mercoledì 15 aprile 2009

E se Berlusconi diventasse il nuovo “Che”?

, Cellino Associati SIM, Cellino e Associati SIM
Il fatto che Bersani abbia da pochi minuti parlato di scudo fiscale mi induce a pubblicare con un certo anticipo questo post, che era per la prossima settimana.


E' notizia recente che dopo il G20 la black list dei paradisi fiscali si è svuotata: l'epoca del segreto bancario assoluto appartiene al passato. Quello che fino ad ieri era tollerato oggi non lo è più. Svariati Paesi, dalla vicina Svizzera fino ad alcuni remoti ed assolati lidi, stanno chiedendosi come coniugare la necessità di collaborazione fiscale con la protezione dell’industria finanziaria là residente.

Prendo spunto da questa notizia per tracciare la trama di una novella fantapolitico-finanziaria.

L’azzeramento della black list potrebbe essere il primo passo di una azione del G20 per:
- rimpinguare i bilanci statali portando alla luce del Fisco patrimoni sconosciuti;
- ricondurre al servizio dell’economia reale patrimoni dediti oggi alla speculazione finanziaria;
- punire gli hedge fund che per lustri hanno vanificato o reso più difficili e dispendiosi i tentativi di governare l’economia mondiale;
- ridurre l’importanza dei Paesi “paradisi fiscali”.

In pratica si tratterebbe di effettuare a livello globale una manovra simile ai già visti “scudi fiscali”: un rientro “volontario” dalle sedi off shore con la garanzia che il pagamento di una percentuale procurerà l’estinzione di ogni eventuale illegalità correlata al patrimonio rientrato.

Se l’operazione fosse effettuata congiuntamente - o al peggio se l’Italia fosse la capofila del drappello europeo - la messe potrebbe essere particolarmente ricca per il fisco in quanto non lascerebbe scampo, proprio a causa del carattere globale dell’iniziativa.

Tuttavia si tratterebbe questa volta dell’emersione dei capitali dei “pesci grossi”. Infatti se col primo e secondo scudo è rientrato chi era in condizioni di marginalità, ovvero chi aveva ereditato le somme o comunque persone il cui baricentro economico è l’Italia, oggi si tratterebbe di stanare il patrimonio finanziario del Gotha economico.

I Governi subiranno allora forti pressioni da parte delle lobbies a favore del mantenimento dello status quo. Dall'altro lato vi saranno invece i “falchi”.

Ma chi potrebbe essere un “falco” oggi, in Italia?

Sotto elezioni molti hanno ottime ragioni per diventarlo.

A sinistra ci sarà chi riterrà giusta l’operazione per ragioni ideologiche; nel centro sinistra ci sarà chi ne approfitterà per rinsaldare l’opposizione e polemizzare col governo sull’esiguità della percentuale richiesta per sanare le posizioni; ci sarà poi chi vorrà cavalcare l’onda del giustizialismo.

A destra “falco” potrebbe essere chi ha responsabilità di bilancio, ma anche i populisti e i terremotisti.

Il nostro governo potrebbe essere quindi tra gli esponenti della linea dura. Muoversi a livello europeo, avrebbe - tra gli altri - anche il vantaggio di poter opporre ai potenti lobbisti “pro paradisi” le difficoltà per un Governo singolo di muoversi controtendenza.

Se così fosse, a ridosso della scadenza elettorale, potremmo assistere a qualche azione plateale e durissima verso i capitali detenuti all’estero: i “ricchi” piangerebbero per mano di un governo di centro destra.

Dopo (il presumibile trionfo elettorale dei partiti di governo sostenitori dell’”operazione rientro”) ci sarebbe poi modo di ammorbidire le posizioni.

L’epilogo sarebbe virtuoso per tutti, eccetto che per i paradisi fiscali: ci sarebbe un miglioramento dei bilanci statali; maggiori risorse verso il sistema industriale; diminuzione del peso dei capitali dediti alla speculazione, minore necessità di rigore nei conti.

Se veramente così dovesse andare, la Storia avrebbe dimostrato di avere più fantasia degli uomini. Berlusconi farebbe quello che la sinistra estrema ha sempre sognato: un “esproprio proletario", magari un po' più morbido.

5 commenti:

onepartner ha detto...

Ciao,

condivido le motivazioni economiche di un possibile scudo, non quelle dell'esproprio proletario e azzardo una tesi: entro l'estate lo scudo sarà cosa fatta. Si dice, nell'ambiente finanziario in "gran" segreto di pulcinella, che lo scudo ci sarà e sarà una grande abbuffata per le motivazioni globali che hai ben esposto. Sarà certamente motivo di volatilità dei mercati nei due sensi, prima per lo smobilizzo e poi per il riposizionamento, un volano per i mercati affamati di capitali. Credo che una larga parte possa diventare capitale di rischio e dare un buon sostegno all'economia che per ora aspetta la ripresa.

Dopo Obama, anche la presidente di confindustria dice che il futuro è l'economia verde, il lavoro per la riduzione delle emissioni. Vero, certamente il settore è destinato a svilupparsi e a crescere, ma in termini assoluti potrà risolvere un ventesimo dei problemi attuali e rischia di diventare un settore di nicchia con grandi tassi di crescita in un deserto dei tartari industriali.
grazie per lo spazio, a presto

Guido Giaume ha detto...

Certo che non si tratta di un esproprio proletario! Ma sai, in un frangente come questo il Cavaliere potrebbe paradossalmente diventare idolo del popolo della sinistra (almeno di una certa parte) se applicasse una aliquota elevata ai capitali in rientro.
Politicamente sarebbe una bella mossa. Aumenterebbe la sua platea elettorale.

Relativamente alla segretezza non credo neppure che fosse un segreto di Pulcinella:
i giornali esteri anche di lingua italiana ne parlano.

Interessante infine l'intervento sull'economia verde.

Grazie dell'intervento e a presto.

Grazie.

filippo ha detto...

Ciao,
non sono addentro alle tematiche finanziarie e non mi sento quindi di fornire un parere "qualificato".

Vorrei solo capire cosa intendi per "aliquota elevata".
Se non ricordo male quella del precedente scudo fiscale era del 12,5%.

Non ho idea di quanto possa essere la prossima aliquota, nè ho informazioni a proposito di quale parte ne abbia usufruito in passato (se come dici tu "una parte marginale" o già "quella sostanziale") ma ho la sensazione che questo governo sia molto sensibile ad azioni che possano impattare su grandi aziende.

Ciao

Guido Giaume ha detto...

Non ricordo esattamente ma credo che il provvedimento precedente prevedesse il pagamento del 3-5% sul capitale. La percentuale che menzioni mi ricorda la tassazione sul capital gain.
Per il resto cioè sulle cifre si parla come sempre di stime che nella migliore delle ipotesi sono volatili.

filippo ha detto...

Ciao,

ehm avevi ragione (ma avevo messo le mani avanti ;-)) sull'aliquota...

Ho fatto una breve ricerca ed è emerso questo:
"Per le operazioni di rimpatrio e di regolarizzazione effettuate entro il 16 maggio 2003, la somma da versare è pari al 2,5% dell’importo dichiarato, mentre per le operazioni effettuate dal 17 maggio al 30 giugno la somma è del 4%."

Ciao a tutti e scusate per il disguido.