sabato 18 dicembre 2010

Dalla conclusione(?) della vicenda Parmalat una previsione inquietante per gli italiani - 2

Le mie osservazioni a conclusione del post.

1) Probabilmente abbiamo assistito ad entrambe le tipologie di truffa che indico all'inizio: la Parmalat ha interpretato la fattispecie "difficoltà temporanea" e alcune banche per cavarsi d'impiccio probabilmente hanno montato "la stangata". La delusione della parte civile del processo è relativa al fatto che il Tribunale non ha fatto chiarezza su questa seconda parte, che resta pertanto solo una mia ipotesi.

2) Il sistema Italia non è in grado di difendere il risparmio. Chi si è fidato - sia gli impiegati di banca che hanno venduto in buona fede i titoli, sia i risparmiatori che hanno comperato autonomamente obbligazioni - erano da soli a scegliere, ed hanno scelto male.

3) Il conflitto di interesse tra banche e risparmiatori allo stato attuale è ancora elevatissimo e, se in genere si risolve con una tosatura periodica, in certe situazioni può portare alla rovina. Ciò nonostante la massa risparmiatori percepisce poco o nessun rischio.

4) Abbiamo visto in anticipo (ma non lo sapevamo) la crisi che stiamo vivendo anche oggi: quella del "troppo grande per fallire". Parmalat era troppo grande, dal punto di vista delle banche, che hanno cavalcato la tigre piuttosto che accettare la perdita come elemento naturale del business. E questo la dice lunga sulla salute della competizione economica e dell'efficienza dei mercati in Italia.

5) Madoff è stato condannato a 150 anni, Tanzi a 18. Curioso lo stupore di quest'ultimo a fronte della sua condanna: si attendeva meno. Per certi versi con il suo stupore non ha confessato di essere uno al quale avevano promesso qualcosa?

6) Mi pare infine che la soluzione principe della politica, dell'industria, delle banche italiane sia la soluzione dei problemi "scaricando a massa" ovvero frazionando il danno sui cittadini.

E su quest'ultima considerazione, ovvero sull'abitudine di "scaricare a massa" concludo con un inquietante presagio. Tremonti insiste sul fatto che l'Italia è solida poiché ha una enorme massa di patrimonio privato che bilancia il più grande debito pubblico del mondo. A me pare un pensiero foriero della volontà di utilizzare il patrimonio privato per ridurre il debito pubblico, ovvero l'introduzione di una tassa patrimoniale.

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