venerdì 20 aprile 2012

Tancredi di Marzio e l'uscita dall'euro


Una gustosissima pubblicità radiofonica utilizza un personaggio che rispondendo al telefono si presenta come "falegname, idraulico, dentista, meccanico, astrofisico, carpentiere, avvocato, commercialista, ingegnere, architetto".

A me ricorda il classico tuttologo che ritiene di essere qualificato per proporre soluzioni semplici per problemi complessi.

Alcuni di questi tuttologi sono molto noti, come Grillo, ma ciascuno di noi facilmente ne conosce almeno uno di persona.

In questi mesi i vari Tancredi hanno accumulato una discreta massa di munnezza intellettuale su alcuni temi.

Decido quindi di aprire una rubrichetta dal titolo "Lo ha detto Tancredi"

Iniziamo con la fola dell'uscita dall'Euro.

(Ovviamente non faccio un resoconto tecnico...)


La madre di tutte le corbellerie la disse Berlusconi quando asserì che il rapporto lira euro era stato scelto male e pertanto svantaggioso per la nostra economia.

Questa affermazione trascura che il tasso di conversione non è stato "scelto" in senso stretto, ma derivava dal rapporto tra la lira e l'ECU e risaliva quindi a trattati che si sarebbero dovuti/ potuti forse modificare. Ma ovviamente se l'Italia avesse chiesto un cambio competitivo altrettanto avrebbero potuto fare anche gli altri paesi portando quindi ad un nulla di fatto.

Oggi qualche incauto afferma che dividere l'Euro permetterebbe la soluzione della crisi nella quale l'Italia si dibatte. In effetti l'Italia ha una lunga tradizione di svalutazioni competitive.

Esaminiamo però se sia possibile mettere in pratica un tale suggerimento OGGI.

A prendere in modo letterale il suggerimento occorre che l'Italia esca dall'euro. Per maggiore diligenza immaginiamo anche il caso nel quale l'Italia si tenga l'euro e qualcun altro esca. Ca va sans dire che se per la prima strada si potrebbe fare a meno del consenso degli altri, per implementare quest'ultima strategia occorre una concertazione con i partner.

Vediamo il primo caso: l'Italia ritorna alla lira - che vogliamo svalutare - per rilanciare l'economia.

Per ottenere il risultato occorre che tutto il nostro contante (cioè quello che è stato stampato in Italia e che adesso circola per tutta Europa) si trasformi da euro in lire.

Ma non solo. Anche i titoli obbligazionari ed azionari devono essere nuovamente quotati in lire.

Ma tutto questo deve avvenire nella massima segretezza altrimenti al primo sospetto ci sarà la corsa alla vendita delle nostre banconote e dei nostri titoli per paura di avere in mano degli euro svalutati.

Facciamo un esempio pratico. Immaginiamo che io voglia comperare una Audi. Immaginiamo anche che il venditore non l'abbia pagata tutta alla casa madre, ma abbia avuto la possibilità di pagare a 90 giorni.

Se si venisse a sapere che l'Italia vuole uscire dall'euro in automatico si stabilirebbero due prezzi per quell'auto. Chi paga con euro stampati in Italia dovrà sborsare più euro rispetto a chi paga con euro stampati altrove per compensare il rischio svalutazione.

Spero di essere stato abbastanza chiaro senza dovermi addentrare nei meandri di meccanismi finanziari più complessi. Per es. cosa capiterebbe ad una banca che si trova ad avere preso in prestito da una banca tedesca 1000 euro? O cosa succede ai nostri BTP in mano ad un investitore straniero che inizia a sospettare una svalutazione...

Come se non bastasse occorrerebbe stampare nella massima riservatezza una massa impressionate di nuova cartamoneta e distribuirla nelle banche nel corso di un fine settimana.
Da chi facciamo stampare? Dalla Zecca di Stato, così nel giro di 10 minuti tutti saprebbero? Ma ammettiamo che in Svizzera ci sia una società che possa farlo e che si possa rifornire ogni banca nel giro di un week end.

Tuttavia per questa manovra occorrerebbe una decisone politica. Ammettiamo che ci sia un pazzo che la prenda. E una volta presa vuoi che non ci sia un politico che lo dice al suo miglior finanziatore?

Ve lo vedete Casini che non dice nulla al suocero?
Ve lo vedete Berlusconi che non dice nulla a sè stesso?
Ve li vedete quelli di "Abbiamo una banca?" che non lo dicono ai loro boiardi?

Qualcuno potrebbe dire: "Grillo non lo direbbe a nessuno". Ci sarebbe da chiedersi se Grillo una volta al potere non si comporterebbe come gli altri. I leghisti insegnano.
Comunque ammettiamo che un governo monocolore di soli grillini non dica nulla.
E che per una serie di "miracoli" l'operazione vada tecnicamente a buon fine.


Una sola osservazione: dal giorno dopo le banche europee sarebbero fallite o quasi perchè hanno in pancia dei titoli italiani che non valgono quanto dovrebbero. Quindi niente più crediti alle aziende, niente più soldi per gli europei per comperare alcunchè. L'economia si inchioderebbe e noi non esporteremmo un bel niente anche a prezzi stracciati.

Per capire il meccanismo leggete qui 

In compenso ci siamo anche fatti odiare...

Circa il piano B, ovvero i tedeschi che escono dall'euro, una sola notazione. Sarebbe tecnicamente un po' più facile. I tedeschi
- si dovrebbero sobbarcare i costi del concambio (che non sono pochi);
- a operazione conclusa avrebbero una moneta molto forte (grande goduria per loro);
- sarebbero di nuovo in competizione con il sistema industriale italiano che per 40 anni grazie ai prodotti di buon livello ed ai prezzi competitivi li ha impensieriti (0 goduria per loro).
- Oggi le aziende italiane stanno chiudendo e possono essere comperate (Ducati?).

Non che l'euro non si possa disfare, ma non oggi e non in queste condizioni, occorrerà prima mettere a posto un sacco di cose. Ma poi quando saranno a posto perchè uscire?








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