mercoledì 17 giugno 2009

I prezzi di borsa e la Verità

, Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM

Riprendo oggi un tema caro a K. Popper e chiedo: “la verità è evidente?”

La questione è tutt’altro che banale per le sue implicazioni.

Da un punto di vista “filosofico” affermare che la verità è evidente implica che vi sono persone che negano l’evidenza.

Sorge allora la questione: come comportarsi con costoro?

Poiché la loro malafede è evidente, di volta in volta sarà facile definirli
- “strumenti del demonio” e quindi metterli al rogo;
- “rivoluzionari” e quindi schiacciarli con le truppe fedeli,
- “controrivoluzionari” e quindi ghigliottinarli,
- “esponenti di una scienza ebrea” e quindi ostracizzarli,
- “nemici del Popolo” e quindi inviarli nei gulag.

Tuttavia restare senza troppi punti di riferimento è faticoso ed innaturale poiché occorre ogni volta ragionare come se si fosse davanti ad un fenomeno nuovo. La fisiologia del cervello in questo senso ci aiuta a vivere meglio, filtrando il “nuovo” dal “vecchio” e consentendoci quindi di non guidare sempre come neopatentati.

Ma a volte il cervello gioca brutti tiri...

Per rientrare nell’ambito della finanza, possiamo constatare che in Borsa tutti accettano pacificamente che la Verità non sia evidente, anche se poi - abbastanza curiosamente - quasi nessuno si comporta coerentemente con questo assunto in altri campi della propria esistenza.

Ma anche questo è normale: il cervello si “abitua” anche ad essere incoerente.

Un esempio: assumiamo che potrebbe essere ragionevole vendere azioni Fiat, dopo l’operazione Chrysler, perchè il titolo potrebbe aver raggiunto una valutazione tale da non poter più crescere sostanzialmente in un arco di tempo “adeguato”.

Tuttavia qualcuno comprerà le azioni che vendo.

Possiamo ipotizzare che le notizie in possesso del compratore e del venditore siano le medesime e che gli orizzonti temporali non siano così diversi da ribaltare totalmente i comportamenti di investimento.

Quindi, a fronte di dati uguali, si raggiungono conclusioni opposte. E poiché i prezzi si formano continuamente ad ogni compratore si oppone un venditore e viceversa.

Solo a movimento avvenuto diventa “evidente” che le cose sarebbero andate così.

Concludo con una provocazione.

E’ preferibile un consulente dubbioso od uno SICURO?
E’ preferibile un leader dubbioso o uno sicuro?
Ma se è dubbioso che leader è?
Paghereste un consulente dubbioso?

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