mercoledì 30 marzo 2016

Contro il diritto di autore

Continua il periodo incasinatissimo - ma molto fruttuoso - e pertanto  mi limito ad alcuni "telegrammi".

Mentre stavo finendo di cenare ho avuto un flash.

Il diritto d'autore deve essere molto ridimensionato, se non azzerato.

Lo so non è una novità la mia tesi.

Ben altri intellettuali si sono schierati contro questo presunto diritto almeno così come oggi è strutturato.

La mia è solo una intuizione, una riflessione "ecologica".

Tutti noi ci scagliamo contro l'inquinamento "fisico" ma per quello che concerne l'inquinamento intellettuale siamo ancora all'età della pietra.

Se non ci fosse un diritto d'autore che garantisce un reddito anche al più bieco degli scrittori e maitre a penser l'inquinamento intellettuale sarebbe ridotto. Il novitismo [cfr Sartori] non sarebbe redditizio.

Ma veramente sentite la mancanza del distillato del succo delle meningi di Vespa?

Quindi se scrivere un'opera fosse antieconomico la pletora delle produzioni spazzatura si fermerebbe di botto o quasi.

Continuerebbero a scrivere i narcisisti, che non sono motivati economicamente. Continuerebbero a scrivere gli altruisti che hanno piacere di condividere le proprie opinioni per far progredirte l'umanità.

Ma molti dei fenomeni da baraccone multimediale, quelli che ingaggiano una pletora di ghost writer, quelli che commissionano a molti differenti "badilanti della penna" un capitolo del "proprio" libro, quelli si fermeranno.

Chi avrà qualcosa da dire ci dovrà pensare bene. Vale la pena di spendere tempo e fatica per condividere la propria idea?

Machiavelli è morto povero ed oggi lo studiano ancora. Wilbur Smith morirà ricco (se non si sposerà e divorzierà con una trentenne). Che ironia.


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