venerdì 27 dicembre 2019

Separatista o fascista? (parte 1)


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Matteo 25,33 “e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.”.

Keynes diceva che investire non è come essere i giurati di un concorso di bellezza, dove si deve votare la più bella, ma piuttosto è come fare pronostici su un concorso di bellezza, dove occorre fare una previsione corretta su chi sarà la concorrente più gradita alla giuria.

L’economista implicitamente faceva riferimento al metodo di gestione attivo, ovvero ad una modalità di investimento che prevede la selezione delle azioni da comprare. Modalità che a quel tempo appariva scontata.

Il presupposto di questa filosofia è che le azioni sono prezzate, dalla comunità dei professionisti, sulla scorta di alcuni parametri chiave, e l’abilità del gestore sta nel prevedere quali saranno i parametri apprezzati dal mercato nel futuro.

Quindi, per fare una scelta di investimento oculata, non solo bisogna conoscere i parametri con i quali valutare le azioni ma anche capire quali siano quelli ai quali il mercato sta iniziando a guardare. Se ci si azzecca si può comprare a buon prezzo il parametro giusto.

Se il mercato fosse sempre perfettamente efficiente non ci sarebbe grande volatilità, perchè tutti gli operatori convergerebbero rapidamente verso una certa opinione comune. invece uno dei fattori che rende il mercato azionario turbolento è che nel breve periodo non è evidente quali saranno i parametri importanti. Per questo anche chi ha la “vista lunga” alla fine rischia comunque di passare dei brutti quarti d’ora.

Insomma, vi sembrerà sconcertante ma anche  i professionisti degli investimenti sono, in un certo senso, influenzati dalle mode.

Un caso eclatante di notorietà di un parametro è il caso dello spread Btp Bund.
La massa delle azioni italiane che compongono l’indice domestico sono azioni bancarie e assicurative, che sono molto sensibili proprio allo spread.

Dopo il 2008 e per anni, quei titoli hanno reso la correlazione tra l’andamento dell’indice della Borsa Italiana e dello spread molto elevata, ovvero in quel periodo lo spread è diventato il principale driver dell’andamento della Borsa italiana.

Averlo intuito per tempo ha fatto guadagnare (o non perdere) molto. Oggi - per la cronaca - c’è ancora una buona correlazione tra FTSEMIB e spread, anche se meno di un tempo; segno che l’attenzione degli investitori non è più tutta focalizzato su quel parametro.

Quindi - tornando a noi - chi fa gestione attiva deve avere le capacità tecniche necessarie per capire quali sono i parametri ai quali il mercato sta guardando.


Quali sono le ricadute pratiche per il cliente? Contrariamente a quanto spesso avviene, chi si affida ad una gestione attiva non deve immaginare che l’attività del gestore sia in prevalenza orientata ad evitare la volatilità di breve periodo che è un obiettivo  eccessivamente ambizioso e pericoloso per il rendimento del patrimonio, ma piuttosto determinare quali azioni siano le più confacenti e quale sia un livello di investimento adeguato per il medio periodo.

Qualcuno potrebbe dire: “Ma perchè non essere più aggressivi e decidere ad es. settimana per settimana se andare da 0 a 100% di investito? In fondo pago per questo.”

No caro amico, la gestione attiva non è questo. Fare previsioni puntuali con consistenza (ovvero azzeccandoci) è difficilissimo e sbagliare anche di poco è dannosissimo. Anche se è controintuitivo è molto più prudente essere sempre piuttosto investiti e prendersi i ribassi piuttosto che provare a fare gli indovini di breve periodo.

La cosa che importa è che la commissione che si paga valga il servizio ricevuto.

E di questo parleremo la volta prossima.

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