passati, specie se negativi, un diario serve a mantenere la lucidità.
Es. 1 gennaio. Ho 100 di patrimonio finanziario e 100 di patrimonio immobiliare. Su quello finanziario Passo da 0 a 25% di azioni perché credo che sarà un semestre favorevole.
1 luglio. Avevo ragione adesso il mio 25% è diventato 30%. E allora vendo /mantengo, perché...



Orizzonte temporale

- Per quanto tempo posso fare a meno dei soldi / entro quanto tempo mi attendo il risultato?
Le risposte obbligate sono: entro 1-2 anni, entro 2-5 anni, oltre i 5-7 anni


Aggressività

- Quanto dolore comporta una perdita del 50% dell’investito?
Le risposte ammesse sono “Molto” “Poco” (“Molto” implica una bassa aggressività e viceversa).



Sulla scorta delle domande sull’aggressività e sull’orizzonte temporale si delinea uno schema delle strategie implementabili.







Un commento alla tabella.

Quando indico una “asset class” (Azioni / Obbligazioni / Opzioni) implico che gli investimenti siano ben diversificati. Comperare pochi titoli è sempre molto rischioso.

Quando mi riferisco ad “Obbligazioni” indico sia i Titoli di Stato che le obbligazioni societarie; le valute straniere, salvo che per patrimoni di dimensioni notevoli, dovrebbero essere poco impiegate.

Se sono indicati due strumenti di investimento il primo deve prevalere sul secondo.


Un cenno sulle opzioni.

L’acquisto di opzioni crea una perdita certa (in genere piccola) e un guadagno incerto; la vendita (sconsigliatissima ai non professionisti) genera una dinamica opposta.

Possono servire a rendere più “briosa” una gestione prudente perché si sa in anticipo quanto si perde, ma il guadagno è illimitato poiché si paga un prezzo per avere il diritto di dichiararsi acquirenti o venditori di un certo bene in un periodo nel futuro.

Per esempio posso pagare oggi 20 centesimi di euro per avere il diritto di dichiararmi compratore a 5 euro di una azione Fiat tra un anno. Se tra un anno l’azione vale più di 5.2 euro (diciamo 5.5 euro) mi dichiaro compratore, le ritiro e le rivendo contestualmente. Guadagnerò così 30 centesimi per azione (con un investimento iniziale di 20 centesimi!). Se il titolo vale meno di 5.2 abbandono (perdo) il premio e non devo nulla a nessuno.

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