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lunedì 4 agosto 2025

“Sono stato in Kenia”


Qualche anno fa, un conoscente mi disse: “Sono stato in Kenia”. Gli chiesi com’era. Mi rispose: “Come essere in provincia di Alessandria, solo che c’erano le capanne invece che le case”.
Non aveva visto il Kenia. Aveva visto un tour organizzato, filtrato da preconcetti, orari fissi e comfort simulato. Una realtà edulcorata e semplificata, come piace a chi vuole l’illusione del viaggio senza il disagio del viaggio.

Ecco, la stessa cosa accade in finanza. Molti investitori non cercano il rendimento. Cercano l’illusione del rendimento. E rifiutano il prezzo da pagare per ottenerlo: la volatilità.

Rendimento e volatilità: un binomio inseparabile

Ogni asset ha un suo rendimento atteso. E ogni rendimento ha una volatilità associata, che è il prezzo psicologico ed economico da pagare.
Chi vuole rendimento senza volatilità vuole il Kenia senza uscire dal villaggio turistico.

Facciamo un confronto empirico:

  • I BOT (Buoni Ordinari del Tesoro), a 3-6 mesi, sono poco volatili. Rendono pochissimo.

  • I BTP a 10-30 anni sono molto più volatili. Offrono rendimenti più alti, ma ti chiedono di sopportare oscillazioni anche forti sul valore del capitale.

  • Le azioni sono ancora più volatili, e nel lungo periodo rendono di più di qualsiasi obbligazione.

  • In mezzo si collocano strumenti ibridi come i certificati o gli ETF covered call: generano cedole elevate, ma lo fanno sacrificando parte della crescita. Offrono un compromesso: meno volatilità delle azioni pure, ma anche meno potenziale.

Il messaggio è chiaro: se tagli la volatilità, tagli anche il rendimento. Non esiste un pasto gratis.

Il dolore della volatilità

Il problema è che la volatilità fa male.
Non solo a livello tecnico, ma a livello emotivo. Vedere il proprio patrimonio perdere il 5%, il 10% o il 30% anche solo temporaneamente, provoca disagio, ansia, panico.

E se non si capisce perché si soffre, la sofferenza diventa insopportabile. È qui che iniziano i comportamenti irrazionali: vendere sui minimi, inseguire mode, cambiare strategia ogni sei mesi, oppure... rincorrere strumenti che promettono rendimento senza dolore.

Il miraggio delle cedole facili

È così che proliferano strumenti come i certificati a capitale condizionatamente protetto, o i covered call ETF che offrono “cedole” anche del 10% annuo.
E in certi anni possono funzionare. Se sei fortunato. Se entri e soprattutto esci al momento giusto. Ma se tieni lo strumento per 3, 5, 10 anni, la realtà tende a emergere: il rendimento si smorza, il capitale si deteriora, la promessa iniziale si rivela illusoria.

La finanza, come la fisica, non fa sconti: o assumi il rischio e incassi rendimento, oppure ti proteggi dal rischio e rinunci al rendimento.

Perché funzionano (dal lato commerciale)

Dal punto di vista dell’investitore attento, questi strumenti sono spesso subottimali.
Dal punto di vista commerciale, invece, sono perfetti.

  • Hanno cedole regolari, che rassicurano il cliente.

  • Richiedono poca manutenzione, che rassicura il consulente.

  • Permettono di non approfondire il dialogo, di evitare la domanda fondamentale: “Ma a cosa ti serve esattamente quel reddito?”

In questo modo si vizia il cliente. Gli si dà ciò che vuole, non ciò che gli serve. Non lo si guida: lo si asseconda. E nel frattempo si preserva la relazione evitando lo scontro.

Nasce il turismo finanziario

Il risultato è il “turismo finanziario”.
Investitori che si muovono in massa verso lo strumento di moda. Non per una strategia consapevole, ma per sentito dire, per il titolo attraente, per l’illusione della sicurezza.
Sono i viaggiatori del Kenia con le ciabatte da piscina. Non vogliono conoscere la natura selvaggia della finanza. Vogliono l’illusione dell’esotico senza mai lasciare la comfort zone.

La verità non è sexy, ma è utile

Dire che “il rendimento è il prezzo della volatilità” non vende.
Non rassicura. Non consola.
Ma è l’unica verità che conta se vuoi costruire un patrimonio con un orizzonte lungo.
Capire la volatilità, accettarla, gestirla (non evitarla), è la chiave per uscire dal villaggio turistico e vedere finalmente il vero Kenia.


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