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venerdì 26 settembre 2025

Ha ancora senso fare un PAC oggi? E se sì, su cosa?

Per chi ha la disponibilità, la risposta è semplice: no, il PAC non serve.

Ma allora perché se ne parla così tanto, e perché continua ad attirare l’attenzione di risparmiatori e investitori, anche evoluti? E soprattutto: esiste un contesto in cui invece ha davvero senso farlo?

Negli ultimi anni, il PAC è stato proposto come la soluzione ideale per chi vuole investire in modo graduale, riducendo il rischio e senza dover "indovinare" il momento giusto di ingresso nei mercati.

Ma il PAC non sempre è la scelta più efficace. Anzi, in molti casi rappresenta una perdita di tempo e rendimento potenziale.

Il PAC ha senso solo se non hai tutto il capitale disponibile

Chi ha già un capitale disponibile — ad esempio 200.000 euro pronti da investire — può costruire un portafoglio diversificato da subito. Rimandare l’investimento con un PAC può significare perdere mesi o anni di potenziale rendimento.

Inoltre, la logica del “diluire il rischio” ha senso solo se il rischio è davvero molto elevato e l’investitore ha un orizzonte incerto. Ma chi ha un buon livello di educazione finanziaria (o un consulente adeguato) sa bene che il rischio non si elimina spalmando l’ingresso: si gestisce costruendo un portafoglio equilibrato, ben diversificato, e coerente con i propri obiettivi.

Il PAC può avere senso su trend strutturali in fase iniziale

ll PAC può avere senso se lo utilizzi per accumulare esposizione su temi emergenti o su settori che oggi sono in fase di costruzione, ma che hanno prospettive di lungo periodo interessanti.

Un esempio concreto? La digitalizzazione dei pagamenti in Europa attraverso la creazione di una stablecoin regolamentata.

Una notizia recente conferma questo scenario: nove banche europee, tra cui UniCredit e Banca Sella, hanno annunciato il lancio di una stablecoin denominata in euro, perfettamente conforme alla nuova normativa MiCAR (Markets in Crypto-Assets Regulation) dell’Unione Europea. L’obiettivo? Costruire uno standard europeo per i pagamenti digitali, all’interno di un perimetro regolato, sicuro e tracciabile.

Questo rappresenta un cambio di paradigma: per la prima volta, la finanza digitale e la finanza tradizionale convergono in un’iniziativa concreta, con potenziale di impatto su banche, infrastrutture di pagamento, società tecnologiche e fornitori di servizi finanziari.

Un PAC su questo tema? Meglio che su un indice generico

In questo contesto, chi non ha tutto il capitale pronto, o chi desidera costruire una posizione in modo progressivo, potrebbe valutare un PAC su strumenti tematici che offrono esposizione a questa trasformazione.

Non stiamo parlando solo di criptovalute speculative, ma di aziende quotate e regolamentate che:

  • sviluppano infrastrutture per i pagamenti digitali in euro,

  • integrano tecnologie blockchain nei sistemi bancari esistenti,

  • forniscono consulenza o servizi per la costruzione della nuova architettura finanziaria europea.

Esistono ETF tematici — ben regolati e a costi contenuti — che permettono di esporsi in modo diversificato a questo ecosistema.

🧭 Se vuoi ricevere la lista degli ETF investibili su questo tema, scrivimi. Ne ho selezionati alcuni che potrebbero costituire la base di un PAC coerente con l’evoluzione strutturale della finanza europea.

Perché il PAC non ha senso "a prescindere"

Il PAC viene spesso presentato come “strategia prudente”, ma in realtà nasconde un alibi comportamentale: posticipare la decisione, distribuire l’incertezza o se preferisci la paura del cliente che il venditore finanziario a differenza del consulente non sa gestire, ma senza affrontare davvero il tema dell’allocazione strategica del capitale.

È un po’ come dire “inizio piano piano, inizia a diventare cliente che ti lego per 5 anni almeno, poi vediamo”. Ma chi ha obiettivi chiari, tempo a disposizione e capitale già liquido, dovrebbe investire in modo consapevole, non “a rate”.

Il PAC ha senso solo quando serve davvero: all’inizio del percorso, o su un trend innovativo e ad alto potenziale che richiede un’esposizione graduale.

Insomma 

Chi ha già tutto il capitale disponibile non ha bisogno di un PAC. Ma chi vuole esporsi a trend innovativi come la digitalizzazione regolata dei pagamenti europei, potrebbe usare un PAC come strumento per entrare in modo progressivo e consapevole.

📩 Se vuoi ricevere una lista ragionata di strumenti (ETF e titoli) coerenti con questo scenario, contattami.

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