#1. Una obbligazione particolare
Tutti
sanno cos’è una obbligazione:
è un debito.
E i debiti hanno una scadenza,
ma non
sempre.
Ci sono infatti certe obbligazioni che sono perpetue, cioè il
debitore promette che pagherà un certo interesse per sempre, senza
però mai restituire il capitale.
In
genere gli interessi di queste obbligazioni sono piuttosto
buoni: ad esempio. Unicredito ha venduto integralmente ad una banca
americana bond perpetui all’8% in dollari, e, in un periodo come
questo, sembra una manna.
#2. E' tutto oro?
Ma
non è tutto oro quello che luccica. Proviamo a delineare rapidamente
alcuni aspetti per fare capire meglio di cosa si parla e del perché
siano oggetti adatti
agli investitori professionali
ma non agli investitori singoli.
Se andate a rivedere il mio video sui rischi che corre un investitore obbligazionario vedrete che il primo punto da verificare è che il debitore sia affidabile. Un investitore che vuole investire in un bond perpetuo deve capire quale sia la stabilità di lungo termine del debitore, ma questo non è solo un problema di lungo termine: infatti in genere l’interesse di queste obbligazioni è fisso, quindi le variazioni dell’affidabilità del debitore si riverberano sul corso dell’obbligazione, che potrebbe essere molto volatile.
Ma non solo, in questo periodo ci sono debitori, segnatamente banche, che emettono questi bond per recuperare capitale di rischio che non riescono a ottenere tramite una sottoscrizione azionaria. Spesso quindi i bond perpetui hanno un grado di rischiosità che è più assimilabile a quello delle azioni che a quello delle obbligazioni.
Proseguiamo con l’esempio del bond di Unicredito di cui parlavo prima: ha una caratteristica che lo rende molto rischioso: se la banca dovesse scendere al di sotto di un certo livello di patrimonializzazione questo bond si azzera dalla notte al giorno. Detta diversamente, se un giorno, misurando un certo coefficiente patrimoniale si scoprisse che Unicredito è sotto quel coefficente, quel bond che rende oggi l’8% verrebbe azzerato istantaneamente. Capite adesso perchè riceve una cedola principesca? Ma c’è un’ulteriore complicazione: ci sono una serie di finestre temporali durante le quali il debitore può ricomprarlo.
Come vedete questi elementi ne rendono molto difficile la valutazione anche per un investitore professionale. Ma ancora non basta: proprio per le sue caratteristiche non è molto diffuso sul mercato è cioè illiquido.
Se andate a rivedere il mio video sui rischi che corre un investitore obbligazionario vedrete che il primo punto da verificare è che il debitore sia affidabile. Un investitore che vuole investire in un bond perpetuo deve capire quale sia la stabilità di lungo termine del debitore, ma questo non è solo un problema di lungo termine: infatti in genere l’interesse di queste obbligazioni è fisso, quindi le variazioni dell’affidabilità del debitore si riverberano sul corso dell’obbligazione, che potrebbe essere molto volatile.
Ma non solo, in questo periodo ci sono debitori, segnatamente banche, che emettono questi bond per recuperare capitale di rischio che non riescono a ottenere tramite una sottoscrizione azionaria. Spesso quindi i bond perpetui hanno un grado di rischiosità che è più assimilabile a quello delle azioni che a quello delle obbligazioni.
Proseguiamo con l’esempio del bond di Unicredito di cui parlavo prima: ha una caratteristica che lo rende molto rischioso: se la banca dovesse scendere al di sotto di un certo livello di patrimonializzazione questo bond si azzera dalla notte al giorno. Detta diversamente, se un giorno, misurando un certo coefficiente patrimoniale si scoprisse che Unicredito è sotto quel coefficente, quel bond che rende oggi l’8% verrebbe azzerato istantaneamente. Capite adesso perchè riceve una cedola principesca? Ma c’è un’ulteriore complicazione: ci sono una serie di finestre temporali durante le quali il debitore può ricomprarlo.
Come vedete questi elementi ne rendono molto difficile la valutazione anche per un investitore professionale. Ma ancora non basta: proprio per le sue caratteristiche non è molto diffuso sul mercato è cioè illiquido.
#3. La liquidità, questa sconosciuta
Cosa
vuol dire liquidità? Tutti noi sappiamo che se vogliamo vendere una
azione lo facciamo in una manciata di minuti, mentre se vogliamo
vendere un appartamento dobbiamo aspettare anche un anno. Ebbene,
questo differente comportamento rispetto al tempo da attendere per
vendere si chiama liquidità. E le obbligazioni
perpetue in genere sono poco liquide.
Anche per questo i regolatori scoraggiano o proibiscono agli intermediari finanziari l’offerta alla clientela non professionale questi oggetti.
Anche per questo i regolatori scoraggiano o proibiscono agli intermediari finanziari l’offerta alla clientela non professionale questi oggetti.
#4. E l'inflazione?
Concludo
con un ulteriore invito alla prudenza: il rendimento cedolare che
oggi ci può sembrare buono in realtà tra alcuni anni potrebbe non
esserlo più. Come avevo già fatto notare nel mio podcast di
febbraio 2019 l’azione dell’inflazione è inesorabile: 100
euro di 20 anni fa corrispondono a 80 euro di oggi,
forse un po’ meno. Questo vuol dire che acquistare un oggetto come
un perpetuo o una obbligazione a lunghissimo termine, con la speranza
di godere di un pingue flusso di reddito, potrebbe dopo qualche tempo
dare molte meno soddisfazioni di quello che ci si potrebbe aspettare.
Mi stai leggendo dal telefonino? Vuoi farmi una domanda? Mandami un whatsapp! |
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