venerdì 8 febbraio 2019

Pensioni e Inflazione



Spesso mi sono sentito chiedere: voglio un investimento che protegga il capitale e mi faccia avere una rendita periodica. Proprio come con il BTP decennale che mi è appena scaduto.
Quando chiedevo: Ma lo sa che con il suo BTP non ha protetto il capitale? La gente mi guardava perplessa e replicava. Ma mi hanno ridato indietro i miei 1000 euro…
Si ma 1000 euro di oggi non valgono quanto quelli di 10 anni fa.
E ma cosa vuole che sia, l’inflazione è bassa…

A quel punto producevo al volo una tabellina in excel che mostrava come si svalutasse un capitale solo grazie all’inflazione. Una inflazione “tedesca” al 2% all’anno per 10 anni fa all’incirca il 20%.

E non è una cosa da poco, solo che non ce ne accorgiamo perché il movimento è lento.
Se mia nonna avesse messo in cassaforte il suo primo biglietto da 100 euro oggi varrebbe ci comprerebbe merce per una cifra che varia tra 70 e gli 80 euro.

Questa osservazione banale ha una serie di implicazioni assolutamente non banali.

La prima è che ogni momento è buono per iniziare ad investire almeno per difendersi dall’inflazione. I mercati adesso non sono favorevoli li lascio sul conto… è una affermazione priva di buon senso. Ha senso avere una strategia di investimento che comprenda anche la liquidità, ma è una cosa molto differente.  

Attenzione poi ai piani pensionistici naive. Ammettiamo di fare il seguente ragionamento. Oggi vado in pensione e ho 350 mila euro per la mia pensione integrativa. Allora mi compero 400 mila euro nominali di BTP marzo 2047 che oggi valgono 89 e mi sono procurato il reddito integrativo lordo di 10 mila euro all’anno. Ho una aspettativa di vita di 25 anni. I miei figli si beccano pure l’eredità. Lasciamo perdere i discorsi sulla solvibilità del creditore, ragioniamo sempre su un livello di inflazione “tedesco”. Tra 25 anni quel capitale varrà il 60% circa di quello che vale adesso. E la rendita delle cedole pure. Quindi adesso quella cedola mi fa comperare beni e servizi per 800 euro al mese, tra 10 anni saranno 650, tra 20 saranno 530 e tra 28 saranno 450. Inoltre i miei figli incasseranno l’equivalente di 230 mila euro di oggi e non di 400 mila.
E tutto questo senza che in 28 anni ci sia anche una minima fiammata inflazionistica.


Se pensiamo alla nostra storia di futuri pensionati probabilmente siamo tutti sicuri di avere necessità di una integrazione alla pensione pubblica. Ma non tutti forse hanno in mente un progetto a più stadi come si fa per i missili. Mi spiego meglio: potrebbe essere opportuno pianificare non solo di avere una pensione integrativa, ma di avere più riserve, non necessariamente tutte pensionistiche, proprio come si progetta un missile a più stadi.
Concludo con una considerazione relativa alle politiche di governo, non solo di questo ma di tutti i recenti governi. Se mi avete seguito fino a qui avrete capito per quale ragione il blocco della rivalutazione delle pensioni sia una misura così ambita dai governi. É una tassa importante in termini quantitativi che sfila i soldi in modo poco percettibile.

Concludo con una previsione: è ragionevole ipotizzare una vita molto difficile per chi aderisce a quota 100, perché anche se le pensioni basse vengono rivalutate, resta il differenziale tra l’inflazione e lo stile di vita effettivo, che ammettiamo prudentemente essere anche solo dell’1% all’anno. Questo porta tra 25 anni ad una svalutazione del 20% almeno. Quindi se adesso i neo pensionati percepiscono 1000 euro tra 25 anni la capacità di spesa, nonostante la rivalutazione dell’inflazione sarà minore di almeno un quarto.  

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