Pagine

lunedì 10 novembre 2025

È tornato il momento delle Big Oil?

Per anni, sembrava che il settore petrolifero fosse destinato a un lento declino. Oggi, però, qualcosa è cambiato. E la domanda che molti investitori si pongono è chiara: ha ancora senso puntare sulle Big Oil?

🔄 Dal "phase out" al "power up": cosa sta cambiando nella transizione energetica

Fino a poco tempo fa, il discorso dominante era tutto incentrato sulla transizione energetica: abbandonare il petrolio e il gas per passare il prima possibile a fonti rinnovabili. Tuttavia, eventi recenti – come l’aumento esponenziale della domanda energetica globale, il boom dell’AI e la corsa ai data center – hanno spostato la narrazione verso un concetto nuovo: l’energy addition.

❝ Non si parla più solo di "transizione", ma di "rafforzamento del mix energetico". E questo cambia tutto per chi investe. ❞

Lo ha detto con chiarezza Haitham Al Ghais, segretario generale dell’OPEC, a margine della conferenza ADIPEC 2025: “Tre anni fa tutti parlavano di eliminare i combustibili fossili. Oggi si cerca un approccio più equilibrato.” Un concetto ripreso anche dal ministro emiratino Sultan al-Jaber: entro il 2040, la domanda globale di energia crescerà esponenzialmente, e il petrolio non sparirà – anzi, resterà sopra i 100 milioni di barili al giorno.

📉 Il settore è sottovalutato: lo diciamo da tempo

Nel nostro ufficio studi lo sosteniamo da mesi: il settore petrolifero è sottovalutato rispetto ai fondamentali.

Le principali aziende energetiche (ExxonMobil, Chevron, Shell, TotalEnergies, BP...) generano ancora flussi di cassa robusti, distribuiscono dividendi generosi e stanno investendo in diversificazione energetica (idrogeno, biocarburanti, CCS – carbon capture and storage). Eppure, in molti portafogli il settore è ancora pesantemente sottopesato. Un errore? Forse sì.

🧭 Mini guida: 3 cose da fare oggi se vuoi tornare a investire nell’Oil & Gas

Ecco come orientarsi, secondo il nostro approccio:

1. Rivaluta il peso del settore in portafoglio

Verifica se hai completamente escluso l’Oil & Gas. In molti casi, si scopre che la scelta è stata dettata più da convinzioni ideologiche che da analisi dei fondamentali.

2. Come esporsi al settore? Con gli ETF

Per chi saggiamente non vuole scegliere singoli titoli, gli ETF offrono una via d’accesso privilegiata. Oltre agli ETF sul super classico MSCI World Energy che espone al settore energetico globale, sarebbe opportuno se sovrappesare la parte in euro piuttosto che quella in dollari e se focalizzarsi anche su chi trasporta e non solo su chi produce energia.

3. Pensa in ottica di ciclo

L’energia è un settore ciclico: entrare ai minimi e uscire nei picchi è l’obiettivo. Oggi, con valutazioni ancora basse rispetto ai massimi del 2022, potremmo essere nella fase giusta per rientrare.

🧩 Un nuovo paradigma, o solo una pausa?

Quello che stiamo vivendo è un vero cambiamento strutturale o solo una reazione di breve periodo? La spinta verso un’energia più pulita non si ferma, ma il realismo sta rientrando nella discussione: la transizione ha bisogno di tempo, risorse e pragmatismo.

Chi investe non può permettersi di ragionare solo per slogan. Bisogna saper leggere i trend, distinguere le mode dalle tendenze strutturali e – quando necessario – andare controcorrente.


E tu?

Hai ancora in portafoglio titoli energetici? Stai valutando di rientrare nel settore? Condividi nei commenti la tua esperienza o i tuoi dubbi.


👉 Ti è piaciuto questo articolo? Allora inoltralo ai tuoi amici o colleghi interessati ai temi finanziari. 📩 Vuoi ricevere altri contenuti come questo? Iscriviti alla nostra newsletter.

#Investimenti2025 #BigOil #ConsulenzaFinanziaria #ETFenergia #InvestimentiPiemonte

Nessun commento: