martedì 29 maggio 2018

Video - Vendo o non Vendo?


E meglio vendere e pentirsi perché poi il titolo continua a salire? O è meglio non vendere, e rischiare di vedere la discesa e patire? Benvenuti a... Il rapporto tra un investitore ed il proprio capitale è un rapporto emotivo: dietro quel gruzzolo si celano desideri e ed emozioni. Quindi l’impulso è sempre quello di gestire con la pancia. La pancia dice “portare a casa” dove si guadagna. E ovviamente fare il contrario in caso di perdite. In effetti in questo modo la pancia è soddisfatta perché un mancato guadagno brucia molto meno di una perdita, il rapporto è di 1 a 2. Quindi il dolore del mancato guadagno è molto minore del dolore per la perdita. Ma l’assunto implicito di questa affermazione è che sui mercati finanziari la casualità sia la variabile guida e le probabilità di guadagnare o perdere siano le medesime. Quindi se si ha un metodo la cosa giusta da fare è seguire il metodo e operare quando è ora indipendentemente dal guadagno o dalla perdita. Se invece non si ha un metodo vuol dire che si sta giocando. E ovviamente si può fare come si vuole. MA seguire la pancia in genere non è una buona idea poiché di frequente i prezzi dei valori mobiliari si muovono in tendenza ed è molto più facile fare danni vendendo un oggetto che sale e tenere uno che scende, poiché il primo tenderà ancora a salire e il secondo a scendere. Le domande che ci si deve porre in questi casi sono Sono consapevole degli assunti impliciti nei miei comportamenti? Sono sicuro della fondatezza delle regole che uso? Ma soprattutto: vendere vuol dire che siamo sicuri che sia meglio essere fuori dalla Borsa quando scende. Certo vedere il proprio investimento in perdita è doloroso. Ma quali sono le alternative? Ho un metodo che mi permette di prevedere prevedere puntualmente e con consistenza la direzionalità della Borsa? Che possa essere implementata una strategia profittevole di “ingressi ed uscite” rispetto ad una strategia di perenne investimento è una questione molto dibattuta. Possiamo affermare - in prima approssimazione - che esiste un rimedio naturale alla discesa dei mercati, e cioè la risalita. Ma se questa avviene mentre non siamo investiti il danno subito dal patrimonio è grave anche se non sempre viene percepito dall’investitore. E’ veramente prudente per un investitore non supportato non possedere azioni quando i prezzi scendono?

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