venerdì 3 ottobre 2008

La weltanschauung di Forrest Gump



1) “Il caso è lo pseudonimo di Dio, quando non vuole firmare” (A. France)

2) “Più si invecchia e più ci si convince che Sua sacra Maestà il Caso fa i tre quarti del lavoro in questo miserabile universo”. (Federico il Grande)

3) Non lo so... se abbiamo ognuno il suo
destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso come da una brezza... ma io credo, può darsi le due cose, forse le due cose capitano nello stesso momento. (Forrest Gump)

Gli aforismi precedenti descrivono le possibili visioni che l’uomo ha di se stesso e del suo contesto. Trovo che indagare su questo argomento sia interessante, poiché ha - inaspettatamente - anche risvolti sugli atteggiamenti di investimento.

Mi rendo conto che quanto mi accingo ad esporre possa essere molto controverso e sarò ben lieto di aprire un contraddittorio. Non è mia intenzione dare giudizi di valore su queste posizioni: le stilizzerò per rendere il più possibile chiaro il messaggio.


La prima posizione - “fideista” - non è esclusiva delle grandi religioni monoteiste, ma anche di molti movimenti esoterici e new age, nonché dei praticanti dell’I Ching. Chi si ritrova in tale convinzione crede di essere inserito in un meccanismo sensato e sebbene non lo si percepisca interamente, generalmente viene considerato benevolo.
Il comfort psicologico offerto è grande, poiché ci fa ritornare bambini; nello specifico di un investimento finanziario è di grande aiuto in caso di perdite, poiché aiutare a mitigare la severità del giudizio su sé stessi e sulle proprie scelte. All’estremo consente di dichiararsi vittima di disegni o macchinazioni di ordine superiore. La frase più celebre che sintetizza questo atteggiamento è: “Lo hanno fatto scendere (il mercato)”.

Il secondo convincimento vede la “fortuna imperatrix mundi”. Questa visione è particolarmente pesante per la psiche, poiché una delle attività prevalenti per l’uomo è la previsione del futuro. Non è un caso che da alcuni secoli vi siano persone che studiano scientificamente come dominare la casualità e che da alcuni millenni esistano persone che affermano di poterla dominare tramite apposite formule o rituali.
Da un punto di vista psicologico occorre avere una grande consapevolezza (o una grande presunzione) delle proprie capacità per poter accettare questa visione del mondo e chi la abbraccia, negli investimenti, diversifica il proprio portafoglio, accetta le perdite come parte del metodo di lavoro e nutre dubbi anche sulle previsioni fatte dal migliore degli esperti.

La posizione espressa nel delizioso Forrest Gump potrebbe essere interpretata in più modi: i greci antichi ritenevano che la volontà degli Dei e quella del Fato si intersecassero, ma faccio notare che, quando le Parche tagliavano il filo, non c’era appello e quindi il Fato in questa visione ha un ordine superiore rispetto alla volontà degli Dei.
Una differente interpretazione consiste nell’immaginare il mondo come si immagina - a volte - un mercato finanziario: esiste un movimento primario che (ex post) è abbastanza chiaramente visibile ma che viene celato all’osservazione puntuale a causa del forte rumore di fondo generato dalla moltitudine di attori.
Questa terza visione – utile per creare un modello previsionale per i mercati finanziari – non è una visione terza, originale, poiché ricade nella prima fattispecie: come sarebbe possibile dare una spiegazione dell’esistenza di un “disegno primario” senza chiamare in causa un Dio?
Mi pare quindi che il modello gumpiano del mondo serva solo per strizzare l’occhio alla platea degli estasiati spettatori.

Per dovere di completezza segnalo che anche secondo alcuni scienziati agnostici esiste un Principio Ordinatore e che il lavoro del ricercatore è scoprirlo. Insomma, il Dio degli scienziati è “solo” un po’ più distante ed astratto di quello dei fideisti.


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