venerdì 14 dicembre 2018

Podcast - I Giapponesi hanno inventato i futures


Chi non sa cosa sono i futures non si preoccupi, lo intuirà strada facendo

I giapponesi crearono con tutta probabilità la prima Borsa dei derivati, con il  riso.

Dopo un secolo di guerre feudali il signore di Tokio - Tokugawa Ieyasu – prevalse nella battaglia di Sekigahara diventando così Shogun di tutto il Giappone.

Dopo la sua vittoria obbligò i feudatari a vivere con le loro famiglie a Tokio, (interessante notare che accadde qualcosa del genere anche in Francia, nello stesso periodo) e quando questi ritornavano presso le proprie terre, lasciavano le famiglie in ostaggio.

Non avendo altre possibilità di competere, i feudatari sottomessi a Ieyasu, iniziarono farlo conducendo una vita sfarzosa, grazie ai proventi ottenuti dalla vendita del riso.

Quando la produzione dell'anno in corso era stata completamente venduta si passava all’annata successiva (futura, appunto). I magazzini rilasciavano apposite ricevute per questo riso “futuro”, detto allora "riso vuoto".

Come è noto (anche ad esempio ai cultori della vita e delle opere di S. Francesco Saverio), sempre in quel periodo Ieyasu stesso iniziò una durissima politica di isolazionismo e di antioccidentalismo che caratterizzò il Giappone fino alla seconda metà del secolo scorso, quando due cannoniere americane ormeggiate nella baia di Tokio “convinsero” i giapponesi ad aprirsi al mondo.

Commerciare sul “riso vuoto” generò molta speculazione e con essa nacque l' analisi tecnica. Il trader più famoso di quei tempi Homma comprese che c'era una relazione emotiva che legava domanda ed offerta.

In altre parole comprese che c'era differenza tra il valore ed il prezzo.

Questa differenza è valida ancora oggi. E' incerto se Homma inventò le celeberrime candele giapponesi (un metodo di analisi oramai molto noto anche in occidente), ma comprese che l' aspetto psicologico del mercato era un fattore critico per operare con successo.

Concludo specificando che un contratto futuro è un contratto a termine standardizzato. Cioè un accordo col quale due controparti si impegnano a scambiarsi ad una certa scadenza standard, quantità e qualità standardizzate di uno specifico bene.

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