giovedì 26 novembre 2009

Tutte le donne del mondo


, Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM
…sono donnacce.

Variante: “…eccetto mia madre e mia sorella”.

Questo è il becero luogo comune che ogni tanto sentivo ripetere durante l’adolescenza da qualche presunto esperto di arti amatorie.

Si tratta di una ipergeneralizzazione, una distorsione cognitiva piuttosto frequente.

Ognuno di noi possiede una mappa mentale del mondo: ha imparato a disegnarla fin da piccolo, apprendendo il metodo dai genitori e dagli educatori.

In base alla propria mappa - che per noi rappresenta (erroneamente) la “realtà” - si interagisce col resto del mondo.

L’ipergeneralizzazione è una distorsione percettiva che semplifica eccessivamente la rappresentazione del territorio che ci circonda.

Sebbene la sintesi implichi necessariamente una certa perdita di dettaglio, l’ipergeneralizzazione è una scorciatoia che porta fuori strada: per evitare di pensare in modo complesso si finisce col credere a cose non vere (p.es. “tutti gli italiani sono tutti chiassosi”; “gli inglesi sono tutti lord”).

Tuttavia questa distorsione è popolare perché è comoda e rassicurante; evita fatiche mentali e domande che potrebbero generare ansia.

Cosa ha a che fare l’ipergeneralizzazione con la finanza? Molto, temo.

Da un recente sondaggio sul rapporto tra le banche ed i risparmiatori emerge che la disistima verso le gli istituti di credito è ai massimi storici. E fin qui nulla di strano visti i tempi. La cosa curiosa evidenziata dal sondaggio è che l’unica banca che si salva dall’asprezza del giudizio generale è la propria.

Così ancora oggi, nonostante l’evidente incapacità delle banche di fare l’interesse dell’investitore, la massa dei risparmi viene affidata alle cure di una banca.

Il motivo di questo “strabismo della coscienza” (http://epsilon-intervallo-grande.blogspot.com/2009/09/lo-strabismo-della-coscienza.html) è dovuto al fatto che quando si investe il proprio denaro la carica emotiva in gioco è elevata e assolvere la propria banca abbatte drasticamente le proprie ansie e fatiche, salvo talvolta doversi ricredere.

Anche se potrà sembrare strano, la dinamica psicologica delle vendite di prodotti finanziari per gli investitori privati non è diversa dalla vendita di altri beni di massa: le gratificazioni psicologiche giocano un ruolo maggiore del risultato “oggettivo”.

Le emozioni rendono la nostra vita meravigliosa, ma non rendono.

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