domenica 15 dicembre 2019

Il concerto di Natale di Manager Italia


Ieri sera Manager Italia Piemonte e Valle d'Aosta ha chiamato i suoi associati al conservatorio di piazza Bodoni per ascoltare i giovani talenti dell'Accademia Suzuki e farsi gli auguri di Natale.

La manifestazione è stata, come da tradizione, sobria e molto "sabauda", ma  piacevole e istruttiva.

Qui avete i link ad alcune registrazioni artigianali.

Abbiamo ascoltato brani di Corelli, che non avevo riconosciuto ma che ho identificato grazie a Google, Bach, e anche un pezzo di Star Wars.

L'esecuzione è stata ottima e su Corelli mi sono commosso: da un punto di vista artistico ed emotivo sono stato felicissimo.

Ho trovato anche molto emozionate vedere quei giovani e quei bambini affrontare il palco, vincere le loro paure e portare a termine la missione.

Tuttavia lo scopo di questo post non è farvi ascoltare qualche stralcio di ottima musica, ma condividere alcune riflessioni.

La prima è che è raro vedere dei ragazzi appassionati. La passione li spinge a fare sacrifici e a studiare duramente materie che potrebbero evitare. Non solo; quella stessa passione impone loro di vincere la naturalissima paura di salire sul palco. Ma non basta ancora. Lavorando in una orchestra diventano consapevoli che dalla propria prestazione dipende anche il successo del gruppo. Imparano cioè il valore della squadra e dio sa quanto in Italia il concetto di squadra, di azione collettiva sia negletto.

Infine una ultima lezione: questa volta offerta dal Maestro Mosca che li dirigeva.


Quando hanno sbagliato un "attacco" il Maestro si è voltato verso la platea ed chiede scusa al pubblico, addossandosi la responsabilità.

Questo è un segno grandissimo di leadership, che contrasta con i vari penosi "A mia insaputa", "prendiamo i pop corn e ci godiamo lo spettacolo" ed altri deliri così frequenti là dove la leadership sarebbe indispensabile. 

Se tutti i cittadini avessero avuto nella propria vita una esperienza musicale, in un coro o in una orchestra, si renderebbero conto dell'assurdità di certe affermazioni oggi di gran moda.

Vi immaginate la reazione dei musicisti se un direttore di orchestra proclamasse "Prima i controfagotti!"? 

Qualcuno potrebbe poi obiettare che la musica - a causa del costo degli strumenti - è una materia da privilegiati e quindi si dovrebbe proibirla e dare a tutti il mangianastri di cittadinanza.

Apparirebbe tutta pochezza di un simile concetto e farebbe capire che il vero obiettivo non è la crescita ma l'abbrutimento.

E' vero che gli strumenti costano e per risolvere la questione si potrebbe quindi proporre di rendere obbligatorio lo studio del canto corale invece che di uno strumento.


Una provocazione per concludere.

E se a tutti i fruitori di reddito di cittadinanza fosse imposta - come condizione per la percezione - l'impegno misurabile in una attività di studio di musica o di canto?

Sarebbero messi in condizioni di riappropiarsi dei meccanismi cognitivi dell'apprendimento, preparandoli ad assorbire nuove nozioni. Acquisirebbero fiducia in loro stessi mentre progrediscono negli studi. Impiegherebbero il proprio tempo meglio che non davanti alla televisione e imparerebbero attraverso il sacrificio che non esiste gente stonata ma gente che non ha studiato. Imparerebbe a lavorare in squadra e ad apprezzare lo sforzo degli altri e l'importanza del proprio impegno. 

Ok sono pronto per Babbo Natale.
Ecco la colonna sonora degna di questo finale.

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