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martedì 16 settembre 2025

La rivoluzione silenziosa dell’oro digitale

L’oro può diventare un asset digitale? E cosa significa, concretamente, per chi investe?

Il World Gold Council – la massima autorità globale sul metallo giallo – ha lanciato un progetto ambizioso: rendere l’oro un asset digitale, facilmente scambiabile e più adatto alla finanza moderna. 

L’iniziativa si chiama Gold247 e, al suo interno, propone una novità tecnica e strategica: i Pooled Gold Interests (PGI).

Vediamo come funziona e cosa cambia per chi investe.

Chi c’è dietro: il World Gold Council

Il progetto nasce dal World Gold Council (WGC), l’associazione internazionale che promuove l’uso dell’oro e rappresenta le principali aziende minerarie del settore. Non è un think tank qualsiasi: le sue decisioni orientano buona parte del mercato globale.

Con Gold247, il WGC vuole traghettare l’oro dal mondo fisico a quello digitale, rendendolo più liquido, tracciabile e funzionale ai mercati finanziari del XXI secolo.

Cos’è un PGI – e cosa non è

I Pooled Gold Interests non sono una criptovaluta. E nemmeno un derivato complesso. Sono diritti digitali frazionabili collegati a oro fisico, depositato in caveau sicuri.

In altre parole, invece di possedere e trasportare un lingotto da un chilo, un investitore può comprare una frazione digitale (es. 0,001 g) che rappresenta una quota di oro fisico custodito. Questa frazione è trasferibile, scambiabile e – si spera – anche utilizzabile come collaterale finanziario, cioè come garanzia in operazioni di mercato.

Perché fare l’oro digitale?

L’oro è da sempre considerato un bene rifugio, ma ha un problema: è statico. Non produce interessi, è difficile da trasportare, e poco utile nella finanza operativa quotidiana.

I PGI puntano a cambiare questo paradigma:

  • Rendono l’oro frazionabile e trasferibile in tempo reale.

  • Facilitano il suo uso come collaterale nei mercati.

  • Democratizzano l’accesso all’investimento in oro (basta anche 1 euro).

  • Potrebbero attrarre nuove generazioni di investitori.

Come funziona: il progetto pilota

Il primo test sul campo è previsto nel primo trimestre del 2026, a Londra, con il coinvolgimento di alcune grandi banche e operatori specializzati in oro. Si tratta di un progetto pilota riservato, che punta a testare la solidità tecnica, operativa e legale del sistema.

Il cuore del sistema è un trust condiviso in cui vengono depositati i lingotti fisici. Ogni volta che un lingotto entra o esce, i diritti digitali (PGI) si riallineano automaticamente. È un sistema simile a quello degli hotel online: quando una camera viene prenotata, il portale aggiorna la disponibilità in tempo reale.

Le tre gambe di Gold247

Il progetto Gold247 si basa su tre pilastri:

Gold Bar Integrity (GBI)

Ogni lingotto avrà un passaporto digitale sulla blockchain, che ne garantisce provenienza, tracciabilità e autenticità. Un passo avanti contro le frodi e i falsi.

Wholesale Digital Gold

È l’infrastruttura tecnica che permette di frammentare e scambiare oro anche in quote minime. Utile sia per i piccoli investitori che per grandi istituzioni.

Standard Gold Unit (SGU)

Uno standard che rappresenta, ad esempio, “1 grammo d’oro puro”, legato a dati strutturati come peso, purezza e posizione del metallo. Permette di rendere intercambiabili i vari asset digitali legati all’oro.

Le resistenze del mercato

Non tutti applaudono e non mancano voci critiche.

  • Adrian Ash, di BullionVault, ha definito l’iniziativa come una soluzione a un problema che non esiste. Per lui, l’oro “va già bene così com’è”.

  • Problemi legali: i PGI dovranno essere riconosciuti come collaterale in vari mercati. E ogni giurisdizione ha regole diverse.

  • Sfiducia nel cambiamento: gli operatori che maneggiano fisicamente oro da decenni spesso vedono la digitalizzazione come un rischio, non un’opportunità.

Tuttavia, se il progetto regge alla prova del mercato e delle normative, potrebbe rappresentare una svolta silenziosa ma epocale.

Se l’oro diventa fluido

In un mondo che corre verso il digitale, Gold247 cerca di aggiornare l’oro alle esigenze della finanza contemporanea. Più che sostituirlo, vuole potenziarlo: rendendolo più liquido, più funzionale, più utilizzabile.

Se il progetto pilota avrà successo, il metallo rifugio per eccellenza potrebbe diventare anche un asset strategico operativo. Una novità che interessa investitori, consulenti finanziari e chiunque voglia comprendere come evolve il rapporto tra tecnologia e finanza reale.

Suggerimenti pratici per gli investitori 

  • Valuta la diversificazione: i PGI potrebbero diventare una nuova via per accedere all’oro senza doverlo detenere fisicamente.

  • Attenzione alla regolamentazione: fino a quando i PGI non saranno riconosciuti nei principali mercati, il loro uso come garanzia rimane potenziale.

  • Monitora il test di Londra nel 2026: sarà un indicatore chiave dell’affidabilità e dell’appetibilità del progetto.

Vuoi capire se l’oro digitale o no ha senso nel tuo portafoglio?

Scrivimi: valuteremo insieme come inserire asset alternativi (ma solidi) nella tua strategia di investimento.


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