venerdì 13 aprile 2018

Video - Ho bisogno di un roboadvisor?


Oggi potrete scoprire se un servizio di roboadvisor per gli investimenti fa al caso vostro. Buongiorno benvenuti a FS A metà febbraio mentre eravamo nel pieno della turbolenza finanziara, mi ha chiamato un amico. Si tratta di un dirigente in pensione molto sveglio, con alta propenso al rischio, che ha anche l’istinto dell’investitore azionario. Insomma una persona non banale per temperamento ed intelligenza. In quell’occasione mi ha manifestato il suo scontento. Notate che non è mio cliente. Siamo amici. Mi dice. “Sono sotto di 20 mila euro”. Gli chiedo come. “Le Fincantieri erano a 1,5 e adesso sono a 1.35 ed io perdo”. Poi proseguiva con “Ah! ma la prossima volta non mi lascio fregare. Appena guadagno bene vendo” Notate due cose. 1) aveva iniziato a comperare Fincantieri a 1. Quindi guadagnava il 30-35%. 2) Il dolore ed il rimpianto della “perdita” erano così forti da fagli dire che la prossima volta avrebbe venduto prima della caduta. Durante uno dei pranzi che mi offre periodicamente l’ho fatto riflettere sulle sue affermazioni. Gli ho cioè fatto notare che il suo prezzo di carico era ancora straordinariamente favorevole e che affermare di voler vendere “prima” della correzione non avesse senso. Non è possibile sapere in anticipo quando ci sarà una correzione. Una cosa logica, ma al momento non l’aveva messa a fuoco poiché era in agitazione. In sostanza ho fatto con lui una parte del mio lavoro, come se fosse stato un cliente. Non gli ho detto cosa comperare MA gli ho dato alcuni consigli su come gestire la propria emotività. L’ho convinto e tranquillizzato non perché sono uno psicologo sopraffino. Sono riuscito a farlo perché lui si fida di me al punto che ogni mese rinnova la sua opinione favorevole verso di me pagandomi un ottimo pranzo. Insomma la cosa funziona perché abbiamo un rapporto di stima e confidenza. Questo episodio mi ha permesso di riflettere su una questione non banale. Oggi si parla molto di roboadvisor. In effetti se usati bene sono oggetti interessanti. Però un servizio di consulenza automatico ha una serie di limitazioni non piccole. Occorre sapere perfettamente quello che si vuole e si deve essere psicologicamente preparati a fare a meno del rapporto empatico. A qualcuno può stare bene, può non averne bisogno, ad altri, a mio parere la maggioranza invece serve il contatto umano. Quando i mercati sono in tempesta un operatore di call center non ti può guardare negli occhi. Non si tratta dunque di un problema di competenza, ma di un problema emotivo. Come vedete l’emotività e la psicologia ancora una volta tengono banco. Un investitore non potrà mai essere soddisfatto delle proprie scelte finanziarie se non tiene conto delle proprie emozioni. E un consulente in carne ed ossa oggi aiuta o meglio dovrebbe aiutare a dare questo valore aggiunto.

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