Pagine

mercoledì 10 settembre 2025

Quando accade l’impossibile: dentro al meccanismo della (presunta) truffa bancaria di Bolzano

A volte ci scandalizziamo per errori che sembrano impossibili: un chirurgo che dimentica una pinza nell’addome di un paziente, un aereo che precipita per un bullone allentato.

E nel mondo finanziario, succedono eventi altrettanto gravi e impensabili: come una banca che non si accorge, per anni, che un suo consulente sottrae milioni di euro ai clienti.

A Bolzano, un affermato consulente bancario è sparito con oltre 20 milioni di euro.

Il danno, però, non è stato solo economico. È stato psicologico, familiare, relazionale. Perché le persone truffate non si sentivano clienti qualunque: si sentivano protette.

Protette da lui, e – soprattutto – protette dal sistema. Dalla banca. Dai controlli che “di certo” ci saranno.

E invece no. L’impossibile, stavolta, è accaduto.

Il caso Bolzano: quando anche i sistemi più strutturati falliscono

Lui era un private banker di lunga esperienza, attivo per oltre 15 anni presso un importante istituto nazionale. Aveva il volto dell’affidabilità. Era il tipo che ti saluta per nome, che conosce i nomi dei tuoi figli, che ti chiama a Natale.

Nel corso di quasi dieci anni ha costruito una rete di documenti falsi, rendiconti contraffatti, deleghe anomale, firme in bianco. E nessuno se n’è accorto.

O meglio: nessuno ha voluto vederlo.

Le condizioni per una truffa perfetta

Come sempre, le disgrazie – anche finanziarie – non sono frutto del caso. Sono il risultato di più fattori concatenati:

1. Il truffatore “giusto”

Non serve un genio. Serve qualcuno sufficientemente scaltro, empatico e privo di scrupoli. Capace di ricalcare il profilo emotivo della vittima, costruire somiglianza, ed evitare ogni frizione. Un volto amico, un tono rassicurante.

2. La fiducia cieca

I clienti non hanno chiesto conti ufficiali, non hanno verificato, hanno firmato deleghe e moduli in bianco. Perché “ci si fidava”. Perché sembrava brutto dubitare.

3. Il fallimento dei controlli

Come può una banca non accorgersi di simili anomalie per dieci anni? Comunicazioni inviate a indirizzi sospetti, documentazione non coerente, clienti che non accedono mai ai propri saldi. Quando il sistema smette di funzionare, l’impossibile diventa realtà.

Il “denaro sogno” e il potere emotivo del ricalco

Ci avviciniamo alla stagione dell’influenza e quindi proviamo a somministrare un “vaccino” contro le truffe.

Per farlo, partiamo da una distinzione psicologica fondamentale.

  • Il denaro strumento è quello che usi per vivere: pagare le bollette, cambiare l’auto, fare la spesa.

  • Il denaro sogno è quello che conservi per la tua libertà: una seconda casa, un viaggio importante, la sicurezza per i figli.

Ed è proprio sul denaro sogno che i truffatori fanno leva. Perché è il denaro che ha un carico emotivo. Quando lo perdi, non perdi solo soldi. Perdi il futuro.

Per questo motivo, a volte chi subisce una truffa finanziaria spesso smette del tutto di investire. Il dolore è troppo per pensare di poterlo riprovare.
Perché una delusione sul sogno ferisce ben oltre la perdita materiale. 

Come agiscono i truffatori?

La strategia più frequente è il ricalco emotivo.
Il truffatore costruisce un rapporto di somiglianza: ti assomiglia nei gusti, nei modi, nel tono. Diventa un’estensione della tua immagine.
E tu abbassi la guardia. Perché lo percepisci come “uno di noi”.

È un meccanismo psicologico noto: confondiamo la familiarità con la trasparenza.
E questa confusione, come dimostrano gli studi di Kahneman e Tversky, si accentua quando siamo stanchi, poco esperti, o abbiamo bisogno di una scorciatoia mentale.

Ma se “lo sappiamo”, perché ci caschiamo lo stesso?

Perché verificare richiede energia.
Perché l’ambiente bancario è percepito come “garantito”.
Perché ci sembrerebbe offensivo fare domande troppo dirette a chi ci sembra gentile, preparato, ben introdotto.

Eppure, ricordate i casi Cirio e Parmalat? Erano nomi familiari. Ma la loro familiarità non ha protetto nessuno. Anzi, qualcuno ipotizzò (senza mai provarlo) che certe emissioni servissero proprio a spostare i debiti verso i piccoli risparmiatori.

Domande utili per non perdere il tuo “denaro sogno”

Non basta dire “mi fido”. Occorre chiedersi:

  • Dove posso vedere le sue autorizzazioni, le sue credenziali?

  • Come posso avere accesso diretto, ufficiale e autonomo ai miei rendiconti?

  • Perché non chiedere l’intervento di un professionista esterno?


Se credi possiamo parlarne. Perché i casi estremi sono – per fortuna - rari ma spesso è possibile migliorare il rendimento dei propri investimenti con pochi semplici accorgimenti.


Nessun commento: