giovedì 9 ottobre 2008

Totò, l’evidenza del tasso variabile e i tulipani


Anni fa ero rimasto molto colpito dalla scena di un film nella quale Totò si faceva beffe di un ufficiale delle SS. Durante la visione pensavo: “Il film è stato prodotto negli anni 50, come è possibile che riescano a fare dello spirito su questo argomento, avendo sperimentato in prima persona ciò che è stato?”.

Mi ero poi risposto che, analogamente a quanto succede ai feriti gravi, il trauma era stato talmente violento che “a caldo” era possibile rivisitare l’orrore senza emozioni.

La stessa sensazione di disagio l’ho riprovata alcuni giorni or sono, ascoltando su Radio Rai un programma di varietà nel quale si cercava il “debitore 0”: il primo italiano che sarebbe fallito per colpa della crisi economica.

Una serie di persone telefonavano sciorinando le proprie disgrazie. I fili rossi che univano i racconti erano: la sostanziale indifferenza apparente con la quale si denunciava il proprio dissesto e il fatto che una delle cause principali fosse l’innalzamento delle rate del mutuo (a tasso variabile) di almeno il 25% della rata iniziale.

Gli sfortunati ammettevano inoltre di aver ricevuto – al tempo della stipula – indicazioni univoche a favore del mutuo a tasso variabile, anche da amici direttori di banca.

Nel 2004 era cioè evidente a tutti che conveniva solo un mutuo a tasso variabile.

In Olanda nel 1635 – 37 in seguito alla famosa “mania dei tulipani” con pochi bulbi si poteva comperare una bella fattoria; in ogni sperduto paesino c’era un mercato dedicato dove i bulbi erano venduti vorticosamente a prezzi sempre crescenti e a cifre equivalenti a decine di migliaia di euro di oggi.

Era evidente a tutti quanto fossero preziosi i bulbi.

Mentre scrivo mi viene in mente l’epopea di Tiscali.

Non sono certo il primo ad affermarlo, ma quando è evidente a tutti ciò che si deve o non si deve fare - e i giornali titolano, e i non addetti ai lavori argomentano come se fossero dei guru - probabilmente è il momento di fare il contrario.

2 commenti:

Vittorio Orefice ha detto...

Ciao,
vorrei conoscere il tuo pensiero sulla relazione tra il momento attuale e un altro episodio noteole:
http://it.wikipedia.org/wiki/John_Law_e_la_moneta_fiduciaria

Guido Giaume ha detto...

Caro Vittorio

il mio pensiero è difficilmente condensabile nello spazio di un post, specie per due argomenti ampi come quelli che hai citato.

Per quanto riguarda John Low non posso aggiungere nulla a quanto già detto da Galbraith nel suo libro sulle crisi finanziarie, salvo che continua la correlazione tra Presidenti repubblicani americani e crisi finanziarie mondiali.

La sezione che segue non vuole essere in alcun modo un "consiglio ad agire" poichè non conosco la tua situazione patrimoniale nè il tuo profilo di rischio. Inoltre la legge sulla consulenza mi impedisce di essere esplicito senza prima averti "profilato" e fatto firmare un po' di carta.

La situazione attuale è di panico. E se uno ha le "spalle" robuste e una buona ricchezza potrebbe approfittarne.
Diciamo che i mercati a questi prezzi scontano una recessione peggiore almeno di un 10-15 % di quella del 1929.
E se non moriremo nell'attesa del lungo periodo probabilmente ci sono occasioni interessanti.

Comunque mi auguro che i potenti della terra riescano a scongiurare una nuova debacle, perchè non credo che potremo permetterci un altro -20% in 5 giorni.

Tra una settimana sapremo se dovremo darci alla pastorizia o ci attenderà solo una recessione.

Se vogliamo fare un azzardo direi che se stasera non trovano un accordo domani i mercati non apriranno.

Cordialmente