venerdì 7 giugno 2019

Moneta buona e moneta cattiva


#1. Esiste il paradiso delle monete?
Parafrasando un detto sulle donne…
Le monete buone vanno in cassaforte quelle cattive dappertutto.

Vi ricordate delle 500 lire d’argento? Mi ricordo che ne ho toccata qualcuna. Ma sono ricordi dell’infanzia. Il ricordo nitido sono invece i biglietti da 500 lire, quelli azzurrini.
Ricordo bene anche cosa mi disse mio padre mostrandomele: “Sai, le monete d’argento sono sparite perché la moneta cattiva scaccia la moneta buona”.

Io non avevo capito cosa intendesse e perchè la carta fosse cattiva. Per molti lustri questo ricordo non è più affiorato, ma oggi è ritornato di attualità.

Aggiungo qualche piccolo dettaglio per definire meglio la storia che voglio raccontare.


#2. Le 500 lire
Le 500 lire d’argento sono state coniate dalla Zecca tra il 1958 ed il 1967 e oggi sono reperibili nei negozi di numismatica per circa 4 euro. Pesano 11 grammi e - con un titolo di 835 su 1000 - hanno circa 9 grammi di argento fino.

Nel 1958 il valore dell’argento era di 8 dollari e il cambio lira dollaro era di circa 625. Quindi il valore dell’argento contenuto era di circa 1600 lire.

Sono incuriosito dal fatto che venisse coniata una moneta il cui valore intrinseco fosse maggiore del valore facciale, perchè questo è il meccanismo opposto a quello del signoraggio, dove uno Stato con la propria forza impone la circolazione di un bene che non ha altro che un valore simbolico. Forse era un modo per dimostrare la forza della crescita economica del Paese: una sorta di riscatto dal periodo di miseria che avevamo alle spalle.

Non solo. Tra il 1958 ed il 1967 il prezzo dell’argento si è impennato.

Non ho fatto una indagine accurata ma posso immaginare che fosse un effetto sia dell’espansione economica mondiale sia dei primi scricchiolii degli accordi di Bretton Woods.
Come sapete nel 1944 - in previsione della vittoria americana - ci si era occupati anche di come impostare il nuovo sistema economico mondiale. Si era arrivati all’idea che la valuta perno mondiale avrebbe dovuto essere il dollaro e che ogni singolo dollaro sarebbe stato convertibile in oro.


Tuttavia gli anni 60 sono stati caratterizzati da una espansione economica globale e quindi occorrevano molti dollari per “lubrificare” lo scambio internazionale. Non solo, erano anche gli anni nei quali la guerra in Vietnam ha portato gli Stati Uniti a fare imponenti spese militari e probabilmente la tentazione di finanziare a credito la guerra deve essere stata irresisitibile.

Gli operatori economici più avveduti in quel tempo, probabilmente, hanno iniziato pensare che il governo degli USA avesse stampato più dollari di quelli che avrebbe dovuto in base allo stock disponibile di oro presente a Fort Knox.
Poi come sapete nell’estate del 1973 nonostante i tentativi di salvataggio la convertibilità fissa tra oro e dollaro si è sciolta per sempre.

Torniamo a noi. Nel 1967 il valore intrinseco delle 500 lire d’argento era di quasi 2800 lire.

Capite che la divaricazione tra prezzo e valore era enorme ed era diventata via via sempre più chiara anche alle persone semplici. Quindi negli anni la caccia alle 500 lire d’argento è diventata spasmodica perchè era un buon affare: si spendevano 500 lire di carta per avere 5 volte di più.
Ecco come mai si dice che la moneta cattiva scaccia la moneta buona.


#E oggi?
Una domanda. In caso di scricchiolio dell’eurosistema, se aveste in mano due biglietti da 50 euro, una stampato dalla Banca D’Italia ed uno stampato dalla BundesBank quale spendereste?


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