lunedì 5 novembre 2012

Legalizzare la corruzione

Secondo il procuratore generale della Corte dei Conti la corruzione nella Pubblica Amministrazione costa agli italiani 50 60 miliardi all'anno (dati 2010).


Una decina di manovre finanziarie.

E mentre ci si arrabatta per tappare i buchi con nuove entrate, la lotta alla corruzione non brilla.

Limare del 10% la corruzione significa evitare una manovra finanziaria sulla schiena dei soliti noti, o un altro "scudo fiscale".


Propongo allora una legge molto semplice.


Da oggi sia depenalizzato pagare tangenti, ma ovviamente sia ancora penalmente rilevante riceverle.

Poichè il reato di corruzione prevede che sia il corrotto che il corruttore abbiano problemi giudiziari, se individuati, questo legame rende conveniente il silenzio di entrambi. Ma se solamente il corrotto avesse problemi?

Se, per esempio, un cittadino si sentisse chiedere una tangente e se dopo aver ceduto alla richiesta avesse facoltà di denunciare l'impiegato infedele, a costo zero con la possibilità di recuperare i suoi soldi?

Quanti amministratori infedeli dormirebbero preoccupati?
Almeno un 10% del totale? O di più?

2 commenti:

antonio ha detto...

geniale. ma intendevi "solo il corruttore avesse problemi" giusto?

Guido Giaume ha detto...

Buongiorno Antonio, grazie pe ril complimento ma non è farina del mio sacco. C'è ampia letteratura in materia e in India credo che ci sia una legge in questo senso.

Relativamente poi a chi deve passare dei guai, direi che è il funzionario pubblico che chiede o accetta la tangente.

Cordialmente