martedì 13 aprile 2010

Il frattale dei bambini veneti a pane ed acqua

Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM
Spero che mi perdonerete per la digressione veramente ardita che vado a fare.
Per ricollegarla in modo puntuale alla finanza dovrei scrivere pagine e pagine, appesantendo eccessivamente il mio pensiero.

Preferisco fare appello al vostro intuito affinchè troviate da soli il collegamento che vi indicherò da lontano.

Il frattale è una figura molto particolare: se si agisce sullo zoom si può vedere che la struttura osservata è sempre la medesima. Da qui l'idea che l'analisi della vicenda dei bambini veneti possa essere riprodotta macroscopicamente fino a ricreare le vicissitudini delle banche "troppo grandi per fallire" e financo ricreare la vicenda greca.

Ricordate la recente vicenda dei bambini veneti i cui genitori non pagavano la mensa scolastica?
Un imprenditore ha saldato il debito.
Una vera istantanea dei tempi: alcuni genitori sono in difficoltà, altri forse alcuni fanno i furbi.

I bambini "ci vanno di mezzo" grazie ad un provvedimento che non è completamente ingiusto, e lo stallo generato fa comodo sia alla destra che alla sinistra.

Da una parte si fa vedere che non c'è lassismo, che il "diritto padano" non si fa impressionare neppure dai bambini; per la sinistra i bambini diventano un eccellente esempio di quanto siano beceri e selvaggi i leghisti.

L'onore e gli interessi degli schieramenti sono salvi.

Così i cittadini (in questo caso i minori) diventano terreno di scontro di posizioni ideologiche contrapposte: nessuna delle parti ha il minimo interesse per loro.

E' la sintesi della politica (italiana e non) che non si occupa altro che di sè stessa.

La situazione viene sbloccata alla fine da uno sconosciuto, che ha centrato il problema reale, quello che la politica non voleva toccare.

I responsabili, cioè i genitori, i servizi sociali, il sindaco e l'opposizione sono tutti premiati dal loro atteggiamento. I deboli e gli sconosciuti ne fanno le spese.

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