giovedì 29 aprile 2010

Kapròs e Kavolòs

Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM

Più penso alla situazione greca e più immagino che l'exit strategy sarà pasticciata, per salvare capra e cavoli (da qui il titolo del post).

Gli economisti della scuola classica sono per il fallimento. Altri economisti, memori della lezione Leheman sono per l'intervento, che tuttavia potrebbe essere eccessivamente gravoso.

Vediamo già ora come sia difficile per i governanti tedeschi spiegare ai loro perchè finanziare la "bella vita" dei greci; vediamo anche le difficoltà dei governanti greci ad imporre troppe lacrime e sangue.

La soluzione sarà di compromesso: dividere i sacrifici per non perdere tutto.

Dopo lunghe trattative e meditazioni si converrà con unanime soddisfazione che agli ellenici è stato imposto il massimo carico possibile oltre il quale si corre il rischio di una eccessiva instabilità sociale. Ma poichè oggettivamente questo non basterà sarà necessario ristrutturare il debito pubblico greco. Una riduzione del 25% -30% del valore nominale dei titoli.

Così tutti saranno vincitori.

I greci perderanno un po' la faccia, ma non dichiareranno default e non dovranno cambiare radicalmente stile di vita.


I loro governanti potranno continuare con le loro pastette.
I detentori di titoli ellenici tireranno un sospiro di sollievo.

Gli altri paesi europei non metteranno una valanga di soldi nelle casse ateniesi, e di questi tempi non è poco. Inoltre si apre un precedente interessante nel caso in cui... dovesse servire.

L'euro patirà in termini di forza relativa e questo aiuterà concretamente le esportazioni tedesche, e dunque anche gli alemanni avranno il loro tornaconto, oltre ad aver fatto la figura dei virtuosi.

La speculazione internazionale guadagnerà fiumi di denaro con la svalutazione dell'euro.

L'inflazione da costi si accenderà, permettendo una riduzione del valore reale del debito pubblico accumulato fin qui.

Gli americani riaffermeranno che l'unica moneta solida è il dollaro (in realtà sono balle), e permetterà loro di emettere un fiume di titoli che nominalmente non renderanno nulla ma che saranno comperati per le attese di rivalutazione sul corso della divisa.

I politici americani saranno grandemente rassicurati dal fatto che, parafrasando Metternich, "l'Europa è una espressione sulla carta geografica", poichè non è riuscita a risolvere un problema che riguardava un Paese che rappresenta meno del 3% del PIL europeo.

I cinesi ne prenderanno atto e faranno shopping in Europa prezzi migliori degli attuali e tratteranno le faccende che contano con gli americani, considerandoci dei graziosi soprammobili.

E tutti vissero felici e insolventi.

1 commento:

Guido Giaume ha detto...

a 18 mesi di distanza posso affermare di essere stato troppo ottimista...