giovedì 21 gennaio 2010

Il rally di Natale e le sue conseguenze…

, Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM

Riprendo oggi l’argomento del 30 novembre, nel quale prevedevo una conclusione d’anno “non gagliarda” per lo SP500 e l’Eurostoxx 50.

I livelli segnati alla fine del 2009 erano all’incirca quelli visti al tempo l’articolo: gli indici sono cresciuti nel mese di dicembre rispettivamente dell’1.5% e di circa il 3%.

Occorre però rilevare che il rally ha, da ottobre a dicembre, generato incrementi del 9% e del 5% rispettivamente.

La prestazione dello SP500 (9%) è particolarmente significativa, poiché la media dei rally degli ultimi 20 anni si è attestata poco sopra al 2%.

I mercati cioè credono che gli Stati Uniti usciranno dalla crisi più velocemente dell’Europa, il cui indice ha fatto segnare invece un incremento pari alla media storica.

Questa è comunque una buona notizia, perché mostrerebbe che gli investitori non sono eccessivamente pessimisti per il Vecchio Continente, anche se restano irrisolti i nodi della disoccupazione e dei consumi.

Pertanto se, come i mercati scommettono, l’America uscirà dalla recessione più velocemente dell’Europa, il dollaro potrebbe anche aver smesso di indebolirsi.

Questa congiuntura potrebbe dunque essere favorevole per gli investitori che volessero puntare sulla Borsa USA.
Ma la promessa di Obama di tassare le banche che “hanno fatto ingenti profitti con i soldi del popolo americano” ed hanno continuato a pagare bonus “scandalosi” ai propri dirigenti non potrebbe fermare la Borsa statunitense?

L’eventuale caduta dei profitti delle banche non si dovrebbe ripercuotere violentemente sull’indice SP500, perché il peso del settore bancario non è eccessivo. Se poi il provvedimento colpisse principalmente le banche d’affari piuttosto che le banche commerciali, la stretta creditizia al settore industriale, che viene minacciata per cercare di evitare questa imposta, potrebbe essere un’arma spuntata, almeno in parte.

Certo, se l’esempio di Obama fosse seguito anche in Europa - dove il peso del settore bancario è maggiore – le ripercussioni sui listini potrebbero essere maggiori, e ancora una volta il sistema bancario italiano, che non è ricorso agli aiuti di Stato, potrebbe essere favorito.

Ma poiché allo stato attuale non si sente parlare di questo provvedimento è inutile proseguire a fare congetture.

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