venerdì 26 novembre 2010

Tu non vuò fà l'americano

La canzoncina di Carosone è stata riproposta (e massacrata) recentemente in versione tecno, diventando il tormentone dell'estate.

Il tormentone dell'inverno invece potrebbe diventare la Merkel che non vuole fare l'americana.

A grandi linee la situazione dei paesi industrializzati potrebbe essere definita in questo modo: tassi di crescita modesti e debito pubblico elevato.

In una situazione come questa ci sono due modi per uscirne. O aumentare il tasso di crescita dell'economia e pagare i debiti pregressi o ridurne il valore in qualche modo.

Un modo per ridurre il valore del debito è svalutare la propria moneta (sul fronte esterno) e creare inflazione (su quello interno).

Pare proprio che gli americani comperando i loro titoli di Stato (la famosa manovra di quantitative easing) vogliano andare in questa direzione.

Invece i tedeschi che hanno una paura atavica dell'inflazione (poichè nel primo dopoguerra, il fenomeno in Germania aveva assunto dimensioni spaventose) spingono l'Europa a scegliere la seconda via, quella del rigore, delle tasse e della vita parca.

Solo che una moneta forte inserita in un contesto economico inadeguato può condurre ad alti tassi di disoccupazione. Un prezzo politico eccessivo per molti stati.

Al momento gli unici che trovano questa situazione una manna sono i tedeschi: l'euro debole crea ancor maggiore competitività ai loro prodotti.

Il mio post http://epsilon-intervallo-grande.blogspot.com/2010/05/le-coppie-di-verdone-e-leuro.html
aveva già affrontato l'argomento, in modo più macchiettistico

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