venerdì 9 febbraio 2018

Video - Aumentare i rendimenti e proteggere il capitale



Esiste un metodo per investire in Borsa e prevedere quale sarà il risultato? E’ possibile organizzare un investimento che permetta di proteggere il capitale se la Borsa dovesse scendere? Quanto segue è l’esposizione di uno studio disponibile sul sito di Cellino e Associati SIM, eseguito nell’ottobre 2014. Ancora oggi è validissimo, aggiornando i dati. i titoli italiani ALLORA rendevano a scadenza tra lo 0 ed il 3% I titoli esteri in euro ALLORA rendevano a scadenza tra 0 e 2% Già in quel tempo la riduzione dei rendimenti dei titoli obbligazionari rendeva insoddisfacente il solo investimento in titoli del reddito fisso di elevata qualità. Era quindi evidente che per ottenere rendimenti soddisfacenti occorresse aumentare la rischiosità del portafoglio. Questo è possibile farlo in molti modi, per esempio comperando dei certificates (e vi invito a vedere la mia puntata “attenzione al cedolone”) o comperando titoli in valuta estera o titoli obbligazionari di emittenti non primari. In questi casi però l’utente finale ha spesso il problema di capire quanto sia diventato rischioso il proprio portafoglio. In genere se ne accorge dopo a frittata fatta. Poiché il nostro lavoro non è solo portare risultati positivi ma far capire la finanza, abbiamo scelto la strada meno comoda e non commerciale: tutti sanno che le azioni sono pericolose, quindi per rendere più evidente al cliente la relazione tra rischio e rendimento di un portafoglio abbiamo pensato di fargli vedere quello che sarebbe potuto succedere al proprio investimento inserendo differenti percentuali di azioni. Stabilivamo con il cliente quanto tempo avremmo avuto a disposizione per l’investimento: 5 anni o 10. Poi gli mostravamo questa tabella, o una tabella simile. La tabella mostra nella prima colonna il portafoglio A, composto al 100% di obbligazioni. Ovviamente a scadenza - indipendentemente da quello che avrebbe fatto la Borsa – questo portafoglio avrebbe offerto un certo risultato fisso. Il portafoglio B e quelli successivi hanno invece da un minimo del 10% di azioni fino al 30% . Quindi il capitale finale sarebbe stato variabili in base all’andamento della Borsa. Partiamo da un caso avverso. Nell’ipotesi che il mercato azionario fosse andato molto male per 5 anni di seguito, ovvero tutti gli anni il mercato avesse fatto -10%..., il portafoglio B allora sarebbe finito più o meno in pari. Se invece il mercato avesse fatto +10% per 5 anni il portafoglio B avrebbe guadagnato all’incirca 11 su cento di investito, in 5 anni. Cioè un rendimento medio annuo del 2% lordo. E analogamente per i portafogli con maggiore incidenza azionaria avrebbero guadagnato o perso all’incirca le cifre riportate. In questo modo i clienti hanno avuto il modo di capire le alternative a disposizione e di scegliere consapevolmente. Naturalmente davamo anche la nostra previsione circa il rendimento medio che avrebbe dato un portafoglio azionario negli anni successivi. Occorre inoltre tenere conto che una perdita del -10% all’anno per 5 anni di seguito equivale ad una crisi dei mercati come quella del 2008. Come vedete con pochi semplici passi è possibile capire quello che si rischia e si vede che il rendimento ed il rischio sono legati. Quello che ho esposto è una parte del documento che è stato reso pubblico nell’ottobre 2014 è disponibile sul sito della SIM e potrò inviarvelo se me lo chiederete.

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