lunedì 18 ottobre 2010

Le valute in ordine sparso

, Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM
La buona notizia è che il sistema mondiale non rischia più il collasso.

La cattiva notizia è che proprio per questa ragione ogni Paese sta sgomitando per avvantaggiarsi rispetto agli altri.

Questo è il succo di quello che i giornali chiamano "guerra delle valute", ovvero il verificarsi di violente oscillazioni del tasso di cambio tra le principali monete.

Ma perchè ci sono le oscillazioni? Cosa sta succedendo?

Proviamo a creare un modello descrittivo semplice.

Ammettiamo che esistano solo due paesi. L'Italia e il Resto del Mondo, e che in Italia si producano solo maccheroni, con il grano comperato all'estero.

Se questi vanno di gran moda, fuori dal Belpaese, la moneta italiana è molto richiesta e quindi tende a salire di prezzo rispetto all'altra moneta, perchè serve per comperare i maccheroni.

Nel tempo quindi la pasta diventerà più cara e solo i più ricchi potranno permettersela. Questo inevitabilmente ridurrà i volumi della domanda e di conseguenza i produttori di pasta prima venderanno meno, poi inizieranno a reagire.

Come è possibile reagire? Ci sono varie possibilità:

- all'italiana, facendo (fare al Governo) una svalutazione competitiva: in pratica "annacquando" la nostra moneta, per es. stampandone un po'. In questo modo c'è più disponibilità di Lire e il loro prezzo (cioè il tasso di cambio) scende.
Questo dà respiro alla nostra merce che torna ad essere a buon mercato.
Tuttavia se prima con 100 Lire comperavamo una tonnellata di grano, terminate le scorte, a causa della svalutazione, per comperare nuovo grano dovremo spendere di più. Inoltre tutte le merci che comperiamo adesso all'estero costeranno di più. Pertanto gli operai che prima lavoravano per 10 lire adesso non si accontenterano di un tale salario.
Proseguire con questa tattica rischia di creare un circolo vizioso dal quale potrebbe diventare difficile uscire e si innervosiscono i partner commerciali che percepiscono come "sleale" la pratica. Chi ha qualche anno sulle spalle avrà una sorta di déjà vu.

- E' possibile poi reagire alla tedesca, trovando il modo di incrementare la produttività. Così a parità di altri fattori, nonostante la forza della propria moneta, si riesce a tenere prezzi bassi e a prosperare.

- Infine si potrebbe reagire all'americana. Si chiude la fabbrica e la si riapre dove il lavoro o il grano costano molto meno, lasciando a spasso gli operai italiani e magari cercando di riconvertirli.

Cosa succede oggi? La crisi economica ha fatto chiudere o ridimensionare molte attività produttive in base al meccanismo che ho spiegato qui http://epsilon-intervallo-grande.blogspot.com/2009/04/la-crisi-le-banche-ed-i-titoli-tossici_30.html creando una forte diminuzione della domanda di beni e servizi (o di maccheroni).

I bilanci di molti Stati sono in condizioni tali da non poter permettere di creare ulteriore debito per sostenere i redditi e quindi di sostenere la domanda (di maccheroni). Quindi per evitare il collasso politico oltre che economico occorre reagire. La misura più spiccia è la reazione all'italiana, in attesa di implementare un mix degli altri provvedimenti.


Tornando a noi: tutti i governi hanno bisogno di una valuta debole debole per rilanciare la propria economia, anche a scapito di quella degli altri paesi.

Gli americani vorrebbero che i cinesi rivalutassero per es. facendo consumare un po' anche la propria popolazione. Ma quelli se ne guardano bene perchè una rivalutazione creerebbe minore convenienza delle loro merci e una diminuzione della loro domanda. E questo comporterebbe una crescita meno vigorosa della loro economia. La sfortuna vuole che se il tasso di espansione economico cinese scende sotto il 7.5% annuo la Cina diventa veramente il paese della rivoluzione.

Quindi ad oggi
- la Cina esporta solo, e compera, con i soldi che avanza, tutto quello che riesce.
- Gli americani non riuscendo a fare svalutare i cinesi cercano un po' di ossigeno contro le valute occidentali
- gli unici occidentali che se la ridono sono i tedeschi, abituati da sempre a crescere economicamente in condizioni di valuta forte e che così possono fare con altri mezzi (come direbbe von Clausewitz) quello che non sono riusciti a fare con le armi.










2 commenti:

Unknown ha detto...

se nessuna misura di nessun paese potesse avere ripercussioni gravissime sul mercato globale allora si tratterebbe solo di sana competizione: prima o poi qualcuno troverebbe la soluzione migliore! però, purtroppo, sappiamo bene che non è così...

Anonimo ha detto...

Non mi è molto chiaro. Ognuno di noi influenza gli altri...
guido