venerdì 26 gennaio 2018

Video - Il Guadagno e il Dolore negli investimenti



Oggi un po' provocatoriamente vi "dimostrerò" per quale ragione un investitore poco consapevole si affanni ad investire in prodotti che difficilmente gli daranno soddisfazione. Lo fanno per evitare di affrontare ex ante l'ansia ed il dolore. Due degli assunti più noti della psicologia applicata alla finanza affermano che - mediamente il dolore generato da una perdita è doppio del piacere generato da un guadagno. - si preferisce un evento favorevole certo di minore entità ad uno incerto di maggiore entità, ma non viceversa (ovvero si preferisce una perdita probabile di 20 piuttosto che una perdita certa di 10). In base al primo assunto pertanto è possibile guadagnare ed essere scontenti o, più realisticamente poco soddisfatti, senza tuttavia averne ben chiaro il motivo. Sia chiaro che la descrizione che segue estremizza le dinamiche reali, per renderle palesi. Osservate la tabella ed il relativo grafico Osserviamo nella tabella precedente una funzione crescente che genera ondate successive di piacere e dolore. E adesso vediamone il grafico. Ciascuno di noi ex ante firmerebbe subito una dichiarazione che vuole proprio un investimento così. Ma questo solo perché vediamo ex ante sia l'inizio che la fine del grafico e quindi inconsapevolmente siamo rassicurati dall'evidente happy end. Ma "nel mentre", siamo bombardati dalla Brexit, dal Monte Paschi e dal terrorismo: subiamo quella che i militari chiamano Fog of War . Siamo quindi - a causa del contesto - giustamente ansiosi. Per questa ragione il nostro cervello vorrebbe quietare. Almeno per i nostri investimenti che rappresentano i nostri sogni e le nostre sicurezze. Questo desiderio di sicurezza ci rende quindi disponibili a credere che siano possibili cose che in fondo sappiamo non essere tali. Tutti noi sappiamo che i tassi sono a 0. Però siamo pronti a credere che sia un buon affare comperare obbligazioni che rendono un po' più di 0 a causa della dubbia solvibilità del creditore (in questi anni i bond bancari ne sono stato un esempio eclatante) Infine in base al secondo principio enunciato all'inizio del post - poichè investire in beni che variano vistosamente i prezzi è sempre inevitabilmente una esperienza dolorosa - l'investitore medio non supportato tende ancora oggi a evitarlo preferendo (implicitamente) casomai subire una perdita maggiore. La soluzione commerciale è quindi rifuggire investimenti che oscillano e cercare investimenti che mascherano le oscillazioni. Questo non ha solo il vantaggo iniziale di non doversi caricare di una responsabilità e del peso della gestione dei propri investimenti: ne ha anche uno finale. Se le cose dovessero andare male la colpa sarà limitata al rimprovero di essersi affidati ad un mascalzone, ma non ci chiameremo troppo in causa sulle scelte fatte. In queste condizioni l'industria del maquillage o se preferite del tranquillante finanziario ovviamente prospera.

venerdì 19 gennaio 2018

Video - Uno scudo per il patrimonio e per la Vita


Può darsi che stiate cercando la risposta ad una domanda simile a questa. Come potrò tutelare il mio caro, una volta che io non ci sarò più? O ancora: come potrò tutelare il mio patrimonio e la mia famiglia qualora dovesse capitare qualcosa di grave? Tranquilli però non vi parlerò di assicurazioni. Oggi vedremo una soluzione giuridica solida adatta a tutelare noi ed i nostri cari di fronte ad eventi ed esigenze complesse. Benvenuti... L’impostazione del diritto continentale è molto precisa: a fronte di X deve succedere Y. Pertanto quando non c’è bisogno di discrezionalità gli strumenti giuridici classici sono molto potenti. Ma a volte le situazioni della vita sono più complicate. Facciamo alcuni esempi di problemi molto concreti della vita di oggi: - un imprenditore (o un dirigente) vorrebbe tutelare il proprio patrimonio ed il benessere proprio e della sua famiglia dai rischi che potrebbero verificarsi se effettuasse certe scelte imprenditoriali o di carriera. - una persona teme che - una volta che lui sia scomparso - un suo congiunto non sarà in grado di occuparsi di sé stesso; - un capofamiglia ha timori che l’azienda lasciata in mano ai discendenti andrebbe rapidamente in crisi. Non sempre è possibile trovare la soluzione ideale con gli strumenti più conosciuti del diritto. Da tempo anche in Italia, per risolvere in modo solido questi ed altri problemi complessi abbiamo a disposizione uno strumento giuridico del mondo anglosassone: il trust. Il trust è uno strumento che - grazie al nostro ingresso in Europa - è stato recepito all’interno del diritto italiano. É tuttavia uno strumento antico. Per es. è stato usato per tutelare le famiglie dei nobili inglesi che partivano per le Crociate. Spesso costoro lasciavano un figlio in tenera età che necessariamente era in balia di chi restava. Per tutelarlo e tutelarsi, il nobile prima di partire cedeva i propri beni ad un terzo la cui correttezza era al di sopra di ogni sospetto, per esempio l’abate locale. Ma non solo: redigeva un atto con il quale dava istruzioni precise su come costui avrebbe dovuto amministrare i beni e su come usare i proventi. Si stabilivano inoltre le regole per la restituzione al nobile o - in caso di morte – al figlio, una che questi fosse volta cresciuto. Infine eventualmente si istituiva anche la figura del guardiano che doveva vigilare sull’esecuzione delle istruzioni date all’abate ed eventualmente si disporne la sostituzione. Ricapitoliamo. Per tutelarsi il nobile cedeva i beni all’abate, il quale però non era libero di usarli a proprio piacimento ma era legato ad alcune istruzioni e soggetto alla vigilanza di un guardiano. Questo meccanismo blindava i beni, che non erano più nella disponibilità né del nobile, né della moglie né del figlio o di chiunque altro, se non dell’abate, che era a sua volta istruito e controllato per lavorare a favore della famiglia del nobile. Oggi in Italia questo meccanismo è molto utile ed è già all’opera. E’ infatti possibile istituire un trust in favore di un figlio disabile, in modo che, quando i genitori non saranno più in grado di badare a lui, ci sarà chi lo farà per loro. Ma non è che un esempio. É possibile infatti immettere all’interno di un trust una azienda. In questo modo sarà gestita da un comitato che implementerà le migliori pratiche per farla prosperare, mentre i discendenti del fondatore ne godranno i frutti senza interferire con la gestione, che verrà assegnata ai manager. Questo è il caso dell’IKEA. Ma non solo: se un imprenditore (o manager) desiderasse isolare il proprio patrimonio personale da eventuali insuccessi aziendali con un trust potrebbe farlo, a condizione che la sua azienda non sia già in cattive acque, ovvero che il trust non diventi un modo per gabbare i creditori dell’azienda. Ma questi sono solo alcuni esempi. Concludiamo. Il trust è un istituto che permette proteggere un patrimonio e di destinarlo ad attività determinate a priori, come per esempio il benessere di una o più persone. I passaggi logici sono 3 1) il conferimento dei beni ad un terzo, un trustee (l’abate); 2) indicazione dell’obiettivo che il trustee deve perseguire: per esempio permettere un certo tenore di vita a determinate persone. 3) eventualmente l’indicazione di un guardiano che possa controllare ed eventualmente revocare il trustee. Il trust è straordinariamente flessibile e può essere costituito sia per atto tra vivi che per per testamento e non ci sono praticamente limiti per la sua applicazione.

venerdì 12 gennaio 2018

Video - Come Guadagnare con le Bolle Finanziarie?


Come guadagnare con le bolle finanziarie Anche io ho fantasticato su come sarebbe stato bello aver comperato un centinaio di bitcoin quando valevano 10 dollari. E poco dopo mi sono chiesto: c’è modo di guadagnare cavalcando le bolle finanziarie? Benvenuti a FS Un paio di mesi fa un mio ex commilitone che non sentivo da anni mi ha chiesto se non fosse il caso di comperare bitcoin. Io gli ho detto di no. Ed era a 5000 euro e oggi vale il triplo. Naturalmente con lui ho sicuramente fatto la figura del fesso e non mi chiederà mai di investire i suoi soldi. Però non sono pentito di avergli dato un consiglio simile, e lo ringrazio per avermi permesso di farmi riflettere con voi sull’argomento. Benvenuti… Uno degli argomenti di sicuro interesse della storia economica è la storia delle bolle finanziarie. Oltre a quella celeberrima dei tulipani ce ne sono state altre, e forse un giorno le racconterò. Quello che voglio evidenziare oggi sono i tratti comuni di questi eventi per rispondere alla domanda: è possibile provare a guadagnare dalle bolle? Intanto iniziamo con il notare che la frequenza delle bolle sta aumentando. Questo è logico. La velocità della vita, la rapidità delle comunicazioni e la facilità dei trasferimenti sia di merci che di valori crea una serie di occasioni molto maggiori. Una bolla non è altro che un forte disequilibrio tra domanda ed offerta. E quindi il nostro ambiente è adattissimo alla creazione di questi squilibri. Ai tempi dei tulipani anche se un italiano ne avesse avuto notizia avrebbe dovuto fare molta strada e affrontare molti pericoli prima di poter comperare un bulbo. Oggi con un click la questione sarebbe risolta. Quindi le bolle, che prima erano un fenomeno raro sono un fenomeno potenzialmente molto più frequente. Poi è chiaro che per cavalcare una bolla occorre essere capaci di individuare dei filoni “bolliferi”. Non tutto quello che potrebbe essere raro diventerà una bolla. Per provare a cavalcare una bolla bisogna avere intuito ed essere capaci di accettare l’idea di avere piccole perdite frequenti. Infatti molte volte si spenderanno pochi soldi per comprare oggetti improbabili. Prima del bitcoin chissà cosa c’è stato. E vi ricordate quando vendevano le multiproprietà in Egitto o i francobolli? In finanza esiste un modo di investire molto simile. Le opzioni, magari ne parleremo in futuro. Ma ammesso che si sia riuscito a comperare un oggetto che pare essere un ottimo candidato per diventare una bolla la domanda delle domande è: quando uscire? Io ricordo ancora quando ho comperato Tiscali a 10 e l’ho rivenduta a 20 felice di avere raddoppiato. E poi l’ho vista andare a 1000. Ebbene ho fatto una sciocchezza. Non ero consapevole - esattamente come per il bitcoin - che si trattasse di un oggetto in bolla. E l’ho trattato come un oggetto normale. Quando si va a caccia di bolle bisogna decuplicare i profitti almeno, altrimenti non si sta facendo un buon lavoro. Si avvilisce una occasione unica. E se non ci si arriva, vuol dire che non era una bolla. Ma torniamo a noi. Quando uscire? Non certo ai primi scossoni o dopo aver raddoppiato. Esiste nella letteratura dell’analisi tecnica di borsa una figura che mi pare adatta al nostro caso. Il megafono. In sostanza dopo una cavalcata selvaggia, quando tutti i nuovi e vecchi speculatori sono dentro e i nuovi compratori scarseggiano inizia un periodo di grande incertezza, nel quale si alternano grandi fasi di rialzo e di ribasso, senza che i prezzi però salgano o scendano in modo sostanziale. Credo quindi che il momento di uscire sia quello. Dopo due o tre giravolte nelle quali sono stati fatti nuovi massimi e sono poi stati negati. Meglio se riuscite ad uscire sui massimi, ma anche se non ce la fate è meglio uscire. Dopo il rischio potrebbe essere veramente totale. Però ricordatevi anche se è contro intuitivo è meglio perdere il 50% dai massimi piuttosto che portare a casa un raddoppio dai minimi. Bene spero di avervi offerto uno spunto di riflessione e per i vostri investimenti tranquilli vi invito a rivolgervi ad uno specialista.

venerdì 5 gennaio 2018

Video - Datemi una Leva e mi farò Male


Farsi del male con i certificati double Avete comperato un certificato double, quelli che raddoppiano la performance e il mercato è rimasto fermo per due settimane. Pensate di avere sempre gli stessi soldi vero? Invece ne avete persi. Oggi scopriremo che il comportamento dei prodotti a leva a causa del meccanismo dell’interesse composto e di come sono fatti gli indici è letteralmente imprevedibile. Infatti in America sono proibiti. Benvenuti a finanza serena… La finanza è una materia dove non sempre basta il senso comune per fare una previsione. Faccio subito un esempio pratico. Vostro cugino è sicuro che l’indice di una Borsa guadagnerà il 20% in due settimane. Voi volete sfruttare l’occasione e mentre vostro cugino investe in un certificato normale voi comperate un certificato double che raddoppia nel bene e nel male la performance giornaliera. Dopo due settimane vedete che il mercato ha fatto effettivamente il 20% inanellando il 2% per 10 giorni di seguito. Arriva vostro cugino e vi fa vedere i suoi conti Lui vi fa notare anche che ha guadagnato più del 20% Perchè è l’effetto dell’interesse composto. A questo punto voi mostrate a vostro cugino i vostri conti e gli fate vedere che per l’interesse composto voi avete guadagnato più del doppio del mercato e più del doppio di lui. Proprio per l’effetto dell’interesse composto. Dopo poco vostro cugino vi dice che la Borsa salirà di nuovo del 20% e ricomperate gli stessi strumenti finanziari. Dopo una sbandata iniziale anche stavolta la Borsa fa il suo bravo 20% e vostro cugino vi ringrazia perché ha guadagnato meglio grazie ai double. E mentre fa i conti nota che l’investimento non ha reso esattamente come la volta precedente. Ma non se ne cura, è contento e vostro cugino nota che anche voi avete guadagnato meno della volta prima... Arriva poi di nuovo vostro cugino e dice che anche stavolta la borsa salirà del 20% e comperate ancora il certificato double stavolta non ci prende e la borsa fa solo degli ampi scossoni su e giù a somma 0 Il cugino resta perplesso nel calcolare che anche senza certificato double se la borsa fa 0 lui comunque avrebbe perso un po’ e che con un certificato double ha perso il 5% in due settimane di borsa stazionaria E lì capisce perché in America questi certificati sono proibiti. Bene spero di esservi stato utile, seguitemi, iscrivetevi, contattatemi…